Rimanendo punto fermo che il diritto al voto è il principio cardine delle politiche democratiche, ho notato che ci sta tanta ma tanta confusione sui 4 quesiti referendari di giorno 12 e 13 giugno, analizzando la cosa in modo oggettivo, e pensandoci un bel po' su, mi viene da dire questo:
Acqua pubblica: l'acqua è un bene pubblico, e su questo non si puo' sindacare, ma resta comunque il fatto che gia' i Comuni da tempo possono incaricare enti privati per la gestione, cosa che già da anni oramai avviene nel mio Comune.
Centrali nucleari: L'Italia è circondata da 195 centrali nucleari, solo 58 sono in Francia, 5 in Svizzera, 1 in Slovenia, 17 in Germania, quindi quasi confinanti con noi. Cosa pensiamo, che se malauguratamente accada qualche incidente in una di queste centrali noi siamo immuni? Abbiamo avuto le nubi da Fukushima, e non dimentichiamoci Chernobyl. E poi, visto che gia' il rischio lo abbiamo, da altri Paesi, perchè dobbiamo spendere milioni e milioni di euro ogni anno per comprare l'energia dagli altri, quando possiamo produrla e e anche venderla? Certo la paura, la mia in primis è quella che in caso di costruzione di queste centrali, venga applicata la solita mentalità/modalità ITALIANA...(del tipo, non riusciamo a finire la A3, figuriamoci una centrale nucleare), ma le competenze le abbiamo eccome se le abbiamo.
Inoltre non dimentichiamo che gia' abbiamo le centrali dismesse qua in Italia, e che le scorie sono stoccate in Francia e che a breve, ce le tornerà indietro, e dovremmo provvedere noi a smaltirle.
Leggittimo impedimento: scade ad ottobre, ma sono del parere che qualunque cittadino Italiano, se chiamato in aula, e non si presenta, il processo deve comunque andare avanti.
Inoltre penso che avrebbero potuto accorpare questo referendum alle amministrative da poco trascorse...ci è costato 320 milioni di euro!
Questo è tutto.