nuovi fabbricanti: economia globale o truffa mondiale?

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Author Topic: nuovi fabbricanti: economia globale o truffa mondiale?  (Read 3221 times)

greybear

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spulciando tra i precedenti topics ho letto la "ministoria dei materiali da pesca" (autore ALFIO) e mi sono chiesto: le mie attrezzature che origine hanno? dopo un rapido inventario mi sono reso conto che praticamente il 70% di tutto ha origine cinese, non tanto canne e muli (ho sempre privilegiato il made in italy, con qualche concessione al made in france, sweden, usa, uk) quanto per fili, ami, minuteria varia e abbigliamento. inoltre mi sono ricordato che negli anni '70 iniziarono le importazioni prima dal giappone e subito dopo dalla corea: ho ricollegato i tempi e, confrontando a posteriori le qualità di quei prodotti, ho desunto che il made in korea era in effetti "made in china", infatti all'epoca c'erano sanzioni economiche contro la politica cinese e l'unico sistema per fare uscire i prodotti dalla cina era marcarli e farli transitare dalla corea (stessa storia per altri sport, piccoli elettrodomestici, foto e cine, ecc.). risultati di questa che considero una truffa mondiale? noi consumatori comunque ci abbiamo rimesso un bel po' di soldi investendo in materiali scadentissimi, tante piccole aziende nazionali SPECIALIZZATISSIME (soprattutto artigiani) hanno dovuto chiudere o rimodulare il proprio lavoro per adeguarsi alla nuova economia e con la crisi finanziaria hanno dovuto lasciare ancora più spazi di mercato ai prodotti d'importazione orientale. concludo
ripromettendomi di fare molta più attenzione a quel che compro perchè preferisco dare i miei soldi a chi mi é più vicino, che mi conosce e che io conosco, con cui mi posso confrontare serenamente e salutare cordialmente ogni giorno.    ;D
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Reply #1 on: March 25, 2010, 09:27:07
Il fatto è che il 90% dei prodotti da pesca venduti in Europa è prodotto in oriente.
In Italia abbiamo qualche produttore di canne (Italcanna, Marver, BadBass,....), probabilmente qualche produttore di mulinelli (anche se non so chi), un produttore di filo (la DPD: asso di quadri, asso di cuori, ecc), un produttore di alcune minutaglie (Stonfo), un produttore di piombi (Fonderia Roma), e poi mi sa che basta.
Quasi tutto il resto è prodotto in Cina, Corea e Giappone, anche se 'marchiato' con nomi italianissimi.
Ciò non vuol dire che si tratti di roba ordinaria, anzi alcuni prodotti sono eccezionali, perché vengono costruiti rispettando i canoni della qualità europea, in quanto queste fabbriche producono esclusivamente per l'estero.
Della qualità dei prodotti per i loro mercati interni ce ne possiamo fare un'idea visitando uno dei tantissimi negozi cinesi da cui siamo invasi: il bassissimo prezzo è dovuto alla bassissima qualità.
Pertanto non dobbiamo illuderci di comprare 'made in Italy' solo perché i prodotti sono distribuiti con marchi 'italiani', perché di italiano hanno solo il nome, appunto.
Non avete notato come si somigliano tra loro le varie 'marche' dei mulinelli? Sembrano tutti usciti dallo stesso stampo... e probabilmente lo sono.
Inoltre, non avete notato che si sta facendo una grande battaglia perché venga imposta la denominazione di origine controllata per migliaia di prodotti veramente made in Italy (abbigliamento, calzature, alimentari, ecc.), ma che i 'produttori' di articoli da pesca si guardano bene dal farla?
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NinoRC

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Reply #2 on: March 25, 2010, 14:56:54
Mi sembrano lacrime di coccodrillo le tue. Quanti telefonini hai a casa? E quando ti si rompe il televisore dopo quanti giorni lo vuoi riparato a prezzo irrisorio? (non è un rimprovero)

Siamo tutti nello stesso tempo vittime e carnefici delle nostra azioni ci piace la vita facile e la comodità senza renderci conto che per averla qualcuno si deve sacrificare (a mangiare riso). Vogliamo la girella che costa 10cent non 1 euro quindi ci rivolgiamo in Cina tanto la qualcuno sgobba.

Vai su ebay dei paesi orientali e vedi quello che trovi a prezzi irrisori tanto i bambini mica vanno a scuola lavorano per noi.

Saluti
NinoRC
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Doctor

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Reply #3 on: March 25, 2010, 16:10:12
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Mi sembrano lacrime di coccodrillo le tue. Quanti telefonini hai a casa? E quando ti si rompe il televisore dopo quanti giorni lo vuoi riparato a prezzo irrisorio? (non è un rimprovero)

Siamo tutti nello stesso tempo vittime e carnefici delle nostra azioni ci piace la vita facile e la comodità senza renderci conto che per averla qualcuno si deve sacrificare (a mangiare riso). Vogliamo la girella che costa 10cent non 1 euro quindi ci rivolgiamo in Cina tanto la qualcuno sgobba.

Vai su ebay dei paesi orientali e vedi quello che trovi a prezzi irrisori tanto i bambini mica vanno a scuola lavorano per noi.

Saluti
NinoRC

Ciao,
Quello che dici purtroppo è vero. Davvero la tua ultima frase mi lascia riflettere, a volte quando in maniera cosi meccanica prendiamo una nuova girella dalla bustina, non pensiamo affatto a che l'ha prodotta e se è stato realamente pagato per il suo lavoro.
Noi siamo i ricchi del mondo perche da qualche altra parte delle persone vengono sfruttate per noi.

Aquistare magari prodotti equo solidali può aiutare.

Cordialità
Rispettiamo la natura, non lasciamo neanche un filo sul posto di pesca.......


Saragone

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Reply #4 on: March 25, 2010, 18:10:15
Il punto fondamentale è che gli orientali hanno un innato senso del commercio,a differenza di noi italiani che vogliamo sempre fare i gargarozzoni su tutto..
Inoltre,loro producono nel loro paese tutto quello di cui hanno bisogno ( a livello tecnologico ),mentre noi a parte un paio di ditte che fanno il carbonio e qualche ammennicolo di minuteria,non abbiamo altro..
I giapponesi sono sempre stati gli unici ad avere dei prodotti da pesca invidiabili,vedi le vecchie produzioni shimano..
Negli ultimi anni,nei quali l'economia ha subito un duro colpo,i grandi brand italiani hanno permesso che gli stranieri prendessero il sopravvento sul mercato,esclusivamente per loro responsabilità...
Un esempio banale è il prezzo di vendita di canne come Italcanna,Bad Bass,che erano e sono inavvicinabili,e quando il mercato italiano ha avuto bisogno di una revisione dei prezzi per combattere una calata economica ed invogliare i pescatori a comprare,hanno mantenuto la loro ottusa politica venale,cosicchè la Shimano si è infilata inesorabilmente nel panorama ITALIANO, EUROPEO e MONDIALE,offrendo prodotti validissimi,ad un prezzo decisamente inferiori dei nostri brand italiani...
Risultato: le nostre grandi ditte stanno con le pezze al culo ( come si suol dire qui a roma),e shimano continua ad acquisire marchi su marchi per ingigantirsi ulteriormente ( vedi la acquisizione del marchio G-LOOMIS)..
Ci sanno fare ragazzi,c'è poco da dire,ed inutile negarlo,i prodotti sono buoni e la gente li compra!
Non darò mai 300 euro ad Italcanna per un suo prodotto,quando Shimano mi offre una alternativa anche superiore a 100 euro di meno...
Il made in Italy mi sta bene,ma fino ad un certo punto...
E' meglio un ottimo  pescatore con una pessima canna in mano,che una ottima canna in mano ad un pessimo pescatore...

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orbitante

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Reply #5 on: March 25, 2010, 19:34:58
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Il punto fondamentale è che gli orientali hanno un innato senso del commercio,a differenza di noi italiani che vogliamo sempre fare i gargarozzoni su tutto..

Ci sanno fare ragazzi,c'è poco da dire,ed inutile negarlo,i prodotti sono buoni e la gente li compra!
Non darò mai 300 euro ad Italcanna per un suo prodotto,quando Shimano mi offre una alternativa anche superiore a 100 euro di meno...
Il made in Italy mi sta bene,ma fino ad un certo punto...


Non credo che si tratti di "ci sanno fare" oppure "hanno innato il senso del commercio" (pero non voglio escluderlo completamente) ma quanto al fatto che la manod'opera li non costa un cacchio, al momento. La stessa cosa avviene in certi posti d' Italia. Non vedi come vivono questi cinesi a Prato, dove probabilmente c'è la piu grossa comunita? Quanto tempo lavorano? quanto tempo dedicano a loro stessi? Certo oramai sono abituati a dedicare l'intera vita al lavoro. Furbi? si. lo sono.
Inoltre perche le nostre aziende stanno portando tutto in cina? Prima lo hanno fatto con i paesi dell'est, Poi con i paesi sudamericani, adesso appunto la Cina. I furbi sono i signori del merecato che acquistano a poco e vendono a prezzo dhe loro decidono
Questa  è la politica dell'economia globale.
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Reply #6 on: March 25, 2010, 19:51:48
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Il punto fondamentale è che gli orientali [ecc. ecc.]
Condivido solo in parte la tua osservazione, e cioè che gli orientali hanno il senso del commercio più forte al mondo.
Per quanto riguarda invece i prezzi competitivi, bisogna tenere nella dovuta considerazione i costi di produzione, che sono forzatamente legati ai costi della mano d'opera.
E i costi della mano d'opera sono legati al costo della vita: un orientale, col suo salario, è in grado di sopravvivere (anche se in modo molto spartano), un occidentale, a parità di salario, non potrebbe permettersi neanche una ciotola di riso tutti i giorni, se facciamo le giuste proporzioni del costo della vita.
Tu dici giustamente che "Non darò mai 300 euro ad Italcanna per un suo prodotto,quando Shimano mi offre una alternativa anche superiore a 100 euro di meno...", però c'è anche il rovescio della medaglia:
Italcanna non vende e chiude. Chi fornisce il prodotto a Italcanna, non vende e chiude a sua volta. Le ditte che sono legate al fornitore di Italcanna a loro volta non vendono e chiudono. Altre ditte legate a queste ditte, non avendo più mercato, chiudono anch'esse. Il cerchio si allarga, finché si arriva alle ditte per le quali lavoriamo noi, che ci licenziano... Senza soldi, non potremo comprare i prodotti Shimano anche se costano 100 € in meno... 
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^NONNOROBY^

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Reply #7 on: March 25, 2010, 20:42:01
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Non credo che si tratti di "ci sanno fare" oppure "hanno innato il senso del commercio" [ecc. ecc.]
Una volta anche noi eravamo come i cinesi: vita miserabile, morti per la fatica dall'alba al tramonto nei campi, sfruttati come loro, e così via. Poi pian piano ci siamo riscattati ed evoluti sino a trovare un tenore di vita più consono agli uomini che agli animali. Io trovo che questo sia un grande passo avanti nella civiltà e sinceramente non condivido il modo di vivere 'animalesco' di certe popolazioni, che antepongono la sopravvivenza ad ogni altra condizione. A che serve sopravvivere se devo condurre un tipo di vita che definire umana è un eufemismo? Potrei giustificarla solo se si trattasse di un passaggio intermedio in attesa di arrivare a una qualità migliore della vita, ma ho come l'impressione che a certe popolazioni non niene freghi più di tanto, e che il loro unico interesse sia quello di vivere giorno dopo giorno, costi quel che costi, come fanno gli animali, appunto. Pur di sopravvivere non pensano neanche lontanamente a ribellarsi contro i loro sfruttatori, allevano i figli costringendoli a fare la loro stessa vita, anziché spingerli a cercare di migliorarsi.
E' per questo motivo che non provo particolare emozione nei confronti di certe popolazioni, il cui unico scopo nella loro miserabile vita è bere, mangiare e (purtroppo) riprodursi, tipico degli animali. Certo, ribellarsi può costare caro, così come è costato caro ai nostri antenati che ci hanno lasciato la vita in prospettiva di un futuro migliore e libero per i loro discendenti, che infatti sono passati da uno stadio animalesco ad una condizione umana.
Personalmente non condivido il modo di vivere dei cinesi di Parma, perché la loro non è vita ma pura sopravvivenza animale. 
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greybear

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Reply #8 on: March 27, 2010, 09:13:58
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... pian piano ci siamo riscattati ed evoluti sino a trovare un tenore di vita più consono agli uomini che agli animali. Io trovo che questo sia un grande passo avanti nella civiltà e sinceramente non condivido il modo di vivere 'animalesco' di certe popolazioni, che antepongono la sopravvivenza ad ogni altra condizione....  E' per questo motivo che non provo particolare emozione nei confronti di certe popolazioni, il cui unico scopo nella loro miserabile vita è bere, mangiare e (purtroppo) riprodursi, tipico degli animali.


per ninoRC:
riconosco che possa sembrare una contraddizione la ricerca del meglio al minor costo, o peggio al costo di imporre una vita miserabile a popolazioni lontane e sfruttate, ma ritengo che sia necessaria una valutazione più attenta e ponderata dei materiali da comprare, per evitare che i nostri soldi vengano dispersi in quelli che chiamo "vuoti a perdere", oggetti che usi finchè non si rompono e poi li butti perchè ripararli costa di
più che comprarne uno nuovo.   
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Saragone

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Reply #9 on: March 27, 2010, 10:34:40
Oltre a saperci fare,la chiave è che loro producono in loco tutto ciò di cui hanno bisogno per la realizzazione (ora stiamo parlando di canne e varie,ma potrebbe essere allacciato anche all'elettronica e molto altro),mantenendo comunque dei costi decisamente più bassi (aldilà anche dello sfruttamento della manodopera) e imponendo dei prodotti sul mercato a prezzi vantaggiosissimi...
Ora,sull'ambito dei prodotti da pesca CINESI,sappiamo bene che la maggior parte è robettuola da 4 lire che quello vale,ma se prendiamo in esempio grandi brand come la giapponese Shimano,che ha decentrato la sua produzione in Malaysia e zone limitrofe,puntando su manodopera a bassissimo costo,possiamo notare che anche in questo caso non è stato fatto questo gioco soltanto per un costo inferiore della manodopera,ma bensì anche perchè in Malaysia vi è la più grande produzione realizzata mediante sfruttamento di materiali di scarto e riciclaggio del mondo,e non a caso,i nuovi mulinelli Shimano,vedi ad esempio il mitico Ultegra,comincia a vacillare su pezzi sui quali in passato era impossibile trovare difetti ma che comunque è stravenduto perchè ancora molto valido nonostante i cambiamenti..
Ora invece,il rullino guidafilo si ossida molto più facilmente,le mollette dell'archetto si spezzano con molta più frequenza,gli anelli non sono più Fuji ma hanno rilevato una fabbrichetta che produceva anelli a 4 soldi ed ora se li fanno da soli,sono buoni per carità,ma a lungo andare non tengono il confronto coi straordinari Fuji..
Magari a molti di voi non è fortunatamente successo di avere problemi,magari anche perchè praticate una costante manutenzione oppure si fa un uso limitato,ma vi posso garantire,avendo una attività incentrata nel settore,che da 3 anni a questa parte sono arrivate le prime e numerose noie coi prodotti Shimano,Trabucco e molte altre,che prima non esistevano,ai tempi del vero made in japan...
Sulle canne non si può dire nulla,le canne Shimano sono davvero un connubio perfetto per rapporto qualità/prezzo e qualità assoluta...
Nonostante tutto,pur sapendo che ormai più di qualche grande brand è diventato l'opposto di quello che era prima,il prezzo di vendita dei prodotti attira comunque la gente a comprare,ora sfrutteranno la manodopera e tutto quello che volete,ma alla fine il prezzo è vantaggioso e la gente compra...

Io sono del parere che sono state le grandi ditte italiane,a permettere l'entrata in egemonia degli stranieri sul nostro mercato,quando hanno visto che le cose iniziavano a mettersi male,invece di abbassare il costo finale,hanno mantenuto la politica del CHISSENEFREGA,e hanno fatto infilare ditte come la Shimano,che prima era leader in europa solo della vendita dei mulinelli,facendola divenire un leader di tutti i suoi prodotti,abbigliamento compreso...
Nessuno mi venga a dire che non gli era possibile togliere anche solo 50 euro da una canna che vendevano a 350,non ci credo proprio che un colosso come Italcanna,Veret o Bad Bass,non riesca a trovare sistemi per avere dei costi di produzione più bassi e competere un pò con gli altri...
Se su una canna che costava 300 euro,avrebbero portato intelligentemente il prezzo a 240 euro incentrando tutto sulla quantità venduta anzichè sul prezzo assoluto del singolo pezzo,la gente avrebbe senza dubbio comprato una Italcanna anzichè una Aspire Shimano,le italiane avrebbero venduto molto di più ed avrebbero nel contempo impedito un sopravvento di tutte queste ditte che adesso dominano il mercato,non solo,ma continuano ad acquisire grandi marchi per estendersi ulteriormente ed avere una vera e propria egemonia mondiale...
Investono molti più soldi di noi nello sviluppo tecnologico,guarda ad esempio la differenza tra la Italcanna,che fino a 2 anni fa sulle sue canne continuava ad usare carbonio di vecchia concezione,e la shimano che in 10 anni ha cambiato 8 tipologie di carbonio fino ad arrivare all'inesorabile carbonio e biofibre,che dona quelle particolari caratteristiche di reattività e resistenza alla compressione che ancora nessuno riesce ad eguagliare..
Da italiano,non vi posso nascondere che me ne rammarico,vedere la produzione del mio paese schiacciata da quella straniera,ma inutile negarlo,dappertutto è una questione di soldi e di prezzi,e chiunque può risparmiare qualche soldo riuscendo nel contempo a mantenere qualità e prestazioni,lo fa senza pensarci due volte..Chi ha soldi da spendere in esubero magari se ne frega e compra italiano,ma la maggioranza della massa non ha questa possibilità economica di comprare come cannettina per l'estate una Coguaro a 270 euro,e si compra magari a 180 un'altra canna...
Se quella Coguaro costasse 190 euro,la comprerebbe molto più gente,e recupererebbero il divario economico compensando con il numero di vendite...
Oggi,le italiane si stanno mangiando le loro stesse canne,e i grandi produttori italiani di carbonio come la Italica oppure la Reglass,vendono il loro prodotto all'estero,permettendo oltremodo agli stranieri di avere poi lo stesso prodotto degli italiani,ma che possono offrire ad un prezzo decisamente inferiore perchè sfruttano quello che sfruttano...
Purtroppo la politica sbagliata in passato,porta a delle gravi conseguenze nel futuro,e sono proprio curioso di vedere cosa faranno i nostri per iniziare ad arginare un fenomeno,che secondo me è diventato ormai inarrestabile...
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Reply #10 on: March 27, 2010, 10:39:27
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riconosco che possa sembrare una contraddizione la ricerca del meglio al minor costo, o peggio al costo di imporre una vita miserabile a popolazioni lontane e sfruttate, ma ritengo che sia necessaria una valutazione più attenta e ponderata dei materiali da comprare, per evitare che i nostri soldi vengano dispersi in quelli che chiamo "vuoti a perdere", oggetti che usi finchè non si rompono e poi li butti perchè ripararli costa di
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Approvo in pieno, anche perché non siamo noi ('consumatori') a sfruttare quelle popolazioni, ma sono i loro stessi governanti, che consentono ad imprenditori locali o ad imprenditori esteri di 'spremere' il popolo.
Noi dobbiamo giustamente salvaguardare il valore dei nostri soldi, che non vanno sperperati in cose di valore quasi 'zero', magari illusi che comprando tali oggetti aiutiamo quelle popolazioni, perché in realtà stiamo solo ingrassando i loro sfruttatori.
Per la verità (da un punto di vista 'sociale') bisognerebbe fare una distinzione tra i prodotti 'made in Japan' e 'made in Korea' da quelli 'made i China': le condizioni dei lavoratori dei primi due Paesi non sono quelle di lavoratori sfruttati (per certi versi stanno meglio di quelli di molte nazioni europee), mentre lo sono quelle dei lavoratori cinesi (da parte, ripeto, dei loro stessi governanti).
Ma qui mi fermo, perché il discorso si farebbe troppo ampio ed assumerebbe una connotazione politica che in un forum di pesca c'entra come i cavoli a merenda ed anche perché, senz'altro, faccio solo confusione ad esprimere concetti così importanti cercando di concentrarli in poche frasi.
Su un'unica cosa non ho dubbi: che a parità di qualità comprerò gli oggetti che mi costano di meno.
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^NONNOROBY^

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Reply #11 on: March 27, 2010, 11:32:16
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Oltre a saperci fare,la chiave è che loro producono in loco tutto ciò di cui hanno bisogno per la realizzazione [...]
Hai fatto una disamina a dir poco perfetta: consentimi di complimentarmi con te per l'altissima professionalità che traspare da tutti i tuoi post. La tua preparazione e la tua esperienza sono un valore inestimabile per il forum (ma dov'eri sino ad ora?) calabria.
Al di là del nazionalismo (mi sento fortemente italiano), non posso però fare a meno di apprezzare i vantaggi del mercato globalizzato, che in questo periodo di grave crisi ci mette in condizioni di fare risparmi anche considerevoli non solo sui prodotti voluttuari ma anche su quelli di prima necessità.
Allo stesso tempo debbo però confessare che sono molto, ma molto preoccupato per il nostro futuro, non tanto perché possiamo regredire nel tenore di vita, ma quanto per assoluta mancanza dei posti di lavoro, causati dalla concorrenza di altri Paesi che dispongono degli ingredienti indispensabili: materie prime ed energia a basso costo.
Se infatti possiamo adattarci a lavorare di più e a guadagnare di meno, nulla possiamo fare per la carenza di materie prime ed energia a basso costo (le centrali nucleari, se verranno, non potranno produrre prima del 2020): anche ammettendo che la mano d'opera si porti agli stessi livelli di quella di quei Paesi, loro rimarranno sempre avvantaggiati perché non dovranno acquistare all'estero detti ingredienti basilari.

Mi trovi poi d'accordo che i produttori nazionali potrebbero abbassare i prezzi, ma anche qui mi pongo la domanda: come mai, in presenza di altri prodotti qualitativamente uguali (se non migliori), non l'hanno ancora fatto? Se continua così, presto non avranno più mercato e saranno costretti a chiudere.
Allora, cosa c'è dietro?
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Saragone

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Reply #12 on: March 27, 2010, 12:02:36
Ti ringrazio vivamente per l'apprezzamento Nonnoroby...
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ivo

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Reply #13 on: March 27, 2010, 15:44:08
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Oltre a saperci fare,la chiave è che loro producono in loco tutto ciò di cui hanno bisogno per la realizzazione [...]

............................ ma anche qui mi pongo la domanda: come mai, in presenza di altri prodotti qualitativamente uguali (se non migliori), non l'hanno ancora fatto?....................................
Ciao Roby, secondo me perchè altrimenti chi ha acquistato il loro marchio fino al giorno prima gli darebbe degli "Zanza" (come diciamo a Milano) sentendosi truffati nel prezzo.
un abbraccio Ivano.


P.S. Saragone complimenti per l'intervento, sono super daccordo con te


^DRAYCON^

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  • L'elemento fondamentale della pesca?Birra e panini
Reply #14 on: March 27, 2010, 15:45:49
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Io sono del parere che sono state le grandi ditte italiane,a permettere l'entrata in egemonia degli stranieri sul nostro mercato,quando hanno visto che le cose iniziavano a mettersi male,invece di abbassare il costo finale,hanno mantenuto la politica del CHISSENEFREGA,e hanno fatto infilare ditte come la Shimano,che prima era leader in europa solo della vendita dei mulinelli,facendola divenire un leader di tutti i suoi prodotti,abbigliamento compreso...
Nessuno mi venga a dire che non gli era possibile togliere anche solo 50 euro da una canna che vendevano a 350,non ci credo proprio che un colosso come Italcanna,Veret o Bad Bass,non riesca a trovare sistemi per avere dei costi di produzione più bassi e competere un pò con gli altri...
Se su una canna che costava 300 euro,avrebbero portato intelligentemente il prezzo a 240 euro incentrando tutto sulla quantità venduta anzichè sul prezzo assoluto del singolo pezzo,la gente avrebbe senza dubbio comprato una Italcanna anzichè una Aspire Shimano,le italiane avrebbero venduto molto di più ed avrebbero nel contempo impedito un sopravvento di tutte queste ditte che adesso dominano il mercato,non solo,ma continuano ad acquisire grandi marchi per estendersi ulteriormente ed avere una vera e propria egemonia mondiale...
 
Guà hai toccato il punto più dolente di tutto il discorso! Senza considerare poi che molte marche italiane, oltre a qualche ditta che fabbrica attrezzi da pesca, produce in cina e importa in italia a prezzi "italiani". Vedono la crisi, la gente ha difficoltà a spendere, e i prezzi restano sempre quelli, anzi a volte aumentano pure. Purtroppo gli orientali giocano su questo fatto, più la crisi è grande, più loro ci guadagnano e più le marche italiane falliscono. Alla fin dei conti l'hanno voluto loro, continuano a fare i testardi? Continuino a vendere poco, intanto chiudono! E poi mi fanno ridere quando in tv vanno a dire, l'economia italiana stà crollando, comprate italiano. Va bene io compro italiano e poi sulla pentola che ci metto?
Vivo la vita a un'uscita di pesca alla volta! Non mi importa ne dove, ne quando, ne come! A ogni uscita di pesca, sono un'uomo libero!


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Reply #15 on: March 27, 2010, 15:46:21
Il problema del "made in cina" è una piaga che riguarda, ormai, tutti i settori, dal tessile alla meccanica, dall'elettronica alle attrezzature sportive, dall'utensileria ai prodotti alimentari.
Non c'è da meravigliarsi del fatto che questi prodotti si stiano imponendo sempre di più sul mercato.
I prezzi dei prodotti cinesi sono di gran lunga inferiori rispetto ai prodotti conorrenziali.
per l'acquirente molto spesso il primo parametro (a volte l'unico) da valutare al momento dell'acquisto è semplicemente il prezzo.
Si compra ciò che costa meno senza badare troppo alla qualità del prodotto stesso.
Molti ritengono che comprare il prodotto cinese o comprare un prodotto "nazionale" sia la stessa cosa in quanto molte fasi della produzione "nazionale" avvengono ormai in cina.
Il problema principale del "made in cina" non sta tanto nella manodopera ma va individuato nei materiali impiegati.
Per abbattere i costi di produzione non basta abbattere i costi di manodopera ma bisogna necessariamente abbattere i costi della materia prima.
Purtroppo nel 99% dei casi la materia prima con i costi più bassi è costituita da prodotti tossici e nocivi realizzati con sistemi che in altri paesi sono banditi perchè eccessivamenet inquinanti e dannosi per la salute dei lavoratori e del consumatore.
Il "made in cina" riesce spesso a bypassare i controlli delle dogane invadendo il mercato con  materiali e prodotti illeciti in quanto irrispettosi dei più elementari canoni di sicurezza.
Quando vi è un grande marchio che colloca in cina i suoi stabilimenti di produzione in genere si hanno severi controllo in merito agli standard di qualità e sicurezza.
Un danno ai consumatori esporrebbe infatti quell'impresa al collasso commerciale.
Lo stesso controllo non vi è, invece, quando quello stesso prodotto viene copiato in maniera esteticamente identica da una industria senza scrupoli che nessuno conosce e che non ha nulla da perdere.
Personalmente evito il più possibile l'acquisto di attrezzi prodotti in cina da imprese ignote.
Ci sono tanti validi prodotti realizzati in Italia, costruiti da aziende che danno lavoro a nostri connazionali e pane per vivere  molte famiglie.
Io scelgo il made in Italy!!


^DRAYCON^

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Reply #16 on: March 27, 2010, 16:04:36
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Per abbattere i costi di produzione non basta abbattere i costi di manodopera ma bisogna necessariamente abbattere i costi della materia prima.
Purtroppo nel 99% dei casi la materia prima con i costi più bassi è costituita da prodotti tossici e nocivi realizzati con sistemi che in altri paesi sono banditi perchè eccessivamenet inquinanti e dannosi per la salute dei lavoratori e del consumatore.
Ciao Davide!
Io penso che anche per i costi delle materie prime sia un circolo vizioso! Anche chi produce tali materie deve vivere, perciò più amentano i prezzi di mercato, più i produttori hanno la necessità di guadagnare e di conseguenza aumentano i prezzi anche loro. Per esempio, quando è arrivato l'euro e c'è stato il bum dei prezzi, in un programma televisivo avevano constatato i vari prezzi di mercato dal produttore delle materie prime al venditore. Ebbene, i prezzi erano sempre gli stessi di quando c'era la lira il vero aumento c'era solo nell'ultimo passaggio, quello del venditore. E' ovvio poi che, per equilibrio, anche il prezzi di produttori sono aumentati!
Vivo la vita a un'uscita di pesca alla volta! Non mi importa ne dove, ne quando, ne come! A ogni uscita di pesca, sono un'uomo libero!


Saragone

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Reply #17 on: March 27, 2010, 16:30:27
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Oltre a saperci fare,la chiave è che loro producono in loco tutto ciò di cui hanno bisogno per la realizzazione [...]

............................ ma anche qui mi pongo la domanda: come mai, in presenza di altri prodotti qualitativamente uguali (se non migliori), non l'hanno ancora fatto?....................................
Ciao Roby, secondo me perchè altrimenti chi ha acquistato il loro marchio fino al giorno prima gli darebbe degli "Zanza" (come diciamo a Milano) sentendosi truffati nel prezzo.
un abbraccio Ivano.


P.S. Saragone complimenti per l'intervento, sono super daccordo con te

Grazie Ivo!

E' meglio un ottimo  pescatore con una pessima canna in mano,che una ottima canna in mano ad un pessimo pescatore...

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Reply #18 on: March 27, 2010, 17:37:04
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[...]
Ci sono tanti validi prodotti realizzati in Italia, costruiti da aziende che danno lavoro a nostri connazionali e pane per vivere  molte famiglie.
Io scelgo il made in Italy!!
Ed è quello che ho cercato di dire anch'io.
Ma purtroppo di vero Made in Italy (almeno nel settore della pesca sportiva) c'è ben poco: è quasi tutto fabbricato in Cina e Korea. Almeno, una volta, l'assemblaggio veniva fatto in Italia, ma ora neanche quello, e neppure l'imballaggio viene più fatto in Italia: le scatole,le bustine e quant'altro sono costruite, stampate assemblate e riempite direttamente in quei paesi. I nostri 'produttori' (a parte poche eccezioni nel settore canne) sono in realtà degli 'importatori' di prodotti altrui marchiati direttamente con nomi italiani.
Sono in realtà dei grandi 'importatori-magazzinieri' a conduzione familiare (o al massimo con qualche addetto) che distribuiscono con il nome della propria azienda prodotti fabbricati in Cina e Korea (molto meno in Giappone, dove quasi sempre viene mantenuto il nome del produttore originale).
Sulla qualità di questi prodotti, nulla da eccepire, ma di certo fa stizza pagare a prezzo pieno quei prodotti che a loro sono costati la centesima parte, se non addirittura di meno: senza creare posti di lavoro, questi pseudo 'produttori' si stanno arricchendo sia alle spalle dei veri produttori che alle spalle di noi consumatori.
E a tutto questo si aggiunge anche la beffa che siamo convinti di comprare 'made in Italy'!

Diverso è invece il discorso dei prodotti clandestini rivenduti a prezzi irrisori: come giustamente hai fatto osservare, si tratta di volgari imitazioni costruite spesso con materiali dannosi o di scarsissimo valore, la maggior parte delle quali non valgono neanche il prezzo irrisorio che le abbiamo pagate.
A ciò si aggiunge anche la sofisticazione da parte di produttori nazionali senza scrupoli (nel campo dell'alimentazione, dell'igiene, della cosmesi, ecc.) che miscelano questi prodotti dannosi con i propri per ricavarne illeciti profitti.
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