Capisco la tua amarezza, Pomatomus, però ti dico anche che non devi disperare. Tutto sta nel cominciare.
Quando il nostro gruppo ebbe origine, eravamo solo in 4 e facevamo i lanci dalla spiaggia. Pian piano attirammo l'attenzione di altri pescatori, che facevano da spettatori e ci consideravano come dei marziani. Nel giro di un mese 6 di quegli spettatori si erano fatti arrivare canne e mulinelli, e diventammo 10. Nel giro di due mesi eravamo già in 30. Una decina abbandonarono, e rimanemmo in 20. Aumentava però il numero dei fan che ci seguivano. Nel frattempo ci impadronimmo delle basi del lancio ground e pendolare, per cui era arrivato il momento di misurare le nostre capacità. Scoprimmo un campo apparentemente di 'nessuno', pianeggiante e talmente ampio da poter approntare ben tre pedane da usare a seconda della direzione del vento. Siccome il vento predominante dalle nostre parti è il maestrale, decidemmo di picchettare e di tracciare il campo con la calce come un vero campo di lancio, in base alla 'pedana di maestrale' col vento che ci veniva dalle spalle. Sfortunatamente per noi, quel campo fu scoperto anche da un pastore che ogni tanto ci portava le pecore al pascolo, per cui dovemmo rassegnarci a condividerlo con lui (nel senso che quando c'erano le pecore, noi ce ne dovevamo andare in spiaggia...). Sostituimmo pian piano le tracce di calce con dei solchi profondi, perché le pecore, brucandosi l'erba, le facevano sparire. Costruimmo perfino uno 'stazzo' (una tettoia) di frasche, per tenere all'ombra le borse frigo delle bibite (che divenne presto bibita unica, birra, a cui il povero Rigoletto faceva gran
).
Ogni nostro incontro era una gran
, ci divertivamo da matti, ci consigliavamo l'un l'altro, non c'è mai stato un minimo screzio ne un minimo accenno di rivalità. Avevamo sempre un capannello di curiosi che ci seguiva, applaudendoci o fischiandoci a seconda di come andava il lancio (specialmente le ragazze, erano dei 'giudici' inflessibili). Non ci davamo mai appuntamento, ognuno di noi andava al campo all'ora e nel giorno che poteva, e si tratteneva per tutto il tempo che voleva, anche sino agli ultimi bagliori di luce.
Stavamo talmente bene insieme che ci capitava di andare al campo anche semplicemente per farci una chiacchierata, lasciando la canna in macchina...
Agli inizi andavamo in gruppo anche a pesca, ma questa si trasformava in una farsa: immancabilmente saltavano fuori salsicce, prosciutti, formaggi, bistecche da arrostire alla brace e fiaschi di vino. Decidemmo quindi di andare a pesca solo in coppie o al massimo in tre, limitando spuntini e beveraggi solo alle runioni di lancio.
Certamente lanciare da soli è molto triste, oltre al fatto che non si ha un compagno che ci osservi e ci possa correggere. Ma vedrai che almeno uno lo troverai, e magari col tempo anche due o tre... Tutto sta nel cominciare, poi si sparge la voce. Trovare un maestro è molto importante, ma attraversare lo stretto per trovarselo in Sicilia potrebbe diventare oneroso. Mi dispiace che nella tua zona ci sia carenza di persone interessate a questo divertentissimo sport e, più in generale, al surfcasting.
Però, ripeto, tutto sta nel cominciare...