AGUGLIA IMPERIALE

 Tetrapturus belone

aguglia-imperiale

Ordine: PERCIFORMI
Famiglia: ISTIOPHORIDAE
Genere: TETRAPTURUS

Caratteristiche morfologiche

Ha il corpo subcilindrico che va rastremandosi verso la parte posteriore; negli individui più giovani (fino a circa 1 metro e mezzo di lunghezza) il corpo è schiacciato lateralmente ma, con la crescita, acquista una sezione piu tondeggiante. La testa è caratterizzata da un maggiore sviluppo della mascella superiore che si prolunga in un rostro. Le pinne dorsali sono due: la prima, molto lunga, è costituita da numerosi raggi di cui i primi quattro piu alti e gli ultimi quasi nascosti nel dorso. La seconda, invece, ha solamente sei raggi ed è in contrapposizione con la seconda pinna anale. Le pettorali sono corte e falciformi, mentre la caudale e grandissima, forcuta e con i lobi stretti e appuntiti. Le squame sono piccolissime e incapsulate nell’epidermide. Può raggiungere i due metri di lunghezza, compreso il rostro.

Costumi e curiosità

Non si hanno molte notizie sul modus vivendi di questo animale ma è certo che sia una specie pelagica e migratoria. E’ un carnivoro e predatore; i suoi pasti preferiti sono costituiti da costardelle, aguglie e clupeiformi. Il nome tetra=quattro, pteron=ali e oura=coda deriva dal fatto che alla base della pinna caudale animale è dotato di due
prominenze simili a piccole chiglie da ambo i lati. L’aguglia imperiale è spesso accompagnata da un paio di remore che si attaccano con le loro ventose agli opercoli e si sganciano all’istante in cui viene pescata.

TECNICHE DI PESCA ALL’ AGUGLIA IMPERIALE

TRAINA D’ ALTURA

E’ la tecnica piu indicata per insidiare sportivamente questo rostrato. Considerata la distribuzione geografica e la frequenza abbastanza ridotta di questi istioforidi lungo le nostre coste non è facile programmare delle uscite a traina mirate esclusivamente alla loro pesca; lo si potrebbe fare, ad esempio, nello stretto di Messina durante il periodo estivo o lungo le coste della Sicilia e della Calabria nel periodo ottobre-dicembre, quando le aguglie imperiali si avvicinano con maggior frequenza alia costa. In buona sostanza, la loro cattura è quasi sempre occa­sionale e si verifica quando si pesca a traina in altura con esche prevalentemente artificiali. Queste ultime saranno minnow di dimensioni medio-grandi, piumette e octopus di svariati colori e dimensioni trainati dai 20 ai 50 metri dallo specchio di poppa ad una velocita compresa tra i 5 e gli 8 nodi. E’ fondamentale tenere la frizione dei mulinelli tarata leggera, in modo tale da avvertire il cicalino non appena il rostrato tocca l’esca; a questo punto bisogna prendere la canna in mano, aprire la frizione del mulinello, mollare filo per un paio di secondi e, infine, ferrare violentemente. Se si è fortunati seguiranno magici momenti nei quali l’aguglia imperiale ci regalera spettacolari evoluzioni fuor d’acqua difficilmente dimenticabili da qualsiasi pescatore.
Un segreto: se si è certi della presenza di questi rostrati in zona, converrà preparare un finale innescando una costardella o un’aguglia morta su due ami e tenerlo pronto su un’apposita canna da traina; nel momento clou, cioè quando il rostrato si avvicina alla scia della barca, bisogna togliere le esche artificiali e filare quella naturale riducendo sensibilmente la velocità di traina. II resto potrebbe essere un sogno imperiale.

innesco-aguglia

DRIFTING

Può capitare, pescando in drifting ai tonni, di allamare l’aguglia imperiale ma la pos­sibilita’ che ciò si verifichi è occasionale ed è correlata alla distribuzione alquanto contenuta di questo pesce nei nostri mari.

PALAMITO

L’aguglia imperiale può abboccare ai palamiti di superficie mirati alla cattura dei pesci spada ed innescati con sardine o altri clupeiformi; tale probabilita’  è sensibilmente più elevata nei mari meridionali.

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