EFFETTO SERRA !

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Author Topic: EFFETTO SERRA !  (Read 9063 times)

^ALFIO^

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on: March 22, 2008, 23:20:01




Quello che prima sembrava un paradosso, oggi e' sempre piu' vicino alla realta'!
Con l'inquinamento atmosferico e delle falde acqifere gravi sono le conseguenze che si riperquotono su tutto l'eco sistema.
Con il buco nell'ozono si e' creato il cosiddetto effetto serra, causa del riscaldamento del globo e di conseguenza delle acque che lo avvolgono, alcuni campanelli di allarme li abiamo proprio dal mare, con il sempre piu' avvicinarsi di pesci tropicali ,che purtoppo sono sempre piu' frequenti nei nostri mari.
Dico purtroppo, perche' con l'avvicinarsi di tali pesci strutturalmente piu' forti  e l'inquinamento presente nei nostri mari che stordisce il pesce comune, la flora e la fauna ittica che caratterizzano le nostre coste, sono destinati a soccombere.
Qui, agiungo un altro, purtroppo, tutto cio' fa parte dell'autodistruzione dell'essere umano, che giorno per giorno compromette la propria sorte e quella del futuro che sara'.

Allego un articolo che credo troviate interessante ed istruttivo nel caso vi dovreste trovare in situazioni analoghe.




Non è una bella notizia, ma è bene sapere: nel mare della Calabria sono arrivati pesci palla tropicali  molto velenosi. Chi li mangia muore, e non è conosciuto antidoto alcuno. “Ce ne sono a centinaia e centinaia, i pescatori professionisti ormai li sanno riconoscere e li ributtano a mare. Il problema sono i dilettanti”, dice Sebastiano Stranges, che per primo si è accorto della loro presenza l’anno scorso e che dice di aver avvisato del pericolo le autorità senza trovare ascolto. Pochi giorni fa per un puro e fortunato caso sua figlia ha disinnescato una grigliata di pesce che avrebbe sterminato - il vocabolo non è eccessivo - due famiglie.  

Stranges abita a Palizzi, in provincia di Reggio Calabria, ed è ispettore onorario del ministero per i Beni culturali e ambientali. Lungo le coste del “suo” mare ha scoperto non una, ma tre specie di pesce palla tropicali e velenosi, entrati nel Mediterraneo dal canale di Suez, complice il riscaldamento globale. Le “specie aliene” ormai non fanno più notizia, talmente sono numerose, ma queste, data la pericolosità, meritano un’attenzione particolare. Due dei pesci palla che egli ha identificato in Calabria sono rari, il Lagocephalus sceleratus e lo Sphoeroides pachygaster. A sentire Stranges, particolarmente diffuso e ormai facile da pescare è invece il Lagocephalus inermis, che compare in tutte queste foto e che si è saldamente insediato “tra Palizzi Marina e Reggio Calabria e in buona parte della Sicilia, dove le acque marine non scendono sotto i 14 gradi. La frequenza delle catture è alta, si rinvengono spesso le carogne buttate in mare dai pescatori che li hanno trovati fra le reti”.



Menomale se non altro che i pesci palla non sono mai finiti sulle bancarelle del mercato, ma ributtarli a mare, aggiunge Stranges, non è per nulla saggio: “I pesci che se ne mutrono muoiono, e contemporaneamente diventano essi stessi veicolo del micidiale veleno”. Sperare che, così come sono venuti, i pesci palla se ne vadano dalle coste calabresi? Impossibile, sostiene: “Coloro che li hanno studiati li definiscono ‘la gramigna del mare’. E’ necessario che le istituzioni facciano urgentemente qualcosa per correre ai ripari”. Per il momento, una pezza ce l’ha messa sua figlia di 22 anni, Alessia, che l’altra settimana ha riconosciuto il micidiale pesce palla fra gli ingredienti di una grigliata apparecchiata per due famiglie. E’ saggio fare molta attenzione: lungo le coste greche si è acclimatato un altro pesce palla tropicale. L’hanno mangiato in dieci, e tutti sono finiti al Creatore.

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Lamezia Terme: Pesca con l´amo uno squalo Mako da 15 chili 20/09/2007

Un giovane parrucchiere lametino di 30 anni, Vincenzo Ammendola, nel giorno del suo riposo settimanale va a pesca, ilsuo hobby preferito, e si trova attaccato all´amo uno squalo, a sole due miglia distante dalla costa.

Ammendola parte di buon mattino e giunto sul posto comincia a preparare la sua piccola barca di 5 metri intenzionato e pronto alla pesca del tonno, che in questo periodo, a suo dire, è particolarmente buoni. Sistemato i palamiti, oltre trecento ami con esca di sarda, e si mette in mare pieno di gioia, Peraltro la giornata è splendida ed il mare una immensa tavola blu.

Tutto fa presagire una buona pesca e comunque una giornata divertente e rilassante.

A circa due miglia dalla battigia fa i necessari gesti rituali: cala nell´acqua i palamiti, sistema la barca e inizia la pesca. Ma di tonni neanche l´ombra. Ad un certo punto e ad ora ormai di pranzo, circa le 13, dopo averci messo in mare trecento ami, sente uno strappo irruento e deciso.

 

Tira su la lenza ed in invece di vedere attaccato all´amo un bel tonno trova con sua enorme sorpresa uno squalo Mako di oltre 15 chili. Da pescatore amatoriale è comunque contento, anche perchè lo squalo, una volta a terra, finisce sulla griglia essendo la carne assai prelibata. Il problema però continua in mare: i Mako sono veri e propri predatori e attaccano l´uomo. Quanti altri ce ne sono nelle acque Golfo?


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massy333

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Reply #1 on: March 24, 2008, 07:18:40
complimenti alfio per il bel articolo.sono senza parole


Marco84

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Reply #2 on: March 24, 2008, 11:13:14
grande Alfio... 

un articolo interessante, non ne avevo sentito parlare fino ad ora

sempre a pesca!!!


^ALFIO^

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Reply #3 on: August 04, 2010, 16:51:09
Tetradotossina (Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.)

La tetradotossina (TTX) è una potente neurotossina, un veleno molto più potente del cianuro. La tetradotossina prende il suo nome dalla famiglia dei Tetraodontidae o pesci palla, dotati di quattro denti fusi in un becco, adatto a rompere conchiglie, crostacei e persino rametti di corallo. La stessa caratteristica e lo stesso veleno sono presenti nei Diodontidae (pesci istrice) muniti per di più anche di aculei su tutto il corpo.
100 volte più potente del cianuro di potassio.
La Tetradotossina è 100 volte più tossica rispetto al cianuro di potassio. Un milligrammo di tetradotossina è sufficiente ad uccidere una persona (quantità che può essere contenuta nella capocchia di uno spillo).
La tossina blocca la conduzione nervosa provocando paralisi, vomito, diarrea, convulsioni, blocco cardiorespiratorio.
L'avvelenamento in seguito al consumo di pesci dell'ordine Tetraodontiformes è estremamente grave. La pelle e gli organi (soprattutto il fegato) del pesce palla possono contenere livelli di tetrodotossina sufficienti a produrre paralisi del diaframma e morte a causa dell'insufficienza respiratoria. La tossicità varia tra le specie, nel corso delle stagioni e località geografiche, e spesso la carne (ma non il fegato, quasi sempre letale) di molti pesci palla può non essere così pericolosamente tossica.
Un'altra via di avvelenamento può essere attraverso piccoli polpi come il polpo ad anelli blu, in questo caso il veleno viene iniettato dalle mandibole dell'animale.
Dose letale.
La dose letale media della tetrodotossina per il topo (LD50) specificata dalla scheda di sicurezza è di 334 μg per kg. Assumendo che la dose letale per gli umani sia simile, 25 milligrammi di tetrodotossina possono uccidere una persona di 75 kg. La quantità necessaria per raggiungere una dose letale per iniezione è molto più piccola, pari a 8 μg per kg, Poco più di mezzo milligrammo per persona.
Sintomi e diagnosi.
La diagnosi dell'avvelenamento da pesce palla è basata sulla sintomatologia osservata e dalla recente storia dietetica.
Gli effetti dell'avvelenamento da tetrodotossina includono mancanza di fiato, ottundimento, tinniti, sensazione di "testa leggera", paralisi e battito irregolare. Tipicamente, i sintomi maggiori insorgono rapidamente, quelli minori istantaneamente.
Se si ingeriscono dosi più elevate di 1-2 milligrammi la morte è l'esito più comune. Anche se la tossina si slega dai canali del sodio, via via che la sua concentrazione attorno ai centri nervosi diminuisce, le sue molecole sono eccezionalmente potenti e si scindono dal legame molto lentamente. Il trattamento usualmente consiste di assistenza respiratoria.
Decorso dell'intossicazione e complicazioni.
Il primo sintomo di intossicazione è costituito da un leggero intorpidimento della lingua e delle labbra, che si mani da 20 minuti a 3 ore dopo l'ingestione del pesce avvelenato. Il sintomo successivo è costituito da parestesia a faccia ed estremità, che possono essere seguite da sensazione di leggerezza. Possono comparire anche mal di testa, dolore epigastrico, nausea, diarrea e/o vomito. In alcuni casi possono comparire difficoltà a camminare.
Il secondo stadio dell'intossicazione è costituito da una paralisi ingravescente: molte vittime dell'intossicazione sono incapaci di muoversi e possono presentare difficoltà anche a mantenere la posizione seduta. Il soggetto presenta un'ingravescente insufficienza respiratoria; in genere sono presenti dispnea, cianosi e ipotensione. Viene colpito anche il linguaggio. La paralisi è via via ingravescente e possono comparire convulsioni, danni alle funzioni intellettive e aritmie cardiache.
La vittima, nonostante sia completamente paralizzata, può essere cosciente e in alcuni casi completamente lucida fino a poco prima della morte, che in genere avviene in 4-6 ore, con un range stimato da 20 minuti a 8 ore.
Lavanda gastrica.
Se la tetrodotossina è stata ingerita, la terapia consiste nella lavanda gastrica, la somministrazione di carbone attivo che può legare la tossina. Farmaci agonisti alfa-adrenergici sono stati consigliati in aggiunta alla somministrazione di soluzione fisiologica intravenosa per combattere l'ipotensione. Agenti inibitori dell'acetilcolinesterasi sono stati usati con successo non costante.
Nei pazienti che svengono (di solito prima ci sono gli altri sintomi per cui si ricorre a lavanda gastrica), il soccorritore può provvedere con le regole "A-B-C" (del BLS): l'apertura forzata della bocca e della via aerea; il controllo del respiro e la respirazione artificiale; il controllo della presenza del battito cardiaco e il conseguente massaggio cardiaco se assente.
Terapie più avanzate in ospedale sono di sostegno ai sintomi e agli apparati coinvolti, comportano spesso la tracheostomia, proseguono col ricovero in terapia intensiva dove si pratica la respirazione tramite ventilazione assistita. Si eseguono tutte le procedure standard per il life-support avanzato, (ad esempio applicando un pace-maker cardiaco, dato che i miociti del cuore non vengono coinvolti, ma quelli del nodo atrioventricolare lo sono). Queste misure, che includono anche il mantenimento della pressione arteriosa, la trasfusione di sangue, la dialisi in seguito ad eventuale blocco renale, servono a mantenere la persona in vita fino a che l'effetto del veleno cessa.
Ricerca per l'antidoto contro la tetrodotossina.
Si è avuto un discreto successo nei test per un possibile antidoto nel topo, ma è necessario condurre ulteriori test per determinare l'efficacia negli esseri umani.


Ecco un esempio di quello a cui si va incontro!

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Aggiungo commento del mal capitato.

turiupisciaru | 15 febbraio 2009
Durante una battuta di pesca in apnea nelle acque di Catania mi sono trovato davanti questo strano pesce!!!dopo un po di esitazione ho sparato,perchè era molto grosso circa 2 kg,e l'ho aggiunto al carniere insieme agli altri pesci! Arrivando a casa stanco per le 4 ore di apnea decido di preparare un bel brodo a base di quel pece e di arrostire gli altri con la mia famiglia! devo dire che il sapore ere buonissimo e l'enorme fegato che aveva altrettanto buono!!! dopo aver publicato qst video x capire che pesce fosse ho scoperto,grazie ai vostri commenti,essere un pese palla,uno degli animali più velenosi al mondo!contiene infatti una potentissima tossina alla quale nn c'è rimedio ed è maggiormente presente nel fegato,nella pelle e negli organ interni in generale! ora dopo tanto tempo possiamo ritenerci fuori pericolo e la prossima volta prima di sparare ad un pesce ci penserò 2 volte! cmq ci sono anche alre foto di pesci:gronghi,saraghi,cefali,salpe,ricciole polpi e tordi.Continuate a commentare e VOTATE! ciao e grazie by turi...


Mi raccomando fate attenzione.
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^FLEA^

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Reply #4 on: August 04, 2010, 17:39:33
ma una curiosità... è velenoso solo se si mangia o pure se si tocca?
da quanto ho letto, e cioè che il veleno è presente nel fegato e negli organi interni pare che non ci siano problemi a toccarlo...
Però non si sa mai.. meglio essere sicuri!
Luigi  

Il mare sembra piatto, ma so per certo che nel fondo avvengono continui agguati ed infinite e cruente battaglie....



anto2346

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Reply #5 on: August 04, 2010, 18:22:47
complimenti Alfio un articolo molto utile ;D


elfaccio

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Reply #6 on: August 14, 2010, 20:38:53
più che complimenti io ti ringrazio di cuore...Non sapevo di tutto ciò ed è un'informazione molto seria e utile, di quelle che un giorno possono salvarti la vita 
Spinning...True Emotions


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