NEWS MARE - NOTIZIE DAL MONDO...SOMMERSO

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Author Topic: NEWS MARE - NOTIZIE DAL MONDO...SOMMERSO  (Read 241867 times)

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Reply #120 on: November 25, 2011, 03:37:55
Scoperti i primi ami da pesca, hanno 42 mila anni
Usati per le grandi prede

ROMA, 24 NOV -  Hanno 42 mila anni i primi ami da pesca della storia ed erano destinati alle grandi prede della pesca d'altura. Descritti su Science, gli ami sono stati scoperti fra i resti di grandi pesci, simili ai tonni, in un rifugio situato a Timor Est nel sud est asiatico.

Il risultato si deve a un gruppo di ricercatori australiani e giapponesi e dimostra che la pesca 'd'alturà è iniziata molto prima di quanto immaginato finora. Prima del ritrovamento di questi resti le più antiche prove di pesca in mare profondo risalivano, infatti, a circa 12.000 anni fa. Non solo quindi i primi uomini sono stati molto presto degli abili marinai in grado di attraversare gli oceani, a partire da circa 50 mila anni fa, per colonizzare, per esempio, l'Australia, ma contemporaneamente sono stati efficaci pescatori in mare aperto.

I ricercatori coordinati da Sue Connor della Australian National University hanno scoperto gli ami, realizzati in osso, in una grotta, a Timor Est, fra antichi attrezzi da pesca e resti di pesci, di cui la metà sono pesci pelagici di grande taglia, come il tonno, che vivono vicino alla superficie dell'oceano o nella colonna d'acqua.

Alcuni ami invece sono realizzati con gusci di lumache di mare del genere trochus non adatti alle pesca di grandi pesci ma di specie più piccole. Poiché la cattura dei pesci di grandi dimensioni richiede alti livelli di pianificazione e una tecnologia marittima complessa i ricercatori deducono che già 42.000 anni fa questi uomini che colonizzarono le isole indonesiane di Wallacea, che includono anche Timor Est, erano abili pescatori in mare profondo. Secondo gli autori gli ami scoperti rappresentano il primo esempio al mondo di questo tipo di strumento destinato alla pesca d'altura.

La scoperta dimostra, inoltre, come sottolinea lo studio, l'alto livello di abilità marittime e tecnologiche di questi primi marinai che colonizzarono le isole di Wallacea. E proprio questa notevole abilità nella pesca secondo i ricercatori potrebbe avere facilitato la colonizzazione dell'Australia e della Vicina Oceania. Nel sito sono stati trovati anche resti datati fino a circa 5.500 anni fa che comprendono numerosi frammenti di utensili in pietra e monili di conchiglia e resti di tartarughe di mare e di animali terrestri, come uccelli, pipistrelli, serpenti e lucertole.

AUTORE: MONICA NARDONE
FONTE: ANSA
Sempre camminerò per queste spiagge tra la sabbia e la schiuma dell'onda.
L'alta marea cancellerà l'impronta e il vento svanirà la schiuma.
Ma sempre spiaggia e mare rimarranno.
Kahlil Gibran


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Reply #121 on: November 25, 2011, 03:43:36
Balene: 3 navi Sea Shepherd contro flotta Giappone
Per ostacolare caccia 'scientifica' in mari antartici

SYDNEY, 24 NOV - La nave Bob Barker del gruppo ambientalista radicale Sea Shepherd ha attraccato ieri a Hobart in Tasmania (Australia), in preparazione dell'annuale campagna per ostacolare la flotta baleniera giapponese nella stagione estiva di caccia 'scientifica' nei mari antartici.

La Bob Barker, con un equipaggio internazionale di 35 marinai-attivisti, sara' affiancata dalle navi sorelle Steve Erwin e Brigitte Bardot (nominata in onore dell'attrice francese ora accesa animalista), che si faranno rotta direttamente per l'Oceano Antartico da Fremantle in Australia occidentale.

La scorsa estate Sea Shepherd ha costretto la flotta giapponese a chiudere in anticipo la stagione e afferma di aver salvato la vita a 850 balene. Le azioni di disturbo consistevano nell'interporsi con le navi e i gommoni fra le navi arpionatrici e le balene, lanciare bombe puzzolenti o di vernice contro le baleniere, e tentare di bloccare le eliche con funi d'acciaio.

Gli attivisti prevedono che la missione di quest'anno sara' ''la piu' intensa'', dopo che la flotta giapponese ha ottenuto 30 milioni di dollari di fondi addizionali dal governo per continuare le operazioni che definisce di 'ricerca scientifica'.

''Noi siamo piu' impegnati che mai a impedire la caccia'', ha assicurato la manager della Bob Barker, Andrea Gordon. ''Sea Shepherd diventa sempre piu' forte e siamo piu' preparati che mai a inseguirli e a fermare le uccisioni''. Il fondatore di Sea Shepherd, Paul Watson, che comanda l'ammiraglia Steve Erwin, assicura che lui e il suo equipaggio sono pronti a morire per la causa. ''Ci dovranno uccidere per impedirci di intervenire ancora'', ha detto ai sostenitori a Byron Bay, localita' famosa per il whale watching.

FONTE: ANSA
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Reply #122 on: November 25, 2011, 05:44:40
Pescara: Guardia Costiera recupera tartarughe marine

Le ultime due tartarughe Caretta caretta salvate dalla Guardia Costiera sono state battezzate Silvia e Eleonora. La prima è stata recuperata al largo di Ortona a circa 3 miglia dalla costa. La seconda, invece, a circa 10 miglia dalla costa di Pescara. Quest’ultima aveva ingerito un grosso amo da pesca lungo 8 cm.

Il recupero delle tartarughe marine è stato possibile grazie all’operatività dell’Ospedale delle Tartarughe,  sito nei locali della Guardia Costiera di Montesilvano, dove da anni grazie alla sinergia  fra Comune di Montesilvano, Guardia Costiera e un gruppo di veterinari volontari si è riusciti a prestare le cure e la riabilitazione necessaria al rilascio di decine di esemplari di tartarughe marine della specie “Caretta-caretta”, vittime accidentali dei pescatori o spiaggiate lungo le coste delle regioni Marche, Abruzzo e Molise.

FONTE: GEAPRESS


Delegazione Ue visita area inquinata valle fiume Oliva
Sopralluogo su alveo e incontro con procuratore Repubblica Paola

AIELLO CALABRO (COSENZA), 24 NOV - Sopralluogo di una delegazione della Commissione ambiente dell'Ue nella vallata del fiume Oliva, nel cosentino, al centro di un'inchiesta della magistratura di Paola che ha accertato l'interramento di fanghi ed idrocarburi. Gli europarlamentari dopo avere visitato l'area hanno incontrato i tecnici dell'Ispra e dell'Arpacal. A Paola, infine, si sono incontrati con il procuratore della Repubblica Bruno Giordano che ha condotto l'inchiesta sull'inquinamento dell'area.

FONTE: ANSA
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Reply #123 on: November 25, 2011, 15:09:51
Presentato il “Masterplan per lo sviluppo della portualità calabrese”


Si è svolto a Lamezia, su iniziativa dell'Assessorato regionale all'Urbanistica e Governo del Territorio, la conferenza regionale per presentare il “Masterplan per lo sviluppo della portualità calabrese”. L’iniziativa nasce su richiesta del Presidente della Regione Scopelliti, al fine di programmare interventi di potenziamento e ammodernamento delle infrastrutture esistenti ed in progetto lungo il litorale calabrese. Il “Masterplan” si prefigge l’obiettivo di individuare le più idonee configurazioni infrastrutturali ed organizzative dei porti, dei sistemi di trasporto, delle aree di waterfronts e dei territori limitrofi, allo scopo di migliorare la qualità della vita, la mobilità delle persone e dei flussi economici delle aree costiere, con particolare riferimento alla nautica da diporto ed ai correlati flussi turistici di un settore in fase di crescente sviluppo. Nello specifico, il sistema portuale calabrese è costituito da una serie di porti-approdi di diverse dimensioni e funzioni, distribuiti lungo i circa 740 km di costa della Regione, parte lungo il versante tirrenico e parte lungo quello jonico. Tra gli interventi prioritari una particolare attenzione va posta alla creazione di un sistema portuale efficiente, che possa determinare e trainare il rilancio dell’economia regionale. Tale progetto ha un obiettivo ambizioso che non consiste nella mera realizzazione di nuove infrastrutture, bensì nella creazione di un sistema basato sul connubio mare-terra, dove il porto diventa “porta di accesso al territorio”, e pertanto, elemento indispensabile ai fini dello sviluppo e della modernizzazione della Regione. Il “Masterplan” per lo sviluppo della portualità Calabrese è stato elaborato tenendo presente che affinché il sistema portuale calabrese possa svolgere un ruolo importante nello sviluppo dell’economia regionale, è necessario, innanzitutto, puntare alla valorizzazione funzionale dei diversi porti calabresi ed alla definizione di un assetto coordinato, da sistema integrato, tra i porti caratterizzati da una stessa funzione prevalente (porti commerciali, approdi turistici e da diporto, porti pescherecci).
“Si tratta di uno strumento straordinario – ha dichiarato il Presidente della Regione Giuseppe Scopelliti – che permette di fare chiarezza su un tema strategico in termini di sviluppo, anche del comparto turistico. Abbiamo individuato tutti i porti calabresi esistenti, quelli in fase di costruzione e quelle aree dove in futuro si potranno costruire. Questo ci consentirà nel breve periodo di aumentare l’attuale dotazione di posti barca con l’obiettivo di arrivare, in futuro, ai numeri delle altre regioni più attrezzate. Puntiamo anche ad avere un sensibile aumento dei livelli occupazionali legati ai servizi portuali”.
“Con questo masterplan – ha affermato l’Assessore regionale all’Urbanistica Pietro Aiello - registriamo una grande politica di coesione, come più volte ha ribadito il Presidente Scopelliti. In un certo senso globalizziamo molti interventi che partono dalla portualità, cercando di integrare passato e futuro, dando la possibilità di conoscere il nostro territorio a tutti coloro i quali arriveranno in Calabria via mare”.
“Finalmente la Calabria ha un proprio piano della portualità – ha poi aggiunto la Vicepresidente Antonella Stasi – il primo che la Regione realizza nella sua storia. I porti vengono intesi come ‘porte d’accesso’ verso il nostro territorio, grazie alle quali si potranno scoprire le tante bellezze del territorio”. Dal punto di vista dei contenuti tecnici è intervenuto il Dirigente Generale del Dipartimento Urbanistica e Governo del Territorio Saverio Putortì.

FONTE: Regione Calabria

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Reply #124 on: November 27, 2011, 18:15:30
Il gamberetto che fila la seta come i ragni


Naturwissenschaften, pubblica la ricerca "A novel marine silk" nella quale Katrin Kronenberger, Cedric Dicko e Fritz Vollrath, dell'università di Oxford, rivelano un altro sorprendente aspetto della vita marina: «La scoperta di un istema di produzione della seta in un anfipode marino forniscele indicazioni di un potenziale più ampio della seta naturale. Il tubo di costruzione dell'anfipode Crassicorophium corophiidea bonellii produce dalle sue gambe fibrose, fili adesivi subacquei che combina barnacle cement biologico con aspetti della filatura da estrusione del filo di seta di ragno. Abbiamo caratterizzato la seta filamentose come una miscela di mucopolisaccaridi e proteine derivanti da ghiandole che rappresentano due tipi distinti».

Il "gamberetto" emette la secrezione filamentosa da una ghiandola attraverso un poro vicino alla punta della gamba secretoria, proveniente da un condotto che termina in una camera a forma di fuso. «Questa camera - spiegano i ricercatori - comunica con l'esterno e può essere considerata il serbatoio per la lavorazione della seta/spazio di miscelazione, in cui la seta viene potenzialmente modificata meccanicamente e chimicamente e diventa fibrosa». Secondo lo studio, ulteriori ricerche probabilmente dimostreranno che quiata caratteristica si è evoluta in modo indipendente e che gli artropodi marini hanno un sistema di lavorazione e secrezioone della seta «In grado di fornire non solo spunti importanti non solo per le sete degli aracnidi e di insetti più complesse, ma anche per i "cementi" adesivi dei crostacei».
Vollrath ha spiegato a Bbc Nature che il gamberetto utilizza le fibre per legare insieme frammenti e granelli per costruirsi la "casa": «usa granelli di sabbia, pezzi di vegetazione, alghe ed anche le sue stesse feci».
Anche se si sapeva che il Crassicorophium corophiidea produceva dalle gambe una sostanza appiccicosa, nessuno pensava che si trattasse di seta prodotta in maniera simile a quella dei ragni. Oltre alla sua resistenza al sale e all'acqua, il team di ricercatori sa ancora molto poco sulle proprietà di questo "nuovo" materiale. «Sospettiamo che abbia simili, forti ed elastiche - ha detto Vollrath - Ma il filo si è evoluto per essere filato sott'acqua e per rimanere sott'acqua per tutta la vita, per cui ci saranno alcuni "trucchi" per essere in grado di produrlo in ambiente marino».
Gli scienziati sperano che svelando i segreti biologici di questa seta filata da un anfipode si possano ralizzare prodotti utili come colle marine e "cementi" biologici " resistenti e con minore attrito per rivestire gli scafi delle imbarcazioni.

Vollrath sottolinea che i costi extra da "rallentamento" per i traffici marittimi in tutto il mondo equivalgono a circa 400 milioni di dollari e in gran parte si potrebbero risparmiare se le chiglie delle navi rimanessero pulite: «Non è che vogliamo copiare le cose dalla natura, è che vogliamo essere più ispirati dalla natura per vedere come svolge il suo lavoro».

Fonte: Greenreport.it

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Reply #125 on: November 28, 2011, 22:22:13
In Australia nel Mar dei Coralli il più grande parco marino del mondo


Tony Burke, ministro dell'Ambiente australiano, ha spiegato che si tratta di un'area strategica per la protezione della biodiversità marina, dal momento che ospita una grande varietà di coralli, atolli di sabbia e canyon sottomarini.
Sui fondali del futuro parco sono inoltre adagiate almeno tre navi americane, affondate dai giapponesi nel corso della Seconda Guerra Mondiale nell'area Nord-orientale del Mar dei Coralli: si tratta, nello specifico, della USS Lexington, della USS Sims e della USS Neosho.
Attualmente il più grande parco marino è nell'arcipelago delle Chagos, nell'Oceano Indiano. Istituito l'anno scorso dalla Gran Bretagna, occupa una superficie di circa 544 mila km quadrati, grande dunque quanto la Francia. Una riserva marina che è stata aspramente criticata dopo che Wikileaks ha svelato che si trattava di un piano per impedire al gruppo etnico dei Chagossiani di tornare nelle loro isole, occupate alla fine degli anni Settanta dalle basi militari americane.

Fonte: ecoblog.it

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Reply #126 on: November 29, 2011, 07:23:10
Wwf, nuovi spiaggiamenti tartarughe su coste Puglia
In località Torre Gavetone

BARI, 28 NOV - Sulle coste pugliesi si registrano ancora spiaggiamenti di tartarughe. Lo rende noto il Wwf di Molfetta (Bari) secondo il quale risale a pochi giorni fa il ritrovamento di una carcassa di caretta caretta in località Torre Gavetone, al confine con il comune di Giovinazzo.

La carcassa è stata recuperata per lo smaltimento finale dopo il sopralluogo da parte degli uomini della Capitaneria di porto, di volontari del Centro Recupero Tartarughe Marine Wwf di Molfetta, della Polizia Municipale di Giovinazzo e di veterinari Asl. La tartaruga, in avanzato stato di decomposizione, non riportava - secondo gli ambientalisti - traumi esterni riconducibili alla presenza di ami o ad impatto con natanti. Si presume, pertanto, che le cause possano essere legate ad altri fattori come la pesca a strascico, alle continue esplosioni a largo di Molfetta o a eventuali parassitosi.

Nei giorni scorsi con l'ausilio dei mezzi della Capitaneria di Porto - Guardia Costiera di Molfetta, gli operatori del Centro di recupero del Wwf hanno liberato sei tartarughe a largo di Molfetta. "Il nostro impegno prosegue con l'obbiettivo di verificare le cause che stanno decimando tartarughe e delfini nel nostro mare", sottolinea Pasquale Salvemini, responsabile del Centro di Recupero molfettese. Alle operazioni riguardanti il centro Wwf partecipano alcuni laureandi della Facoltà di Biologia della Sapienza di Roma con cui il Centro Tartarughe del Wwf di Molfetta sarà impegnato nella realizzazione di alcuni progetti scientifici proprio su questi animali marini.

FONTE: ANSA

Oristano, sequestrati 3 mila ricci pescati illegalmente

Sequestrati oltre 3 mila ricci di mare a Capo Mannu, in provincia di Oristano. La Guardia di Finanza di Alghero ha fermato, domenica mattina, alcuni pescatori che operavano in violazione alle norme che ne disciplinano la pesca, la manipolazione, la commercializzazione e, soprattutto, gli aspetti igienico-sanitari.

ORISTANO - Per il raggiungimento del risultato, le Fiamme Gialle del Servizio Navale della città catalana sono intervenute sia con i mezzi navali che con le pattuglie nella corrispondente fascia costiera. Il blitz si è concluso con la verbalizzazione di tre soggetti ed il sequestro di circa 3300 ricci di mare (paracentrotus lividus), immediatamente rigettati in mare in quanto ancora vivi. Sono state sequestrate anche tutte le attrezzature utilizzate per la pesca illegale.

FONTE: SARDEGNAOGGI.IT



28 NOV - Scalea, pesce spada pescato fuori stagione: sequestro della Guardia costiera


Nella giornata di ieri nel corso di un controllo sul pesce posto in commercio, la Guardia costiera di Maratea ha sequestrato a Scalea 4 esemplari di pesce spada, per un complessivo di circa 16 chilogrammi, perché molto al di sotto della lunghezza minima richiesta dalla legge.

Il sequestro è stato segnalato alla Procura della Repubblica di Paola ed il pescato sequestrato è stato devoluto ad un istituto di beneficienza.

Le norme in materia di pesca del pesce spada vietano sia la cattura che il trasporto e la commercializzazione per il periodo compreso tra il 1 ottobre e il 30 novembre, al fine di consentire la riproduzione e il ripopolamento di questa specie.

AUTORE: PIETRO NIGRO
FONTE: RETETRE.TV
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Reply #127 on: December 01, 2011, 18:52:48
Petrolieri all’assalto del nostro mare

La “Princess” della Northen Petroleum lascia il nostro mare Adriatico dopo aver effettuato  sondaggi con la tecnica degli air gun allo scopo di individuare giacimenti di petrolio. E’ il primo atto di quello che può essere definito un vero e proprio assalto al nostro mare e alla salute pubblica, un primo atto al quale seguirà, in mancanza di azioni politiche forti, quello definitivo dell’installazione di piattaforme e dell’estrazione del greggio, con effetti devastanti per l’ecosistema marino e per un’economia, quale quella pugliese, in gran parte incentrata sul turismo, la pesca e l’agricoltura. Anche quest’ultimo settore infatti sarà duramente soggetto alle fonti di inquinamento delle piattaforme petrolifere con oggettivi effetti dannosi sulla salute dei cittadini. Prosegue quindi con forza l’azione delle multinazionali del petrolio che in barba al principio di autodeterminazione dei popoli, nel caso specifico quello pugliese, continua la sua politica con una mossa alquanto astuta, quella di spostare il bacino d’azione a 12 miglia dalla costa mettendo di fatto fuori gioco gli enti locali che in questo modo non sono coinvolti nel procedimento amministrativo. La “Princess” lascia dietro di sé uno strano fenomeno di moria di cetacei, segnalato dal gruppo fb Folgore SalvaGuardia Ambientale, proprio di questi giorni e, anche se non vi sono elementi tali da far pensare ad una correlazione, sta di fatto che la tecnica degli air gun, consistente nell’utilizzo di aria compressa sparata in mare a intervalli brevissimi che non può che essere dannosa per l’udito e l’orientamento dei cetacei. Ora, forse con un po’ di ritardo, si muove la classe politica pugliese e le associazioni ambientaliste, ma la strada è davvero difficile e soprattutto si deve cominciare a pensare che la “guerra” contro lo sfruttamento petrolifero dell’Adriatico, preso d’assalto da nord a sud, non si conduce isolati, non può un singolo comune o regione pensare di sconfiggere le multinazionali del petrolio, la voce di dissenso va portata a Roma, possibilmente con quella di altre regioni (Abruzzo, Basilicata ad esempio) per sollecitare un moratoria internazionale che impedisca alle multinazionali di aggirare l’ostacolo spostandosi in acqua internazionali che, pur essendo tali, non devono rappresentare uno spazio dove regna il vuoto in materia di tutela ambientale. Intanto la senatrice Poli Bortone ha presentato una interpellanza sull’argomento, che si può leggere integralmente. E a supporto scientifico di quanto asserito riportiamo uno stralcio dell’intervista rilasciata dalla prof.ssa D’Orsogna, fisico italo-americano di origini abruzzesi, docente all’Università della California, da anni impegnata contro lo sfruttamento petrolifero dell’Adriatico (vedasi dorsogna.blogspot.com) che, a proposti della Puglia boccia senza mezzi termini ha bocciato l’idea di installare piattaforme petrolifere in Adriatico ritenendole assolutamente dannose per la salute e del tutto incompatibili con un territorio, come la Puglia, fortemente legato ad attività del tipo pesca, agricoltura e turismo: “non si può fare turismo – dice la D’Orsogna – e nello stesso tempo pensare di estrarre il petrolio, o si fa l’una o l’altra cosa”. Tesi supportata la con dati e pubblicazioni scientifiche, che evidenziano come già per le perforazioni vengono utilizzate sostanze chimiche assolutamente dannose per la salute: “già nel corso dei sondaggi è prassi ordinaria – dice ancora la D’Orsogna – il rigetto in mare di fanghi perforanti contenenti benzene, toluene, xylene, ethylbenzene, (BTEX), nitrati, cadmio, cromo, bario, arsenico, mercurio, piombo, zinco, rame, anidride carbonica, idrogeno solforato, mentre le acque di scarto contengono sali, radon, biocidi, anti-corrosivi, idrocarburi. I detriti possono viaggiare anche per decine di chilometri. Pesci e crostacei amano le piattaforme ove le concentrazioni di mercurio sono 25 volte superiori alla media: da uno studio del 1996 del governo federale USA si apprende che il mercurio provoca danni al cervello dei bimbi e ai feti, oltre al sistema circolatorio e immunitario. Le piattaforme in mare non sono un habitat naturale e sano, piuttostogenerano una minestra tossica alla vita marina che inavvertitamente vi e’ attratta (Linda Sheehan,California Coastkeeper Alliance). Una piattaforma nel mare genera 90,000 tonnellate di inquinanti nella sua vita provocando danni ai sedimenti marini, pesca, turismo, uomo. Tra le minacce maggiori vi è anche la dispersione nell’atmosfera di idrogeno solforato, un gas incolore, facilmente infiammabile, la cui tossicità è paragonabile al cianuro, impedisce all’ossigeno di arrivare alle cellule e si caratterizza per lo sgradevole odore di uova marce. E’ altamente inquinante e a lungo andare provoca danni permanenti. I soggetti più vulnerabili sono malati di asma e con condizioni pre-esistenti, persone anziane, donne incinte (L’H2S nell’atmosfera innalza i rischi di aborti spontanei), bambini, che respirando più in fretta degli adulti e maggiori volumi di aria fisico più vulnerabile, più sensibile ai danni problemi di apprendimento sviluppo intellettivo rallentato. Nel corso del convegno la relatrice si è soffermata sui rischi, non frequenti ma possibilissimi, di scoppi e sulla legislazione in materia che in Italia è assolutamente carente. Si pensi che negli USA è vietato trivellare ad esempio nei Grandi Laghi, più grandi dell’Adriatico, mentre in Italia si può trivellare anche a pochi Km dalla costa senza alcun riguardo per l’ambiente e le popolazioni. Le distanze minime per trivellare negli USA sono di 160 Km dalla costa e in Danimarca di 50 Km. I danni provocati da eventuali incidenti, oltre a quelli che già provocherebbe il “normale” ciclo vitale di una piattaforma, coinvolgono non solo la pesca, ma anche l’agricoltura, si pensi al caso Basilicata, il turismo e i settori ad esse connessi”. Non va sottovalutato anche l’entourage delle piattaforme petrolifere: petroliere, oleodotti, desolforatori.

La Regione Puglia sta promuovendo a Monopoli una grande mobilitazione No Petrolio, ma la data che si sta ventilando tra gli organizzatori, si parla addirittura della seconda metà di gennaio, appare un po’ troppo tardiva e più che un “NO” festoso e colorato, ma netto, al petrolio in Adriatico dietro il Gonfalone della Regione, come si legge nel comunicato regionale, potrebbe somigliare di più ad un requiem per il nostro mare.

FONTE: monopoli.tv
AUTORE: Cosimo Lamanna

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Reply #128 on: December 02, 2011, 07:42:46
DUE DELFINI SPIAGGIATI NEL CROTONESE, UNO E' MORTO

(AGI) - Crotone, 1 dic. - Due delfini della specie "zifio", sono stati avvistati sulla spiaggia di localita' "Irto", nel crotonese, intorno alle 18 di ieri. L'evento e' stato segnalato da due pescatori che hanno immediatamente avvisato sia la Capitaneria di Porto che i tecnici dell'Area Marina Protetta "Capo Rizzuto". Sul posto sono intervenuti gli uomini della Capitaneria, i biologi dell'Amp Elena Madeo e Stefania Giglio, nonche' il veterinario Domenico Piro. Purtroppo l'esemplare grande, lungo oltre 5 metri era morto, mentre il piu' piccolo (della lunghezza di 2,5 metri) e' stato rimesso in mare proprio dal veterinario che si e' tuffato in acqua. Sull'episodio interviene Ubaldo Prati, vice presidente della Provincia di Crotone. "Grazie alla proficua collaborazione tra Area Marina Protetta e Capitaneria di Porto - dichiara Prati - e' possibile intervenire per le operazioni di soccorso. Un ringraziamento a quanti nella serata di ieri sono prontamente intervenuti dimostrando grande professionalita'". L'avvistamento dello zifio e' piuttosto raro, probabilmente in relazione alle frequenti e prolungate immersioni. Questa specie - spiegano gli espert i - e' capace di spingersi sino a 2000 mt. di profondita' con apnee di oltre mezz'ora. Tuttavia, un maggiore sforzo di ricerca ha portato un aumento considerevole delle segnalazioni. E' una specie dal comportamento abbastanza schivo, ma talvolta si avvicina alle imbarcazioni mostrando un certo grado di confidenza.

FONTE:(AGI) Red/Adv

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Reply #129 on: December 02, 2011, 11:47:15
Salute: consumare pesce abbassa di 5 volte rischio Alzheimer
Studio presentato a Radiological Society Nord America

ROMA, 30 NOV - Mangiare pesce (al forno o alla griglia) almeno una volta alla settimana, preserva il volume della materia grigia del cervello e abbassa di quasi cinque volte il rischio di ammalarsi di Alzheimer. Lo dimostra uno studio, su 260 persone, presentato al meeting annuale della Radiological Society of Nord America.

I ricercatori hanno raccolto dai volontari informazioni sul consumo abituale di pesce nella dieta. Nel gruppo sono stati individuati 163 soggetti che consumavano pesce almeno una volta alla settimana, poi ogni paziente è stato sottoposto alla risonanza magnetica volumetrica in 3-D del cervello ed è stata applicata una tecnica di mappatura dell'organo che misura il volume della materia grigia. Questa mappatura è stata utilizzata per stabilire il rapporto tra il consumo settimanale di pesce e la struttura del cervello 10 anni dopo.

I dati sono stati analizzati per determinare se il volume della materia grigia era associato al consumo di pesce e i risultati hanno mostrato che il consumo di pesce su base settimanale era positivamente associato ad un volume superiore di materia grigia in diverse aree del cervello: nell'ippocampo, nel cingolo posteriore e nella corteccia frontale e il rischio di ammalarsi di Alzheimer ridotto di quasi cinque volte. "Questo è il primo studio a stabilire una relazione diretta tra consumo di pesce, struttura del cervello e il rischio di Alzheimer" ha commentato uno degli autori della ricerca, Cyrus Raji, dell'università di Pittsburgh.

FONTE: ANSA
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Reply #130 on: December 02, 2011, 23:31:57
DELFINO SPIAGGIATO, ESPIANTATI ORGANI

Sono stati espiantati nella giornata di oggi gli organi del delfino morto, della specie "Ziphius cavirostris" (Zifio), che si era piaggiato lo scorso 30 novembre sulla spiaggia di località "Irto". Dell’episodio, attraverso l’Area Marina Protetta "Capo Rizzuto", è stato informato il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Mare che a sua volta ha interessato l'Istituto Zooprofilattico del Mezzogiorno con sede a Portici. L’Istituto ha inviato, nella giornata di ieri, Caterina Riverso della sezione di Catanzaro e l'Ufficio Veterinario dell'Asp di Crotone. I tecnici hanno provveduto ad espiantare gli organi del cetaceo morto (nella foto) per analizzarli e capire la causa dello spiaggiamento. A tutte le operazioni erano presenti le biologhe dell’Area Marina Protetta "Capo Rizzuto" Stefania Giglio ed Elena Madeo e gli uomini della Guardia Costiera. Per la rimozione della carcassa è intervenuta la ditta "Ormas" contattata dal Comune di Crotone.

FONTE: provincia di Crotone

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Reply #131 on: December 04, 2011, 02:31:07
Mare: progetto Arion, tecnologia al servizio dei delfini


GENOVA, 2 DIC - Un sistema di monitoraggio, nell'area marina protetta di Portofino, e l'elaborazione di un protocollo di comportamenti da seguire in presenza di tursiopi.
Questi, in sintesi, i punti principali del Progetto Arion per la conservazione del delfino costiero.
''Si tratta di un progetto rivolto alla protezione dei tursiopi, che soffrono particolarmente la presenza di imbarcazioni nel loro habitat naturale - ha sottolineato Mauro Gino Taiuti, dell'Universita' di Genova - per monitorarne la presenza e offrire un'educazione ai fruitori delle aree marine dove sono presenti. In pratica, attraverso idrofoni subacquei potremo ascoltare la presenza dei delfini e attivare un sistema automatico per individuarne la posizione da comunicare, in tempo reale, attraverso messaggistica, schermi posizionati nei porticcioli turistici, un portale web dedicato''.

Un impegno importante per la direzione marittima di Genova, che gia' collabora con gli istituti di ricerca per fornire i dati relativi allo spiaggiamento di delfini, cetacei e tartarughe. ''Questo e' un impegno diverso - ha sottolineato l'ammiraglio Felicio Angrisano, direttore marittimo della Liguria - teso a creare una coscienza ancora piu' attiva per la convivenza tra la vita del delfino e l'attivita' diportistica e commerciale. Dal punto di vista operativo - ha sottolineato Angrisano - avremo in dotazione un battello, acquistato in concorso con universita', Unione europea e comando generale, che avra' il compito di vigilare, in maniera discreta, perche' le limitazioni non siano solo atti di imperio ma frutto della coscienza di condivisione del mare dei diportisti''.
FONTE:(ANSA).




Ambiente: Golfo Honduras, al via primo Festival del mare

ROMA, 2 DIC - Al via a Izabal, in Guatemala, il primo Festival del mare, l'iniziativa che punta a promuovere la ricchezza ecologica, culturale ed economica del Golfo dell' Honduras e a proteggere il secondo sistema di barriera corallina piu' grande del mondo, la pesca, il territorio e le tradizioni.
Il festival, in programma fino a 4 dicembre, si articolera' in mercati e discussioni tematiche, con il coinvolgimento delle organizzazioni comunitarie, pubbliche, private e del pubblico in generale dei tre paesi che si affacciano sul golfo (Belize, Guatemala e Honduras).
A raccontare la sua esperienza nell'ambito della pesca ci sara' anche Slow Food, che parlera' del progetto Slow Fish.
Saranno inoltre illustrati i progetti di sviluppo sostenibile ed educazione ambientale con uno spazio di nuove opportunita' per chi intende operare nella regione.

La manizione, che si avvale del sostegno finanziario della Cooperazione italiana allo sviluppo e dell'Unione europea, e' organizzata da CISP-Sviluppo dei popoli insieme all'Alleanza di diritto ambientale e acqua, alla Fondazione Mario Dary Rivera, al Fondo mesoamericano per il sistema della barriera corallina all'Alleanza tri-nazionale per la conservazione del Golfo dell'Honduras. ''Con questo festival - spiega Melvyn Teni', rappresentante del CISP in Guatemala - vogliamo creare uno spazio di educazione ambientale, porre l'attenzione sull'importanza delle risorse marine della zona e sull'urgenza di azioni di protezione e di pesca sostenibile''.
FONTE:(ANSA).



Pesca: Bruxelles, nuovo fondo Ue con 6,5 mld per 2014-2020


BRUXELLES, 2 DIC - Nuovi posti di lavoro e migliore qualita' della vita delle regioni costiere europee: e' questo l'obiettivo dei progetti che saranno finanziati dal nuovo fondo per le politiche Ue per affari marittimi e la pesca (Feamp) proposto oggi dalla Commissione europea.

Il nuovo strumento, per il periodo 2014-2020, secondo Bruxelles contribuira' al conseguimento dei target ambiziosi della riforma della politica comune della pesca, aiutera' i pescatori a compiere la transizione verso una pesca sostenibile e le comunita' costiere a diversificare le loro economie.

Il budget proposto dal Fondo, che sostituira' l'attuale Fondo europeo per la pesca (Fep) e vari altri strumenti, ammonta a 6,5 miliardi di euro per il periodo 2014-2020. ''Questo nuovo fondo - ha detto Maria Damanaki, commissario Ue alla Pesca - consentira' di rafforzare la crescita economica e di creare nuovi posti di lavoro nel settore. Non si spenderanno soldi per costruire grandi imbarcazioni. ''Secondo Damanaki ''saranno invece la pesca artigianale e l'acquacoltura a trarre beneficio dalla maggiore attenzione riservata alle questioni ambientali nello stanziamento dei fondi di bilancio della politica comune della pesca''. La semplificazione delle procedure burocratiche dovrebbe facilitare l'accesso dei beneficiari ai finanziamenti.
FONTE: (ANSA).



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Reply #132 on: December 04, 2011, 12:47:39
Vi ringrazio di queste notizie che sono molto utili. Dobbiamo cominciare a diffondere una mentalità diversa e ad operare in prima persona nella denuncia di questi scandali e abusi. Io vi posso testimoniare la situazione qui in Grecia, che è scandalosa, in particolare a Creta. Controllii zero, rispetto del mare zero (buste di plastica e cartacce che puntualmente devo raccogliere dagli scogli), strage di pesciolini con le reti (atherina), uso selvaggio di reti a strascico, bombaroli in azione di notte (me lo ha detto un poliziotto!!!) ad Alikarnassos, una delle più belle scogliere dell'isola, sub in azione praticamente nei porti, cultura del catch and release inesistente. Come si fa a lottare contro queste cose se le autorità costiere non fanno nulla? I miei cugini che hanno fatto diving ad Agia Pelagia, un vero e proprio ex paradiso terrestre, sono rimasti increduli quando hanno fatto immersioni, in quanto hanno descritto scene di desolazioni, fondali deserti e/o distrutti, assenza di predatori per chilometri e chilometri di costa. nel sud di Creta (notizia da verificare), che è meno controllato, tutti dicono che ii bombaroli agiscono praticamente indisturbati. Certo non è il problema magari più pressante della Grecia, ma il rispetto del mare resta comunque un indice di civiltà di qualsiasi popolo. Noi non possiamo far altro che vigilare vigilare vigilare e denunciare, sperando che le nostre lamentele non rimangano inascoltate. Certo distruggere una delle isole più belle del mondo è roba da ergastolo, a mio giudizio. W il mare e w la cultura del mare. ;D


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Reply #133 on: December 05, 2011, 03:36:08
Guardia Costiera. Sequestrati 32 Kg di prodotto ittico

Gli uomini del Nucleo Operativo della Guardia Costiera di Rimini hanno effettuato nei giorni scorsi controlli sul territorio della provincia di Rimini per la verifica e il rispetto delle normative vigenti in materia di commercializzazione dei prodotti ittici con particolare riferimento alle dimensioni minime delle specie poste in commercio, alla documentazione attestante la rintracciabilità dei prodotti ittici e alle informazioni obbligatorie da fornire ai clienti.

Nell'ambito dei controlli un esercizio commerciale del mercato coperto di Rimini è risultato non in regola: notificato al titolare il reato di detenzione, ai fini della commercializzazione, di 32 Kg di sogliole “solea vulgaris”, di dimensioni inferiori al minimo consentito, reato punito con l'arresto da un mese ad un anno o con una multa da € 516 a € 3.098, in considerazione della particolare gravità della violazione: il prodotto è infatti stato catturato prima dell’avvenuta riproduzione, con conseguente depauperamento delle risorse ittiche.
Il pescato è stato sottoposto a sequestro e donato in beneficenza alla Caritas.

FONTE: Non sei autorizzato a visualizzare i link. Registati o effettua Login


Castellammare - Banda del buco, denunciati 2 datterari
Ieri sera, dopo un'accorta attività investigativa congiunta della Guardia Costiera di Castellammare di Stabia e del Comando Provinciale di Napoli del Corpo Forestale dello Stato, è scattata una brillante operazione, denominata "Banda del Buco", che ha portato al sequestro di oltre 50 Kg. di datteri di mare, il cui valore sul mercato nero e di oltre 5mila euro.

I militari della Capitaneria di Porto stabiese, comandata dal Capitano di Fregata Giuseppe Menna, e gli uomini della Forestale di Napoli, Comandati dal Primo Dirigente Sergio Costa, da diversi giorni stavano monitorando i movimenti di alcuni datterari e ieri, in tarda serata, hanno fermato in flagranza di reato due uomini, A.G. 48 anni e A.C. 39 anni entrambi stabiesi, che rientravano a bordo di un piccolo natante nel porto di Castellammare di Stabia nei pressi della banchina "Mar Morto" (alle spalle dell'Hotel Montil) con a bordo oltre 50 kg di datteri di mare e l'equipaggiamento necessario per pescare e devastare la costa tra cui mute, bombole e utensili vari, oltre ad alcune pietre asportate con sedimenti corallini.

I due sono stati denunciati alla locale Autorità Giudiziaria, mentre è stato disposto il sequestro dei datteri, di tutto l'equipaggiamento e del natante utilizzato dai due pescatori di frodo.

I dettagli dell'operazione sono stati rilasciati nel corso della conferenza stampa tenutasi questa mattina, presso la sede della Capitaneria di Porto di Castellammare di Stabia, dal Capitano Luigi Amitrano della Guardia Costiera e dal Commissario Capo Marcello Russo responsabile del Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale e Forestale del Corpo Forestale dello Stato di Napoli.

L'operazione è stata denominata "Banda del buco" perché i datteri di mare crescono all'interno di buchi che scavano nella roccia sott'acqua, motivo per cui per pescarli è necessario distruggere e devastare interi tratti di costa.

Il Comandante Giuseppe Menna e il Commissario Capo Marcello Russo soddisfatti dall'esito dell'operazione, sono concordi nel dichiarare che il danno ambientale alla costa derivato dalla pesca di questi 50 kg di datteri è enorme e si ripercuote non solo sul delicato ecosistema marino, ma anche sulla bellezza delle nostre coste e dei nostri fondali. Hanno anche voluto sottolineare che l'attività svolta congiuntamente testimonia che i risultati conseguiti sono frutto della preziosa collaborazione "interforze" e della sinergia tra le professionalità della Guardia Costiera e Corpo Forestale.

03/12/2011
FONTE: StabiaChannel.it
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L'alta marea cancellerà l'impronta e il vento svanirà la schiuma.
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Reply #134 on: December 05, 2011, 03:53:21
Gb: fu indecisione timoniere a causare naufragio Titanic
Studio,cambio rotta mezzo minuto prima avrebbe sventato sciagura

LONDRA, 4 DIC - Non l'iceberg visto troppo tardi, ma 30 secondi di indecisione del timoniere furono la causa della sciagura del Titanic. E' questa la nuova tesi sul più drammatico e celebre incidente della navigazione tra Europa e Nord America che nell'aprile del 1912 fece 1496 vittime.

Secondo un nuovo studio condotto in onore del centenario del naufragio della nave e pubblicato oggi dal Telegraph, la nave aveva tempo più che sufficiente per scansare la massa di ghiaccio che ne segnò il tragico destino, ma William Murdoch, il timoniere, aspettò un fatidico mezzo minuto prima di cambiare rotta.

Questa nuova ricerca revoca la conclusione del Wreck Inquiry, l'inchiesta sul naufragio del 1912 in cui era stato stabilito che il timoniere aveva immediatamente virato la nave appena era stato avvertito dell'iceberg imminente. I ricercatori hanno basato la loro teoria sulle nuove testimonianze di due marinai: Fredrick Fleet, il marinaio di vedetta che ha dato l'allarme e Robert Hitchens, il marinaio che manovrava la barra del timone.

Samuel Halpern, l'esperto del Titanic a capo dello studio ha detto che sicuramente il primo ufficiale pensava che la nave sarebbe riuscita ad evitare l'iceberg senza un cambio di rotta."Ha aspettato quei 30 secondi di troppo. E' stata una sua valutazione da marinaio, ma era una valutazione sbagliata". Oltre all'errore del timoniere però, secondo Halpern a causare la morte di centinaia di persone fu anche la decisione del capitano Edward Smith, che dopo lo scontro con l'iceberg, sotto insistenza del presidente della White Star Bruce Ismay che non voleva danneggiare la reputazione della società navale, ordinò di non fermare la nave. A detta degli studiosi proseguire la navigazione fece sì che la nave imbarcasse molta più acqua e affondasse molte ore prima di quanto sarebbe accaduto se fosse stata ferma.

FONTE: ANSA
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Reply #135 on: December 07, 2011, 04:04:16
Pesca: Guardia costiera sequestra 700 kg vongole sottomisura
Denunciato commerciante di Fano

ANCONA, 6 DIC - Durante controlli sulla tracciabilita' del prodotto ittico, personale della Capitaneria di porto di Ancona ha denunciato un commerciante di Fano che deteneva illegalmente oltre 700 Kg di vongole sottomisura.

''Un nuovo risultato - ha detto il comandante del porto e direttore marittimo delle Marche ammiraglio Giovanni Pettorino - della grande attenzione della Guardia Costiera alla salute dei cittadini e alla tutela del patrimonio del nostro mare''.

FONTE: ANSA

La Foca monaca mascotte delle Capitanerie di Porto


Il Corpo delle Capitanerie di Porto ha la sua mascotte. L’animale scelto è in sintonia con l’attività di salvaguardia dell’ambiente marino svolto dalla Guardia Costiera. Sarà, infatti, la Foca monaca, un tempo frequente nel Mediterraneo, a rappresentare le attività che in mare, e non solo, svolgono le Capitanerie di Porto.

Interventi di controllo su varie attività tra cui quelle della pesca. Controlli in mare ma anche nella terraferma come nel caso dei controlli della filiera che includono anche la ristorazione e i mercati ittici. Dal disastroso asporto dei datteri marini, per il cui prelievo si distrugge il substrato roccioso, alle numerose violazioni sulla pesca di animali ormai sempre più rari, come il Tonno rosso, ad esempio.

A decidere il nome della Foca monaca, che da qualche tempo è tornata a fare timidi capolini anche nei mari italiani, potremo essere tutti noi. Basterà, infatti, inviare il nome proposto utilizzando direttamente la mail messa a disposizione della Guardia Costiera e dedicata proprio all’iniziativa mascotte@guardiacostiera.it

Bambini e adulti potranno così liberare la loro fantasia. Un simbolo opportuno e speriamo augurale anche per la simpatica Foca monaca.
Per maggiori informazioni si può consultare il sito web della Non sei autorizzato a visualizzare i link. Registati o effettua Login.

FONTE: GEAPRESS 
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Reply #136 on: December 08, 2011, 04:11:29
Porti: intesa per apertura varco a Saline Joniche
Sottoscritta da Provincia Reggio e Comune Montebello

REGGIO CALABRIA, 6 DIC - Il Presidente della Provincia di Reggio Calabria, Giuseppe Raffa, e il sindaco di Montebello Ionico, Antonio Guarna, hanno sottoscritto un protocollo d'intesa per l'esecuzione dell'intervento di ''apertura di un varco'' nel porto di Saline Ioniche.

Per tale lavoro, e' detto in un comunicato della Provincia, il Comune reggino aveva inoltrato richiesta di contributo che l'Amministrazione provinciale ha concesso nella misura di ventimila euro. L'apertura del varco verra' eseguita nel rispetto delle indicazioni fornite dalla Capitaneria di porto di Reggio Calabria. Il comune di Montebello, in base al protocollo, si impegna, previa l'acquisizione di tutti i pareri e i nulla osta di rito, ad affidare l'esecuzione dell'opera. Il Comune di Montebello ha nominato l'arch. Antonino Diano Responsabile unico del Procedimento.

''La firma del protocollo d'intesa - ha detto il presidente Raffa - concretizza un altro aspetto della collaborazione interistituzionale per il recupero e la valorizzazione del porto di Saline Ioniche. Con le risorse che trasferiamo al Comune sara' possibile avviare un intervento immediato per liberare l'imbocco ostruito dalla sabbia. Di pari passo l'Amministrazione provinciale, d'intesa con la facolta' di Ingegneria Idraulica e Marittima dell'Universita' Mediterranea, sta predisponendo uno studio complessivo sulla costa reggina e la stessa Provincia si appresta all'acquisto di un pontone. Quest'ultimo e' uno strumento indispensabile alla manutenzione periodica dell'imboccatura del porto. Il tutto, ovviamente, in attesa delle risorse aggiuntive che ci consentiranno, anche alla luce dello studio dell'Universita', di avviare interventi strutturali tali da mettere in sicurezza la struttura''.

FONTE: ANSA
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Reply #137 on: December 08, 2011, 04:16:42
Cento anni Titanic, National Geographic arruola Cameron
Due anteprime mondiali firmate dal regista e da Bob Ballard

ROMA, 7 DIC - Si avvicina il centenario del Titanic, affondato la notte del 15 aprile 1912 durante il suo viaggio inaugurale verso gli Stati Uniti, portando con se' 1.517 persone, su 2.224, in una delle piu' gravi tragedie della marineria civile mondiale. E le megaproduzioni televisive sono gia' pronte a darsi battaglia per raccontare ancora una volta le ultime ore del transatlantico ''inaffondabile'' delle White Star Lines.

La National Geographic Society e National Geographic Channel annunciano all'ANSA un importante progetto per commemorare quella data: due documentari che vedranno protagonisti il regista James Cameron e lo scrittore ed esploratore Bob Ballard, nonche' la cover story di aprile del mensile National Geographic Magazine, la prima rivista ad aver raccontato la scoperta del relitto da parte di Ballard nel 1985.

I due documentari, ancora in produzione, saranno presentati in anteprima mondiale nel mese di aprile 2012 dai canali National Geographic che sono distribuiti in 380 milioni di case, 165 Paesi e 38 lingue. In Italia andranno in onda su National Geographic Channel (canale 403) di Sky.

In Titanic: The Final Word with James Cameron vedremo il regista di Avatar e Titanic dare vita insieme ad esperti del settore ad una vera e propria indagine forense sul naufragio.

Cameron, che ha partecipato ad oltre 30 spedizioni sottomarine per esplorare il relitto, ha riunito un team di ingegneri, architetti navali e storici per risolvere il mistero su come e perche' una nave considerata inaffondabile si sia inabissata.

Un'indagine mai tentata prima, che potrebbe cambiare l'interpretazione di che cosa accadde esattamente.

In Save the Titanic with Bob Ballard l'esploratore, che ha rinvenuto il relitto nel 1985, ricostruisce il viaggio compiuto dal transatlantico un secolo fa. Ballard parte cosi' proprio dai cantieri navali dell'Irlanda del Nord, dove venne realizzata l'imbarcazione, e ripercorre la storia della nave e dei suoi passeggeri fino al giorno della tragedia. In questo modo l'esploratore rinnova l'impegno per salvaguardare il relitto minacciato dalle forze della natura, da turisti e da squadri di recupero senza scrupolo.

''National Geographic e' l'unica istituzione al mondo che dispone delle risorse per onorare appieno questo importante anniversario'', ha detto Tim Kelly, presidente della National Geographic Society. ''Stiamo utilizzando tutti gli strumenti a nostra disposizione per produrre e distribuire quei contenuti che il pubblico si aspetta da noi. Sono particolarmente contento che James Cameron e Bob Ballard partecipino a questa iniziativa con progetti di grande importanza ''.

''National Geographic Channel - ha insistito Michael Cascio, Vice Presidente Esecutivo della programmazione di National Geographic Channel International - e' il solo network televisivo mondiale che ha la fortuna di collaborare con le due figure piu' autorevoli sul tema: l'uomo che l'ha trovato il relitto e ha dedicato molti anni della propria carriera alla sua protezione; e l'uomo che ha fatto del naufragio un blockbuster di Hollywood e che vanta oltre 30 immersioni nell'oceano per studiare la nave. Questi documentari verranno ricordati come un punto di svolta sull'argomento''.

Inoltre, sempre nel mese di aprile, il mensile National Geographic dedichera' al tema del Titanic una cover story con un saggio e con foto realizzati da Cameron nella sua ultima spedizione. Tra le ulteriori iniziative di National Geographic anche un sito internet dedicato, videogiochi e libri.

Nicoletta Tamberlich - ANSA
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Reply #138 on: December 12, 2011, 14:06:50
A Cattolica un presepe in mezzo agli squali
Le Natività sott'acqua
Resta aperto ai visitatori per il lungo ponte dell'Immacolata l'Acquario di Cattolica che ospita, come di consueto, i presepi nelle grandi vasche fra i pesci più svariati. Entrata gratis per i bimbi che portano una pallina per il grande albero di Natale.


Rimini, 8 dicembre 2011 - In occasione del lungo ponte dell’Immacolata, l’Acquario di Cattolica apre per il lungo weekend e inaugura la 5a edizione della rassegna “Presepi sott’acqua”: sculture in terracotta, vetro soffiato, ceramica posizionati all’interno delle vasche più suggestive. Quest’anno, per tutto il periodo natalizio, si può dare una mano alla natura e alle specie a rischio regalando il buffo peluche di Squaloanchio, Pinguiniamo o Tartamica a sostegno del progetto “Salva una Specie in pericolo”.

L’Acquario durante tutto il periodo delle festività regala l’entrata a tutti i bambini che porteranno una pallina per decorare il Grande Albero di Benvenuto.

“Presepi sott’acqua” è la rassegna che l’Acquario di Cattolica per il 5° anno consecutivo, propone per la sua apertura al pubblico durante le festività natalizie a partire dall’ 8 dicembre fino al 8 gennaio 2012.

Una rassegna nazionale che ogni anno diventa più ricca di originali Natività artistiche esposte in alcune vasche e nei percorsi. Un evento dedicato all'arte condivisa, al valore del luogo e dei sentimenti nella tradizione del Natale, alla creatività degli artisti senza alterare la bellezza naturale dei fondali, né la salute dei pesci.

La visita all’acquario più grande dell’Adriatico in questo periodo dell’anno diventa un appuntamento da non perdere. Tra i 3000 esemplari marini e terrestri, spiccano i simpatici pinguini di Humboldt, gli squali più grandi d’Italia e le buffe lontre orientali dalle piccole unghie pronte a far divertire i bambini con i loro giochi acquatici e capriole, e che insieme al caimano nano sono la novità di questa stagione.

Quest’anno la rassegna si arricchisce di numerose nuove opere a partire da quelle della antica tradizione delle ceramiche di Faenza, con due tra le principali rinomate artiste faentine: Maria Cristina Sintoni che dal 1984 crea ceramiche artistiche che perpetuano la secolare tradizione delle maioliche di Faenza famose in tutto il mondo e da Laura Silvagni, da 40 anni specializzata in decori raffinati, di ispirazione raffaellesca, secondo la tradizione radicata nell’800 faentino. Una originale new entry è rappresentata dal bassorilievo di Annalisa Benvenuti la più giovane della rassegna, ricercatrice della simbiosi che spazia tra l’illustrazione della scuola del Libro di Urbino e l’antica tecnica del graffito imparata nella bottega di nonno Franchetti a Montefiore Conca.

La Natività più ricca e preziosa è quella della tradizione napoletana di San Gregorio Armeno, dove spiccano sete, porcellane, legno intarsiato e cristalli dell’antichissima arte tramandata da svariate generazioni dai maestri Giuseppe e Marco Ferrigno.

Il presepe tradizionale in terracotta proviene invece da Deruta in Umbria è quello creato dalla Famiglia Guastaveglie, mentre l’arte del vetro soffiato della scuola di Murano espressa dalla Sacra Famiglia in miniatura è racchiusa nelle bolle di vetro, opera del maestro marchigiano Mauro Puccitelli. I piccoli putti, le miniature e i presepi grezzi in terracotta, sono opere di Daniele Foschi di Gradara e di Geo Casadei di Santa Maria del Piano (RN). Non potevano mancare anche quest’anno le nuove Natività di Romano Dini l’artista di Montevarchi (AR) famoso nel mondo per le sue particolari Sacre Famiglie in ceramica e bronzo e per le numerose esposizioni di arte sacra a livello internazionale.

Per la gioia dei bambini, gli addobbi di cioccolata e di zucchero filato sono le particolari opere di Paolo Staccoli dell’ antica cioccolateria Staccoli di Cattolica. Decorazioni che fanno parte del “Grande Albero di Benvenuto” che l’Acquario da a tutti i bambini (fino a 12 anni), invitandoli a partecipare con un loro addobbo personale da appendere e quindi avere così l’entrata gratuita.

 La Natività più suggestiva resta comunque quella immersa nella grande vasca degli squali più grandi d’Italia, circondata da 700.000 litri di acqua marina, custodita da 11 grandi squali toro e nutrice e vegliata da una miriade di carangidi argentatati che curiosamente nuotano attorno ad un opera inedita in terracotta naturale creata appositamente nei laboratori Arte Ceramica di Faenza da Maria Cristina Sintoni. Una originale Sacra Famiglia composta da statue modellate a mano, pezzi unici di maiolica bianca in perfetta sintonia con queste grandi creature marine.

FONTE: Il Resto del Carlino

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FONTE: La Repubblica
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Reply #139 on: December 13, 2011, 21:41:39
Pescatori a deriva nel Pacifico ritrovano parente scomparso
In mare per 33 giorni, zio disperso da anni '50 su isoletta

SYDNEY, 12 DIC - Due pescatori del piccolo stato-arcipelago di Kiribati nel Pacifico avranno storie da raccontare, dopo aver trascorso 33 giorni in mare alla deriva nutrendosi di pesce crudo e bevendo poca acqua piovana e anche di mare, e infine scoprendo il destino di un familiare che si era perduto nella stessa rotta piu' di 50 anni fa.

I due, Uein Buraniwe di 53 anni e Temaei Tontaake di 26, riferisce Radio New Zealand, si erano perduti in piena notte il 22 ottobre, quando si e' guastato il navigatore Gps, e solo un mese dopo, spinta dal vento e dalle correnti, la loro barca ha finalmente raggiunto l'isoletta di Madrik nelle Isole Marshall, 560 chilometri a nordovest dell'atollo di Marakei a Kiribati, da cui erano partiti.

A Madrik il piu' giovane dei due ha scoperto che un suo zio, disperso in mare negli anni 1950 dopo esser salpato da Marakei, era finito nella stessa isoletta, dove ha sposato una donna del luogo. Solo una donna dell'isola comprende la lingua di Kiribati e ha potuto comunicare con loro, ed e' una discendente del loro zio di nome Bairo. ''Adesso sappiamo cosa e' accaduto a mio zio'', ha detto Tontaake. Da Madrik i due sono stati portati in barca a Majuro, la capitale delle Marshall, da dove potranno tornare alla loro isola.

Nel novembre 2010 tre adolescenti di Tokelau, sempre nel Pacifico, erano sopravvissuti per 61 giorni nutrendosi di carne di gabbiano, prima di essere soccorsi da un peschereccio.

FONTE: ANSA
Sempre camminerò per queste spiagge tra la sabbia e la schiuma dell'onda.
L'alta marea cancellerà l'impronta e il vento svanirà la schiuma.
Ma sempre spiaggia e mare rimarranno.
Kahlil Gibran


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