Nel 2008 la Giunta chiese dei fondi (450 mila euro) per "studiare" come poter riutilizzare la struttura
Crolla il simbolo del fallimento industriale in Calabria e, nello specifico, area ex Sir; il pontile dell'area ex Sir che aveva il compito di favorire l'approvvigionamento della Sir via mare e che, con l'abbandono di tale progetto industriale, a lungo è stato utilizzato soltanto dai pescatori e dai fotografi dilettanti per l'indubbia particolarità che rappresentava nel contesto paesistico. Diciamo che se non è crollato è proprio in via di crollo per come attestano le foto e i sopralluoghi.
Un pontile sul quale si è scritta la storia di un'epoca di promesse fallite e di sviluppo industriale che non si è mai realizzato. Il pontile ha poi goduto di una ribalta grazia al fatto che è stato rimesso alla ribalta, da Carlo Carlei e da Caterina Misuraca con il concorso di idee che ha accompagnato la proposta di rilancio della struttura "PontileLamezia NuoveIpotesi" dell'associazione culturale "400KC", proposte progettuali realizzate da diversi studi di architettura di tutta Italia ed esposte negli spazi dell'area industriale. Sulla vicenda segnalata da cittadini è intervenuto il sindaco Speranza che ha spiegato come nel corso dal sopralluogo effettuato dalla polizia municipale nell'area del pontile, si è constatato che è ulteriormente ceduta parte del manufatto già in stato di totale abbandono e precarietà.
Informato della situazione determinatasi, il sindaco ha espresso grande preoccupazione soprattutto per l'incolumità dei cittadini e dei pescatori che frequentano la zona. Speranza, che ha già predisposto un'ulteriore ordinanza di chiusura dell'area, negli anni passati ha più volte sollecitato gli enti competenti e ha scritto nuovamente all'Agenzia del demanio, proprietaria del pontile, e agli organi preposti per chiedere un pronto intervento sull'opera costruita negli anni '70 in relazione all'insediamento della Sir e successivamente lasciata in totale abbandono. Il sindaco riferisce «che ha ripetutamente denunciato lo stato di degrado e il problema della sicurezza del manufatto, oltre che l'oggettivo spreco di risorse pubbliche, evidenziando i ritardi negli interventi che, con il passare degli anni, ne hanno compromesso inevitabilmente le condizioni. Dopo varie sollecitazioni e lettere indirizzate agli organi competenti, nel 2008 feci un sopralluogo per verificare lo stato del pontile, alla presenza di un ingegnere dei Vigili del fuoco, del responsabile della Capitaneria di porto di Vibo Valentia, di un funzionario del Genio civile ed opere marittime di Reggio Calabria e di un funzionario dell'Agenzia del demanio. In quell'occasione chiesi una perizia tecnico scientifica per verificare le condizioni di stabilità e per indicare gli interventi necessari al ripristino dell'efficienza dell'opera, fin dall'epoca murata per impedirne l'accesso con tanto di divieti nell'area circostante al fine di evidenziarne l'inagibilità e la pericolosità. Successivamente ho chiamato in causa tutti gli organi competenti, ponendo con più urgenza la questione sicurezza».
Il pontile, di proprietà del Demanio (e quindi dello Stato), avrebbe dovuto costituire il terminale dell'enorme complesso chimico realizzato nella piana di Sant'Eufemia dalla Sir (Società Italiana Resine) nei primi anni '70. Costruito per consentire l'attracco di navi per lo scarico e il carico di materiali necessari per il funzionamento degli impianti, non è mai entrato in funzione.
Il 15 ottobre del 2008, la Giunta comunale su proposta dell'assessore alla Programmazione Francesco Cicione si deliberò la richiesta al dipartimento Urbanistica e territorio della Regione Calabria, del necessario stanziamento di risorse (450 mila euro) per la realizzazione di uno studio di fattibilità nell'ambito del Programma "Paesaggi ed identità" a valere sui fondi della Programmazione comunitaria 2000-2006 per individuare eventuali ipotesi di riutilizzo del Pontile dell'area ex Sir, che purtroppo non è mai stato finanziato dalla Regione.
La delibera arrivò dopo un protocollo d'intesa proposto dal Comune e sottoscritto dal presidente dell'Asi Giuseppe Petronio, dal presidente di Lameziaeuropa Domenico Vasta e dal consigliere provinciale Giampaolo Bevilacqua in rappresentanza della Provincia, con il quale si delegava il Comune lametino all'inoltro della formale richiesta di finanziamento. I tentativi per cercare di recuperare e mettere in sicurezza il manufatto, sono stati tanti e tutti, ad oggi inevasi.
Su altro fronte, su questa specifica vicenda c'è chi sottolinea che «nel terzo trimestre del 2010, tra luglio e settembre, avrebbero dovuto iniziare i lavori di ristrutturazione per 450 mila euro, per la messa in sicurezza dell'opera numero 464 , ossia il pontile dell'area ex Sir. Almeno questo si legge sulla programmazione triennale delle opere pubbliche 2010/2012 dell'Amministrazione del comune. Il problema è che il pontile non ha retto oltre all'attesa dell'inizio dei lavori, ed è rovinosamente crollato. Ha ceduto proprio il punto più in prossimità alla riva, che è anche quello più soggetto a spinte, un punto in cui da tempo le travi hanno smesso di esistere e a reggere tutto il carico era rimasta soltanto una soletta in cemento. È bastato che il tempo, l'erosione dovuta alla salsedine, il vento, le mareggiate facessero il loro mestiere, perché le principali strutture metalliche del pontile - ormai ridotte da anni a miseri lamierini arrugginiti inconsistenti - cedessero provocando una deformazione irreversibile e quindi un crollo inevitabile. Le fotografie documentano l'inizio del crollo: il cedimento ha riguardato solo la campata più a riva del pontile, ma il processo è tutt'ora in corso ed entro qualche ora, questa parte, precipiterà completamente in mare. In fondo si è sempre saputo che prima o poi il pontile sarebbe crollato, era stato abbondantemente previsto, eppure nessuno ha mai mosso un dito per evitarlo. Nonostante sia tutto l'anno preso d'assalto da pescatori e gente alla ricerca di un po' di relax, il crollo del pontile non ha fortunatamente provocato danni alle persone visto che in quell'esatto momento nessuno si trovava a passarvi sopra.
In passato sono state emanate diverse ordinanze di divieto di accesso ed è stata innalzata perfino una recinzione in blocchi per impedirne il passaggio ma la gente non ha mai smesso di intrattenervisi».
GAZZETTADELSUD