PESCA DALLA BARCA :: LA LECCIA

  licchia

Caratteristiche morfologiche

Sono tre le lecce presenti nei nostri mari: la leccia comune (lichia amia), la leccia Stella (trachinotus glaucus) e la leccia fasciata (campo-gramma vadigo). La leccia presenta il corpo ovaloide, molto compresso lateralmente, piu tozzo negli esemplari giovani e piu slanciato in quelli adulti. La linea laterale ha andamento sinuoso ed è una caratteristica peculiare di questa sola specie. La testa termina con il muso appuntito e con la bocca molto grande. Le pinne dorsali sono due: la prima è costituita da spine corte e robuste, la seconda è più alta nella parte anteriore; quest’ultima è simmetrica e quasi speculare alla pinna anale. Le pettorali e le ventrali sono corte e spatolate e, infine, la caudale è profondamente forcuta. II colore è argentato con sfumature verdastre sul dorso e bianco argentato sui fianchi e nella regione ventrale; la linea laterale e le pinne sono scure. La sua alimentazione è prettamente carnivora e la sua indole predatrice la spinge a mangiare svariati tipi di pesci, alcuni anche di notevoli dimensioni (mi è capitato di trovare nello stomaco di una leccia di 32 chilogrammi una spigola di circa 2 chili). Gli esemplari adulti possono raggiungere i 2 metri di lunghezza e i 50 chilogrammi di peso.

Costumi e curiosità

La leccia ha abitudini gregarie ed è una specie prevalentemente pelagica, anche se non è raro vederla inseguire i cefali o altri pesci fin sotto le banchine all’interno dei porti o fin quasi alla battigia lungo le spiagge. Questo pesce ha forma e livree differenti in fase giovanile, tanto è vero che in passato ha generato non poca confusione dal punto di vista tassonomico.

Commestibilità

Ha carni buone e molto ricercate, simili a quella della ricciola.

TECNICHE DI PESCA ALLA LECCIA

Traina di fondo

Raramente una grossa leccia si lascia ingannare da un’esca artificiale per cui  se si vogliono incrementare le probabilità di cattura, è consigliabile innescare un bel pesce vivo, come ad esempio un cefalo dal mezzo chilogrammo in su, un bel sugarello o anche una “robusta” aguglia. La tecnica più idonea è la traina col piombo guardiano, anche se, spesso, attaccare le loro prede fino alla superficie; quindi è meglio mettere un’esca ad un paio di metri dalla superficie (inserendo, ad esempio, un piombo a tortiglione di un centinaio di grammi sulla lenza madre) ed una a fondo guidata con il piombo guardiano. Canne da 20-30 libbre e mulinelli 4/0 imbobinati con un buon monofilo dello 0,50 sono le attrezzature per combattere con questi siluri marini; relativamente al terminale conviene utilizzare uno spezzone di 5-6 metri dello 0,70. 

innesco traina serra

– Innesco su cefalo (o scombro) con terminale a due ami: occorre rompere la spina dorsale in due punti per eliminare la rigidità dell’esca

innesco-aguglia
– Innesco su piccola aguglia con terminale a due ami: è necessaria una buona legatura del becco affinché non si apra, provocando movimenti sconnessi dell’esca stessa

Drifting

E’ una preda probabile del drifting, soprattutto quando quest’ultimo è esercitato sulle secche rocciose dove transitano spesso branchi di novellame. Comunque, è raro che si indirizzi specificatamente una battuta di drifting alla leccia, a meno che non si sia sicuri della loro presenza. In questo caso, per rendere piu sportiva la pesca, si possono utilizzare canne e attrezzature da 20 o da 30 libbre, considerato che i record mondiali riconosciuti dall’Igfa nelle classi 8 e 12 libbre sono rispettivamente di 16,15 e 17,10 chilogrammi.

Light Drifting

Anche pescando a light drifting non è improbabile allamare qualche bella leccia; è comunque difficile tentare un tipo di pesca specifico a questo carangide sia perchè non si è mai certi della sua presenza nella zona di pesca prescelta sia perchè la sua taglia può variare da pochi sino a circa 50 chilogrammi.

Di admin