LO SCEMPIO CONTINUA… ASSASSINI DI NUOVO ALL’ OPERA
Domenica mattina 16/03/08 mi trovavo lungo il litorale lametino per passare una tranquilla mattinata a pesca, quando arriva un amico e mi dice di aver notato un delfino spiaggiato poco distante da me. Alla notizia mi si è gelato il sangue, mi ha fatto vedere le foto da lui scattate e il cetaceo presentava evidenti segni lasciati da reti assassine evidentemente si era dimenato così tanto da provocargli pesanti lacerazioni ma non c’è stato purtroppo nulla da fare.


Nella stessa giornata, però di pomeriggio, torno a mare in un altro punto sempre della costa lametina trovo l’ ennesima tragedia… Una tartaruga morta


La tartaruga aveva in bocca un amo 5/0 con filo 0/100 tagliato da qualche coffa. Sono del parere che almeno questa testugine poteva essere salvata ma i BASTARDI che l’ hanno salpata hanno deciso di tagliare il filo e rigettarla in mare. Sulla spiaggia è intervenuta una troupe di CITY ONE emittente televisiva del lametino per effettuare riprese e commenti sull’ accaduto, mi sono avvicinato anch’io e li ho pregati di andare vicino all’ area ex sir per documentare l’ ASSASSINIO del delfino (almeno loro mi hanno dato retta). Però il problema è più grave del solito. La zona compresa entro tre miglia marine dalla costa e particolarmente importante per molte specie ittiche; ad esempio, quest’area e caratterizzata da un alto trofismo dovuto all’input di nutrienti provenienti dalla terraferma e in determinati periodi dell’anno essa rappresenta per molte specie la zona ove si concentrano i riproduttori e/o gli individui giovani, sessualmente immaturi, indipendentemente dal fatto che abbiano raggiunto o meno la taglia minima per la loro commercializzazione. Al fine di evitare il depauperamento delle specie di interesse commerciale, l’articolo 111 del Regolamento per l’esecuzione della Legge 963/1965 sulla disciplina della pesca marittima (D.P.R. N. 1639/1968) vieta la pesca a strascico (causa del male pre il nostro mare) all’interno della fascia costiera entro tre miglia nelle zone marine in cui la profondita delle acque e inferiore a 50 m, o entro 1 miglio se la profondita delle acque supera i 50 m. Le argomentazioni a sostegno di questa norma sono riferite in genere sia ai danni causati alle uova deposte sul fondo dal passaggio della rete a strascico, sia alla necessita di tutelare i riproduttori e i giovani di molte specie oggetto di pesca.
In tutto il bacino del Mediterraneo la pesca è stata un'attività tradizionale, che ha fornito cibo e lavoro alle civiltà che hanno popolato le sue coste. Fino a quando i pescatori hanno utilizzato tecniche selettive e su piccola scala, l'impatto sull'ambiente è stato minimo e le quantità pescate erano bilanciate dal rinnovamento delle risorse. L'equilibrio si è mantenuto sino al prepotente ingresso di tecnologie sempre più sofisticate e non adeguatamente regolamentate. Nel Mediterraneo, come in tutti gli altri mari del pianeta, la pesca è ormai causa e vittima di un eccessivo sfruttamento delle risorse, non di rado con metodi di pesca che agiscono negativamente anche sull'ambiente. Non si può inoltre dimenticare che troppo spesso le norme sulla pesca vengono eluse, grazie anche a controlli evidentemente insufficienti. E' chiaro comunque che, oltre all'ambiente, le prime vittime di queste pratiche irresponsabili sono quei pescatori onesti che da un lato soffrono la concorrenza di chi opera in modo sleale e d'altra parte vedono impoverirsi sempre più il mare in cui lavorano. La pesca illegale, oltre a rappresentare una grave forme di concorrenza sleale e a provocare una distorsione del mercato a favore di operatori senza scrupoli, comporta un elevato costo ecologico aggravando la situazione del 75 % degli stock ittici mondiali già sfruttati al massimo o sovrasfruttati dalle attività di pesca legali, impedendone così qualsiasi prospettiva di recupero e vanificando le misure di conservazione degli habitat marini adottate dagli organismi regionali. Penso che basterebbero pochissime leggi per difendere l’ intero ambiente marino ed i pescatori (quelli onesti) e pochi accorgimenti per ripopolare i nostri matri. Pensate che una donna può mettere al mondo un bambino ogni anno, al massimo 2 o 3 nel caso di parto gemellare un pesce invece depone decine di migliaia, a volte milioni di uova da cui nascono un numero incredibile di pesciolini piccolini eppure i mari e gli oceani, per non parlare dei fiumi e dei laghi, si stanno spopolando.Per triplicare il pescato, non serve triplicare il numero dei peschereggi: bisogna triplicare le riserve di pesca (almeno questo il mio parere)infatti tutti possiamo notare che in prossimità di scogli, navi affondate o barriere coralline, la vita marina gioisce miliardi di pesciolini piccolini, se lasciati crescere indisturbati, diventano grossi grossi come il loro papà e la loro mamma, e dalle riserve di pesca si spostano in tutte le zone limitrofe quindi non serve uscire in mare tutti i giorni per raccogliere reti semivuote di pesciolini piccolini bisogna che ci siano vaste riserve di pesca, ovunque, in cui sia vietato lanciare reti, e uscire in mare ogni tanto, dove consentito, per avere le reti stracolme con l’ampiamento delle riserve di pesca si ottiene il triplicamento del pescato ed il dimezzamento della fatica. Vedete piccole cose che può rendere grande il nostro amato MARE. Voglio chiudere questo mio sfogo cercando di riuscire ad ottenere qualche opinione in più da tutti voi.
