La pesca non è una scienza esatta

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Author Topic: La pesca non è una scienza esatta  (Read 1450 times)

^NONNOROBY^

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  • Roberto
on: August 19, 2013, 10:14:28
Al contrario della matematica, dove 2+2 darà sempre 4.

Ci siamo talmente specializzati nello studio dell'andamento delle condizioni metereologiche da fare concorrenza ai più qualificati addetti del settore. Siamo diventati talmente bravi da poter preventivare il giorno esatto in cui organizzare la nostra battuta di pesca con precisione assoluta, tanto da concordare per quel giorno un permesso con il nostro datore di lavoro. Sicuri del nostro successo, ci presentiamo puntualissimi allo spot che con tanta cura abbiamo selezionato tra i più indicati.

Abbiamo preparato la nostra attrezzatura con cura maniacale, abbiamo controllato e ricontrollato più volte sia l'attrezzatura che il contenuto del nostro zaino, la nostra esca è freschissima e vitale: con calma svolgiamo le nostre canne, non c’è fretta, perché il successo è assicurato dai nostri approfonditi studi. Lanciamo le nostre esche e ci mettiamo vigili in attesa, perché le prime abboccate non tarderanno ad arrivare. Osserviamo il mare, presenta proprio le condizioni ideali che avevamo preventivato, il vento è proprio quello, la marea è quasi al suo culmine. Il nostro sguardo passa ai cimini, perché da un momento all’altro segnaleranno le prime mangiate…

Ma le ore passano inesorabili senza avvertire la minima toccata. Cominciamo a ripassare mentalmente gli studi fatti a tavolino nei giorni precedenti per cercare di capire dove abbiamo fatto l’eventuale errore, ma non ne troviamo, ed infatti le condizioni meteo-marine dello spot sono esattamente quelle preventivate. Ricontrolliamo più volte le nostre esche, ma sono perfettamente vitali come al momento dell’innesco. Ma perché il pesce non mangia? Eppure abbiamo eseguito con scrupolo ogni minimo dettaglio, i nostri studi sono stati perfetti. Allora, perché?

Semplice: perché la pesca non è una scienza esatta. In questa attività, la casualità si ritaglia una fetta di riguardo.

Uno dei tanti giorni che io ed i miei amici e compagni di pesca ci trovavamo sul nostro solito pontile in attesa che arrivasse l'ora fatidica per insidiare la spigola, notammo un ragazzo sui 15-16 anni che, lentamente e a sguardo chino, procedeva lungo la banchina chinandosi ogni tanto a raccattare qualcosa. Lo guardammo distrattamente, anche perché di per se il fatto non aveva alcunché di rilevante. Lo vedemmo dirigersi verso il fondo del pontile e sedersi sul bordo della banchina e da quel momento non badammo più a lui.
 
Il tramonto stava per arrivare e cominciammo a rovistare nei nostri zaini per selezionare quella lenza che nel pomeriggio, a casa, avevamo ripreparato con cura sostituendo l’amo con uno nuovo di zecca e ripassando ogni centimetro del filo alla ricerca della anche pur minima sbavatura. Dopo di che ci mettemmo a sezionare con precisione chirurgica le nostre freschissime sardine in tocchetti adatti ai nostri ami.
 
Il sole era tramontato da neanche mezz’ora che dal fondo del pontile arrivò ad altissima voce la richiesta concitata: <<Coppo! Coppo!>>. Era, questa, la parola chiave con la quale tutti i frequentatori del pontile, per consuetudine, chiedevano l’intervento col ‘coppo’ (guadino) di qualche altro pescatore per guadinare la preda, quando questa era di una certa mole (erano tempi in cui ci si dava ancora una mano l’un con l’altro, pur conoscendosi anche solo di vista…). La richiesta di aiuto proveniva dal ragazzo di prima, che doveva aver agganciato un bel pesce perché quelli di taglia media venivano semplicemente sollevati di peso.
Si precipitò il più vicino di noi, che in breve guadinò una spigola sui 3 kg. Come sempre accadeva in questi casi, facemmo capannello intorno al ragazzo per congratularci con lui (ed anche per 'spiare' come aveva preparato il terminale, anche se del tutto inutile, perché allora tutti gli 'spigolari' preparavano il terminale in modo del tutto identico, però non si sapeva mai...). Dopo aver osservato la lenza, ci guardammo in faccia basiti: quel ragazzo aveva preparato una decina di metri di lenza... annodando tra loro vari spezzoni e spezzoncini di nylon, vi aveva legato un amo arrugginito ed aveva escato una testa rinsecchita di sardina, tutto quanto raccattato sul pontile. Come piombo aveva legato un piccolo sasso!

Per quella sera fu l’unica spigola a saltar fuori. Quando, al momento di andarcene, il mio amico Osvaldo terminò di riavvolgere la lenza nel sughero, all'improvviso la lanciò violentemente in acqua accompagnandola con un sonoro <<Ma vaff'an.....>>.

Eh, si, la pesca non è decisamente una scienza esatta… calabria
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^PEPPINO^

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Reply #1 on: August 19, 2013, 11:40:32
Roberto, quello che affermi, è vero, perchè "in mare" niente è dato per scontato!
La pesca NON è una scienza esatta, però ci si avvicina molto.
Mi spiego.

L'esperienza, le condi-meteo, l'attrezzatura, le esche, etc. non sono fattori trascurabili (e non solo nella pesca) e, alla lunga fanno la differenza.
Mi piacerebbe sapere quanti altri pesci (oltre a quello), il ragazzo ha preso.
Sicuramente pochi o addirittura nessun altro.

Quello che è capitato quel giorno, è una pura casualità e come ben sappiamo, le casualità si ripetono molto raramente.
Vedi caro Roberto, è vero che la pesca non è una scienza esatta, ma chi la "studia", sicuramente, ha moltissime probabilità in più di chi va a pesca a "casaccio".
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Luccoluccion

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Reply #2 on: August 19, 2013, 14:32:51
Ciao ragazzi,
Io concordo con entrambi tante' che penso che per essere dei grandi pescatori sia indispensabile la presenza di 2 fattori: una grandissima preparazione teorica e tecnica accompagnata da una grande abbondanza di fattore c....
Vi racconto brevemente una mia esperienza di qualche anno fa:
Vado a spinare in una spiaggia dove in precedenza qualche spigola oltre il kg ero riuscito a tirarla fuori; c'erano altri pescatori che pescavano a fondo ma nessun risultato per un bel po'..........io continuo a lanciare ed a spostarmi e nel frattempo mi si avvicina un omone che mi fa' la domanda di rito: preso qualcosa?.....io lo guardo sconsolato e dico di no......faccio una piccola pausa e do un' occhiata alla sua attrezzatura: l' omone mi spiega che la sua era una canna da " sprizz ".....montava un mulinello vecchissimo da pesca all' inglese ed aveva un unico artificiale bianco dei cinesi già montato.....
Lo saluto e continuo a pescare.....era ormai il tramonto e nn volevo perdere tempo; continuo a spostarmi ed a lanciare e con la coda dell' occhio di tanto in tanto guardavo in lontananza il tipo che sfoggiava una tecnica di lancio a dir poco discutibile.
.....improvvisamente sento una botta......ferrata e breve combattimento che mi regala un aluzzo di modeste dimensioni, i pescatori a paf erano tutti ancora all' asciutto e un po' ero gratificato visto che ero stato l' unico a tirar fuori qualcosa in quella che sembrava la classica giornata storta.
....si prosegue nella calma piu' totale tante' che aveva fatto buio da un pezzo e gia' avevo in mente di fare gli ultimi lanci per poi raccogliere la canna ed andare a casa; e' in questo momento che vedo la sagoma dell' omone avvicinarsi nell' oscurità......in una mano aveva la canna da sprizz e nell' altra una spigola di 3,5 kg..............
Mi congratulai con lui.......ma dentro di me in realtà rosicavo parecchio.....mi disse che era la prima volta, ed intanto avevo fatto i bagagli per tornare a casa..........dovevo digerire il boccone amaro!
....lo incontrai un paio di settimane dopo nello stesso spot.....dopo quella cattura teneva sempre la sua canna da sprizz in macchina e non appena aveva un secondo di tempo libero andava a lanciare; lo salutai e chiesi come andava........e lui mi rispose che dopo quella volta aveva avuto in canna 3 bei pesci.....ma di non esser riuscito nella cattura di nessuno dei tre........
....gli dico che nello spinning può capitare.....ed ora penso che con un po' di esperienza  in piu' forse avrebbe ottenuto risultati migliori.
.....a presto!


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Reply #3 on: August 19, 2013, 14:52:51
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............... è vero che la pesca non è una scienza esatta, ma chi "studia", sicuramente, ha moltissime probabilità in più di chi va a pesca a "casaccio".

Questa affermazione è da incorniciare, specie per quanto riguarda alcune discipline in cui, se si lascia il tutto all'improvvisazione, si rischia di non aprire nemmeno le canne. Per quanto riguarda il surfcasting ho sempre predicato che studio e pianificazione sono alla base di tutto, ma anche le altre discipline dovrebbero seguire lo stesso passo. Se poi i risultati, come spesso accade, non arrivano, saremo meno incacchiati perché non avremo lasciato nulla al caso.
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Reply #4 on: August 19, 2013, 15:41:45
Certamente le considerazioni fatte sono tutte veritiere; a chi non è capitato di assistere a qualche situazione identica a quella raccontata da Nonnoroby? Io ne ho viste tante. Come ha detto lui, casualità e fortuna possono essere un fattore determinante...a volte. Infatti, come ha sottolineato Peppino, alla lunga la strategia che paga meglio è quella del pescatore "scienziato"; 9 volte su 10, ma anche di più, chi pesca con attrezzatura adeguata e nelle condizioni meteo-marine più adatte farà meglio di chi pesca a casaccio.
Personalmente, in questi ultimi anni credo di aver esagerato con i comportamenti da pescatore "scienziato", addirittura tante volte ho risposto con un sorriso a chi mi invitava a fare una pescata in condizioni non proprio ottimali e con tecniche approssimative o inadatte...e qualche volta ho avuto torto.
Perciò voglio ringraziare Nonnoroby che con questo simpatico aneddoto ci ha ricordato che spesso siamo troppo fissati...e domani a mezzogiorno, con acqua chiara e 37 gradi vado a farmi una bella spinnata a spigole con i popper calabria
Ho visto Sampei pescare carpe da un quintale con canna fissa ed essere trainato con tutta la barca per centinaia di metri; l'ho visto finire in acqua mentre stringeva con forza la sua canna fissa e faceva perno su tutti e due i piedi...VOGLIO IL FILO DI SAMPEI PER IL MIO MULINELLO!!!


^PEPPINO^

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Reply #5 on: August 19, 2013, 16:15:43
Ringrazio anch'io Roberto per aver aperto questo bel topic  

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domani a mezzogiorno, con acqua chiara e 37 gradi vado a farmi una bella spinnata a spigole con i popper  

E chi te lo dice che non tornerai a casa con una bella regina? In mare niente è scontato!
Scherzando hai fatto un esempio di come a volte può capitare qualcosa che non è nelle "regole" (vedi racconto di Roberto).

Parlando in percentuale, (da "studioso" del mare quale sei) sai benissimo che avresti meno dello 0,01% di beccare una bella regina (quindi so che non andrai a spigole ma semmai a serra/leccia). calabria

Ma se andiamo a spinnare con mare in scaduta (e non calmo e acqua chiara) temperatura fredda (e non a 37 gradi) e con un artificiale da spigola un pò più "canonico" (e non un popper) e una buona/leggera attrezzatura che ci faccia spinnare senza troppa fatica, la percentuale di successi sale vertiginosamente.
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MAXFISH

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Reply #6 on: August 19, 2013, 16:16:10
Io dico anche che chi abita vicino a spots di pesca in mare ha molti vantaggi concreti. Infatti anche chi ha una tecnica approssimativa e un'attrezzatura mediocre, se si trova nel posto giusto al momento giusto riesce a fare belle catture, senza considerare la possibilità di andare a fare i classici due lanci dopo il lavoro o dopo cena o quando si vuole. Chi abita lontano dal mare, deve pianificare tutta la pescata prima e magari pregare che le condizioni meteomarine del sabato o della domenica rientrino in una scaduta o che magari non ci sia troppo vento o pioggia. Inoltre la variabile dovuta alla casualità nella pesca è un fattore che mi piace e che la rende democratica, non essendo la pesca una scienza esatta, i "convintoni" dell'attrezzatura sempre all'avanguardia e possessori dell'ultimo ritrovato tecnologico applicato alla pesca, a volte vengono surclassati dal nonnetto con la canna del 900 ma con quintali di esperienza.
Io amo come il mare ama la riva: dolcemente e furiosamente!


^NONNOROBY^

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Reply #7 on: August 19, 2013, 16:38:59
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Vedi caro Roberto, è vero che la pesca non è una scienza esatta, ma chi "studia", sicuramente, ha moltissime probabilità in più di chi va a pesca a "casaccio".

Naturalmente, Peppino!
Ed infatti la morale della favola non vuole essere negativa, tutt'altro!
Ho descritto la cura maniacale che molti mettono nella preparazione di una battuta di pesca proprio per evidenziare come in questa attività, anche se è solo un passatempo, nulla deve essere lasciato al caso. A meno di non essere appassionati di meteorologia, chi studia a fondo le condizioni del tempo per preparare una battuta di pesca non lo fa certamente perché non ha niente di meglio da fare, ma solo perché ha sperimentato che quelle condizioni sono quelle ideali per avere maggiori probabilità di successo, tanto da chiedere addirittura una giornata di permesso al suo datore di lavoro. Per arrivare a questo, ha sicuramente sperimentato che tutte le volte che si è ritrovato a pescare in queste condizioni ha sempre fatto delle buone pescate, ne ha fatto tesoro e da quel momento si è messo a 'studiarle' proprio per non affidare al caso le sue uscite a pesca.
Poi se in quel giorno gli va buca, pazienza: sarà solo un'eccezione che conferma la regola.
Come per quei pescatori del pontile, che mettevano tanta cura nel preparare e controllare le loro lenze e nel sezionare come chirurghi la sardina freschissima: è evidente che era quella la via da seguire, altrimenti tanto valeva trascurare l'efficienza delle lenze ed escare sardina rinsecchita. Anche in questo caso, l'episodio del ragazzo non è altro che un'eccezione che conferma la regola.

Questo non toglie che episodi di casualità a pesca se ne presentino di svariati, ma il mio non vuole certamente essere un invito ad andare a pescare a casaccio, se è stato interpretato in questo modo: sarebbe infatti in forte contrasto con tutti i suggerimenti che ho sempre elargito nel forum calabria
Voleva solo essere un'introduzione al curioso episodio capitato a quel ragazzo.

A proposito di quel ragazzo: io ed i miei amici gli regalammo ciascuno una o due lenze e materiale di ricambio. Divenne la mascotte del gruppo ed in breve anche un temibile ed abile 'concorrente'. Oggi Stefano è il proprietario del negozio di pesca presso cui ci serviamo...
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^SURFMASTER76^

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Reply #8 on: August 20, 2013, 02:40:35
Molto bella la storia raccontata da Roberto, ma a mio avviso bisognerebbe fare un distinguo fra "hobby" e "passione". Mi spiego meglio. Probabilmente Stefano, il protagonista del racconto, quando pescò quella meravigliosa Regina, praticava la pesca come un hobby, quindi senza dare molta importanza alla lenza o all'esca da utilizzare. Con il tempo il suo hobby si sarà trasformato in passione e a quel punto, presumo, che anche lui abbia iniziato a curare di più le sue lenze, avendo la consapevolezza di ciò che poteva allamare da quella banchina.
Ritengo che la passione generi inevitabilmente fame di conoscenza e spinga chi ne è affetto a studiare il mare ed i suoi abitanti, le loro abitudini in funzione delle condizioni meteo marine, a dare importanza ad ogni aspetto della battuta, a confezionare decine e decine di calamenti per non trovarsi mai impreparati ... tutto ciò con gioia e senza mai rappresentare un peso.
Talvolta mi ritrovo a chiaccherare con alcuni amici che, ahimè, hanno abbandonato la pesca, perché a dir loro, oberati da impegni lavorativi e familiari, e comprendo ancor meglio quanto il mio amato hobby sia diventato una passione poiché, naturalmente, anch'io devo far fronte a lavoro e famiglia, ma nell'arco della settimana riesco sempre a trovare un ritaglio di tempo, molto spesso la notte, per "curare" la mia cassetta ed evitare di giungere impreparato sullo spot.
Ovvio poi che, nonostante tutti i preparativi e le migliori intenzioni, molte volte la battuta vada proprio come descritto da Roberto, a conferma del fatto che a pesca non esistono regole certe, ma perlomeno

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tiburon88

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Reply #9 on: August 20, 2013, 11:29:46
Nella pesca la pianificazione e lo studio delle possibili variabili che influenzano la pescata sono cose molto importanti. così come importante è l' esperienza e la pratica diretta sul campo che ci permette di fare il salto da una condizione di "studiosi teorici" a "pescatori pratici".

A mio avviso ancora più importante dello studio teorico è proprio la frequentazione delle spiagge il pescare assiduamente per più ore. giorni, mesi, anni possibili.

Le casualità poi rappresentano un discorso a parte, di questi periodi scendo molto al mare pratico la pesca col vivo che ad essere sincero mi ha regalato più amarezze che gioie(l' ultima ieri, 10 mormore di pezzatura media sui 200/300 più due leccie stella di buona dimensione, la metà di questi pesci innescati l' altra metà portati vivi da mattina presto a notte fonda in attesa di un poco di fortuna ma nulla.....vabbè...), di questi periodi è facile incontrare il pescatore occasionale, ebbene io ne ho incontrato dei più disparati ultimamente, che pescano con attrezzature da 20 euro, senza la minima cognizione calano il vivo in acqua, recuperano il pesce stile tiro alla fune e magari devi anche avvisarli che al loro amo è da 10 minuti che un serra cerca di liberarsi....eppure tu che segui tutte le accortezze del caso con attrezzature da centinaia di euro resti a guardare.....In parole spicciole, sono convinto che la fortuna giochi comunque un ruolo importante nella pesca ma a lungo andare voglio convincermi che la costanza e lo studio paghino.

Saluti-
I lOvE FiShInG!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

StOp AlLe ReTi AbUsIvE!!!!!!!!!!!!!

EtIcA & SpOrT


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Reply #10 on: August 20, 2013, 20:14:02
Secondo me sono veri entrambi i discorsi, nel senso che la casualità è molto importante nella pesca, ma è decisiva anche la pianificazione, direi quasi scientifica dell'attrezzatura. Nello spinning, disciplina che pratico, la tecnica è tutto, direi: l'attrezzatura deve essere pertinente, adatta alle prede da insidiare, capace di forzare se necessario la preda e di resistere alle sollecitazioni, ovviamente previa bravura ed esperienza dello spinner, che si acquisisce col tempo. Andare a serroni con un terminale dello 0,22 e un artificiale di 10 cm corrisponde ad un suicidio certo (taglio del filo); oppure andare a spigole e recuperare stile skipping lure equivale a sortire lo stesso risultato. Inoltre lo studio delle maree, delle fasi lunari, delle condizioni meteo, della conformazione dello spot di pesca sono altri elementi decisivi. Poi, certo, ho visto coi miei occhi tirar fuori una palamita di quasi 3 kili con una canna cinese, del nylon dello 0,30 senza terminale e con un artificiale di 10 cm con ancorette arrugginite. Questo per fortuna è l'aspetto romantico della pesca, che certe volte ti fa sclerare e certe volte esultare calabria Direi riassumendo che secondo me se usi il vivo o comunque l'esca naturale,, l'elemento di casualità cresce (prendere una ricciola di 25 kili con una lenza a mano e un trancio di barracuda - anche questo visto coi miei occhi), se si passa alla pesca con artificiale (spinning, eging, shore jigging, VJ ecc.) secondo me diminuisce l'incidenza della casualità e aumenta la preponderanza dell'aspetto scientifico. Con questo ovviamente non voglio dire che la pesca con esca naturale non abbisogni di tecnica e di preparazione, tutt'altro, ma secondo me ha il vantaggio della presentazione - appunto naturale - dell'esca, rispetto all'artificiale che va lavorato come se...Ovviamente mi direte che ci sono le tecniche di innesco, la cura per i terminali ecc. Tutto vero, concordo. Diciamo che ci vuole preparazione, che la scienza aiuta ma che se non c'è il fattore  calabria (leggi casualità-destino-fato o come lo si voglia chiamare) finisce che passiamo le serate - come facciamo spesso io e Nek - a parlare, mentre spinniamo, di grassi marini, cuscinetti a sfera schermati, del nuovo trecciato della Daiwa, del nuovo artificiale della Seaspin, dell'importanza della girella o del moschettone, di si dice che sono arrivati i serra di 5 kili, di come sta tua moglie ecc. cioè praticamente si parla di...cappotti. Però il bello dello spinning è che mentre parli di belinate, senza aver visto neanche una bollata, all'improvviso ti può arrivare la botta della vita e devi essere pronto, con la tua esperienza, col sangue freddo, con l'attrezzatura adatta, con tutta la scienza che rimane di appoggio a noi poveri spinners.


crokicio

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Reply #11 on: August 20, 2013, 23:29:39
Le mie battute di pesca si basano su  2 cose..La voglia di pescare...
e di stare  a contatto con la natura...  ;D
in questi anni di pesca,parlo dello spinning,ho capito che tutto puo essere il contrario di tutto..Faccio un esempio sulla mia esperienza,leggendo su vari forum,e da molti consigli dagli amici,tutti sono daccordo che i wtd sono artificiali da mare calmo,o leggermente mosso..e inefficaci con mare mosso..
E bene io mi sono trovato a prendere serra con wtd con mare mosso,onde di 2 mt...e da allora baso le mie pescate solo sulla mia passione per pescare..
spinning forever


Rivolo

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Reply #12 on: September 13, 2013, 13:05:15
Salve a tutti
Sarà frutto del caso (ossia trovarsi nel punto e nel momento  giusto), ma ho aperto questo topic per curiosità e ne sono rimasto subito coinvolto.
Concordo nel modo più completo con l’intervento di “lu60” e, se possibile, lo vorrei rinforzare.
Che tutto “debba essere perfetto” è una regola generale di qualunque lavoro eseguito “a dovere” ha alle spalle; attrezzi sbagliati, rovinati od inadeguati, rendono tutto più difficile ed il risultato insoddisfacente.
Naturalmente non parlo solo delle critiche di un eventuale “committente” del lavoro ma, soprattutto, delle critiche che facciamo a noi stessi quando osserviamo il risultato del nostro “scadente” lavoro.
Quindi concordo sulla qualità dell’attrezzatura e l’esatto equilibrio di tutti i componenti che realizzano la nostra passione, per poter garantire … cosa però? …. che, le probabilità di arrivare al risultato desiderato (nel nostro caso parlo naturalmente della cattura :-) ), siano prossime alla certezza.
Io credo che la forza di questa convinzione debba arrivare a farci ritenere che se la giornata è andata “storta”, non è per qualche cosa che non abbiamo fatto o qualche valutazione incompleta ma, semplicemente, perché quel giorno i nostri insidiati erano altrove o semplicemente non erano dell’ “umore” giusto per cadere nel nostro inganno.
Perché sono pesci, ma non sono stupidi … od almeno … non tutti :-). Sono a casa loro, conoscono e vedono  quel mondo in un modo diverso da noi ma ci si muovono altrettanto bene come facciamo noi nel nostro; gli sciocchi vivono tranquillamente anche nella nostra realtà, si fanno abbindolare da lustrini colorati e  sirene (ne hanno tutto il diritto) e quindi non ci vedo nulla di strano nel fatto che una spigola di misura (quindi di età e di esperienza) possa cadere nel tranello improvvisato di qualcuno pur avendo passato la vita ad evitare, con abilità sorprendente, le insidie di anni di agguerriti pescatori.
La botta del co***** , come si dice dalle mie parti, può capitare a tutti, anche ai più accorti e, se capita a noi umani “evoluti e colti” come umani, non mi sorprende affatto che capiti ad una bella e “povera” spigola evoluta e colta, aggiungerei,  … come una spigola.
Non getto certo via la mia attrezzatura per questo, ho avuto anche io le mie sorprese (oggi le chiamo anche io le mie “botte di cu**) quando, nonostante la mia totale inesperienza,….. ho catturato ugualmente pesci che ne avevano, probabilmente, meno di me (l’alternativa e che debba pensare che anche i pesci pensino spesso ed a volte pratichino il suicidio :-) )!!
Questo è tutto, la pesca forse non è una “scienza esatta” nel uso classico che si fa di questo termine, ma sicuramente è un’arte prossima all’esattezza e continuamente migliorata da apporti, contaminazioni ed ibridazioni che convergono da più fonti e che l’informazione diffusa (internet ne è il massimo esempio) ci permette di condividere su più livelli.
Io stesso pratico più “rami” della nostra passione, ed in ognuno  “trasferisco” quanto imparato e sperimentato positivamente negli altri per scoprire se funzionano (li integro) o meno (li scarto).
Non è certo la/le giornata/e nere che mi fanno desistere, penso già a come diventare più ”furbo” la prossima volta, quando tornerò con rispetto ed ammirazione …. ad insidiarli a casa loro.
Grazie per l’attenzione.


Eugenio68

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Reply #13 on: September 17, 2013, 17:53:36
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Io dico anche che chi abita vicino a spots di pesca in mare ha molti vantaggi concreti. Infatti anche chi ha una tecnica approssimativa e un'attrezzatura mediocre, se si trova nel posto giusto al momento giusto riesce a fare belle catture, senza considerare la possibilità di andare a fare i classici due lanci dopo il lavoro o dopo cena o quando si vuole.

CONCORDO.
In effetti chi abita lontano dal mare ed ha pure il tempo limitato è in netto svantaggio rispetto a chi ci abita vicino.
Questo elemento fa pure la differenza.
Uomo libero, amerai sempre il mare! Il mare è il tuo specchio: contempli la tua anima nel volgersi infinito dell’onda che rotola e il tuo spirito è un abisso altrettanto amaro.
Charles Baudelaire


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Reply #14 on: September 17, 2013, 18:25:14
Eppure nonostante io abbia sempre avuto una cura maniacale dell'attrezzatura, abbia sempre preparato i calamenti secondo i migliori canoni, abbia applicato i migliori algoritmi matematici, abbia letto testi universitari di biologia marina, di psicologia animale, di fisica applicata agli elementi marini e persino di filosofia piscatoria, ho accumulato tanto di quei cappotti che se dovessi solo elencarli saturerei in un attimo il server del forum  calabria
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Eugenio68

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Reply #15 on: September 17, 2013, 18:37:00
Eppure è così, certo Nonnoroby. Quest'estate ero al mare. Quando a guardarmi non c'era nessuno, prendevo pesci e pesci; poi a volte veniva qualcuno a guardarmi, o ad aspettare che terminassi per vedere che avevo preso, ed allora mi esaltavo e dicevo tra me e me: ora vi faccio vedere io quanto sono diventato bravo, applico la mia tecnica infallibile e prendo sicuramente qualcosa...e... non prendevo più nulla.
Io sono un appassionato lettore e mi farebbe piacere che potessi consigliarmi qualche titolo di filosofia applicata alla pesca o ai pescatori. Ti ringrazio in anticipo.
Uomo libero, amerai sempre il mare! Il mare è il tuo specchio: contempli la tua anima nel volgersi infinito dell’onda che rotola e il tuo spirito è un abisso altrettanto amaro.
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Reply #16 on: September 17, 2013, 19:43:46
La mia vuole essere solo un'ironia, Eugenio.
Io ho sempre considerato la pesca amatoriale come puro divertimento, magari eseguita nel migliore dei modi, ma sempre rientrante nella logica del genuino svago.
Se davvero l’esercizio della pesca amatoriale dovesse rientrare in una disciplina scientifica (e non vi rientra), sicuramente, per prima cosa, non mi avrebbe mai attirato e secondariamente, se l’avessi comunque praticata, non sarebbe mai riuscita ad appassionarmi con quell’intensità che ho sempre provato e tutt’ora provo per questo meraviglioso passatempo.
Chissà, magari se avessi fatto il pescatore per professione, forse avrei potuto affrontare la pesca anche dal punto di vista scientifico, ma essendo solo un pescatore amatoriale l’unico modo per godermela tutta è quella di mettere la scienza in un cassetto e sfoderarla solo per imparare le nozioni che possono guidarmi verso il rispetto del mare e della Natura in generale, non per catturare più pesci o per catturarli ad ogni uscita a pesca.
Pertanto, che io sappia, non esiste alcun testo di filosofia applicata alla pesca e ai pescatori, gli unici algoritmi matematici applicati alla pesca di cui sono a conoscenza sono quelli usati dai programmatori di giochi informatici, e così via per le altre ‘scienze’ che ho tirato in ballo.

Se invece può incuriosirti, su internet puoi trovare svariate dispense universitarie sulla biologia marina, ma ti avverto: già quando dovevo sorbirmele per lo studio mi facevano due p@@@le così, figuriamoci sciropparsele per la pesca amatoriale. Se però sei davvero un appassionato lettore, magari potresti trovarle interessanti…
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Eugenio68

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Reply #17 on: September 17, 2013, 19:59:38
Grazie, ma una laurea a questo punto basta e avanza. Già con una non si conclude nulla, con due sarebbe come ripetere lo stesso errore.
Uomo libero, amerai sempre il mare! Il mare è il tuo specchio: contempli la tua anima nel volgersi infinito dell’onda che rotola e il tuo spirito è un abisso altrettanto amaro.
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Reply #18 on: September 17, 2013, 20:25:52
Interessantissimo questo thread, e non posso che condividere tutto ciò che fino ad ora è stato detto!!! Anche a me è capitato più volte ad assistere a scene assurde, come tirar su un grongo da un metro e mezzo con il bibi, ma concordo sul fatto che studiare le proprie battute di pesca applicando le proprie conoscenze, prima o poi ripaga: molto più rispetto a chi pesca appunto a casaccio!!!
Ma concordo anche io su una cosa che ha sottolineato Maxfish
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Io dico anche che chi abita vicino a spots di pesca in mare ha molti vantaggi concreti. Infatti anche chi ha una tecnica approssimativa e un'attrezzatura mediocre, se si trova nel posto giusto al momento giusto riesce a fare belle catture, senza considerare la possibilità di andare a fare i classici due lanci dopo il lavoro o dopo cena o quando si vuole.
[/quote]
Sulla pesca penso che sia molto importante la costanza... Non solo perché questa aiuta a metter su un po' di esperienza (cosa fondamentale), ma anche perché chi pesca di più, matematicamente ha molte più possibilità di prendere qualcosa rispetto a chi pesca saltuariamente!!! E' un po' come i numeri del lotto: uno può giocare gli stessi numeri per più volte... Può fare cilecca uno, due, cinquanta, cento volte ma prima o poi i numeri escono... Diverso il discorso per chi gioca saltuariamente; certo, il colpo di c... ti può capitare, ma è roba occasionale!!
Io stesso ho parecchie difficoltà ad andare a pescare: studiare lontano da casa e convincere i miei genitori a lasciarmi la macchina di certo non mi aiuta: specialmente se si considerano i prezzi del carburante!!! Da questo capisco che se forse pescassi un po' di più, sicuramente avrei dei risultati migliori... Ma molto spesso, lo stesso pianificare le pescate nei giorni propizi, diventa molto difficile!!!
Ciao!!
Vivo la vita a un'uscita di pesca alla volta! Non mi importa ne dove, ne quando, ne come! A ogni uscita di pesca, sono un'uomo libero!


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Reply #19 on: September 18, 2013, 13:13:37
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E no! spiacente ma con il lotto non funziona come dici tu.
Il fatto di giocare assiduamente gli stessi numeri non aumenta affatto la percentuale di uscita,sempre 90 sono i numeri da estrarre e le estrazioni non hanno nessun filo logico che le collega.
Ogni estrazione è storia a s'è!
Provate a leggervi le percentuali che danno per fare per esempio una cinquina... forse in dieci vite???
Ciao lu60!!!
Senza stare a soffermarci su come funziona il lotto e la statistica applicabile ad esso, il mio voleva essere solamente un'esempio banale per dire che chi pesca con più assiduità ha maggiori probabilità di successo rispetto a chi pesca saltuariamente: un po' come nel lotto, chi gioca di più ha sicuramente più successo rispetto a chi gioca una volta ogni tanto... Tutto qui!!! Poi certo che so che ogni estrazione è una storia a se, non dico sicuramente che se i numeri che sono usciti oggi non usciranno domani... Ripeto il mio era solamente un'esempio banalissimo!!!
Ciao!!
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