I VENTI parte prima

Aperto da amarone, Maggio 07, 2008, 00:30:08

Discussione precedente - Discussione successiva
 Per gli antichi Romani tutti i venti abitavano nelle isole Lipari sotto il comando del custode o dio Eolo, da qui anche il nome Eolie. Per gli antichi Greci invece la sede era la Tracia , quel territorio che attualmente fa parte di Grecia, Bulgaria e Turchia. Ed è greca la Torre dei venti (l'antenata della nostra attuale Rosa dei venti), costruita nel I secolo a.C. ad Atene, è un edificio ottagonale di cui ciascun lato è sormontato da un bassorilievo con la raffigurazione di un vento. Al culmine della Torre si trovava un tritone di bronzo che girava al soffiare del vento indicando così il lato dell'edificio con il disegno del vento corrispondente. In ogni caso sia per i Romani che per i Greci i venti erano quattro principali e quattro secondari, otto appunto, come i lati della Torre, e naturalmente per tutti e due i popoli c'erano venti buoni e venti cattivi. La buona conoscenza dei quattro principali serviva soprattutto per garantirsi una tranquilla navigazione, erano Borea dal nord, Noto dal sud, Zefiro (per i Romani Favonio) da ovest ed Euro (per i Romani Vulturno) da sud-est. I quattro secondari erano invece Caecias o Aquilone da nord-est, Apeliotes da est, Lips o Africo da sud-ovest e Skyron da ovest o nord-ovest.
E dopo oltre duemila anni è cambiato qualche cosa? Da un punto di vista no, nel senso che i venti che soffiavano allora continuano ancora oggi con la stessa intensità e nella stessa direzione. Da un altro punto di vista, quello della conoscenza, naturalmente, è cambiato tantissimo. E allora andiamo a vedere prima cosa di tutto cos'è il vento e come si forma. In tutti i libri, giornali o siti internet la definizione è sempre la stessa: "è lo spostamento di una massa d'aria da una zona dove la pressione atmosferica è maggiore ad una dove è minore". Ma che vuol dire? Che la zona con pressione atmosferica maggiore non è altro che una zona di aria fredda, viceversa con pressione atmosferica minore è aria calda. L'aria calda essendo più leggera tende a salire in su, al contrario l'aria fredda, più pesante, tende a scendere giù e nel momento in cui trova lo spazio lasciato libero dall'aria calda, lo occupa, questo movimento crea il vento. Naturalmente la velocità del vento sarà tanto più elevata quanto più rapida sarà la variazione fra queste due aree. Un vento violentissimo come la famosissima Bora che soffia a Trieste, per esempio, dipende dalla notevole differenza di pressione tra l'altopiano del Carso (freddo) e il mare (caldo), per cui l'aria cade su Trieste a precipizio, come l'acqua di un'altissima cascata. Questo schemino penso rappresenti al meglio quanto finora accennato             

                       

Semplificando al massimo, teoricamente, potremmo dire che l'aria fredda del Polo Nord e del Polo Sud genera vento andando ad occupare il posto dell'aria calda dell'Equatore. In realtà non è così per vari fattori, il più importante si chiama "forza di Coriolis" che non è altro che una forza causata dalla rotazione della Terra. Esempio banale: se uno sparasse dal Polo Nord in direzione dell'Equatore la pallottola non seguirebbe una linea retta ma cadrebbe spostata leggermente verso destra, stessa cosa dal Polo Sud la pallottola arriverebbe all'Equatore spostata a sinistra. Appunto perché la Terra gira su sé stessa. Identica cosa quindi per i venti, nell'emisfero boreale (il nostro) i venti tendono a deviare verso destra, nell'emisfero australe tendono a deviare verso sinistra. Un altro fattore è la presenza o meno del mare (o della terra) in quanto trattengono il calore in modo differente, la terra si riscalda prima e si raffredda prima, il mare viceversa. E come ultimo fattore, ma non meno importante, tutti gli ostacoli (catene montuose, foreste, boschi, città) che possono bloccare, deviare, aumentare l'andamento dei venti o in alcuni casi alterarne la temperatura. Ma come si misura il vento? Tralasciando lo strumento utilizzato per questo scopo, l'anemometro, presente in tante varianti ( a filo a piombo, a coppette, a palette...) noi comunissimi pescatori che andremo a passare una mezza giornata in riva al mare o trascorrere un paio d'ore di bolentino sulla nostra barca come faremo? Utilizzeremo semplicemente lo stesso metodo che usavano i Greci, i Romani e tutti gli altri popoli fin dalla notte dei tempi, cioè con la sola osservazione degli effetti del vento sull'ambiente. E il merito di aver creato uno schema di questi effetti è stato l'Ammiraglio inglese Beaufort che nel 1805 ha avuto il pregio di catalogare tutto ciò che anche noi semplici pescatori possiamo notare e permettere in tal modo la diffusione di informazioni affidabili e universalmente comprese sulle condizioni del mare. Questa la Scala Beaufort

                    (velocità del vento a una altezza standard di 10 m su un terreno piatto)

grado velocità tipo di vento                     caratteri indicativi
         (km/h)
0      0-1      calma         il fumo ascende verticalmente; il mare è uno "specchio"

1      2-5      bava di vento          il vento devia il fumo; increspature dell'acqua

2      6-11      brezza leggera       le foglie si muovono, onde piccole, ma evidenti
            
3      12-19      brezza        foglie e rametti costantemente agitati, il vento dispiega
                     le piccole bandiere; piccole onde, creste che comincia-
                                                          no a infrangersi

4      20-28      brezza vivace   il vento solleva polvere, foglie secche, i rami sono
                            agitati; piccole onde che divengono più lunghe
               
5      29-38      brezza tesa   gli arbusti con foglie cominciano a oscillare; nelle
                                        acque  interne si formano piccole onde con
                                    creste;onde moderate, allungate

6      39-49      vento fresco   grandi rami agitati, i fili telegrafici fanno udire un
                      sibilo; si formano marosi, con creste di schiuma bianca,
                       generalmente con spruzzi

7      50-61      vento forte   alberi interi agitati, difficoltà a camminare contro
                            vento; il mare è grosso, la schiuma comincia a
                                    essere sfilacciata in scie

8      62-74      burrasca moderata   rami spezzati, il camminare                                                                                                    contro vento è impossibile;
  marosi di altezza media e più allungati, dalle loro
                                              creste si distaccano turbini di spruzzi
                                                                                                              
9      75-88      burrasca forte           camini e tegole asportati; grosse ondate, spesse scie
                          di schiuma e di spruzzi sollevate dal vento possono
                         ridurre la visibilità

10      89-102      tempesta    rara in terraferma; alberi sradicati, gravi danni alle
                             abitazioni  enormi ondate con lunghe
                                                                                  creste a pennacchio 
   
11      103-117   fortunale                           si verifica raramente; gravissime devastazioni; onde
                      enormi e alte che talvolta possono nascondere navi di
                       medio tonnellaggio; visibilità ridotta

12      oltre 118   uragano                        in terraferma, distruzione di edifici, manufatti ecc.; in
                      mare l'aria piena di schiuma e di spruzzi porta a visibili-
                       tà assai ridotta


Ma quali sono i venti che ci interessano più da vicino? Innanzi tutto c'è da dire che i venti vengono classificati in quattro grandi categorie: Costanti, sono venti che soffiano tutto l'anno, sempre nella stessa direzione e nello stesso senso, come gli Alisei ; Periodici, venti che invertono periodicamente il senso, possono essere a periodo stagionale come i Monsoni, o a periodo diurno come le brezze; Irregolari o Ciclonici sono invece venti violentissimi e appunto irregolari dotati di movimento vorticoso, essi prendono nomi diversi secondo le località , uragani (dall'amerindio huracanes) tifoni ( dal cinese t'ai fung, vento violento) tornado ( dallo spagnolo tornados , giro, vortice). E infine Variabili o Locali che soffiano irregolarmente nelle zone temperate e che quindi sono quelli che interessano anche le nostre zone. Prima di vederli nel dettaglio però ci sono da fare due premesse fondamentali, che nel 99% dei casi non vengono mai menzionate quando si parla dei nostri venti. Prima premessa: i nomi di tutti i nostri venti e della loro  provenienza ci arrivano, come visto, dall'antichità. Alcuni affermano che il punto di riferimento per stabilirne la direzione secoli fà fosse stata l'isola di Creta, altri invece l'isola di Zante, altri ancora Roma o Malta. Io invece penso che la teoria giusta, come succede speso quando l'arco di tempo è così lungo, sia quella che si sia fatto, per così dire, un miscuglio, una fusione dei dati che i vari popoli che abitavano il Mediterraneo acquisivano in quel tempo. Esempio: è fuori dubbio che il vento Grecale indicasse (e indica) la provenienza da nord-est, appunto la Grecia. Ma questo non vale per Creta che ha la Grecia a nord-ovest. Viceversa il Libeccio (Libia), che proviene da ovest o sud-ovest per Creta e Zante, ma non per Malta. E ancora la Tramontana che tutti giustamente traducono dal latino trans montanus cioè al di là dei monti, ma che poi molti sbagliano indicando "quei" monti come le Alpi, sbagliato, i monti sono quelli della Macedonia, appunto, a nord di Creta. Di sicuro c'è che attualmente la Rosa dei venti è centrata a Malta. Seconda premessa: guardare ciò che ci circonda. Quanti di voi che abitano sul medio Tirreno calabrese sono andati a pescare in inverno al Pontile di Lamezia Terme? E quante volte siete partiti con una calma piatta e vi siete ritrovati al Pontile con un vento gelido che vi ghiacciava mani e viso anche se eravate a pochissimi chilometri da casa maledicendo di non essere rimasti al caldo sulla vostra poltrona (e magari senza avere avuto nemmeno una "toccata" alla canna)? Tantissime volte. Era Grecale che seppur molto debole da non poter oltrepassare i monti e quindi non percepibile sulla nostra costa, riusciva a incanalarsi e prendere velocità in quel canalone ai piedi del Monte Mancuso per colpire così giusto noi poveri pescatori sul Pontile. O quante volte avrete notato in una splendida mattina d'estate di trovare il mare d'avanti al Porto di Gizzeria calmo come una tavola per poi arrivare in prossimità del Porto di Amantea e trovare violente raffiche di vento che spingevano verso il largo con relativo scoramento di chi non conosceva bene il luogo e aveva timore a prendere il largo. Bastava aspettare una mezz'oretta. Giusto il tempo che finisse l'azione della brezza che in quel luogo si unisce a un debolissimo Levante (quando c'è) proveniente dalla Valle del Savuto. Ricapitoliamo allora i venti che interessano la nostra penisola. Da nord in senso orario: Tramontana vento freddo spesso violento che spira da nord dalle regioni del nord Europa, non attraversando mari, da noi spesso arriva secco con cielo sereno rimanendo così con umidità molto bassa che favorisce un'ottima visibilità. Grecale vento che soffia da nord-est a sud-ovest con particolare frequenza sulle regioni adriatiche e joniche particolarmente freddo per la presenza di aria siberiana. Levante è un vento che come dice il nome spira da est ed è tipicamente estivo. Lungo la costa tirrenica si mani prevalentemente durante le prime ore del mattino. A volte il Levante è portatore di nebbia o cattivo tempo. Scirocco vento che spira da sud-est e proviene dal continente africano perciò è molto caldo e secco. Durante il suo percorso verso l'Italia però acquista umidità dal mare giungendo da noi soprattutto in estate caldo e umido provocando odiose giornate afose e molto umide. Mezzogiorno o Ostro debolissimo vento che spira da sud, quasi ininfluente per le nostre coste. Libeccio che spira da sud-ovest. Il vento dalle due facce, al sud arriva caldo e "brucia" le piante e i raccolti, al centro-nord arriva umido e violento provocando spesso forti mareggiate e piogge molto intense. Ponente come dice il nome stesso spira da ovest. E' un vento fresco tipico dei pomeriggi estivi. Per un vecchio proverbio è il miglior vento per la pesca "vento di Ponente case di pescatori contente"  E infine il Maestrale da nord-ovest. Ognuno dice la sua per la provenienza del nome, Maestrale perché il più forte e quindi Maestro dei venti, Maestrale perché a Zante il vento proviene da Venezia la città Maestra per eccellenza, Maestrale perché proviene dall'antica via Maestra che univa la Francia all'Italia. In realtà da noi si chiama Maestrale per il semplice motivo che, dove nasce, nella Valle del Rodano, è chiamato Mistral. E' uno dei venti più intensi che interessano l'Italia. Deriva dalla discesa di aria polare che nella Valle del Rodano si scontra con aria calda e umida proveniente dall'Atlantico generando questo vento che colpisce prevalentemente la Corsica, la Sardegna e la costa tirrenica. E per terminare un accenno alle brezze che possono essere di mare, di terra, di lago e brezze tra monte e valle  generate dallo steso meccanismo che abbiamo già trattato a proposito, il diverso riscaldamento fra il mare e la terra. Precisamente la brezza di mare incomincerà a manirsi intorno alle 9-10 del mattino raggiungendo la sua intensità massima nel pomeriggio. Al contrario la brezza di terra sarà al culmine alle prime ore dell'alba.

M.C.  Amarone