Regole, cultura coscienza

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Author Topic: Regole, cultura coscienza  (Read 2391 times)

bambù

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on: February 26, 2015, 22:32:10
Regole, cultura e coscienza………..
Vado a pesca da quando ero un bimbo, oggi ho 40 anni. La mia mia passione: la trota torrente.
Conosco principalmente i molti torrenti Della provincia Cosentina, praticando ormai da piu’ di 15 anni il rilascio del pescato.
Anche io, come spero pochi di voi, ho fatto i miei errori in gioventù, assaporando il sapore delle bellissime e aime’ buonissime trote selvatiche.
Un giorno , eravamo negli anni novanta aprile o maggio,  in una battuta di pesca alle confluenza di un torrente sul lago Cecita Catturo una splendida  trota intorno ai 2kg .
La porto A casa e mentre la pulisco mi accorgo che è piena d’ uova, ci rimango malissimo e non ne assaggio neanche un grammo.
La cosa si ripete un anno dopo su un torrente silano, anche questa volta piena di uova.
Da allora io ed il mio amico di pesca decidiamo di non prelevare più nulla dai nostri torrenti e dai laghi.
 Mi sono incominciato a chiedere come mai quella trote avessero le uova fuori periodo di frega, ed ho incominciato a mettere in dubbio le regole che normano i periodi di pesca……
Le stagioni non sono uguali di anno in anno alcune volte l’autunno anticipa altre volta posticipa cosi’ anche l’inverno , e poi come mai la Calabria apre la pesca alla trota nello stesso periodo di molte regione Pre Alpine?
Qualcosa non va’ ,O e’ sbagliato il nostro periodo ,o il loro………Forse sono errati entrambi……
La cosa piu’ ragionevole sarebbe variare il periodo di apertura di anno in anno, ispezionando i torrenti per poi decidere sul  da farsi.
Numero di catture: Se non erro il numero massimo di salmonidi per le nostre acque e’ fissato a 5…..correggetemi se sbaglio….
Ma chi ha scritto queste regole si sara’ accorto che i nostri torrenti hanno spesso una scarsa portata d’acqua nel loro breve percorso?
Forse se avessero moltiplicato il numero di catture max (5) per 2 pescatori al giorno per il numero di giorni di apertura, si sarebbero accorti che molti dei nostri torrenti non posseggono neanche questo numero minimo di esemplari.
Le Regole vanno rispettate , ma quando non tutelano l’integrità dei nostri territori devono essere integrate dalla nostra coscienza.
Conoscere ed osservare con attenzione i nostri luoghi dovrebbe aiutarci a comprendere i meccanismi che regolano la natura, non a caso tra i pescatori a mosca la pratica del rilascio e’ una realtà consolidata.
Non voglio parlare dei ripopolamenti   , eseguiti con una ignoranza devastante per i nostri torrenti.
Se Vogliamo dare un futuro ai nostri fiumi dobbiamo divulgare sempre di piu’ la cultura del rilascio, troppo spesso in rete si vedono filmati o foto di prelievi esibiti come trofei ,e quello che piu’ colpisce che spesso superano il numero consentito e sono al di sotto delle misure minime.
Le istituzione dovrebbero consentire la pesca vietando pero’ il prelievo dai torrenti,  magari integrando le specie esistenti con ceppi autoctoni .
Se non cambiano regole ed uomini, il futuro della pesca nei nostri bellissimi luoghi e’ destinato ad un profondo declino…..
Saluti A tutti


^FLY^

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  • Il Maestro
Reply #1 on: February 27, 2015, 10:35:03
Quote
Conoscere ed osservare con attenzione i nostri luoghi dovrebbe aiutarci a comprendere i meccanismi che regolano la natura, non a caso tra i pescatori a mosca la pratica del rilascio e’ una realtà consolidata.

Sono ormai più di 35 anni che pesco a mosca secca e cerco di diffondere questa disciplina. Per il pam diventa normalità rilasciare con attenzione le prede poiché la tecnica induce all'osservazione e alla conoscenza dell' ecosistema fiume/torrente. Non si può prescindere dall'osservazione e quindi dalla conoscenza degli insetti che popolano il corso d'acqua, tanto meno dall'osservazione e dalla conoscenza delle correnti. Il pescatore a mosca deve saper riconoscere il tipo d'insetto che sta schiudendo in quel momento, ed in generale i periodi di schiusa delle varie specie. Deve inoltre saper leggere le correnti per inventarsi il lancio giusto per una buona presentazione dell'artificiale, in poche parole conoscere la vita dell'ecosistema.  Tutto questo fa si che la cattura sia il fine ultimo di un coordinamento di azioni studiate e diventa automatico rilasciare la preda perché l'emozione sta nell'azione della cattura e non nella preda.

La CONOSCENZA e la consapevolezza dell'ecosistema sono le vere regole che un pescatore sportivo deve acquisire. Le leggi, quasi sempre, vengono fatte da individui che non sono CONSAPEVOLI della fragilità di questi delicati ecosistemi per cui è il pescatore che con coscienza deve regolarsi.

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Enrico63

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Reply #2 on: February 28, 2015, 13:46:15
Ciao, approvo in toto il concetto espresso. Però sorrido quando, girando per le coste osservo cosa lasciano dietro a fine battuta di pesca, i colleghi (si fa per dire) pescatori. Occorre veramente magari dalle scuole primarie, insegnare quali sono gli effetti sul territorio, nel lasciare una bottiglia di plastica, uno scatolino di esche ecc. C'è ancora molta strada da fare, anno per anno vedo un degrado pazzesco culturale. Una sorta di ignoranza globale, anche nell'elementare passaggio mentale del tipo: "se oggi lascio sporco il luogo di pesca domani, sarà lo stesso posto dove tornerò. Poi vengono sensibilità ambientale e amore per la natura. Se non si comprende questo è la fine. Rilascio della preda sotto misura o consapevole prelievo a fine giornata, ulteriore passaggio.


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