Il porto è un 'mondo a sè', non esistono regole precise e sempre valide che puoi trasferire tal quali dalla pesca in 'mare aperto'. Per esempio, nel porto il sarago lo puoi pescare rasente la banchina già da un metro sotto la superficie dell'acqua sino ad arrivare sul fondo, idem per la spigola.
Anche se la stessa cosa può capitare da una scogliera, di solito però il sarago ama maggiormente stazionare nei pressi del fondo mentre la spigola, per il suo carattere predatorio, ricerca di che sfamarsi spostandosi continuamente dalla superficie al fondo e viceversa. In questo gioca un ruolo fondamentale la pasturazione fatta con gli stessi bigattini: quando la spigola ne 'fiuta' la scia, è solita piazzarsi ad una determinata altezza aspettando la successiva manciata (io mi regolo lanciando 7/8 bigattini ogni 5 minuti). Il problema è trovare questa altezza, è ciò può essere fatto solo con una serie di tentativi e di variazioni del fondale.
In genere parto da circa 25 cm dal fondo e poi risalgo sino a vedere la prima mangiata, che però può essere casuale fatta in quel punto: infatti se le mangiate non sono costanti, modifico nuovamente il fondale sino a trovare quello che mi sembra il più idoneo.
Per i saraghi è un pò meno complicato: do più fondo che posso compatibilmente alla conformazione del fondale. Un fondale molto accidentato vuol dire aggancio assicurato dell'amo sul fondo.
Per quanto riguarda la spallinatura, molto dipende dalla lunghezza della canna: una canna lunga consente una spaziatura più ampia tra un pallino e l'altro, che danno alla lenza una postura meno rigida e più fluttuante (a 'vela'), e quindi un aspetto meno sospetto a tutto l'insieme. Una canna più corta ovviamente non consente di spaziare tanto tra un pallino e l'altro (tenendo presente che su entrambe le canne è sempre preferibile usare un bracciolo abbastanza lungo, e che sul bracciolo è sempre meglio non mettere neanche un pallino).
La quantità dei pallini è legata alla tara del galleggiante: un galleggiante da 0.5 gr necessiterà di una quantità di pallini inferiore a quello di un galleggiante da 2 gr. Alcuni preferiscono variare la grandezza dei pallini (la grossezza dei pallini è espressa da un Numero, a volte accompagnato anche dal suo peso in decimi di grammo): più grossi nella parte alta della lenza e via via più piccoli nella parte bassa. Alcuni pescatori preferiscono usare pallini della stessa grossezza (per lo più piccoli), ed ovviamente questo aumenta il numero dei pallini da usare.
Come linea di massima, personalmente spazio i pallini su queste lunghezze: canna da 4 mt, spargo i pallini sull'ultimo metro della madre; canna da 6 mt, spargo i pallini sugli ultimi 2 mt della madre.
Se uso pallini differenziati (più grossi sopra), raggruppo i pallini più piccoli (sotto) con distanze maggiori gli uni dagli altri man mano che mi avvicino alla fine della madre. Se uso pallini identici, li posiziono più ravvicinati sopra e progressivamente più distanziati sotto.
In pratica, la lenza deve assumere un andamento a vela anziché calare quasi in perpendicolare, che con correnti deboli è la più idonea.
Viceversa, in presenza di correnti sostenute, preferisco sostituire i pallini con la torpilla. La 'vela' si riduce, ma in questi casi il pesce è anche meno sospettoso.
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