PremessaQuanto descritto in questo articolo è rivolto a tutti coloro che intendono prepararsi da se i piombi da pesca in modo
professionale ed in
grandi quantità. Per metodo professionale intendo l’utilizzo di stampi non artigianali che ci consentano di creare dei piombi perfetti come quelli commerciali, mentre la produzione di grossi quantitativi è l’unica che ci consente di ammortizzare almeno in parte i costi per la loro produzione, giacché per tutto il resto della nostra vita di pescatori non avremmo mai più la necessità di comprare neanche un piombo. Dopo la fusione di grandi quantitativi, potremo anche rivenderci gli stampi per ammortizzare maggiormente le spese sostenute, oppure scambiarli con altro materiale da pesca che ci necessita.
Attualmente il problema maggiore che dobbiamo affrontare è quello di procurarci grandi quantità di piombo grezzo, che una volta era facilmente reperibile presso il ferrivecchi a prezzi più che accettabili. La sua facile reperibilità era dovuta alla ristrutturazione dei bagni e delle cucine delle abitazioni costruite negli anni antecedenti l’avvento del PVC, che ha permesso di sostituire con materiale più idoneo gli scarichi consunti che in precedenza erano costituiti da tubi di piombo. La rarefazione del piombo grezzo presso il ferrivecchi è anche dovuta alla massiccia richiesta da parte delle fonderie e da parte dei pescatori professionisti che fondono da se i piombi per appesantire le reti.
Pertanto, prima di acquistare gli stampi, è assolutamente indispensabile procurarci preventivamente grandi quantità di piombo grezzo, altrimenti
il gioco non vale assolutamente la candela se il quantitativo di piombi che siamo in grado di preparare è minimo. Anche nel caso i nostri 'consumi' siano bassi è più conveniente acquistare i piombi direttamente dal nostro rivenditore.
La ricerca del piombo grezzo andrà fatta visitando quanti più ferrivecchi è possibile (sia in zona che fuori zona), oltre che a rivolgerci ad idraulici, a muratori od a piccoli impresari che ristrutturano le vecchie case. Ultima risorsa è quella di visitare il Web in lungo ed in largo, sino a rintracciare qualche rivenditore di piombo in panetti o in altri tipi di confezioni, valutandone chiaramente il prezzo. Solo quando abbiamo reperito quantitativi importanti di piombo ci conviene acquistare gli stampi.
La ricerca degli stampi può essere fatta presso i rivenditori di articoli da pesca (anche se dispongono al massimo di due o tre tipi di stampi) o di rivenditori specializzati ricercandoli sul Web (di cui posso indicare un sito tedesco a tutti coloro che me ne faranno richiesta via MP), tenendo però presente che alcuni stampi sono coperti da copyright e non possono essere riprodotti e/o commercializzati (e quindi non reperibili sul mercato, quali quelli della Fonderia Roma). Le forme più diffuse sono però facilmente reperibili (come i piombi ogivali
Beach Bomb e
Aquazoom, quelli sferici, quelli a pera, quelli oblunghi, ecc.). In ogni caso possiamo farci riprodurre qualsiasi forma esistente rivolgendoci ad una officina specializzata dotata di tornio copiatore.
Un suggerimento che posso dare per risparmiare sull'acquisto degli stampi e quindi di disporre di molte forme, è quello di aggregarsi tra amici, conoscenti ed appassionati pagando ciascuno la propria quota di spesa e mettendo in comune tutti gli stampi che si riesce ad acquistare.
Gli stampiAvendo specificato nella premessa che questo articolo è rivolto ad una preparazione professionale dei piombi da pesca, è indispensabile che anche gli stampi siano di tipo professionale, ovvero costruiti in metallo (quelli commerciali sono costituiti da una lega di alluminio). Gli stampi ‘fai da te’, preparati con materiali non metallici quali il gesso, il cemento, la plastilina, le resine bicomponenti, ecc., ecc., danno dei buoni risultati solo se utilizzati per la fusione di pochissimi esemplari, dopo di che vanno rapidamente degradando sino a diventare inutilizzabili in tempi rapidissimi.
Anche se personalmente sono un accanito seguace del fai da te, da tempo ho rinunciato a prepararmi gli stampi con prodotti non metallici, visto lo scarso risultato della durata degli stessi già dopo le prime fusioni, e sono quindi passato in modo definitivo all’utilizzo degli stampi in metallo acquistati sul mercato o creati da un bravo tornitore compiacente. Infatti con gli stampi metallici, che restano inalterati nel tempo, sarà possibile creare un numero praticamente infinito di piombi dalla forma sempre perfetta, condizione indispensabile se non vogliamo che una scarsa aerodinamicità o una scarsa tenuta al moto ondoso possono pregiudicare il buon esito di una battuta di pesca. E’ per questo motivo che non mi soffermo sull’autocostruzione degli stampi con materiali vari, rimandando alla consultazione degli appositi topic di questo forum tutti coloro che in ogni caso intendano farlo. Personalmente ho sperimentato tante di quelle delusioni che ho deciso in modo definitivo di rinunciarvi.
Il rovescio della medaglia è dato dal costo di acquisto degli stampi, per cui non vale assolutamente la pena di prepararsi da se i piombi da pesca se questi si limitano a pochi esemplari: per quanto la nostra passione del fai da te possa essere elevata, in questo caso c’è troppa sproporzione tra costi e soddisfazione per l’autocostruzione.
Vale invece assolutamente la pena fondersi i propri piombi da pesca se le circostanze ci portano ad un elevato consumo dei medesimi, in quanto i costi degli stampi vengono presto assorbiti dal mancato acquisto delle zavorre presso il nostro negoziante. Ovviamente dobbiamo limitare il numero degli stampi a 3 o massimo 4 forme, ma se adottiamo l’accorgimento di formare una ‘cooperativa’ di amici o conoscenti con cui suddividere le spese di acquisto, possiamo crearci un numero di forme (e pesi) abbastanza elevato: ognuno si compra uno o due stampi diversi che poi condivide con gli altri.
Può capitare che di qualcuna delle forme che preferiamo non si trovi sul mercato l’apposito stampo, ma a questo si può rimediare facendocelo costruire da un’officina di tornitura provvista di tornio copiatore. Se il nostro piombo è di forma piramidale, è sufficiente rivolgersi ad un fabbro in quanto la costruzione dello stampo non richiede tornitura essendo uno stampo monoblocco di tipo ‘aperto’ assemblabile con solo qualche punto di saldatura.
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LoginLa fusione del piomboAttenzione: la fusione del piombo può essere nociva alla salute se non si prendono le dovute precauzioni:
1. Fondere il piombo esclusivamente in spazi aperti
2. Utilizzare una mascherina durante il lavoro
3. Utilizzare sempre un paio di guanti di cuoio.Materiale necessario:
1. Un fornello a gas: dovendo fondere grossi quantitativi di piombo e dovendo mantenere la temperatura elevata, è meglio utilizzare un fornello professionale del tipo di quelli che si usano per far bollire le bottiglie di sugo di pomodoro fatto in casa. Ne esistono 2 o 3 modelli, a noi è sufficiente il modello più piccolo
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Login2. Una bombola di gas e relativi accessori (riduttore di pressione e tubo di gomma)
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Login3. Un appoggio qualsiasi per il fornello in modo da disporlo alla giusta altezza di lavoro, per esempio un tavolino di legno
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Login4. Una vecchia casseruola ‘fregata’ in cucina, abbastanza ampia per consentire di fondere e ripulire il piombo grezzo senza il timore che si rovesci (p.e. diametro 30 cm per un’altezza di 15 cm)
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Login5. Un mestolino in metallo, anch’esso ‘fregato’ in cucina, dotato di un beccuccio che favorisca la colata del piombo negli stampi
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Login6. Due robuste pinze da elettrauto per tenere unite le due valve dello stampo durante la colata
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Login7. Un cacciavite per favorire il distacco delle due valve dopo la colata, un paio di pinze per tenere il piombo ed un paio di tenaglie per ritagliare il peduncolo di colata dal piombo
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Login8. Un secchio colmo d’acqua in cui mettere i piombi appena stampati ed un barattolo di latta in cui mettere le scorie della fusione
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Login9. Un pesante martello per appiattire i tubi di piombo grezzo ed uno scalpello affilato per tagliare a piccoli pezzi il tubo di piombo appiattito. L’appiattimento del piombo ed il suo ritaglio in piccoli pezzi (non più lunghi di 10 cm) favoriscono la sua fusione che avviene in tempi più brevi
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LoginFusione e colata del piombo nello stampo
Il piombo è un metallo che fonde a temperatura relativamente bassa (327 °C) e presenta la caratteristica che la temperatura di fusione resta costante fino a quando l’ultima briciola di piombo non sia fusa, dopo di che il piombo accumula calore sino a raggiungere temperature molto ma molto più elevate. E’, questa, una caratteristica molto importante che dobbiamo tenere presente per la colata del piombo fuso negli stampi: più il piombo ha un’elevata temperature e più la zavorra che otterremo sarà compatta e priva di difetti.
La giornata ideale per svolgere questo lavoro è una giornata leggermente ventilata da un debole vento che soffi però in una direzione costante: la nostra postazione intorno al tavolo di lavoro dovrà essere quella con il vento alle spalle, in modo che allontani quanto più possibile da noi le micidiali esalazioni del piombo fuso (attenzione: queste esalazioni non vanno confuse con la terribile puzza che emana dal piombo fuso, in quanto questa è dovuta alle incrostazioni accumulatesi all’interno dei tubi, specialmente se questi erano usati come scarichi di lavelli o di bagni). Una volta stabilita la postazione da tenere, colleghiamo la bombola al fornello e posizioniamo quest’ultimo in un angolo del tavolino, in modo da lasciarci un piano di lavoro comodo ed ampio.
Mettiamo quindi sul fondo della casseruola un primo strato di pezzi di piombo ed accendiamo il gas. Adesso, con calma, mettiamoci la mascherina ed indossiamo i guanti. Se lo stampo è composto da due valve, uniamo le due valve e teniamole solidali con le due pinze da elettrauto. Quando il primo strato è completamente fuso, caliamo nella casseruola un secondo strato di pezzi di piombo aiutandoci con le pinze e facendo in modo da non sollevare schizzi dalla casseruola. Una volta fuso anche il secondo strato, mettiamone poi un terzo, un quarto… fino a quando nella casseruola non avremo raggiunto la metà della sua altezza.
Dobbiamo ora procedere alla pulizia delle scorie, la maggior parte delle quali resterà a galla, ma molte resteranno a fondo. Con il mestolino cominciamo a togliere le scorie galleggianti riversandondole nell’apposito barattolo di latta, dopo di che rimestiamo il piombo fuso per favorire la risalita a galla delle altre scorie. Dopo averlo ripulito il più possibile dalle scorie, attendiamo almeno un quarto d’ora prima di fare la prima colata, in modo che il piombo raggiunga una temperatura molto più elevata.
Dopo di che facciamo la prima colata nello stampo: attendiamo qualche minuto prima di separare le valve, in modo che lo stampo si surriscaldi, poi aiutandoci con cacciavite e pinze separiamo le due valve. Quello che ne salta fuori è un aborto di zavorra: infatti la fredda temperatura iniziale dello stampo ha fatto coagulare il piombo in modo difforme, per cui quella prima zavorra è proprio uno sgorbio. Non è una sorpresa, lo sapevamo già… Ributtiamo lo sgorbio nel pentolone e riassembliamo le due valve: da questo momento in avanti dobbiamo procedere con continuità senza lasciare intervalli tra una colata e l’altra in modo da non far calare la temperatura degli stampi. Anche se dalla seconda zavorra in poi questa viene bene, personalmente rimetto in pentola le prime 5 zavorre, considerandole perfette solo a partire dalla sesta.
A partire da questa zavorra, non dobbiamo però dimenticarci di inserire ogni volta nell’apposito alloggiamento dello stampo la girella od il gancetto che serviranno per agganciare il piombo alla lenza. La cadenza da tenere è questa:
- separiamo le valve per far fuoriuscire la zavorra
- mettiamo il gancetto nello stampo
- uniamo le valve dello stampo
- tagliamo il peduncolo di fusione dalla zavorra e mettiamolo nella pentola
- mettiamo la zavorra nel secchio d’acqua
- facciamo la colata nello stampo
Procediamo in questo modo sino al termine del lavoro. Chiaramente il livello del piombo nella casseruola andrà calando, ma non aspettiamo che si abbassi troppo prima di immergevi altri pezzi di piombo grezzo. La pulizia dalle scorie va fatta in continuazione.
Nota: quando la temperatura del piombo fuso e degli stampi comincia da essere elevata, il piombo colato negli stampi impiega qualche secondo in più prima di solidificare: per fare in modo da non rovinare le zavorre, attendere un momentino prima di separare le valve o anche solo muoverle.
Suggerimento: se per un qualsiasi motivo facciamo la colata dei piombi in più giornate, il primo giorno dovrebbe essere dedicato più alla pulizia dell’intera partita di piombo a nostra disposizione che non alla preparazione delle zavorre. Infatti lavorare nei giorni successivi con del piombo pulito ci distrae di meno durante la colata e ci evita di sorbirci l’odore puzzolente delle incrostazioni, agevolandoci il lavoro. Per far questo, però, dobbiamo prima procurarci un buon numero di lattine vuote (le più adatte sono quelle della carne in scatola da 125 gr), con le quali creare dei ‘panetti’ già ripuliti da fondere nei giorni successivi o quando riteniamo più opportuno.