Il Pendulum passando dal Ground – Parte 2: il pendulum

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^NONNOROBY^

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Il Pendulum passando dal Ground – Parte 2: il pendulum

Assimilato il ground? Siete già passati al livello 3 (piombo da ore 15)?
Bene, adesso siete pronti ad affrontare il pendulum.
Cominciamo col tarare il rotante. Questo argomento avrei già dovuto inserirlo nella prima parte, purtroppo mi è sfuggito e me ne scuso tantissimo. Spero che in qualche modo vi siate arrangiati oppure che le vostre lezioni sul ground non siano ancora iniziate.

Taratura del mulinello a tamburo rotante
Prendiamo in considerazione il rotante dotato sia di freno centrifugo che di freno magnetico. Il freno centrifugo è costituito da 4 o 6 bussolotti in plastica o carbonio liberi di scorrere su e giù nei 4 o 6 perni disposti a raggiera sulla guancia sinistra della bobina: quando la bobina ruota vorticosamente, la forza centrifuga fa scorrere i bussolotti dalla parte più interna dei raggi alla parte più esterna. Siccome la bobina è racchiusa nel carter del mulinello, i bussolotti vanno a sfregare sul carter creando attrito e quindi rallentano la velocità della bobina. Quando la velocità diminuisce, i bussolotti risentono meno della forza centrifuga e creano un attrito inferiore sulla parete del carter sino a diventare quasi nullo. Il numero ed il tipo di bussolotti da usare è regolato dallo schema esposto più sotto. Il freno magnetico è costituito da 4 o 5 pastigliette di materiale magnetico inserite in appositi fori di una piastra metallica che si trova nella guancia sinistra del mulinello, dotata di un pomello graduato che consente di avvicinare od allontanare la piastra dalla bobina, per aumentare o diminuire l'attrazione magnetica tra pastiglie e bobina. L'attrazione magnetica contribuisce a rallentare la velocità della bobina. Il numero dei fori di contenimento è superiore al numero delle pastiglie per consentire loro diverse disposizioni nella piastra: p.e. tutte ravvicinate e concentrate nella parte centrale della piastra, oppure alternate tra loro (un foro si ed uno no), o ancora 3 ravvicinate e due distanziate, e così via. La quantità di bussolotti e pastiglie da usare può variare a seconda della nostra padronanza già acquisita sul mulinello, del vento favorevole o contrario, del peso del piombo che stiamo usando, del diametro del filo e della quantità imbobinata, o di altri fattori che si possono presentare. In linea di massima, possiamo definire che ci sono 4 elementi principali su cui intervenire per influenzare la velocità della bobina (il tipo di olio, il freno centrifugo, il freno magnetico ed il livello del filo in bobina) ed il loro rapporto è disciplinato da queste regole:
- un olio troppo fluido deve essere controbilanciato da un maggior numero di bussolotti e di pastiglie magnetiche e da una minor quantità di filo in bobina;
- un numero inferiore di pastiglie magnetiche richiede un olio più denso e un numero maggiore di bussolotti.
Insieme a questi meccanismi è presente anche un altro dispositivo molto importante: il regolatore laterale, che agisce direttamente sull'asse della bobina. La bobina è solidale col suo asse,  che oltre a scorrere nei cuscinetti ha anche un gioco laterale. Questo gioco laterale viene regolato da un pomellino rotante che funziona come una micro frizione: più la "frizione" è stretta, inferiore sarà il gioco laterale dell'asse. Di solito si regola il gioco in modo che l'escursione della bobina verso destra e verso sinistra non superi il millimetro. Ovviamente stringendo del tutto la "frizioncina", la bobina quasi si blocca ed allentandola troppo la bobina diventa incontrollabile da parte di tutti gli altri dispositivi di frenaggio, compreso il pollice. Per lo più questa regolazione va fatta una volta ogni tanto ed una regolazione fine, adatta alle nostre specifiche esigenze, potremo farla solo quando saremo padroni assoluti del fuori giri. Un metodo per fare una prima taratura consiste nel tenere la canna alta e far cadere il piombo al suolo: stringiamo al massimo la “frizioncina” in modo che, non appena il piombo tocca il suolo, la bobina si fermi da sola senza l'ausilio del pollice. Attenzione: se vogliamo evitare la nostra prima, terrificante parrucca prima ancora di aver fatto il nostro primo lancio, inizialmente tenete sotto controllo la velocità della bobina con il pollice sino a trovare la taratura giusta!  
La configurazione ideale è legata a tutti i fattori sopra esposti ed alla nostra abilità nel saper utilizzare il pollice, ma per chi sta iniziando (stiamo naturalmente parlando di configurazione da pesca e non da pedana), suggerirei di partire con l'assetto sotto esposto che garantisce un maggior controllo del fuori giri (a discapito della distanza, ma in questa fase non ci interessa: avremo tutto il tempo di incrementarla successivamente).

Anzitutto procuratevi questo materiale:
- un rotolone di filo dozzinale, pagato proprio due soldi, del diametro dello 0.35 per riempire la bobina;
- un rotolo più piccolo di filo sempre dozzinale del diametro 0.80 per lo shockleader;
- un buon numero di piombi da 150 gr di forma sferica o affusolata (beacbomb, acquazoom o simili);
- un paio di cesoie robuste (ideali sono quelle di taglia piccola usate per il giardinaggio, vendute appositamente anche per il surfcasting) da appendere alla cintola;
- un punzone di acciaio inox acuminato per sciogliere i nodi e piccole parrucche;
- un certo numero di ditali in pelle od in gomma (pezzo di camera ad aria per biciclette) con cui proteggere il pollice. Ottimo l'apposito guanto usato dai pedanisti.

Montate sul mulinello tutti i bussolotti più grossi e tutte le pastiglie magnetiche in dotazione, disposte ravvicinate nei fori più centrali, e oliate i cuscinetti con una goccia di olio denso. Regolate il pomellino in modo che le calamite stiano nella posizione più vicina alla bobina (numero più alto della scala graduata). Montate il mulinello sulla canna (montatura alta o bassa, come meglio vi trovate), legate lo shockleader ed il piombo e fate fuoriuscire un drop di un metro. Tenendo alta la punta della canna, fate cadere il piombo al suolo e regolate il registro laterale come spiegato più sopra (attenzione alla parrucca!).
Durante i lanci sentirete il mulinello "gemere"  come se subisse una forte sofferenza: non fateci caso e non fatevi impietosire, perchè non sta soffrendo affatto. Come tutti i cavalli di razza, non tollera i freni e vorrebbe lanciarsi a corsa sfrenata, ma voi state ancora imparando a stare in sella, per cui, ciccio bello, vedi di darti una calmata!  
Quando dopo tanti e tanti lanci sarete ultra sicuri di poter tenere sotto controllo la situazione, potete allentare i freni configurando il mulinello in questo modo:
- Magneti. Tenete solo 3 magneti nella parte centrale della piastra e posizionate il pomellino su un numero intermedio della scala (p.e. sul 4) e quando il piombo è a metà del tragitto nel suo volo in aria, azzardatevi a spostare il pomellino sullo zero.
- Olio. Durante gli allenamenti potete anche usare un olio fluido, ma per la pesca consiglio di lubrificare i cuscinetti sempre con olio denso.
- Bussolotti. Passate gradualmente dai bussolotti grossi a quelli più sottili, diminuendo il loro numero man mano che progredite nel lancio. Tenete presente che mentre con il freno magnetico potete passare, durante il lancio, dalla posizione di massimo frenaggio a quella zero, l'azione frenante dei bussolotti non può essere modificata se non smontando la guancia del mulinello ed asportando od aumentando il numero ed il tipo dei bussolotti.
- Per tutto il periodo dell'allenamento usate un filo ordinario dello 0.35, perchè la parrucca è sempre in agguato e non sempre si può sciogliere con il punzone. Sarete quindi costretti ad usare le cesoie per eliminarla, ed il filo buono costa. Il diametro 0.35 aiuta lo scioglimento di piccole parrucche meglio di un diametro più sottile.
- Bilanciamento della bobina. Le bobine dei rotanti sono perfettamente bilanciate, quando sono vuote. E' quando si avvolge il filo che diventano sbilanciate, assumendo quindi una rotazione irregolare che può dar luogo a perdita di distanza e a fastidiose vibrazioni. Sono i primi 25-30 metri di filo che causano lo sbilanciamento, che può essere eliminato o almeno ridotto imbobinandolo in questo modo: legate il filo alla gola della bobina tutto a sinistra ed iniziate ad avvolgere sovrapponendo le spire tra loro sino a fare una gobba alta 5 mm; poi passate tutto a destra e anche qui fate una gobba di 5 mm; infine passate  a centro bobina e fate la stessa cosa. Ora potete avvolgere il filo normalmente distribuendolo in modo regolare da sinistra a destra e viceversa. Riempite la bobina sino a 2 mm dal bordo.

Nota: quando legate lo shockleader, posizionate il nodo tutto a destra o tutto a sinistra sul bordo bobina, per evitare dolorosissime lacerazioni al dito durante il rilascio del filo.
Doppiate sempre il nodo dello shockleader sul piombo (il nodo ideale è il Palomar). Un'altra raccomandazione: siccome durante l'apprendimento di parrucche ne taglieremo parecchie, sminuzziamo il filo in pezzetti e mettiamolo in una busta che ci porteremo via, oppure bruciamo la matassa con un foglio di giornale: la matassa diventa una trappola mortale per molti piccoli animaletti.

Il lancio pendolare
Ridisegniamo ancora il famoso orologio:

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Posizioniamoci davanti alle ore 18, spalle al bersaglio e sguardo alle ore 12 e prepariamoci al lancio. Attenzione: se nel settore tra le ore 12 e le ore 19 sono presenti spettatori o autovetture (anche in lontananza), fateli spostare nel settore opposto, perché se dovesse rompersi lo shockleader o sganciarsi il piombo, le conseguenze potrebbero essere disastrose!
La “fregatura” è quando ci capita a pesca: a cambiare spot penso proprio che costringeranno noi…
Entriamo nel cerchio e posizioniamoci al centro, col bacino e le spalle disposti lungo la linea d’asse ore 14-20: piede destro leggermente in avanti rivolto a ore 12 e piede sinistro leggermente indietro e rivolto alle ore 23.
Teniamo il braccio destro piegato a 90° e sollevato in modo che il gomito sia all’altezza della spalla ed il pugno ben più alto della testa.
Teniamo anche il braccio sinistro piegato a 90°, basso e parallelo al suolo, staccato dal corpo.
Lo sguardo è rivolto alle ore 13. La canna, con la punta in alto, è in posizione vericale. La lunghezza del drop è quella che porta il piombo alla stessa altezza del pugno destro. Il piombo è fermo e ci sfiora il pugno.

1° movimento: avanzamento del pendolo. Tenendo il braccio destro immobile in quella posizione (come se fosse ingessato), solleviamo bruscamente la mano sinistra (che si trova all’altezza dello stomaco) in alto sul petto per fare allontanare il piombo dal pugno destro: quando il piombo si trova ad una breve distante dal pugno (al massimo si deve distanziare di 90-100 cm), riabbassiamo bruscamente la mano sinistra nella posizione iniziale all’altezza dello stomaco (imprimiamo cioè una spinta sul calcio del manico). Questo gesto permette al piombo di allontanarsi definitivamente dal pugno destro e di iniziare la sua calata verso le ore 13 (semi-pendolata a scendere). A questo punto richiamiamo nuovamente e bruscamente la mano sinistra all’altezza della spalla sinistra chiudendo velocemente il braccio, e contemporaneamente distendiamo completamente il braccio destro, immobile sino a quel momento, fino a “puntare” il piombo con la cima della canna (è lo stesso gesto che fanno i cacciatori quando imbracciano e puntano il fucile sulla preda, in questo caso rappresentata dal piombo).  Questa azione provoca un allentamento improvviso del drop e quindi viene smorzata l’enorme carica che il piombo ha assunto a causa della forza centrifuga: il piombo prosegue la sua corsa per inerzia, supera le ore 13 e prendere a salire dalla parte opposta (semi-pendolata a salire), rimettendo in tensione il drop: in questo momento canna, drop e piombo devono essere il più possibile allineati. Questa ri-distensione del drop non deve però avvenire a sobbalzi: anche se il drop ha “mollato” grandissima parte della tua tensione, deve rimanere sempre disteso in qualsiasi momento. Dobbiamo assolutamente allenarci a fare in modo che il piombo non superi l’altezza del nostro sguardo, così come dobbiamo assolutamente allenarci, nella primissima fase, a fare in modo che il primo richiamo della mano sinistra non allontani il piombo dalla mano destra più di un metro. Queste misure sono fondamentali per il proseguimento del lancio, per cui, prima di passare al secondo movimento, ripetiamo tutta l’azione più e più volte sino a quando non diventi per noi un’azione spontanea (diceva il nostro famoso amico “Rigoletto”, quando in 4 o 5 ci allenavamo  in un campo sotto un sole spacca cervello, << deve diventare spontaneo come bersi questa lattina di birra>>, e per farcelo entrare meglio in testa a metà mattina si era praticamente già scolato anche le nostre lattine, svuotando il contenitore frigo…).

2° movimento: richiamo del pendolo. Siamo nella posizione in cui canna e drop sono distesi ed allineati su uno stesso piano parallelo al suolo, braccio sinistro ripiegato su se stesso, braccio destro completamente disteso e testa e sguardo puntati sulla punta della canna.  Mantenendo il braccio destro sempre disteso, solleviamolo lentamente tutto in alto sino a portare la canna, con la punta in alto, completamente in posizione verticale. Contemporaneamente distendiamo il più possibile il braccio sinistro in basso e davanti a noi: entrambe le braccia, ben distese, devono mantenere la canna alta e perfettamente verticale e il più lontana possibile dal corpo.  Durante tutta la fase di risalita della canna, testa e sguardo devono sempre seguirne la punta. Ovviamente il richiamo della canna avrà come conseguenza il richiamo del piombo, che quindi effettuerà la pendolata di ritorno, supererà il nostro corpo ed andrà a raggiungere un punto in alto dietro le nostre spalle, nascosto alla nostra vista.
Nelle fasi iniziali di apprendimento, è meglio “guidare” la pendolata di ritorno in modo che il drop oscilli lungo un asse “corto” (ore 13-17), anziché lungo un asse “ampio” (ore 13-18, ore 13-19 o più), in modo da poter caricare la canna con meno difficoltà quando passeremo ai movimenti successivi.
 
3° movimento: abbassamento della canna. In una fotografia, il movimento precedente ci mostrerebbe così: braccio destro disteso alto, braccio sinistro disteso basso davanti a noi, canna con la punta in alto e perfettamente verticale, testa e sguardo rivolti in alto sulla punta della canna, drop che è più o meno a metà della sua corsa di oscillazione di ritorno.
E’ proprio a questo punto che dobbiamo iniziare una serie di spostamenti sincronizzati del nostro corpo: lasciando braccia e canna fermi nella posizione della foto, con movimenti lenti ruotiamo la testa verso sinistra e puntiamo lo sguardo in alto nel cielo. Contemporaneamente ruotiamo nella stessa direzione anche il bacino e la gamba sinistra, con il piede rivolto verso le ore 20 o ore 19. Nel frattempo il piombo avrà concluso la sua fase ascendente dietro la nuca ed esaurita la forza centrifuga resterà in alto per alcuni attimi in una fase di stallo (la canna sembra alleggerirsi tra le nostre braccia). Il ruotare della testa, del bacino e della gamba causano il seguente spostamento automatico delle braccia e della canna: la mano sinistra, sempre col braccio tenuto teso, si solleva sino all’altezza della spalla, il braccio destro si abbassa sino all’altezza della spalla ripiegandosi su se stesso a 90°, la canna passerà dalla posizione verticale alla posizione orizzontale parallela al suolo (il piombo è sempre nella sua posizione di stallo). [Anche se hanno cambiato direzione rispetto al suolo, non spostiamo però le braccia e la canna da quel punto (teniamole sempre alte all’altezza della testa e non ruotiamo anch’esse verso sinistra)]. Quando la canna è parallela al suolo, ruotiamo ancora di più la testa verso sinistra (notate come ora la testa ruota con minor fatica?), puntiamo lo sguardo sempre in alto, sino a quando non la fermiamo in direzione delle ore 18, proprio davanti al nostro bersaglio, con un alzo di 45°. Contemporaneamente ruotiamo ancora il bacino verso sinistra e posizioniamo definitivamente il piede sinistro in direzione delle ore 18. Automaticamente anche il piede destro avrà abbandonato la direzione delle ore 12 per posizionarsi in direzione delle ore 22.
Da mettere a fuoco: il passaggio della canna dalla posizione verticale a quella orizzontale non è assolutamente comandato dalla nostra volontà, ma avviene in modo completamente meccanico a causa della rotazione della testa, del bacino e della gamba. Se c'è anche un minimo di forzatura nel far cambiare posizione alle braccia e alla canna, il lancio è destinato a fallire. A parte questo cambio di posizione, le braccia non devono ancora assolutamente ruotare per seguire bacino e gamba.
Fotografiamo la situazione: testa e sguardo in alto in direzione delle ore 18 con un alzo di 45°; stomaco rivolto a ore 20 e quindi schiena rivolta a ore 14; piede sinistro rivolto a ore 18; piede destro rivolto a ore 22; braccio sinistro completamente disteso col pugno all’altezza ed in direzione dell’orecchio destro; braccio destro dietro la nostra nuca, alto e piegato a formare un angolo di 90° con la spalla destra, pugno destro alla stessa altezza del pugno sinistro; canna parallela al suolo lungo l’asse ore 14-20; drop disteso col piombo in alto in fase di stallo lungo l’asse ore 13-17.

4° movimento: chiusura del lancio. In questo movimento dovremo già sentire “odore di casa”, se abbiamo assimilato il ground, e quindi l’azione dovrebbe essere facilitata. Tiriamo con la mano sinistra il calcio della canna facendo fare al braccio sempre disteso un ampio semicerchio sino a portare il pugno sinistro davanti al nostro sguardo che è puntato in alto nel cielo in direzione del bersaglio, con un alzo di 45°. Il braccio sinistro parte da una posizione più bassa di quella del ground in quanto la canna non è obliqua al suolo ma parallela, però la velocità del richiamo deve essere maggiore in quanto il piombo non è poggiato al suolo ma è sospeso in aria in fase di stallo ed entro brevissimo tempo subirà la forza di gravità che lo farà precipitare al suolo, compromettendo quindi il lancio.
Non appena il pugno sinistro è davanti al nostro sguardo, richiamiamolo repentinamente sulla nostra ascella sinistra piegando con decisione il braccio, e contemporaneamente spingiamo col braccio destro sino a portare il pugno destro ad occupare il posto prima tenuto dal pugno sinistro, davanti al nostro sguardo. Teniamo la punta della canna con un alzo di 70° ed attendiamo che il piombo raggiunga il bersaglio.

Errori più comuni che si verificano nel pendulum cast.

Il piombo tocca il suolo quando si chiude il lancio. E’ dovuto alla mancanza di sincronismo tra la velocità di oscillazione del piombo nella pendolata e la velocità di rotazione del corpo e delle braccia durante il 3° e 4° movimento: la velocità di oscillazione del piombo è superiore alla velocità di rotazione di braccia e corpo, per cui il piombo è salito nella sua posizione di stallo più velocemente di quanto non abbiamo fatto noi nel ruotare, per cui il piombo viene “agganciato” quando già comincia a cadere per la forza di gravità anziché quando è ancora in fase di stallo. Qui i rimedi sono soggettivi in quanto riguardano il nostro “carattere” (passatemi questo termine e quelli successivi): se siamo tipi “calmi” e quindi riusciamo a controllare la nostra velocità di rotazione, diminuiamo la velocità di oscillazione del piombo; se siamo tipi “nervosi” per cui ci è più difficile controllare la velocità di rotazione, aumentiamo di un pelino questa velocità per agganciare il piombo prima che inizi la sua discesa.

Tiro a destra. E’ dovuto all’aggancio del piombo quando è ancora in fase di salita durante la pendolata di ritorno: il piombo non è salito abbastanza dietro le nostre spalle, e ciò causa una tale pressione nel caricamento della canna che il nostro pollice non riesce più a trattenere il filo sino al momento opportuno per lo stacco, per cui lo stacco avviene prima. Quando questo capita, ci sembrerà che la canna pesi una tonnellata e la nostra rotazione subisce un contraccolpo tale che quasi non riusciamo a completarla. Questo inconveniente, insieme alla rottura del nodo dello shockleader, rende oltremodo pericoloso lo stazionamento di persone e cose nel settore destro dalle ore 12 alle ore 18.
A volte ci capiterà di sentire una forte resistenza nel trascinare la canna nel suo moto rotatorio, dandoci la sensazione che la canna sia caricata al massimo ed illudendoci quindi che il piombo verrà sparato chi sà a quale distanza, ma è solo un'illusione, appunto, perchè in realtà il caricamento ideale della canna avviene invece quando avvertiamo solo una (relativa) leggera resistenza (dimostrazione di come la tecnica batta la forza bruta).

Tiro a sinistra. Può dipendere sia perché abbiamo ruotato il piede sinistro oltre le ore 18, sia perché il piombo, pur non toccando il suolo,  è stato agganciato in ritardo già in fase di discesa.

Rottura del nodo dello shockleader. E’ dovuto ad un allentamento del drop durante la fase di salita del piombo nella pendolata di ritorno. Il drop, non essendo completamente disteso, causa durante la chiusura del lancio un richiamo a vuoto della canna per qualche metro, e quando il drop viene nuovamente agganciato provoca un tale contraccolpo da spaccare il nodo di giunzione tra filo e shockleader. Questa è anche la causa maggiore "spaccacanne", se la canna non è di buona fattura o non è adatta al pendulum.

Tiro basso. E’ dovuto allo sguardo tenuto basso sull’orizzonte, che invece deve avere un alzo di 45°.

Termina qui la seconda parte del tutorial.
Se mi consentite una licenza poetica, quando il pendulum ci entra nel sangue vorremmo praticarlo in tutto le occasioni. Beh, è possibile farlo: con delle buone BASS, rotantini da spinning, fili sottili e piombi leggeri possiamo divertirci a pendolare anche a beachlegering. Naturalmente se non scambiamo la spiaggia per la pedana.
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OLTREMARE

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Reply #1 on: August 18, 2009, 09:43:28
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Sul web esistono un'infinità di video relativi al lancio pendolare ed alle sue varianti. Ho scelto questo che per me è emblematico. Questo video, che riprende un lancio eseguito da Neil Mc Kellow, ho ritenuto che potesse fugare parecchi dubbi di chi vorrebbe fare il passo ma non osa.
Gesti semplicissimi, eleganti, incantevoli. Purtroppo sembra tutto facile ma teniamo conto che quel signore vive su un altro pianeta e per lui è ordinaria amministrazione. Tuttavia acquisire una discreta esecuzione di un lancio simile è alla portata di chiunque e ci può ripagare ampiamente dell'impegno profuso. Come dice Nonnoroby "una volta entrato nel sangue vorremmo praticarlo in tutte le occasioni" ed io aggiungo che può diventare il nostro lancio naturale. Son convinto che un lancio come quello del video ci può preservare da probabili mal di schiena e stanchezza dovuti ad una nottata di ground, side o anche solamente above, alla ricerca della massima distanza. E non sto parlando necessariamente di surfcasting ma, perchè no, di tiepide serate estive a pesca di mormore.
Altra esecuzione di Zio Neil, identico al primo, ma su prato
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^NONNOROBY^

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Reply #2 on: August 24, 2009, 11:11:07
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E' evidente, dal video, che l'utente conosce alla perfezione il mulinello.
Se anche voi lo conoscete con la stessa profondità, bene, altrimenti non azzardatevi a farlo se non avete davanti la planimetria del mulinello.
Il disassemblamento completo come da video è sufficiente farlo una volta all'anno: togliere tutte le tracce di grasso ed olio utilizzando del gasolio ed un pennellino morbido da pittore che non perda le setole.
Asciugare i pezzi con un panno morbido che non perde peluria, attendere un pò di tempo l'evaporazione completa del gasolio (eventualmente accelerare il processo con il phon ad aria fredda e a bassa velocità), rimontare i pezzi, oliare i cuscinetti ed ingrassare gli ingranaggi.
Al termine di ogni battuta, risciacquare abbondantemente il mulinello in acqua corrente (meglio se col "telefono" della vasca da bagno al massimo del getto), insistendo soprattutto sul filo in bobina.
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mortimer

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Reply #3 on: August 27, 2009, 18:50:48
complimenti a tutte e due aveta scritto e messo dei video belli e molto semplici da capire, il pendulum è una tecnica meravigliosa, è come andare in bici come la impari non l'ha scodi più, e ti da molte più scianz degli altri lanci, il problema è che per molti pescatori è tabù, speriamo che cambino.
ciao ragazzi Andrea.


^NONNOROBY^

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Reply #4 on: September 13, 2009, 20:02:21
Questi sono i mulinelli a bobina rotante più utilizzati a pesca (alcuni anche in pedana) con il lancio Ground e Pendolare:


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^NONNOROBY^

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Reply #5 on: September 14, 2009, 19:27:27
Questo video aiuta a capire i movimenti di base del pendulum:

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OLTREMARE

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Reply #6 on: September 23, 2009, 17:19:51
Confesso che il disassemblaggio totale del rotante l'ho fatto solo un paio di volte in vita mia e non lo rifarò più ma questo per una questione di mia congenita pigrizia e mancanza di tempo. Chi invece non ha nulla che gli gironzola intorno (leggasi figli, cani, gatti ecc.) può dedicare qualche serata invernale con tempi da lupi alla conoscenza intima di queste "creature" con schema davanti agli occhi, mi raccomando.
Per chi fosse nelle mie condizioni e non volesse, d'altro canto, lasciar aggredire il mulinello dal salino, fate come dice Roberto. Ad ogni uscita lavate il mulinello sotto il getto d'acqua corrente. specie la bobina.
Personalmente adopero un vecchio spazzolino da denti che bagno con una miscela al 50% di acqua e Viakal. Sfrego le parti metalliche evitando le guance esterne che in alcuni modelli possono anche sbiadire. Insisto particolarmente sul piede del mulinello che è la parte più nascosta dove più volentieri si annida il salino e poi risciascquo sotto l'acqua corrente. Ogni tre mesi circa apro il mulo ma mi limito a soffiare dentro dell'aria compressa per rimuovere polvere e depositi. Metto a bagno i cuscinetti nella benzina per accendini e appena asciutti una goccia d'olio (singer o quello in dotazione al mulo) pulisco tutto il resto con un panno morbido e rimonto il tutto. Ho acquistato di recente una coppia di cuscinetti ceramici che non richiedono oliatura ma non li ho ancora montati avendo paura di aumentare ulteriormente la mia pigrizia.
Nonnoroby ha inserito la gamma completa dei mulinelli che vanno per la maggiore, anzi direi che oltre quelli c'è ben poco sul mercato. La scelta è una questione di gusti e preferenze personali anche se il Penn 525 in effetti ha una marcia in più sotto l'aspetto potenza. Personalmente utilizzavo una coppia di Abu 6500 mag (i vecchi verdoni), fedeli compagni di pesca per diversi anni. Dopo tanti tentennamenti e ripensamenti li ho cambiati con due 6500 Premium mag e devo dire che lasciare la strada vecchia per la nuova.... ne è valsa la pena. Il mulinello è molto più fluido, la regolazione dei magneti più precisa ma soprattutto la frizione è veramente un gradino più in sù rispetto ai precedenti.


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