Il sole filtrava attraverso il fitto fogliame del bosco e i suoi raggi illuminavano il torrente. L’ombra di un ramo frondoso si stendeva come un braccio sulle acqua, leggermente increspate dal venticello pomeridiano. Non si avvertiva segno di vita oltre all’argentino mormorio del ruscello: le trote, del resto, a giorno pieno non si fanno vedere. Lentamente, però, il sole volgeva verso occidente ed in fondo alle pozze d’acqua tranquille cominciava un certo tramestio: piccole forme scure si muovevano tra i sassi levigati cercando di raggiungere zone meno fredde.
Il torrente era ancora gelido, ma il sole si faceva sentire in superficie, dove le larve tentavano di arrivare. Una di esse si spinse lentamente verso l’alto: la corrente la trascinò al centro del ruscello. Di colpo scomparve: una forma argentea era apparsa con un guizzo per rituffarsi subito: soltanto un piccolo cerchi segnava il suo passaggio.

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Altre larve risalivano sulla superficie, ed era proprio il momento in cui la trota andava in cerca di cibo: la si vedeva infatti comparire e scomparire con veloci guizzi e solo alcune larve riuscivano a sfuggirle, trascinate dalla corrente nelle acque profonde.
Ogni tanto una larva raggiungeva la superficie, sostava per un attimo, poi si librava nell’aria. Le zampe si appoggiavano sull’acqua: non era più una larva, ma una effimera che schiudeva le ali al sole, mentre il predatore, per una volta deluso, si allontanava rassegnato.
Un improvviso colpo di vento trascino un’effimera in un turbine e le ali grigio-blu sbatterono rapidamente per asciugarsi. Un attimo più tardi essa si sollevava dall’acqua e si dirigeva verso un folto cespuglio: in pochissimo tempo si era compiuta l’incredibile metamorfosi e l’imperfetta effimera era adesso un grazioso e diafano insetto aereo.

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Di FLY