Gli inventori del kayak, gli Inuit delle coste settentrionali dell’America, non potevano certo immaginare che l’im­barcazione che usavano per andare a caccia e a pesca si sarebbe trasformata in un’ennesima occasione di sviluppo e innovazione per la pesca sportiva del nostro secolo. Onestamente, se fossimo negli Stati Uniti non staremmo parlando di niente di nuovo.

Provate ad andare su inter­net e cercate “kayak fishing”, troverete qualche sito italia­no e una miriade di siti stra­nieri che vi faranno capire subito che oltreoceano se la stanno spassando. E da parecchio.

Qui da noi invece tale disciplinaè agli inizi, ma il suo sviluppo è garantito.

Che siate pescatori di fiume, di lago o di mare tutti, prima o poi, avete desiderato “stac­carvi” da riva per raggiunge­re “quel” posto e mettere l’esca in “quel” punto.

In quel momento, inevita­bilmente, ognuno di voi ha desiderato possedere una barca. Poi, senza scampo, si sono fatte strada altre considerazioni quali i costi, il rimessaggio, il trasporto, la manutenzione, la burocrazia e per molti la barca è rimasta solo un sogno o una non scelta per tutta una serie di motivi

Gli inventori del kayak, gli Inuit delle coste settentrionali dell’America, non potevano certo immaginare che l’imbarcazione che usavano per andare a caccia e a pesca si sarebbe trasformata in un’ennesima occasione di sviluppo e innovazione per la pesca sportiva del nostro secolo. Onestamente, se fossimo negli Stati Uniti non staremmo parlando di niente di nuovo.
Provate ad andare su internet e cercate “kayak fishing”, troverete qualche sito italiano e una miriade di siti stranieri che vi faranno capire subito che oltreoceano se la stanno spassando. E da parecchio.


Qui da noi invece tale disciplina agli inizi, ma il suo sviluppo è garantito.
Che siate pescatori di fiume, di lago o di mare tutti, prima o poi, avete desiderato “staccarvi” da riva per raggiungere “quel” posto e mettere l’esca in “quel” punto.
In quel momento, inevitabilmente, ognuno di voi ha desiderato possedere una barca. Poi, senza scampo, si sono fatte strada altre considerazioni quali i costi, il rimessaggio, il trasporto, la manutenzione, la burocrazia e per molti la barca è rimasta solo un sogno o una non scelta per tutta una serie di motivi.


Quando invece si comincia a considerare l’idea di provare il “kayak fishing” si scopre con piacere che quelli che si prospettano sono per la maggior parte vantaggi.
Cominciamo col dire che un kayak da pesca costa dai 500 ai 1800 euro, costi più che accettabili per chi decide di provare questa esperienza.
I kayak che vengono utilizzati per la pesca sono chiamati SOT (Sit on Top – che vuol dire “seduti sopra” – si differenziano da quelli cui magari
invece chiamati Sit Inside – “seduti dentro”); sono kayak molto stabili pensati per essere utilizzati più da pescatori che da professionisti del kayak.


Sono quindi molto facili da condurre e soprattutto sono molto sicuri. Per il modo in cui sono fatti, praticamente due gusci incollati l’uno sull’altro a formare una sorta di galleggiante con gavoni stagni e fori per l’auto svuotamento del pozzetto, sono praticamente inaffondabili.
La lunghezza ideale è intorno ai 4.5 m, anche se influisce molto il tipo di posto dove il kayak verrà usato; principalmente perché il bello del kayak è che è facile da portare in giro per cui la scelta è spesso legata al posto che più si andrà a frequentare ed alla pesca che si andrà a fare. In mare, ad esempio, si preferirà un kayak dai 4.5 mt in su.

La velocità media di un SOT ad opera di una persona normalmente dotata può essere di circa 3 nodi e maggiore è la lunghezza maggiore sarà la velocità.
Il trasporto del kayak è agevolato dal fatto che pesando dai 20 ai 25 kg può trovare comodamente posto sul tetto della macchina e può essere caricato e scaricato comodamente da una persona sola. E’ possibile usare le barre porta tutto anche se esistono in commercio dei “porta kayak” fatti apposta. Altro punto a favore è che non dovete cercare punti particolari per l’alaggio.


L’entrata in acqua non ha, infatti, bisogno di particolari condizioni. Non c’è bisogno di un molo, di un pontile o di uno scivolo. Basta una spiaggia e… siete in pesca! Si fa prima a tirare giù il kayak dalla macchina e buttarsi in pesca che vestire waders, calzari, ghette e giacca!
Il kayak offre inoltre una serie di possibilità legate alla personalizzazione che accontentano anche il più maniaco in fatto di accessori.

E’, infatti, possibile dotarlo di un po’ di elettronica come un ecoscandaglio per tenere d’occhio la profondità o cercare qualche secca se non addirittura qualche branco di pesci (attenzione a dove ne è vietato l’uso), gps per fissare hot spots in cui tornare a colpo sicuro, radio vhs nel caso al mare non vi sia segnale per il vostro cellulare (raro). Potrete anche aggiungere porta canne, timone, ancora, ecc… L’abbigliamento decidetelo voi. Ma vi raccomando di avere sempre indosso un giubbetto salvagente. Non si sa mai. Non risparmiate su questo. Non consideratelo un accessorio.


Se non avete mai usato un kayak prima di uscire a pesca, sarebbe opportuno fare un po’ di pratica; scoprirete subito che condurre un kayak è veramente un gioco da ragazzi.
Adesso che vi ho illustrato il perché un kayak può non rimanere solo un sogno vi parlerò dei vantaggi legati al “kayak fishing”. Il primo, indiscutibile, è sicuramente legato ad un ampliamento delle zone di pesca che si possono esplorare.

E non mi limito soltanto al fatto che allontanandosi da riva si potranno raggiungere posti migliori: sto parlando della possibilità di raggiungere posti inaccessibili a piedi o addirittura con una barca quindi impeccabili da riva. Ecco un altro vantaggio: raggiungere luoghi dove neanche una barca può arrivare. Tenete conto che il “pescaggio” di un kayak, ovvero la parte immersa in acqua, è di pochi centimetri! Potrete praticamente navigare ovunque!
Senza addentrarci troppo nello specifico diciamo che tecniche di pesca adottabili sono limitate solo dalla fantasia.


Diciamo pure che quello che state facendo ora potrete farlo dal vostro kayak ovvia¬mente con alcuni accorgimenti legati al fatto che lo spazio a disposizione è limitato. Forse non sarà utile per il care fishing ma traina, spinning, bolentino, fly fishing per arrivare al vertical jogging, trovano una nuova dimensione. E nuove prede. Qualcuno ci stende anche palamiti e ci va a pesca di polpi!
Se pescate a traina sarà il rumore della frizione a dirvi che qualcosa ha abboccato e non la canna che si piega… il perché è semplice: siete silenziosi.
Che dire poi del trovarsi in mezzo ad una mangianza con centinaia di predatori impazziti che banchettano famelici e nella foga vi sbat¬tono sul fondo dello scafo? Sensazioni uniche. Da brivido.


Ma la pesca dal kayak offre di più: un gran senso di libertà e di vicinanza a quell’ambiente che, se siete veri pescatori sportivi, è un ambiente a cui prima di tutto tenete.
Il “kayak fishing” vi affascinerà per la capacità di raggiungere luoghi inesplorati sia che siate frequentatori di coste marine piuttosto che di lanche di fiumi o canneti in un lago.
Vi trasformerà in esploratori, in cacciatori che si muovono, nell’ambiente della preda, in silenzio, pronti a tendere agguati da record.
Non vi è ancora venuta voglia di lasciare la riva ed imbarcarvi per pagaiare alla volta della cattura della vita?
Pensavate di essere “arrivati”? Il “kayak fishing” vi farà scoprire un nuovo punto di partenza.

 

Di admin