Nel corso dell’anno 2013 la Direzione marittima di Reggio Calabria ha proseguito e ulteriormente sviluppato le linee di attività già avviate ormai da alcuni anni e basate sulla metodologia programmatica finalizzata a fornire un concreto contributo allo sviluppo sicuro e sostenibile delle attività che si svolgono per mare e lungo le coste. A tal fine la Direzione marittima ha coordinato le attività di tutte le capitanerie della Calabria e Basilicata Tirrenica che hanno espletato i compiti istituzionali in modo uniforme e su basi comuni offrendo all’utenza servizi omogenei e regole conformi in tutta la zona di competenza.
L’anno è stato caratterizzato dall’intensa attività di vigilanza dei flussi migratori a causa dell’intensificarsi del fenomeno che con sempre maggior frequenza sta interessando le coste ioniche calabresi, richiedendo un crescente impegno da parte della Guardia Costiera cui sono demandati i compiti di ricerca e soccorso. Le operazioni in mare sono state caratterizzate da elevati fattori di rischio e complessità che hanno messo in evidenza il coraggio e la perizia degli equipaggi delle motovedette che sono riusciti a trarre in salvo uomini, donne a bambini in pericolo di perdersi a bordo di imbarcazioni fatiscenti e spesso in presenza di condizioni meteo-marine particolarmente avverse.
Nell’anno 2013 lungo le coste calabresi sono avvenuti nr. 68 sbarchi con un numero complessivo di 3877 migranti di varie etnie, prevalentemente siriana provenienti dalle coste egiziane, di cui 3016 assistiti in mare e 861 hanno raggiunto inosservati la costa e quindi rintracciati a terra.
Il fenomeno, come negli anni precedenti, ha colpito maggiormente le coste crotonesi e quelle ricadente nell’ambito del circondario marittimo di Roccella Ionica; ha visto l’intervento delle motovedette della Guardia Costiera dislocate nei porti di Reggio Calabria, Crotone e Roccella Jonica, per un totale di 10 unità, percorrendo complessivamente 5809 miglia in circa 350 ore.
In relazione al precedente anno, il numero di eventi è aumentato del 62% circa, di conseguenza e incrementato lo sforzo sostenuto da parte del personale e dei mezzi navali impiegati nelle operazioni SAR a favore dei cittadini stranieri, sbarcati irregolarmente sul territorio calabrese, infatti, nell’anno 2012, gli stessi mezzi sono stati impiegati per circa 184 ore, ed hanno percorso 2208 miglia. Uno degli eventi ritenuto di maggiore rilievo si è verificato in data 1 dicembre 2013, in concomitanza al devastante passaggio del “ciclone Nettuno” che determinava il mani
rsi di critiche condizioni meteorologiche specialmente sul versante ionico della Calabria mettendo in pericolo la vita di n. 142 migranti di nazionalità siriana ed egiziana, di cui 15 donne e 27 minori, a bordo di un fatiscente peschereccio in balia delle onde con motore in avaria, a circa 70 miglia al largo delle coste crotonesi. La complessa operazione di soccorso in mare, coordinata dalla Direzione marittima di Reggio Calabria, ha visto l’impiego di 4 motovedette Guardia Costiera, una nave della marina Militare e di 5 mercantili dirottati in zona ed ha consentito di salvare tutti i migranti nonostante le pessime condizioni del mare.
L’attività di ricerca e soccorso in mare non è ovviamente limitata al solo fenomeno migratorio. Nel corso dell’anno sono stati infatti soccorsi 107 mezzi navali e salvate 392 persone. Tale attività si è concentrata maggiormente durante la stagione estiva nel corso della quale il dispositivo di uomini e mezzi dell’operazione “mare sicuro” ha garantito il sicuro svolgimento dell’attività balneare e della navigazione da diporto.
Tra le iniziative della stagione estiva finalizzate all’implementazione della sicurezza in mare ed alla promozione delle attività legate al mare, di particolare rilievo l’apertura al pubblico degli uffici delle Capitanerie di porto anche nelle ore pomeridiane e nei festivi al fine di garantire massima vicinanza all’utenza nei periodi in cui più è intensa l’attività balneare e la navigazione da diporto.
È proseguito anche nel 2013 il costante monitoraggio dello stato delle coste e del mare finalizzato ad individuare criticità sotto il profilo ambientale e mirato in particolare alla verifica del sistema fognario e depurativo dei Comuni costieri.
Gli accertamenti si sono svolti ad un livello di ulteriore approfondimento sulla base di apposite deleghe impartite dalle Procure inquirenti. Gli approfondimenti richiesti dalle Autorità giudiziarie hanno riguardato in particolare l’accertamento di omissioni e/o negligenze da parte dei soggetti responsabili e controlli tecnici attinenti alle carenze strutturali e manutentive degli impianti. Come da qualche anno a questa parte, la metodologia usata è stata quella programmatica svolta in materia sistematica su tutti i depuratori dei comuni costieri, 365 giorni all’anno, con finalità non solo repressive ma in un ottica costruttiva volta alla individuazione delle cause delle situazioni di compromissione dell’ambiente ed alla concreta risoluzione delle problematiche sulla base del costante confronto e collaborazione con i soggetti istituzionali interessati. L’accertamento di criticità è stata, quindi, sempre seguita dalla informazione e dialogo con Comuni e Enti gestori al fine di consentire una pronta soluzione delle problematiche.
I controlli complessivamente effettuati in materia di tutela dell’ambiente sono 16864. La vasta attività di monitoraggio condotta congiuntamente con Arpacal e ulteriormente implementata nel periodo estivo con le iniziative anche quest’anno promosse dall’Assessorato regionale all’ambiente tramite il numero verde per le segnalazioni dei cittadini, ha confermato che lo stato della depurazione in Calabria rimane una criticità.
In particolare nei 195 depuratori verificati si è rilevato che permangono le criticità precedentemente riscontrate nella generalità degli impianti, sia sotto il profilo della carente manutenzione ordinaria e straordinaria (consistenti principalmente nella mancanza di programmazione nei lavori di manutenzione e nell’intempestività degli interventi di riparazione, nella carenza di personale negli impianti, nell’assenza di un monitoraggio costante delle condizioni di funzionamento) sia sotto quello strutturale. Permangono e si sono in certi casi aggravate anche le criticità riguardanti la rete fognaria, con scarichi in mare di liquami privi di alcuna depurazione.
È quindi elevato il numero di illeciti rilevati in questo settore e pari a 272 (di cui 181 amministrativi e 91 penali). Inoltre, 24 depuratori permangono in stato di sequestro penale e 62 sono tuttora privi di autorizzazione allo scarico, 18 sono risultati del tutto inattivi.
Spicca nell’ambito di questa attività di vigilanza ambientale, l’operazione “Calipso”, condotta dalla Capitaneria di porto di Corigliano Calabro, su delega della Procura della Repubblica di Rossano su diversi depuratori e stazioni di sollevamento della Provincia di Cosenza. In particolare, l’operazione ha portato al sequestro del depuratore comunale a Rossano (località Sant’Angelo) e due stazioni di sollevamento a Corigliano Calabro (località Schiavonea e Pentino), nonché alla conseguente denuncia all’Autorità Giudiziaria di n. 17 persone, tra sindaci, amministratori, dirigenti e dipendenti di civiche Amministrazioni.
L’attività a tutela dell’ambiente deve essere inquadrata nell’ambito della più vasta attività programmatica di vigilanza e monitoraggio degli arenili che viene svolta tutto l’anno al fine di fornire un contributo ai soggetti che esercitano funzioni di gestione sulle aree costiere nonché di prevenire e reprimere eventuali abusi. In tale ambito permane elevato il numero di illeciti riscontrati in danno del pubblico demanio marittimo pari a 320 reati penali, perlopiù di occupazione abusiva, e 64 sequestri convalidati dalle competenti Procure.
Con riguardo alla tutela delle risorse ittiche la Direzione marittima ha esercitato il coordinamento delle attività amministrative e operative, di vigilanza e controllo, assicurando una gestione uniforme in ambito regionale al fine di garantire la crescita sostenibile del comparto della pesca marittima in Calabria.
L’attività di vigilanza ha riguardato l’intera filiera della pesca marittima e precisamente:
- la cattura o la produzione, riferibile alle unità da pesca ed agli impianti di acquacoltura;
- lo sbarco e la pesatura del pescato;
- la vendita al dettaglio, attraverso pescherie, supermercati ed ambulanti;
- la distribuzione all’ingrosso, attraverso mercati ittici dedicati e/o centri di lavorazione o trasformazione dei prodotti ittici.
Inoltre, come ogni anno, si disposizione del Comando generale delle Capitanerie, sono state effettuate delle mirate campagne per il contrasto all’uso delle reti da posta derivanti (così dette “spadare”) e per la tutela del tonno rosso. In particolare, il fenomeno dell’utilizzo abusivo delle spadare in Calabria può considerarsi ormai superato grazie alla costante attività di vigilanza ed al percorso di legalità e crescita verso il quale la Guardia Costiera e le amministrazioni locali hanno indirizzato i pescatori professionali.
I controlli complessivamente effettuati nel corso dell’anno sulla filiera ittica sono 12750 di cui 11277 a terra e 1473 in mare. Le sanzioni elevate sono 380 per un importo complessivo di € 528.620 i sequestri effettuati 205 per un totale di kg. 108.147 di prodotto ittico e 189 attrezzi da pesca abusivi. I settori più critici sono quelli della pesca di esemplari sotto misura e della commercializzazione di prodotto ittico in cattivo stato di conservazione ove i controlli vengono effettuati in collaborazione con le Autorità sanitarie.
Con riguardo alla materia della sicurezza della navigazione la Direzione marittima ha coordinato lo svolgimento dei controlli PSC (Port State Control), che sono verifiche di sicurezza effettuate alle navi straniere ai sensi delle convenzioni internazionali. Grazie all’alto numero di navi ispezionate pari a 119, in particolare nel porto di Gioia Tauro, anche quest’anno la Direzione marittima di Reggio Calabria si è collocata al primo posto a livello nazionale per verifiche di sicurezza contribuendo in modo sostanziale al raggiungimento degli obiettivi assegnati all’Italia dalle organizzazioni internazionali.
Infine, non certamente ultime in ordine di importanza, le competenze in materia portuale ove le capitanerie della Calabria hanno contribuito allo sviluppo e crescita delle attività portuali assicurando la sicurezza globale dei porti tramite la costante attività di controllo e discipline moderne e uniformi delle attività portuali adottate in tutti i porti della zona di competenza. Infatti nello sviluppo dei moderni traffici marittimi l’offerta di sicurezza che un porto può garantire costituisce uno dei fattori fondamentali di sviluppo. In tale ambito la collaborazione con le iniziative promosse dalla Regione Calabria ha contribuito al primo avvio di un traffico crocieristico nei porti della regione ( in particolare Crotone, Corigliano e Reggio calabria) che quest’anno hanno visto lo scalo di 13 navi da crociera.
Con riguardo al traffico commerciale, si registra una crescita dei porti di Corigliano (olio combustibile, sansa, nocciolino, granaglie e ferro) e Crotone (ceppato di legno).
Continua anche il trend di crescita del porto di Gioia Tauro. Il traffico di containers infatti, dopo che negli alcuni anni in cui si era registrata una flessione continua e preoccupante per l’economia locale e per l’occupazione, ha avuto una inversione di tendenza, che ha consentito negli ultimi giorni dell’anno a raggiungere e superare la soglia simbolica dei 3 milioni di TEU (unità di misura dei containers).
Le navi giunte in porto sono state 1560 (1473 nel 2012). Il trend pertanto è sicuramente positivo ed è rafforzato dalla notizia che dalla primavera del 2014 si avrà il ritorno nel porto di Gioia Tauro della MAERKS, con ulteriori importanti volumi di traffico, che si avvarrà di unità tra le più grandi al mondo, di circa mt. 400 di lunghezza e mt. 56 di larghezza. Nel frattempo si preannunciano importanti investimenti dell’Autorità Portuale per il dragaggio del porto e per aumentare la concorrenzialità dell’approdo calabrese.
Fonte: il cirotano.it