Verniciare l'impugnatura delle canne è sicuramente un sistema protettivo e facile da pulire,ma impugneremo quello che c'è sul sughero e non il sughero; quindi perderemo quel calore al tatto proprio del sughero naturale.
Il sughero è un materiale fantastico,leggero,idrorepellente,antistatico,ottimo isolante termico ed elettrico, ma se non trattato adeguatamente degenera e si sporca facilmente con l'uso.
Per pulire un'impugnatura in sughero ci sono tanti modi ( più o meno aggressivi) e li scarterei tutti, a priori il metodo abrasivo ( fatto salvo la necessità di lisciare un supporto divenuto molto grezzo).
Alcool,acqua ossigenata,limone, bicarbonato,ammoniaca ecc non sono tra i modi più corretti per la pulizia del sughero...la combinazione di aceto-bicarbonato-limone in parti uguali al 50% diluiti con acqua è senza dubbio un'ottimo sgrassatore universale fatto in casa; ed al limite può servire per pulire un'impugnatura in sughero sporca al limite da chissà quante materie,e se occorre spruzzare, e dopo un paio di minuti max sciaccquare con acqua tiepida, quindi asciugare subito con carta o panno.
Io uso sapone di marsiglia ed una spugnetta per stoviglie e senza neppure insistere ottengo risultati eccellenti; altri preferiscono detersivi per piatti perché la schiuma prodotta scioglie lo sporco velocemente ed in profondità.
Vorrei tornare al trattamento di un sughero nuovo o ripulito:
Il mio consiglio è di trattare senza coprire il materiale con vernici, per non comprometterne integrità e caratteristiche, rendendo eterno il nostro sughero e di facile pulizia; quindi non sopra il sughero ma dentro il sughero.
La vinilica è tossica, idrosolubile e usata come turapori in poltiglia con polvere di sughero, necessita di copertura con vernici,gomma lacca, resine ecc; non adatta al nostro scopo.
Olio di lino cotto è un'ottimo sistema di trattamento e di turapori perché polimerizza dentro e non sopra,mantenendo inalterato sia il colore naturale che le sue caratteristiche tattili.
Il legno, quindi il sughero, esiste da prima dell'epossidica,delle vernici all'acqua,flatting ecc. eppure gl'ebanisti d'altri tempi ci consegnano oggi questi materiali ancora integri....il loro segreto? ..non avevano fretta.
Si tratta di stendere un velo di olio di lino cotto e levigare il supporto con carta vetrata del 400 fino ad ottenere una poltiglia che va stesa ( spalmeremo....massaggiando) su tutta l'impugnatura con le dita, di seguito lasciamo asciugare e asportiamo dolcemente l'eccedenza; ora iniziamo a stendere con un dito olio di lino e lasciamo assorbire,ripetiamo l'operazione in più fasi sino a quando non assorbe oltre,
quindi aspettiamo che asciughi e il gioco è fatto .
Armieri di tutto il mondo trattano i legni di armi fini in questo modo,tutt'oggi; pure Stradivari analogamente coi suoi violini.
Se desideriamo un lavoro oltre che funzionale ed estetico,anche impeccabile possiamo usare l'encausto
come finitura.
L'encausto si ottiene a bagnomaria ( mettete una calamita immersa nell'acqua tra i due contenitori evitando che in bollitura saltelli il secondo immerso e contenente l'encausto) mettendo 1/6 di cera d'api ( quella naturale e senza paraffina), 1/6 di cera di carnauba e miscelare il prodotto sciolto mescolando bene; spegnere la fiamma ed aggiungere 4/6 d'essenza di trementina,miscelare il tutto e lasciar riposare fino al raffreddamento.
Abbiamo ottenuto una cera eccezionale da stendere sul sughero e dopo pochi minuti tirarla con un panno di lana caldo.
Per chi ha fretta esistono spray al silicone......ma è tutta un'altra cosa....poi mi chiedo se le mani impestate di silicone, e con cui tocchiamo le esche, attiri il pesce o meno....