PESCA A MOSCA BREVE STORIA DELLE ORIGINI

E difficile stabilire quando il primo pescatore, dopo aver osservato una trota o il suo stomaco ripieno di larve e di ninfe, decise di usare questi insetti come esca
La difficoltà di procurarseli ma sopratutto quella di infilarli in un amo e mantenerveli data la loro fragilità  lo portò a imitarli con un qualcosa di artificiale che assomigliasse per forma e per colore all’insetto naturale.
Le prime notizie ci arrivano dalla descrizione di un modo di pesca  praticato in Macedonia nei primi secoli della nostra era, e ci sono riportate in un trattato in latino <<De Natura Animalium>> scritto da un certo Signor Ælien .
Ma il primo vero libro sulla pesca con la mosca artificiale è inglese ed è datato 1496 scritto da Giuliana Bernes.
E’ del 1976 il magnifico e poetico libro di Isaak Walton <<The compleat  angler >> che già descrive dettagliatamente le mosche artificiali ed il loro impiego.

Il materiale usato in questo periodo si perfeziona, le canne, le code di topo in seta naturale , gli insetti imitati, sono molteplici ma usati esclusivamente per la pesca a mosca sommersa.
Si arriva al 1841 e per la prima volta il Signor Pulman descrive la pesca a galla con la mosca secca.

Ma è dal 1886 che un grande studioso, pescatore e autore di numerosi libri, Frederic M. Halford traccia dettagliatamente i canoni di quest’ultimo metodo. In Inghilterra questo sistema interessa subito i pescatori e in poco tempo si diffonde notevolmente.
Le tecniche si affinano e arrivano ai giorni nostri, in cui l’uso di materiali estremamente raffinati fanno di questa disciplina la perfezione nella pesca sportiva.

Aldo Porto (FLY) 

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