PESCA ALL’ AGUGLIA

Caratteristiche morfologiche

E’ un pesce dal corpo molto sottile ed allungato, compresso, dalle mascelle (provviste di denti numerosi ad aguzzi) a forma di << becco >> : da ciò deriva il nome scientifico della famiglia dei belonidi, gia che <<  belone >>, in greco, vuol dire appunto << ago >>. Massima lunghezza sugli 80cm, colore predominante l’argento, con piccole squame caduche. Il peso può raggiungere il chilo.

aguglia

Abitudini

L’aguglia è un pesce predatore, e vive in branchi sempre in movimento: nel periodo che va da Novembre a Marzo, questi pesci si inabissano in profondità, anche mai troppo lontano dalla costa o dalle secche in mare aperto. Da Aprile-Maggio fino al termine dell’estate si riportano in superficie avvicinandosi alla terra, sempre in continuo movimento, alla ricerca del cibo. Localizzare i branchi di aguglie è abbastanza semplice, poiché i branchi di aguglia si muovono poco sotto il pelo dell’acqua, causando sulla superficie caratteristici ondeggiamenti semicircolari, che risaltano nettamente soprattutto quando il mare è calmo.

Quando, durante la buona stagione, le aguglie tornano ad inabissarsi in profondità, è un segno anomalo, che indica chiaramente perturbazioni atmosferiche: altrimenti, questo pesce resta durante tutta la buona stagione in acque superficiali.

Le aguglie seguono di norma i branchi di sardine e di acciughe << novelle >>, loro cibo prediletto ed abituale. Il periodo della riproduzione è la primavera: la femmine depongono le uova in zona di mare dove siano presenti alghe o piante acquatiche. Le uova hanno circa tre millimetri di diametro, e sono munite di sottili filamenti che servono ad <<attaccarli>> alla flora sommersa.

COME Si PESCA L’ AGUGLIA

Per ciò che riguarda la pesca dell’aguglia con la canna da lancio dalla costa, sarà opportuno tenere bene presente lo stato della marea, che quando è bassa tende ad allontanare le sardine e le acciughe dalla costa, per cui sarà perfettamente inutile insidiare l’aguglia. Al contrario, quando c’è alta marea, l’aguglia è presente, oltre che in mare aperto, nei pressi delle coste rocciose, delle scogliere di porto e dei frangiflutti, cosi che sarà questo il momento più indicato per tentare di catturarla.

Perciò che riguarda il << tipo >> ideale di canna da adoperare, è opportuno usare quella da lancio, lunga 4-5m, robusta ma non eccessivamente pesante. Potremo così lanciare piuttosto a lunga gittata nella corrente la lenza lasciando poi che quest’ultima venga <<scarrocciata>> poco a poco verso il largo, in modo da aumentare le probabilità di attacchi all’esca da parte del pesce. Serviranno circa un centinaio di metri di filo super, preferibilmente sullo 0.25, per caricare la bobina del mulinello.

Vista la lunghezza dei lanci, è ovvio che occorre una zavorra di pesantezza adeguata per il galleggiante. Solitamente, un consiglio che offro ai pescatori che si apprestano per la prima volta a questo tipo di pesca, di usare dei galleggianti piombati, scorrevoli, da circa 30g, proseguendo sulla montatura con un finale di circa 1.5-2m dello 0.12 ed un amo del 16. Mentre per chi ama la tecnica dello spinning può divertirsi anche con questo <<belonide>> montando su un filo madre dello 0.16-0.18 uno sbirulino trasparente G2, una girella n°10 e lo stesso un terminale di circa 1.5-2m dello 0.12 e un amo del 14.

bomarda-striscio-sbirulino

Una volta allamata, l’aguglia oppone una disperata resistenza, fuoriuscendo a volte anche dall’acqua con guizzi furibondi e con torsioni su se stessa. Una volta stremata e <<vinta>>, la si può recuperare, anche se difficilmente sarà del tutto doma. Se il mare è calmo ( condizioni di pesca ottimali ) si può adottare il <<trucco>> di recuperare un po’ di lenza appena eseguito il lancio, per far inseguire l’esca all’aguglia. Tentativi di questo tipo portano a frequenti successi. Se al contrario il mare è un pò mosso, conviene lasciare derivare il sughero dalla corrente, in attesa che la preda potenziale sferri il suo attacco.

L’esca più indicata per l’aguglia per le scorse montature descritte è il bigattino. Un’ altra possibile esca è costituita da una sottile striscia di pelle alla quale va attaccato un pezzetto di carne di sardina fresca, oppure code di scampi o tremoline. L’aguglia può essere insidiata anche con la traina, utlizzando sempre lenza dello 0.25 trainata a mano o montata su canne molto leggere, con piuma artificiale provvista di amo o con il cucchiaino, in oltre trainando con l’esca giapponese con al termine un pesciolino finto ad una velocità massima non superiore ai 3 nodi.

 BOLOGNESE

Questa tecnica si effettua con una canna da lancio piuttosto robusta e di lunghezza variabile dai 4 ai 5 metri, alla quale va abbinato un mulinello di medie dimensioni in grado di imbobinare almeno 100 metri di nylon dello 0,20-0,25. La costruzione della lenza richiede l’uso di un galleggiante piombato di grammatura compresa tra i 10 e i 40 grammi, che andrà inserito in fondo alla lenza, con finale costituito da 100-150 metri di nylon dello 0,15 . A questo verrà assicurato un amo diritto, cromato, dal n. 10 al n. 14 a seconda delle dimensioni delle aguglie presenti nel luogo di pesca. Utilizzando come esca il filetto di sarda fresco, si proietta la lenza dove si notano segni di “mangianza”, per poi recuperarla in modo da animare l’esca e provocare l’interessamento dell’aguglia. In genere l’abboccata del pesce si avverte chiaramente sul galleggiante, che viene trascinato in senso laterale per poi affondare; è questo il momento di ferrare con prontezza e decisione.

TRAINA

Un altro metodo di pesca redditizio è quello della traina, che viene effettuata tramite una piuma bianca con un amo molto piccolo su un terminale piuttosto fine. Si può utilizzare una lenza a mano avvolta su un capiente sughero, trainando a una velocità di circa 3-4 nodi e avendo l’avvertenza di concedere filo non appena l’aguglia rimane allarmata all’artificiale.

matassina-agugliaUn altra tecnica per insidiare l’aguglia a traina, e con l’uso della matassina, si usa senza amo, e sfutta l’ istinto predatorio dell’aguglia che attratta dalla matassina rimane impigliata con il rostro nei filamenti , permettendone la cattura.
matassina-aguglia-montatura

SPINNING

Quando, tra la fine dell’estate e l’inizio dell’autunno, l’aguglia si avvicina alle scogliere alte e medio-alte, si può ricorrere alla tecnica dello spinning, utilizzando artificiali piccoli e vivaci, con marcate preferenze verso gli ondulanti con piume aggiunte, purché siano di dimensioni molto ridotte. Occorrerà anteporre piombi e galleggianti piombati per proiettare gli artificiali a buona distanza. La tattica migliore è quella di effettuare lanci oltre il branco delle aguglie, per poi recuperare a scatti. Se le aguglie saranno disposte alla predazione, gli attacchi non si faranno certamente aspettare e le catture si ripeteranno con una certa frequenza.

Questo piccolo rostrato, un vero e proprio marlin in miniatura, è certamente più ricercato e apprezzato come esca per la traina a ricciole e dentici che come preda. Le sue ridotte dimensioni (difficilmente supera il mezzo chilo) non la rendono una cattura appetibile per lo spinner e non giustificano una pesca dedicata, ma se affrontata con attrezzature ultra light può essere un avversario divertente. In rapporto alla sua taglia, il Belone belone è infatti molto combattivo e una volta allamato si produce in fughe, salti e piroette degne dei cugini maggiori. Nella maggior parte dei casi, peraltro, questo belonide resta vittima di esche destinate a spigole o altre prede più ricercate, quindi la sua cattura è spesso occasionale e può servire allo spinner per salvarsi dal … cappotto!

Predatore vorace, l’aguglia attacca principalmente piumette e piccoli cucchiaini ondulanti, ma anche i minnow di pochi cm hanno dato ottimi risultati. Generalmente si avvicina alla costa alla fine dell’estate e si trattiene per buona parte dell’autunno presso le scogliere, le spiagge e le dighe portuali.

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