Questa storia interessa soprattutto i pescatori reggini,
in particolar modo quelli che sono abituali pescare negli scogli
dietro il palazzo della guardia costiera di Reggio Calabria,
ma veniamo a noi. Questa storia narra di un buon uomo, Don Paolino,
un anziano signore di Santa Caterina che ogni mattina,
dal giorno del suo pensinamento, si recava nella suddetta zona,
per battute di pesca a fondo. Egli prediligeva come esche
il pane e il muriddu, e in qualche caso la cozza. Era usuale
attaccare dei campanellini sopra le cime delle canne,
per avvertire le eventuali toccate, in quanto peccava con la vista
per colpa dell'età,e odiava gli occhiali. Era una mattina di novembre,
l'aria era intrisa di un freddo secco, quei freddi che colpiscono
diretti alle ossa. Il tempo non prometteva bene, ma Don Paolino
anche quella mattina non avrebbe saltato la sua pescata quotidiana.
Infatti un'ora prima del sorgere del sole egli era sul posto.
Prese il caffè e fumò la sua ms prima di iniziare la pescata.
Il vento era calcato, ma non troppo forte, l'anziano signore
aprì le sue 4 canne e ne impostò 2 col pane e due col muriddu.
subito dopo piazzò i primi 3 campanelli, ma nel prendere il quarto,
scivolò battendo la testa, cadendo fra gli scogli. Il colpo
fù duro,alla nuca, egli morì qualche ora dopo incosciente.
Il corpo fù rinvenuto 2 giorni dopo, imbibito dall'acqua salata.
Fù un duro colpo per la famiglia, il figlio conserva ancora l'attrezzatura,
e la moglie ogni anniversario della morte lancia un mazzo di fiori in mare
per ricordare il marito defunto. Si dice ke nelle notti tranquille,
si vede un pescatore anziano dall'aria felice pescare a fondo dagli scogli.
Non abbiate timore, egli ci protegge. E se la notte udite suono di
campanellini ma non vedete nessuno, beh, ora sapete chi è......
Non sei autorizzato a visualizzare i link.
Registati o effettua
LoginNon sei autorizzato a visualizzare i link.
Registati o effettua
Login opera di Salvatore Cugno Garrano