NEWS MARE - NOTIZIE DAL MONDO...SOMMERSO

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Author Topic: NEWS MARE - NOTIZIE DAL MONDO...SOMMERSO  (Read 239307 times)

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Reply #20 on: November 27, 2010, 19:39:52
26/11/2010 MELITO PORTO SALVO (RC) - SEQUESTRO PESCE SOTTOMISURA

 Diciassette esemplari di pesce spada novello (il più grande di 90 cm, il più piccolo di 70) per un peso di circa 55 kg sono stati sequestrati a Melito Porto Salvo dagli uffici marittimi di Melito e Bianco coordinati dalla Capitaneria di Porto di Reggio Calabria nell’ambito dei controlli sul patrimonio ittico anche a tutela del consumatore.
La misura minima per la pesca del pesce spada secondo la normativa nazionale è di 140 cm, e la pesca di esemplari sottomisura è un’attività che impoverisce gravemente il patrimonio ittico in quanto ne impedisce una adeguata riproduzione. Non solo, ma la pesca indiscriminata di specie protette concretizza il rischio di estinzione. Dal primo ottobre al 30 novembre, comunque, è vietata la pesca del pesce spada anche degli esemplari regolari, misura questa adottata a livello internazionale per la tutela della specie ittica.
Il personale militare intervenuto in località spiaggia Pilati del comune di Melito Porto Salvo ha notato un natante da diporto che rientrava probabilmente dopo una battuta di pesca. Il conduttore, visti i militari, ha cercato di occultare i pesci catturati in una scogliera presente in zona, arrivando in spiaggia solo con il palangaro e la barca sporca di sangue dovuta alla cattura dei prodotti ittici (non presenti comunque all’arrivo in banchina). La circostanza anomala della presenza di sangue senza prodotti ittici ha portato i militari a verificare nelle vicinanze l’eventuale occultamento degli stessi. E, infatti, vicino ad alcuni scogli è stata trovata una cesta di plastica contenente i 17 pesce spada, lasciati incustoditi. Il sequestro è stato eseguito a carico del conduttore dell’imbarcazione e comunicato al pm di turno della procura di Reggio Calabria. Il prodotto ittico sequestrato dopo la visita sanitaria del medico veterinario della locale ASP, che ne ha attestato l’idoneità al consumo umano, è stato devoluto in beneficenza ad alcuni istituti di carità.

FONTE: Il Quotidiano della Calabria
Sempre camminerò per queste spiagge tra la sabbia e la schiuma dell'onda.
L'alta marea cancellerà l'impronta e il vento svanirà la schiuma.
Ma sempre spiaggia e mare rimarranno.
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Reply #21 on: December 23, 2010, 02:53:12
26/11/2010 Sequestrate cinque discariche nell'area ex SIR - LAMEZIA TERME

Eternit, lana di vetro, fanghi di depurazione. Tutta robaccia micidiale ammassata nell'area ex Sir che da speranza industriale s'è trasformata negli anni in un'immensa discarica abusiva.

Ieri i militari della Capitaneria di porto di Vibo hanno sequestrato cinque di queste aree ad alto tasso d'inquinamento e denunciato i proprietari delle aziende che si dedicavano a queste attività ma senza autorizazioni.
Adesso 15 mila metri quadrati di terreno a ridosso dei rottami della Sir sono stati delimitati col nastro rosso e con dei cartelli su cui si legge "area sottoposta a sequestro probatorio". E gli imprenditori che gestivano i siti abusivi dovranno rispondere d'inquinamento ambientale.
Si tratta di discariche situate tra la filiera della pineta e la spiaggia, in una zona deserta, tra il depuratore di San Pietro Lametino e lo stabilimento della Daneco per il trattamento della spazzatura. Incredibilmente questo litorale sarebbe destinato ad ospitare un grande progetto turistico: dovrebbe diventare un resort a cinque stelle, con porticciolo annesso per le barche da diporto.
Le indagini sulle discariche sono scattate a metà dell'agosto scorso su iniziativa del procuratore della Repubblica lametino Salvatore Vitello e del sostituto Luigi Maffia, che hanno incaricato delle indagini la Capitaneria di porto vibonese comandata dal capitano di fregata Luigi Piccioli. La guardia costiera è partita, ha rastrellato palmo a palmo il litorale davanti ai fumaioli della Sir mai entrati in funzione, ed ha scoperto che i sospetti erano fondati. In questo lavoro investigativo sono stati coinvolti anche i militari della Delegazione di spiaggia di Gizzeria. Mentre per la parte scientifica ed operativa sono entrati in scena gli esperti dell'Arpacal, l'Agenzia regionale per la tutela ambientale, ed i vigili del fuoco. Nelle discariche sono emerse «delle carenze costruttive rilevate sia negli atti progettuali che sulle opere realizzate, sulle aree dove sono stati interrati rifiuti speciali industriali come la lana di vetro, accumuli di fibre di cemento (eternit), uno stoccaggio abusivo di fanghi derivanti dalla depurazione senza la prevista autorizzazione». Con l'aggiunta di un particolare raccapricciante: «Sono state realizzate delle collinette di lana di vetro».
Il sequestro ordinato dalla procura ha due obiettivi principali: fermare l'attività di questi imprenditori che secondo l'accusa hanno agito fregandosene delle normative sulla salvaguardia ambientale, ed agendo indisturbati per tanto tempo in un'area praticamente abbandonata e fuori controllo dello Stato e non della 'ndrangheta; continuare le «indagini esplorative» avendo tutte le aree inquinate a disposizione.
E sempre a proposito di rifiuti, ieri mattina i camion della Multiservizi sono stati fermati a Rossano. Gli è stato impedito di riversare la spazzatura cittadina nella discarica dell'Alto Jonio Cosentino dov'è in corso una battaglia dei cittadini e delle istituzioni per evitare che diventi la buca della "monnezza" di mezza Calabria.
Oggi la raccolta dei sacchetti di spazzatura dovrebbe avvenire ugualmente in città, ma se il blocco della discarica di Rossano ai Tir lametini dovesse continuare l'emergenza potrebbe ripetersi.
A dirottare i rifiuti cittadini e del comprensorio sulla discarica rossanese è stato l'assessore regionale all'Ambiente Luigi Pugliano con un'ordinanza nella sua qualità di subcommissario per l'emergenza ambientale. Ma a Rossano c'è il sindaco Franco Filareto che non vuole rifiuti "importati", e proprio com'era accaduto con Gianni Speranza quando a scaricare a Pianopoli arrivavano i Tir dalla Campania, ha firmato un'ordinanza che vieta il passaggio ai camion che arrivano da altre province. Provvedimento che è stato bocciato dal prefetto di Cosenza, così come aveva fatto il suo collega di Catanzaro per l'ordinanza di Speranza. Se il braccio di ferro fra le istituzioni locali continuerà l'emergenza rifiuti in Calabria sembra inevitabile.

FONTE: Gazzetta del Sud


26/11/2010 Lamezia, cinque aree inquinate sequestrate nella zona industriale

Due pattuglie radiomobili della Capitaneria di Porto di Vibo Marina assieme ai militari della delegazione di spiaggia di Gizzeria Lido, hanno proceduto a sottoporre a sequestro 5 aree ricadenti nella zona industriale ex SIR di Lamezia Terme. Le aree sono state sequestrate per discarica non autorizzata di rifiuti speciali industriali, per accumuli di fanghi di depurazione senza la prevista autorizzazione e interramento di cumuli di lana di vetro senza rispettare i criteri tecnico progettuali, che arrecano rischio per le matrici ambientali interessate (suolo – sottosuolo e falde acquifere).
Le cinque aree si estendono su una superficie di circa 15.000 mq., tutte recintate con nastro bicolore e cartelli monitori recanti la dicitura «Area sottoposta a sequestro probatorio» date in custodia al Consorzio per lo Sviluppo Industriale per la Provincia di Catanzaro.
Le indagini sono scattate nella seconda metà di agosto scorso su specifica delega di indagine firmata dal Procuratore Capo Salvatore Vitiello e dal pm Luigi Maffia della Procura della Repubblica di Lamezia Terme e consegnata direttamente al Comando della Capitaneria di Porto di Vibo Valentia Marina. Dopodichè gli uomini della Guardia Costiera congiuntamente a tecnici dell’Arpacal del servizio tematico Suolo, rifiuti e radiometrico di Catanzaro, e personale dei Vigili del Fuoco di Catanzaro, hanno proceduto a ispezionare tutti i luoghi con appositi sondaggi.
Dalla relazione tecnica dell’Arpacal sarebbero emerse carenze costruttive rilevate sia negli atti progettuali che sulle opere realizzate, sulle aree dove sono state interrati rifiuti speciali industriali quali la lana di vetro, accumili di rifiuti di vario genere tra cui fibre di cemento (eternit), uno stoccaggio abusivo di fanghi derivanti dalla depurazione senza la prevista autorizzazione, «un vasto accumulo con la realizzazione di collinette di lana di vetro. Le aree interessate sono state poste sotto sequestro.Sei le persone denunciate, tutti legali rappresentanti delle società che si sono rese responsabili dei reati contestati.

FONTE: Il Quotidiano della Calabria

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Reply #22 on: January 19, 2011, 02:52:58
10 gennaio 2011
Da Oristano a Gioia Tauro, passando per la Grecia: pescatori di frodo in azione
Interventi di Guardia Costiera e Polizia di Stato


La pesca di frodo non conosce sosta alcuna e solo negli ultimi giorni ha fatto registrare numerosi interventi delle Forze di Polizia con sequestro di attrezzature da pesca ed ingenti quantitativi di pescato che illegalmente si stavano introducendo in commercio.

Proprio ieri, gli Agenti della Squadra Nautica della Polizia di Stato, nel  corso  di un servizio di vigilanza  nelle acque del golfo di Oristano, hanno proceduto ad un controllo su una imbarcazione da diporto, sulla quale 4 pescatori professionisti, provenienti dal cagliaritano, detenevano in totale 4500 ricci appena pescati, nonché l’attrezzatura subacquea necessaria per la pesca. Il pescato è stato rimesso in mare e l’attrezzatura di pesca è stata posta sotto sequestro. Ai quattro pescatori di frodo è stata elevata una sanzione amministrativa.

A Formia, invece nei giorni scorsi, è scattata un’ operazione della locale Capitaneria di Porto nelle acque del golfo di Gaeta a seguito di un divieto emesso dalla stessa Capitaneria dopo i risultati delle analisi delle acque, condotte dalla ASL, che avevano rilevato una eccessiva presenza di residui microbiologici. I militari hanno, quindi, ispezionato un peschereccio regolarmente registrato al Porto di Gaeta ma condotto da pescatori campani che avevano da poco attraccato al molo Vespucci. I sei quintali di cozze che gli uomini della Capitaneria hanno trovato a bordo erano state pescate nell’ allevamento ittico al largo di Gaeta. L’ingente pescato è stato sequestrato ed al comandante del peschereccio è stata elevata una multa di 6.000 euro.

A Bari, poi, la Guardia Costiera, a seguito di indagini che indicavano proprio il Porto pugliese quale luogo di possibile traffico di pescato illegale, hanno bloccato un’autovettura proveniente dalla Grecia nella quale erano nascosti 150 Kg di datteri di mare. La pesca del dattero di mare è tra più distruttive, poiché annienta il substrato roccioso a cui i datteri sono saldamente attaccati.

Ma i controlli riguardano anche gli esercizi commerciali che in barba alla legge commerciano il frutto della pesca illegale. Pochi giorni fa a Gioia Tauro, infatti, durante i controlli messi in atto dalla Capitaneria di Porto per contrastare in particolar modo la pesca e la commercializzazione di novellame, è stato denunciato un esercizio commerciale che esponeva alla vendita novellame di sardina (bianchetto).

La pesca di novellame, sottolineano i militari della Guardia Costiera, non solo è particolarmente grave poiché incide sul ripopolamento marino ma è vietata a causa del mancato rilascio delle autorizzazioni per la pesca speciale. Queste, fino allo scorso anno rilasciate dal Ministero per le Politiche agricole, sono bloccate in attesa dell’approvazione da parte della Commissione europea dei piani di gestione. Per i quali, ci si augura, che pesi di più il benessere del mare e dei suoi abitanti piuttosto che i gusti, spesso dannosi, di certa cucina nostrana.

Autore: Marcella Porpora - Fonte: GEAPRESS
_______________________________________________________________________________________

Gioia Tauro, 11 gennaio 2011 Sequestro di novellame di sarda.

Nonostante la campagna di sensibilizzazione da parte della Capitaneria di Porto di Gioia Tauro, svolta nell’ambito delle attività di contrasto alla pesca illegale, con particolare riguardo alla cattura e commercializzazione di novellame di pesce, i militari della Guardia Costiera, hanno deferito alla locale Autorità Giudiziaria un venditore ambulante, sorpreso nei pressi del mercato comunale di Palmi, mentre poneva in vendita novellame di sarda (Bianchetto), in violazione delle attuali normative in materia. Tale prodotto è stato posto sotto sequestro e poiché ritenuto idoneo al consumo, devoluto in beneficienza. Come noto, la commercializzazione di novellame alimenta le attività illegali di pesca non consentita di specie ittiche allo stato giovanile. L’indiscriminata cattura senza regole, che garantiscano un’attività di pesca selettiva ed a bassissimo impatto sulle risorse, di fatto incide fortemente sui cicli di crescita, arrecando un gravissimo danno al ripopolamento ittico.Il comandante Andronaco ha voluto ancora una volta ribadire che che ai sensi del Regolamento (CE) n°1967/2006, allo stato attuale, non è stata rinnovata la deroga all’uso degli attrezzi per la pesca del novellame da consumo (bianchetto, rossetto, cicerello ecc…), ciò ha comportato il mancato rilascio delle autorizzazioni di pesca speciali che fino allo scorso anno il competente Ministero ha rilasciato alle imprese di Pesca.  Pertanto, in attesa di approvazione da parte della Comunità Europea dei piani di gestione, al momento, non è possibile pescare tali specie ittiche.

FONTE: Calabriah24

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Reply #23 on: January 19, 2011, 03:03:00
18/01/2011 ROCCELLA JONICA (RC) Sequestro di novellame di sarda e attrezzi da pesca vietati.

Il personale militare della locale Guardia Costiera, nell’attività di contrasto all’attività di pesca illecita, nei giorni scorsi ha provveduto a sanzionare comportamenti in violazione della normativa amministrativa e penale a tutela della pesca. In particolare, nelle acque antistanti Caulonia è stata sequestrata, dalla dipendente Motovedetta CP 531 una rete da pesca posizionata sottocosta, di circa 250 mt.. Le reti collocate a ridosso del litorale e prive dei necessari segnalamenti costituiscono un pericolo per la navigazione. Nelle acque antistanti il comune di Siderno, è stata sequestrata una rete da posta di circa 200 mt. utilizzata in contrasto con la normativa che regola la pesca sportiva. In questo caso l’obiettivo è quello di garantire lo sfruttamento sostenibile delle risorse, tutelando i pescatori professionali che vivono dei prodotti della pesca. Mentre in Caulonia Marina è stato denunciato un venditore abusivo di novellame di sarda e sono stati posti sottosequestro 15 Kg. di pesce sottomisura. La normativa che tutela il “bianchetto” è molto rigida. Lo sfruttamento intensivo del pesce allo stato giovanile ne rende impossibile lo sviluppo e la conseguente riproduzione con inevitabili ingenti danni per l’ecosistema marino. Inoltre si viene a ridurre drasticamente il quantitativo di pesce che può essere pescato allo stato adulto, legittimamente, dai pescatori autorizzati.

Autore: Giuseppe D'Amico - Fonte: Mediterraneonline
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donatot

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Reply #24 on: January 19, 2011, 07:26:47
Ciao VITTORIO, mentre noi sorvoliamo questi dettagli di cronaca di abusivismi sulla pesca, sui trasgressori di regole e leggi. Tu continuii per tenerci aggiornati.
Apprezzo moltissimo il tuo interesso continuo , degli aggiornamenti che ci dai...  
>(((((((((°><°)))))))))<
Molto meglio la riva silenziosa di un fiume in una calda giornata di primavera con gli insetti che ti schiudono tutto intorno e accompagnati solo da qualcuno che è capace di assaporare questa magica atmosfera.


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Reply #25 on: January 20, 2011, 02:15:03
19/01/2011 PALIZZI (RC) Sequestrati 100 kg di bianchetto pescati illegalmente.

Prosegue senza soste l’attività di controllo della filiera pesca per garantire la tutela del cittadino, quale consumatore finale, e del patrimonio ittico nazionale. Nelle prime ore della mattinata odierna i militari delle Delegazioni di Spiaggia di Bianco e Melito Porto Salvo, durante un normale controllo preventivo mirato a prevenire la pesca abusiva di novellame, hanno rinvenuto nascosti nel bagaglio di due autovetture provenienti dalla spiaggia di Spropoli  alcuni recipienti con del prodotto ittico del tipo “bianchetto” novellame di sarda pescato e detenuto illegalmente atteso che la pesca è vietata sia a livello comunitario che a livello nazionale. Gli autori del fatto sono stati identificati e deferiti alla Procura della Repubblica di Locri, e l’intero prodotto ittico posto sotto sequestro per un totale di circa 100 kg. Dopo la certificazione del medico veterinario competente che ne ha attestato l’idoneità al consumo umano e l’autorizzazione del magistrato, tutto il prodotto è stato donato in beneficenza a tre istituti caritatevoli locali per il successivo consumo presso le mense. L’indiscriminato sfruttamento del novellame di sarda è da tempo vietato dalla normativa comunitaria, mentre fino all’anno scorso alcuni Stati membri e tra questi anche l’Italia avevano ricevuto alcune deroghe che ne consentivano la pesca ad alcuni pescherecci autorizzati dal ministero delle Politiche agricole e forestali e soltanto in alcuni periodi dell’anno. Deroghe che da quest’anno, all’attualità, non saranno più concesse. I controlli della Guardia Costiera continueranno nei prossimi giorni, ricordando che, oltre alla pesca di novellame ne è vietata anche la sola detenzione.

Autore: Giuseppe D'Amico - Fonte: Mediterraneonline
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Reply #26 on: January 24, 2011, 19:03:15
21/01/2011 Capitaneria di porto di Crotone: sequestrato bianchetto

L’incessante attività di controllo e vigilanza, intensificata in questo periodo dell’anno particolarmente indicato per la pesca di novellame di alici e sarde (cd. bianchetto), ha consentito ai militari della Capitaneria di porto di Crotone d’individuare, alle prime luci dell’alba nelle acque antistanti il porto di Crotone, un’unità da pesca iscritta nei Registri delle Navi Minori e Galleggianti dell’Ufficio Locale Marittimo di Cariati Marina (CS), impegnata in tale tipo di pesca vietata.
Il tempestivo intervento dei militari ha consentito l’identificazione del responsabile dell’attività illegale, deferito, alla competente Autorità Giudiziaria, per pesca abusiva del novellame di sarda. Il personale della Capitaneria di porto ha, in particolare, proceduto al sequestro di 1 (uno) sacco a maglia cieca della lunghezza di metri 8.00 circa di colore bianco e Kg. 6 circa di bianchetto (neonata di sardina).
Il prodotto ittico, dichiarato idoneo da parte del personale medico dell’A.S.P. di Crotone, sentito il P.M. di turno della Procura della Repubblica di Crotone, è stato devoluto in beneficienza.

FONTE: Videocalabria.tv
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giorgioelf

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Reply #27 on: January 24, 2011, 20:29:01
Non capisco come mai ogni tanto la capitaneria non riversa il bianchetto che trova in mare quando è appena pescato, nulla togliere alle giusta beneficenza eh!
Giorgio


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Reply #28 on: February 07, 2011, 04:57:03
GALAN E LA PESCA ILLEGALE: NO ALLARMISMI
In pochi giorni le Forze dell' Ordine sequestrano, però, tonnellate di pescato illegale (bianchetto e tonno rosso).

23 gennaio 2011 - Per capire il danno arrecato dalla pesca del cosiddetto bianchetto, ovvero neonata di sarda, basta guardare cosa questo comporta al mare e non solo alle future (mancate) sarde. La rete con la quale si deve catturare un pesce neonato deve essere necessariamente … piccola. Incredibilmente piccola. Le maglie misurano, infatti, non oltre tre millimetri. Praticamente un muro che fa passare solo l’acqua.. Basterebbe questo, magari, per rendere più cauti gli interventi del Governatore ligure Burlando che vorrebbe riaperta la pesca al bianchetto. Burlando è scandalizzato perché alla Spagna la (disastrosa) pesca è stata, invece, autorizzata dalla UE. Secondo l’ENPA di Savona, però, le cose non stanno esattamente così. Il progetto di pesca in deroga presentato all’Unione Europea dal governo italiano ed elaborato dalla Regione Liguria, sarà probabilmente autorizzato dopo aprile e quindi a stagione di pesca conclusa. Un ritardo burocratico, insomma, che però, secondo l’ENPA savonese, dopo anni di pesche selvagge darà alla creature del mare una primavera tranquilla e fertile.

Nei giorni scorsi centinaia di chili di bianchetto sono stati sequestrati dalle Capitanerie di Porto a Corigliano Calabro, Melito Porto Salvo e Gioia Tauro in Calabria. Poi altri sequestri a Modica (RG) eseguiti dai Carabinieri, ed altri ancora a  Gela, Porticello, in provincia di Palermo, e Venezia. In questi ultimi tre casi si trattava di tonno rosso. L’ultimo del quale se ne ha notizia, proprio ieri è di nuovo neonata. Quattrocento chili sequestrati dalla Guardia di Finanza, all’interno di un furgone che viaggiava in direzione del capoluogo siciliano.

I pescatori lavorano in maniera organizzata e divisi in gruppi con funzioni ben precise. Nel sequestro di Porticello (PA), frutto di una operazione congiunta della Capitaneria di Porto e della Polizia di Stato, sono stati rinvenuti ben 186 tonni rosso di cui 45 sotto misura. I bracconieri di mare operavano con almeno tre diversi gruppi. Un peschereccio senza alcuna autorizzazione per la pesca del tonno, una unità di appoggio, mentre a terra era in attesa un furgone. Alcuni tonni venivano inoltre rinvenuti in mare legati ad una boa. Evidentemente erano in attesa che qualcuno li prelevasse. Il valore del pescato, pari a 125.000 euro, giustificava una organizzazione così articolata. In un’ intervista che questa estate GeaPress fece al Comandante della Capitaneria di Porto di Sciacca, Tenente di Vascello Daniele Governale, venne illustrata una organizzazione meticolosa che, all’una di notte, tentava addirittura di spiare ed anticipare i movimenti dei militari.

Tutto per la grande industria del pesce? Non solo. Sempre questa estate il Comandante della Capitaneria di Porto de La Maddalena, Capitano di Fregata Fabio Poletto, rivolse accorato appello affinché venisse rispettato il mare. Il danno, di notevole rilevanza, in quel caso era dato dalla pesca spesso praticata dai cosiddetti pescatori sportivi. Il terminale erano i ristoranti locali.

Un quadro allarmante che, nei sequestri di questi ultimi giorni, riflette una situazione di diffusa illegalità documentabile con più interventi quotidiani. Dai ricci di mari alle vongole chioggiane, passando per gli allevamenti di cozze nel Mar Piccolo di Taranto (due sequestri in pochi giorni).

Solo nel 2010, e solo le Capitanerie di Porto, hanno effettuato 121.154 controlli nella filiera della pesca (dal mare al ristorante) contestando sanzioni pari a 7,254 milioni di euro e sequestrando 425 mila chilogrammi di pescato. I dati, diffusi dallo stesso Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, Giancarlo Galan, non giustificherebbero, però, l’inserimento dell’Italia in alcuna black list (come fatto dagli americani). Più che una sottovalutazione, considerata l’entità delle cifre e quello che sta succedendo in questi giorni, sembra quasi una dichiarazione di solidarietà. Forse perché i pescatori, in quella black list, non dovrebbero stare da soli, considerato che i motopesca multati hanno spesso goduto di agevolazioni e finanziamenti.

Per il Ministro, ad ogni modo, non sono dati allarmistici e propone per i pescatori la licenza di pesca a punti. Sì, così, poi, si va come alla scuola guida e si riacquistano, magari con l’aggiunta di un bel finanziamento come quello che ha consentito alle imbarcazioni a strascico, ricorda l’ENPA di Savona, di convertirsi in illegali spadare e ferrettare. Sarà un caso che i giapponesi, praticamente i quasi unici acquirenti del nostro tonno, si sono permessi pure di ironizzare sul fatto che non acquisteranno più dai paesi che non rispettano le quote stabilite dall’Unione Europa? Più che ronzare, le orecchie di qualcuno avrebbero dovuto avvertire una pernacchia. Vediamo ora cosa il nostro Ministero proporrà per metterci alla berlina sul novellame ligure.

AUTORE: Giovanni Guadagna
FONTE: GEAPRESS
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Reply #29 on: March 13, 2011, 06:13:16
Pesca novellame: e’ emergenza

09/03/2011 Appena il mare si calma riprendono i sequestri del novellame. Nuovo sequestro in Calabria

Appena si calma il mare, riecco apparire i sequestri del vietatissimo novellame di sarda. I sequestri, ovviamente, fanno seguito alla ripresa dell’attività delle marinerie non rispettose dei divieti imposti all’Italia dall’Unione Europea. L’altro ieri notte ben 200 Kg sono stati sequestrati dalla Squadra Nautica della Questura di Palermo. Oggi, invece, si ha notizia di altri 120 Kg sequestrati a Brancaleone, in provincia di Reggio Calabria. Ad intervenire questa volta è la Guardia Costiera che ha denunciato il titolare di una pescheria della zona. Il pescato era detenuto nel furgone del venditore che si trovava nel lungomare di Brancaleone. Il titolare della pescheria è stato identificato e deferito alla Procura della Repubblica di Locri.

Il novellame di sarda è particolarmente utilizzato nella cucina pugliese, siciliana, ligure e campana. La sua pesca avviene fino a tutto il mese di aprile e viene prelevato tramite reti a maglia fittissima che di fatto raccolgono tutto quello che incontrano una volta che vengono trainate dalle barche. Uno dei metodi di pesca più distruttivi oltre che dannoso (innanzi tutto per la povera sarda) ma anche per la stessa economia dei pescatori. Le sarde, infatti, sono preda ambita di molti altri pesci e costituiscono un anello fondamentale nell’ecologia del mare. Privarlo o comunque depauperarlo significa scompensare l’intera catena alimentare.

Fonte: GeaPress

15/02/2011 Crotone: in un colpo solo una tonnellata di bianchetto

Sequestro della Capitaneria di Porto e dell'Arma dei Carabinieri.
In assoluto il più grosso sequestro di bianchetto (novellame di sarda) compiuto dalla Forze dell’Ordine da quando è iniziata la pesca dei neonati pesciolini. Vietato all’Italia dall’Unione Europea il novellame si continua però a pescare in quantità cospicue. Nella notte appena trascorsa i militari della Capitaneria di Porto di Crotone e della Compagnia Carabinieri di Sellia Marina ne hanno sequestrato addirittura una tonnellata. L’operazione è avvenuta in località Steccato nel Comune di Cutro, e rientra nell’ambito delle attività di controllo già da tempo intensificate dal Comandante della Capitaneria di Porto, Capitano di Vascello Nicola Freda, e dal Comando Provinciale dei Carabinieri di Crotone, comandato dal Colonnello Francesco Iacono.

A favorire la pesca del novellame, sono anche le caratteristiche metereologiche del mare, particolarmente calmo in questi giorni. Ad essere denunciate due persone di Cirò Marina (KR) fermate mentre caricavano su autoveicoli le 119 cassette di novellame del valore di circa diecimila euro. Forse addirittura un prezzo popolare, se si considera che proprio ieri i Carabinieri del Comando Compagnia di Carini (PA) sequestravano del novellame di sarda per un valore di mercato pari a 25 euro al chilo.

Secondo gli inquirenti il valore del pescato ora sequestrato a Crotone avrebbe potuto raggiungere cifre ben più considerevoli se lavorato per la “sardella”, ovvero una delle preparazioni culinarie locali. Il novellame viene stagionato all’asciutto per lunghi mesi ed infine lavorato con spezie ed inscatolato. Piccole bacchette stoppose e giallognole da spalmare sul pane che si rifanno direttamente al “garum” crema di sarda lasciata a decomporsi al sale e sotto il sole in fosse scavate nella roccia (la sardella viene frollata, invece, in vasi di terracotta).

Quello di Crotone non è comunque l’unico sequestro di queste ore. Ieri, la Capitaneria di Porto di Bovalino (RC) aveva sequestrato 45 chilogrammi di novellame di sarda pescata con una “sciabica da terra” di 500 metri. Altri dieci chili di novellame sono stati invece sequestrati dalla Capitaneria di Porto di Taranto, mentre ben 200 chili di novellame di vongole è stato sequestrato dalla Capitaneria di Porto di Giulianova, in provincia di Teramo.

Fonte: GeaPress

11/02/2011 In queste ore 170 chili sequestrati.
Solo negli ultimi due giorni altri 115 chili

In poche ore 170 chili di novellame di sarda ed in minor misura di boga. In tutto tre sequestri operati dalla Capitaneria di Porto di Roccella Jonica (RC) e di Reggio Calabria. Nel primo caso i militari hanno fermato un’autovettura dove venivano trasportati ben 90 kg di novellame di sarda. Alla periferia di Melito Porto Salvo, invece, la Guardia Costiera di Reggio Calabria, unitamente alle delegazioni di spiaggia di Bianco e di Melito, hanno provveduto al sequestro di altre ottanta chilogrammi. Di questi, circa 20 chili di novellame di sarda e di boga sono stati rinvenuti all’interno di una pescheria di Melito Porto Salvo. Altri sessanta chili, invece, sono stati trovati all’interno di una autovettura che transitava nello stesso paese di Melito.

Si tratta di sequestri ormai quotidiani e tutti di parecchi chili di pescato. Se consideriamo l’enormità delle coste italiane da tenere sotto controllo è facile supporre come il quantitativo di pescato (vietato dalle recenti direttive impartite dall’Unione Europea) sia di molto superiore a quello intercettato dalle Forze dell’Ordine. I pescatori di frodo, peraltro, utilizzano per lo sbarco porti minori utilizzando, spesso, imbarcazioni di copertura che trasportano sotto costa quanto depredato.

Proprio ieri GeaPress aveva riportato la notizia di un altro grosso sequestro avvenuto a Corigliano Calabro (CS), operato dalla locale Capitaneria di porto, ed a Trappeto, vicino Palermo. In quest’ultimo caso ad intervenire sono stati gli Agenti della Squadra Nautica della Questura di Palermo. In tutto, ad essere sequestrati, sono stati ben 115 chilogrammi di novellame di sarda. Teoricamente, considerato il bando totale, nei banchi delle pescherie non dovrebbe comparire neanche un grammo di novellame.

Fonte: GeaPress
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Reply #30 on: March 14, 2011, 13:55:30
Anche in Liguria questa barbara tradizione del novellame è molto radicata. Quello che mi fa più rabbia è che quel co@@@@ne del governatore Burlando non capisce che prenderebbe più voti se sostenesse il divieto anzichè le tradizioni. Giusto qualche giorno fa una vecchietta chiedeva al pescivendolo notizie sui bianchetti ed il venditore inveiva contro gli ambientalisti sostenendo poi che i "rossetti" sono una specie a parte che non cresce più di un paio di cm. Avendo mio figlio dietro non sono entrato nella discussione  ma mi è venuto l'impulso di fare un foglio, spiegando alla gente come effettivamente stanno le cose ed appiccicarlo sulle vetrine delle pescherie. Per inciso: sono anni che non compro più novellame e vi posso garantire che mi è passata ogni voglia di assaggiarlo.
STATE TRANQUILLI.........LO SHOCK LEADER NON MORDE

TUTTO QUEL CHE DICO SONO MIEI PARERI PERSONALI

PREFERISCO DI GRAN LUNGA CHI SI ESPONE ALL'ERRORE A CHI SE NE STA ALLA FINESTRA A GUARDARE (cit. Peppino)

- se peschi festeggia con una bottiglia di vino e del buon cibo - se non peschi consolati con una bottiglia d vino e del buon cibo -  (motto del gruppo PAM & PAM)


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Reply #31 on: March 15, 2011, 09:08:35
Il rossetto che hai menzionato ....viene pagato anche a 50 euro al chilo ..dai ristoratori del Vibonese..che successivamente ..ci fanno una cresta assurda. Ecco perchè i pescatori abusivi si sono moltiplicati ..e i controlli non sono mai abbastanza efficienti. Qui va di moda andare a buttare le reti di notte. Due chili di rossetto a sera ..permettono all'impiegato di turno di arrotondare la giornata di lavoro.
La pescheria non può vendere la neonata ...ma il privato ... la vende ai ristoranti e nessuno controlla.
E' uno dei tanti controsensi della legislazione italiana.
Addirittura ..in alcuni locali, la sardella, si può prenotare in anticipo ..prima di un evento importante ...tipo un compleanno, una laurea, un matrimonio. Servizio completo ..insomma.
In famiglia sono anni che cerchiamo di boicottare i prodotti della pesca illegale ... ma anche tra parenti ci prendono per pazzi. Quando questi traffici non avranno più un ritorno commerciale importante....forse le cose miglioreranno.
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Reply #32 on: March 18, 2011, 12:50:52
Catanzaro: Incontro sulla pesca del novellame

L’assessore regionale all’Agricoltura Michele Trematerra ha presieduto, oggi, nella sede del dipartimento, l’incontro con la delegazione dei rappresentanti dei pescatori calabresi. Alla riunione hanno partecipato il sindaco di Corigliano Calabro Pasqualina Straface, il sindaco di Cariati Filippo Sero ed il consigliere provinciale di Cosenza Leonardo Trento.
Da parte dei rappresentanti di categoria sono stati evidenziati i gravi danni economici e finanziari per le famiglie dei pescatori a causa della mancata concessione da parte della Commissione Europea della deroga alla pesca del novellame. Questo tipo di pesca, che ancora oggi viene condotta con metodi artigianali, coinvolge interi nuclei familiari per i quali rappresenta un’importante fonte di ricchezza.
L’assessore Trematerra, dopo aver attentamente ascoltato gli intervenuti ed aver riconosciuto la gravità della situazione che coinvolge tutta la marineria calabrese, ha concordato, nel rispetto dei Regolamenti Comunitari, una serie di iniziative volte a prevenire il ripetersi del blocco per i prossimi anni, impegnandosi, per l’anno corrente, a richiedere, in fase di revisione del bilancio regionale, un fondo straordinario da aggiungere a quello già previsto dal Ministero per le Politiche agricole e forestali, al fine di alleviare il disagio economico patito dagli operatori del settore.
Infine, Trematerra, ha sottolineato che sono in corso di pubblicazione ulteriori Bandi a valere sul Fondo Europeo della Pesca e si è impegnato a monitorare costantemente le dinamiche in atto sulla pesca calabrese.

Regione Calabria - Comunicato Stampa del 01/03/2011
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Reply #33 on: April 16, 2011, 21:09:32
Aprile 2011 - Bollettino del bracconaggio di mare
Dalle Marche alla Sicilia. Le ultime operazioni di contrasto alla pesca illegale.
 
Quando si dice la collaborazione tra cittadini e Forze dell’Ordine. La Guardia Costiera di Marsala aveva ricevuto, ieri mattina, una segnalazione da parte di una persona che aveva notato strani movimenti sotto costa. Intervenuti sul posto i militari hanno trovato mezzo chilometro di rete posizionata a meno di cinque metri dalla costa.

Non solo vietata dalla normativa sulla pesca ma anche pericolosa per la navigazione: si trattava infatti di una rete da posta. Prodotta in fibra di nylon, è costituita da una parte superiore dove sono collocate delle lime provviste di galleggianti, mentre nella parte inferiore dei piombi fanno assumere alla rete una posizione verticale. Praticamente, specie se non segnalata, un muro appena sotto la superficie dell’acqua. La rete è stata posta sottosequestro e successivamente distrutta.

Distrutti anche, ancorchè certificati come non più adatti al consumo umano, 10 chili di novellame di sarda, già pronti per la vendita e sequestrati dalla Capitaneria di Porto di Corigliano Calabro (CS) tra Trebisacce e Amendolara. Il pescatore è stato segnalato alla Procura della Repubblica di Castrovillari (CS). Dall’inizio dell’anno salgono a 132 i chili di novellame di sarda sequestrati dalla Capitaneria.

Sono, invece, 75 i chili di novellame di merluzzo sequestrati dalla Guardia Costiera a San Benedetto del Tronto (AP). Denunciati due comandanti di motopesca e relativi armatori.

A Gioia Tauro, invece, la Capitaneria di Porto e la Guardia di Finanza di Palmi hanno provveduto a sequestrare ben 120 chilogrammi di pesce sciabola. I tre trasportatori hanno avuto contestata una sanzione complessiva di 5.000 euro.

I comandi della Guardia Costiera del Lazio hanno portato a termine una ampia operazione di controllo sulla filiera della pesca. In tutto 730 chilogrammi di pescato (dall’inizio dell’anno 1850 Kg) e sanzioni pecuniarie pari a 54.600 euro (dall’inizio dell’anno 145.500 euro). Tra i sequestri, anche pecato di origine ignota o addirittura scaduto da due anni. Controllati pescherecci, punti di sbarco, mercati ittici, grossisti e dettaglianti (anche ambulanti) e 65 ristoranti.

I controlli delle Forze dell’Ordine, al fine di reprimere la vendita di pesce il cui prelievo in mare è vietato, vengo spesso eseguiti nelle pescherie. E’ successo a Palermo dove personale di terra della Squadra nautica della Questura ha notato a due passi dal Tribunale della città, una fiat Tempra SW, dalla quale venivano scaricati numerosi sacchi neri.

Si trattava di un cospicuo carico di novellame di sarda, il cui prelievo è per l’Italia bandito dalle disposizioni comunitarie. Al sopraggiungere della Polizia, il pescato veniva fatto velocemente sparire, tanto che il guidatore del mezzo veniva trovato in possesso di appena 4 chilogrammi di novellame. L’immediato controllo nella pescheria, permetteva però di rintracciare non solo il pescato che era stata occultato, ma anche due Tonni rosso sottomisura e senza certificazione, sistemati nella cella frigorifera. Il titolare della pescheria non forniva alcun chiarimento sulla provenienza del tonno. Sia il guidatore che il titolare della pescheria sono stati deferiti all’Autorità Giudiziaria rispettivamente per il reato di trasporto ittico di genere vietato e per la detenzione del tonno di taglia inferiore al consentito (lettera c, art. 15, legge n. 963 del 1965).

A Rossano Scalo, la Guardia Costiera di Corigliano Calabro (CS) ha, invece, provveduto al sequestro di dodici chilogrammi di novellame di sarda, esposta alla vendita in una pescheria. Dall’inizio dell’anno la Guardia Costiera della Capitaneria di Porto di Corigliano Calabro ha sequestrato 122 chilogrami di novellame.

E ancora, a Portopalo di Capo Passero (SR) la Capitaneria di Porto di Siracusa ha sequestrato novellame di triglia, nel corso di un controllo sulla filiera della pesca. Le triglie erano state poste in vendita nonostante ne sia vietata pesca, detenzione e commercializzazione.

FONTE: Geapress
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Reply #34 on: April 16, 2011, 22:53:00
La notizia risale al mese di giugno 2008

È la Calabria la regione prescelta dalle tartarughe marine: il 70% delle deposizioni di «Caretta caretta» avviene infatti lungo le coste calabresi. Lo rende noto il Wwf.

«Comincia il periodo di nidificazioni nel Mediterraneo per la Caretta caretta: dopo Grecia, Siria, Libano e Israele – si legge in una nota dell’associazione ambientalista – anche l’Italia dà il benvenuto ai primi nidi delle tartarughe marine quest’anno. È accaduto lungo le coste della Calabria, una regione ricca di spiagge adatte alla nidificazione ma anche tra le più aggredite dal cemento. Risale alla settimana scorsa il primo rinvenimento di un nido di tartarughe Caretta caretta. Il 14 giugno, sul lungomare di San Sostene (in provincia di Catanzaro) alle prime luci dell’alba, un residente del luogo si è accorto della presenza sulla spiaggia di una tartaruga in deposizione e ne ha filmato le ultime fasi.
Del fatto sono stati informati la Guardia Costiera e il Wwf Calabria, che ha immediatamente avvertito i ricercatori del Dipartimento di Ecologia dell’Università della Calabria, da anni impegnati nel più importante progetto di ricerca e conservazione sui siti di nidificazione della tartaruga marina in corso in Italia. Valutata la condizione di estremo rischio del sito di deposizione, gli esperti dell’Università hanno deciso, con l’appoggio della Guardia Costiera e d’accordo con il sindaco di S. Sostene, di traslocare il nido in un sito limitrofo che garantisse le migliori condizioni di idoneità ambientale e di sicurezza per le uova. Per queste ragioni, la sua localizzazione esatta non è stata per ora resa pubblica.
Lo sarà però al momento della schiusa (tra 45 e 70 giorni dopo la deposizione), così che tutti gli interessati possano assistere alla nascita delle piccole tartarughe e condividere con i ricercatori dell’Università e con il Wwf il »magico« evento.
La scoperta del nido è stata l’occasione per il Wwf Italia e l’Università di Calabria di presentare la loro collaborazione per il progetto TartaCare, un programma di ricerca sulla distribuzione e sullo status della tartaruga Caretta caretta lungo le coste ioniche, in collaborazione con le Università di Tor Vergata, di Firenze e di Pisa, e con la Stazione Zoologica Anton Dohrn di Napoli. Il progetto vede coinvolto il Wwf Italia e la sezione regionale dell’Associazione nell’assicurare azioni costanti di conservazione e di sensibilizzazione in un’area che si è rivelata la più importante per la nidificazione della Caretta caretta in Italia, e che va pertanto tutelata.
«La costa ionica della Calabria, inclusa nel tratto costiero da Capo dell’Armi a Capo Bruzzano, ospita il maggior numero di nidi della specie marina in Italia – afferma Antonio Mingozzi, docente del Dipartimento di Ecologia dell’Università di Calabria – negli ultimi 5 anni ben 60 nidi su 86, il 70% dei nidi italiani sono situati in questo tratto costiero, che il Wwf e all’Università di Calabria si impegnano a monitorare e a salvaguardare».
Il programma, attivato nel 2000 dal Dipartimento di Ecologia dell’Università di Calabria, si avvale del contributo del Ministero dell’Ambiente, e dal 2003 ad oggi ha potuto seguire la nascita di 3650 tartarughe.

Fonte: La Stampa
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Reply #35 on: April 16, 2011, 22:58:45
Data: 14/07/2010

Costa ionica reggina, primi di giugno 2010: gli occhi allenati di due ricercatori, in marcia sin dalle prime luci dell’alba lungo un esteso tratto d’arenile, s’imbattono in una traccia inconfondibile, ben delineata sulla spiaggia levigata dal vento e dal mare e ancora priva di segni di calpestamento umano. E’ la traccia lasciata da una femmina di Tartaruga marina, emersa durante la notte per deporre un centinaio di uova in una buca da lei stessa scavata nella sabbia.

L’emozione è forte, anche perché si tratta della prima nidificazione accertata nella nuova stagione di ricerca, l’undicesima stagione da quando il Dipartimento di Ecologia dell’Università della Calabria ha avviato un progetto di ricerca per il monitoraggio e la tutela dei siti di nidificazione di Caretta caretta (questo il nome scientifico della tartaruga) in Calabria. E’ un progetto che, nato un po’ “in sordina” nella primavera del 2000, ha profondamente mutato il quadro delle conoscenze sulla nidificazione di questa specie in Italia.

La Tartaruga marina è una delle venti specie di vertebrati più rare e minacciate a livello nazionale, pur essendo, tra i Cheloni marini presenti nelle acque italiane (oltre ad essa, anche la tartaruga verde e la tartaruga liuto), ancora la più frequente e anche l’unica nidificante nel nostro paese. Si tratta, in ogni caso, di un animale fortemente a rischio di scomparsa in tutto il Mediterraneo e perciò protetto da normative internazionali e comunitarie. I principali siti riproduttivi si rinvengono in Grecia, Turchia, Cipro e Libia, paesi che concentrano da soli oltre il 97% dei circa 7200 nidi annualmente deposti in Mediterraneo.

In passato, la nidificazione di Caretta era, con ogni probabilità, un fenomeno regolare e relativamente diffuso lungo le coste del Meridione d’Italia, ma i dati al riguardo sono piuttosto sporadici e imprecisi. Nel corso degli ultimi 25 anni del secolo scorso, casi di nidificazione si registrano sulle isole e le coste siciliane, in Sardegna, lungo le coste pugliesi e quelle ioniche di Basilicata e Calabria. La nidificazione era però oramai ritenuta, a livello nazionale, come sporadica o occasionale, eccezion fatta per le Isole Pelagie (Linosa e Lampedusa), isole sulle quali la nidificazione di Caretta risultava accertata, se pur non tutti gli anni, sin dal 1975, ma sempre in numero esiguo di casi (2-3 nidificazioni/anno, nel ventennio 1980-1999).

Nessuno, tuttavia, aveva mai realmente attuato ricerche ad hoc sulle spiagge calabresi e, in particolare, lungo la costa ionica centro-meridionale, tra Crotone e Reggio Calabria, dove, sino al 1999, risultavano una decina di casi certi di nidificazione, tutti dovuti a rinvenimenti fortuiti di schiuse nel momento di massima frequentazione turistica dei litorali (mese di agosto).

Da questo quadro così lacunoso di conoscenze che, tuttavia, lasciava ipotizzare una realtà diversa da quella ufficialmente riconosciuta, nasce il progetto di ricerca dell’Università della Calabria, ora denominato “TARTACare Calabria” (con riferimento a Tarta come tartaruga; Care come richiamo al nome scientifico della specie, al plurale femminile dell’aggettivo caro e al verbo inglese “to care”, che significa importare, preoccuparsi).

Il progetto, approvato e autorizzato dalla Direzione Protezione della Natura del Ministero dell’Ambiente, riceve, negli anni, contributi finanziari dal Ministero stesso, nonché dagli Assessorati all’Ambiente dalla Regione Calabria e della Provincia di Reggio.

Le indagini dell’Università portano alla scoperta che “l’ultimo rifugio” della Tartaruga marina in Italia non sono le Isole Pelagie, ma bensì proprio la costa ionica della Calabria, dove  il nostro chelone si riproduce ancora regolarmente, ed in numero ben più consistente, in particolare lungo il tratto di costa reggina.

Certo, non si tratta di centinaia di nidi, come ancora si verifica sulle spiagge della Grecia, ma “solo” di 10-20 deposizioni a stagione, che, tuttavia, rappresentando, secondo gli anni, dal 60 al 90% dei nidi segnalati in Italia. Dagli inizi del progetto a oggi, la ricerca dell’Università ha garantito l’arrivo al mare di oltre 5000 piccole tartarughe. Sono numeri che fanno della costa ionica calabrese la più importante e la più regolare area di riproduzione di Caretta a livello nazionale. Si aggiunga, che le tartarughe calabresi si sono rivelate essere un “unicum” biologico, poiché mostrano caratteristiche genetiche - evidenziate dagli studi condotti da UNICAL in collaborazione con l’Università di Roma Tor Vergata - che le differenziano da tutte le altre popolazioni mediterranee.

Il futuro di questa importante area di nidificazione, relitto di una ben più consistente popolazione del passato, è, tuttavia, fortemente a rischio. Le abitudini di vita di questi animali, si “scontrano” con il crescente uso antropico delle coste e del mare.

La “strategia” riproduttiva di questo animale ne è un primo esempio. Nel Mediterraneo il periodo di deposizione inizia a fine maggio e può proseguire fino ad agosto inoltrato, anche se il 50% dei nidi è generalmente deposto tra la metà di giugno e luglio. Una volta deposte le uova in una buca scavata nella sabbia (profonda tra i 30 e i 50 cm), la femmina di tartaruga torna in mare, abbandonando la sua nidiata. Le uova saranno “covate” dal calore della sabbia, per un periodo di tempo variabile tra i 45 e i 70 giorni.

Alla schiusa, i piccoli risalgono la cavità e, una volta emersi (di norma nelle ore notturne), si dirigono  subito verso il mare, dove trascorreranno molti anni (almeno 15-20) prima di tornare, raggiunta l’età adulta a riprodursi sulle stesse spiagge in cui sono nate.

I rischi a cui vanno incontro le nidiate sono molteplici, se si considera che il periodo di schiusa coincide in larga misura con il periodo di massimo affollamento turistico delle spiagge: lo spianamento e la pulizia meccanica degli arenili, il passaggio di mezzi fuoristrada possono essere causa di distruzione di intere nidiate. Così come lo sono le luci artificiali di lungomare, lidi o altro, forse il maggior fattore di rischio. Al momento dell’emersione dal nido, i piccoli di tartaruga sono, in effetti, fortemente attratti da queste luci che li portano a dirigersi nella direzione opposta al mare, ossia verso sicura morte. E’ ciò che i ricercatori  dell’Università hanno più volte constatato nei primi anni della ricerca (interventi mirati permettono ora di garantire l’arrivo al mare dei piccoli anche in queste condizioni). Si aggiunga, che il fenomeno dell’erosione costiera, in buona parte attribuibile all’azione antropica, ha determinata la scomparsa d’interi settori d’arenile potenzialmente idonei alla nidificazione della specie.

Ma la sopravvivenza di Caretta non è solo legata alla fase di vita terrestre, ossia al successo della riproduzione. Le cause del grave declino delle popolazioni mediterranee, complessivamente stimate a circa 3000 femmine nidificanti, sono da ricercarsi anche nel forte incremento della mortalità nella fase di vita marina. Le cause riguardano il diretto impatto che l’inquinamento marino, lo sviluppo del traffico nautico e, soprattutto, le attività di pesca, hanno su questi animali.

Si stima che almeno 60.000 esemplari siano catturati ogni anno nel Mediterraneo e che almeno 20.000 siano quelli vittima delle attività di pesca nei mari italiani. Indagini condotte dall’Università nell’area reggina, evidenziano come la pesca con reti e palangari sia causa di cattura, ferimento o morte di circa 500 esemplari a stagione. Si tratta, oltretutto, di tartarughe nate anche in altre parti del Mediterraneo - forse soprattutto in Grecia - e che ritrovano nelle acque prospicienti la costa calabra are importanti di alimentazione. Una maturata coscienza del mondo dei pescatori, l’utilizzo di attrezzature da pesca appositamente studiate, potrà - si spera - contribuire a ridurre l’impatto e la morte di molti animali.

I ricercatori dell’Università della Calabria si stanno prodigando per far conoscere alle amministrazioni locali e ai cittadini l’importanza di una tale presenza. Tutelare la Tartaruga marina significa, in effetti, tutelare il mare e le spiagge dal degrado. La nidificazione di questo straordinario animale non è incompatibile con una frequentazione turistica rispettosa degli arenili. E’ però necessario che si comprenda che le spiagge non sono solo una distesa di sabbia, da spianare come si vuole, ma uno straordinario e delicato ambiente naturale.

Il nostro augurio è che la Costa Ionica reggina possa diventare davvero la “Costa delle tartarughe”, unica in Italia, nel segno di un maturato impegno delle amministrazioni e di tutti i cittadini per il rispetto e la tutela di questi straordinari animali e dell’ambiente in cui si riproducono.
Allora, la nostra tartaruga potrebbe veramente diventare un richiamo forte (il “valore aggiunto”) per uno sviluppo turistico di quest’area costiera, basato sulla salvaguardia e la fruizione intelligente delle sue straordinarie risorse naturali

Autore: ANTONIO T. MINGOZZI
Fonte: Il Respiro
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Reply #36 on: April 17, 2011, 10:55:51
13 aprile 2011

E’ primavera, e la natura si risveglia. Le campagne sfoggiano un verde lussureggiante grazie all’esplosione dell’erba, dopo le piogge invernali, con tanti colori accesi dovuti alle fioriture varie, e anche gli animali escono dal letargo e ricominciano a popolare boschi e prati.

Ma la natura si risveglia anche a mare, non solo lungo coste e litorali, ma proprio nel mare, sotto l’acqua.
E così, alcuni splendidi esemplari di mammiferi tornano a popolare le acque dell’Italia.

Nei giorni scorsi, sono stati segnalati nella nostra Redazione numerosi avvistamenti differenti tra loro.
Partiamo dallo Stretto di Messina, dove in tanti hanno potuto ammirare, nella mattinata di domenica 10 aprile, un eccezionale branco di delfini che ha deciso di giocare un pò proprio nei pressi di Capo Peloro, vicinissimo al pilone di Punta Faro.

Il nostro Salvatore Filloramo è riuscito a fotografare questi bellissimi animali che saltellavano dall’acqua contenti e divertiti, come a voler rendere ancor più suggestivo lo scenario, già di per sè affascinante, dello Stretto:







La scorsa settimana, nel basso Tirreno a largo di Tropea, sono stati avvistati molti squali volpe, una specie tipica del Mediterraneo in questa stagione, molto ricercata per le carni pregiate, anche se estremamente difficile da pescare.
E come ci ha segnalato un nostro lettore, Luigi Battista, proprio nei giorni scorsi un cucciolo di squalo volpe, lungo circa 250cm, è stato catturato proprio al largo di Tropea.



Anche sott’acqua, insomma, è primavera.
Fonte: MeteoWEB
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PIZZO CALABRO.
È stata dissequestrata l’area antistante al cantiere della Grotta azzurra a Pizzo, interessata da importanti opere di riqualificazione ambientale. Lo ha deciso - secondo quanto rende noto il comune - la sezione penale del tribunale di Vibo Valentia, che ha annullato il provvedimento di sequestro preventivo emesso dal giudice delle indagini preliminari il 3 giugno dello scorso anno, ponendo per il momento fine ad una vicenda giudiziaria che sul piano “politico ed amministrativo” aveva bloccato il progetto redatto dal comune e finalizzato alla riqualificazione dell’area posta sotto sequestro.

L’area era stata dissequestrata dal Tribunale del riesame di Vibo Valentia, accogliendo in toto l’istanza presentata dall’avv. Francesco Izzo, rimostrando la “compatibilità dell’intervento con gli assetti dell’area e con le correlate esigenze di tutela del costone tufaceo relativo alla rupe del rione “Carmine”.

Avverso questa decisione il pubblico ministero aveva fatto ricorso in Cassazione che accogliendo il ricorso annullò il provvedimento del tribunale del Riesame, con il quale disponeva il dissequestro del cantiere della grotta azzurra, rinviando allo stesso Tribunale una nuova determinazione in merito alla vicenda.

A distanza di quattro mesi da quella decisione è arrivata la decisione del Tribunale di Vibo Valentia che ha annullato il provvedimento emesso dal giudice delle indagini preliminari il 3 giugno del 2010. Il sequestro preventivo era stato eseguito il 25 maggio 2010, su richiesta dal sostituto procuratore Fabrizio Garofalo, dai carabinieri del Nucleo operativo ecologico di Reggio Calabria e da quello di Tutela del patrimonio culturale di Cosenza.

La sentenza del tribunale di Vibo Valentia, che annulla il sequestro dell’area è stata notificata questa mattina al sindaco di Pizzo Fernando Nicotra, che insieme al responsabile del settore lavori pubblici, Francesco Alessandria, era stato in iscritto nel registro degli indagati, con l’accusa di omissione di atti di ufficio. Soddisfatto per la decisione del Tribunale il sindaco.

Fonte: il Giornale di Calabria
Sempre camminerò per queste spiagge tra la sabbia e la schiuma dell'onda.
L'alta marea cancellerà l'impronta e il vento svanirà la schiuma.
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Reply #38 on: April 18, 2011, 15:04:02
05/04/2011 ROCCELLA JONICA. Sequestrati 1.600 metri di reti e otto nasse nel mare tra Riace e Caulonia

Nell’attività di contrasto alla pesca illecita, il locale Ufficio circondariale marittimo, in seguito alla costante attività di monitoraggio delle acque di giurisdizione, nei giorni scorsi, ha provveduto a sequestrare 14 attrezzi da pesca di cui 8 nasse e 6 reti da posta di vario tipo, per un totale di 1600 metri di rete. Nel corso del servizio, sono stati impiegati la motovedetta “CP 531”, il gommone “G.C. 305” e pattuglie da terra. Gli attrezzi da pesca, privi degli idonei segnalamenti e quindi pericolosi per la navigazione erano stati posizionati nelle acque antistanti i comuni di Riace e Caulonia.

A tale sistema ricorrono per lo più i pescatori sportivi, che non potendo utilizzare gli attrezzi da pesca del tipo reti da posta, sistemano questi strumenti senza segnalarli adeguatamente.

La normativa in vigore, non permette che il pescatore ricreativo utilizzi arnesi professionali, sia per evitare un prelievo eccessivo delle risorse ittiche sia per tutelare i pescatori professionali muniti di autorizzazione “ad hoc”. Nelle reti sono stati ritrovati esemplari ittici ancora vivi, rilasciati in mare.

Autore: Giuseppe D'Amico
Fonte: Reggio Press

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11/04/2011 CONDOFURI (RC): sequestrati 25 kg di novellame pescati illegalmente

Prosegue senza soste l’attività di controllo della filiera pesca per garantire la tutela del cittadino, quale consumatore finale, e del patrimonio ittico nazionale. Nella mattinata di sabato 09 aprile i militari delle Delegazioni di Spiaggia di Bianco e Melito Porto Salvo, durante dei normali controlli preventivi mirati a prevenire la pesca abusiva di novellame, hanno posto sotto controllo un diportista in località arenile del comune di Condofuri (RC) , rinvenendo una rete del tipo sciabica vietata e circa 25 kg di prodotti ittici sottomisura del tipo “bianchetto” e cicirella.

L’autore del fatto , già noto ai militari per fatti similari, è stato identificato e deferito alla Procura della Repubblica di Reggio Calabria, mentre l’intero prodotto ittico e la rete sono state sequestrate. Dopo la certificazione del medico veterinario competente che ne ha attestato l’idoneità al consumo umano e l’autorizzazione del magistrato di turno Dott. Francesco TRIPODI, tutto il prodotto è stato donato in beneficenza ad alcuni istituti caritatevoli locali per il successivo consumo presso le mense di detti istituti.

Fonte: Marinaonline
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oldninos

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Reply #39 on: April 18, 2011, 16:16:20
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05/04/2011 ROCCELLA JONICA. Sequestrati 1.600 metri di reti e otto nasse nel mare tra Riace e Caulonia

A tale sistema ricorrono per lo più i pescatori sportivi, che non potendo utilizzare gli attrezzi da pesca del tipo reti da posta, sistemano questi strumenti senza segnalarli adeguatamente.

La normativa in vigore, non permette che il pescatore ricreativo utilizzi arnesi professionali, sia per evitare un prelievo eccessivo delle risorse ittiche sia per tutelare i pescatori professionali muniti di autorizzazione “ad hoc”. Nelle reti sono stati ritrovati esemplari ittici ancora vivi, rilasciati in mare.

Autore: Giuseppe D'AmicoFonte: Reggio Press

per l'autore dell'articolo: perchè chiamarli pescatori sportivi (sic!) e non pescatori illegali??
di sportivo, questi individui hanno veramento poco...  anzi niente.
cerchiamo di non confondere i pescatori sportivi con gente che pensa solo ai propri tornaconti personali
anche a costo di distruggere l'ambiente o l'ecosistema.
  ;D


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