Gestione delle risorse e dell'ambiente: Un patrimonio comune

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marco69

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Un patrimonio comune

Gli Stati costieri hanno deciso di estendere le rispettive zone economiche esclusive fino a 200 miglia marine dalla costa. Questa convenzione ha consentito lo sfruttamento di giacimenti di gas o di petrolio scoperti nei fondali marini. I pesci, mossi dai loro istinti naturali, si spostano liberamente attraverso gli oceani, che per loro costituiscono degli spazi aperti. Data la natura delle risorse ittiche, le attivit? di pesca sono sempre state molto pi? difficili da disciplinare.

L'ittiofauna rappresenta una risorsa naturale, mobile e rinnovabile. La riproduzione dei pesci avviene senza interferenze umane n? costi. L'inconveniente ? che i pesci nuotano dappertutto e, nelle loro migrazioni, percorrono talvolta grandi distanze. L'appropriazione del pesce pu? avvenire soltanto al momento della cattura. Parimenti, ogni pesce prelevato dal mare ? sottratto agli altri pescatori, il che significa che ogni pescatore subisce le conseguenze dell'agire degli altri.

Questa interdipendenza ? inevitabile. Gli stock ittici, quindi, sono considerati come una risorsa comune, una parte del patrimonio comune e, in quanto tale, da gestirsi collettivamente.

? necessario regolamentare le tecniche e gli attrezzi utilizzati per la pesca. (c) Eureka Slide? necessario regolamentare le tecniche e gli attrezzi utilizzati per la pesca.
(c) Eureka Slide

Ai fini di una pesca durevole, non ? tanto importante la quantit? di pesce prelevata dal mare, quanto la specie e la taglia e, soprattutto, le tecniche utilizzate per la cattura e le zone in cui questa ha luogo.

? quindi necessario intervenire per regolamentare non solo il volume delle catture, ma anche i tipi di attrezzi e le tecniche utilizzate per la pesca, affinch? il patrimonio di cui si parla possa essere trasmesso alle generazioni future.

Una gestione comune

La storia della pesca, bench? attraversata da momenti di conflittualit?, ? stata solitamente caratterizzata dalla cooperazione nella ricerca di soluzioni ai problemi comuni. Pesca e acquacoltura sono due importanti fonti di nutrimento e di occupazione per le popolazioni costiere e rurali. La floridezza di queste attivit? dipende tuttavia dalla protezione degli ecosistemi marini in cui vengono praticate, i quali sono esposti particolarmente ai rischi di sovrasfruttamento e d'inquinamento, i cui effetti non conoscono frontiere. Per questo motivo, la lotta contro tali fattori nocivi dev'essere ingaggiata collettivamente.

La pesca, l'acquacoltura e l?Unione europea

Nell'Unione europea, la gestione comune del settore alieutico ? giustificata anche da un altro motivo. Allorch? furono definite le competenze della Comunit? originaria, il settore della pesca, al pari dell'agricoltura, venne incluso fra le attribuzioni della Comunit?, garante della sicurezza degli approvvigionamenti alimentari.

Il loro avvenire nel settore alieutico dipende da una pratica responsabile della pesca oggi. (c) Lionel FlageulIl loro avvenire nel settore alieutico dipende da una pratica responsabile della pesca oggi.
(c) Lionel Flageul

La Comunit? ? stata fondata per garantire la pace e promuovere il benessere in Europa. Tra le politiche elaborate per realizzare tali obiettivi, un posto di rilievo spetta alla promozione dello sviluppo economico nelle regioni caratterizzate da una mancanza di opportunit? di lavoro. La pesca e l'acquacoltura rivestono un ruolo di primo piano in questo processo di coesione economica e sociale.

La politica comune della pesca ? dunque indispensabile all'Unione europea. Il compito di tale politica ? di interessarsi alla dimensione biologica, economica e sociale della pesca.   Nell'ambito della politica comune della pesca sono adottate misure coerenti riguardanti:

    (a) la conservazione, la gestione e lo sfruttamento delle risorse acquatiche vive,

    (b) il contenimento dell'impatto ambientale della pesca,

    (c) le condizioni di accesso alle acque e alle risorse,

    (d) la politica strutturale e la gestione della capacit? della flotta,

    (e) il controllo e la sorveglianza,

    (f) l'acquacoltura,

    (g) l'organizzazione comune dei mercati, e

    (h) le relazioni internazionali.

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