NOCERA TERINESE: I resti d'uno scheletro trovati alla foce del Savuto

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Notizie - DALLA CALABRIA
Mercoledì 25 Agosto 2010 09:45

Una tranquilla giornata da dedicare alla pesca può trasformarsi in una sorta di romanzo dell'orrore. È quanto accaduto a due giovani di Amantea, Francesco Ianni e Luca Tullo, che, di primo mattino, si sono recati nei pressi della foce del fiume Savuto per trascorrere un po' di tempo a contatto con la natura. Entrambi sono appassionati di pesca subacquea in apnea e in questa particolare zona di mare qualcosa si cattura sempre.

I fondali, infatti, non sono neanche eccessivamente profondi e chi ama immergersi senza bombole trova un ambiente pressoché perfetto.
Intorno alle dieci qualcosa ha turbato la tranquillità del momento: uno dei due giovani, Francesco Ianni, ha intravisto sul fondale alcune ossa, identificabili come resti di una colonna vertebrale. Superando il momento iniziale di sgomento, il giovane si è immerso per effettuare l'operazione di recupero, scorgendo anche altri resti. Alla fine Ianni ha preferito risalire e lanciare l'allarme. Così dopo qualche minuto lo stesso Ianni ha avvisato la Protezione civile di Amantea, guidata da Salvatore Socievole, che, una volta giunta sul posto, ha immediatamente allertato la delegazione di spiaggia della Guardia costiera, coordinata dal maresciallo Fausto De Caria.
La zona in questione è situata sul tratto di litorale ricadente tra i comuni di Amantea e Nocera Terinese, tanto che la competenza delle indagini è andata alla Procura della Repubblica di Lamezia Terme e non su quella di Paola. Il magistrato di turno, alla luce del rinvenimento e per sgombrare il campo da ogni dubbio, ha chiesto alla stessa Guardia Costiera di effettuare una perlustrazione sul fondale, in prossimità del punto segnalato dai giovani apneisti. La stessa Guardia costiera ha così richiesto l'intervento del nucleo sommozzatori della Protezione civile di Amantea, composto per l'occasione da Pino Bazzarelli e Fabio Baldacchino. La Procura, infatti, vuole vederci chiaro e capire cosa nasconde il fondale sabbioso del Tirreno.
Le operazioni dei subacquei si sono protratte per circa un'ora senza produrre alcun esito. I sommozzatori si sono fermati dopo avere esaurito l'aria a disposizione e a causa di alcune correnti che hanno reso difficile ogni possibile operazione di recupero.
Nel frattempo il medico legale investito dalla Procura di Lamezia Terme ha analizzato le ossa recuperate nel corso della mattinata, riferendo direttamente al magistrato. Secondo alcune indiscrezioni sembrerebbe (in questo caso il condizionale è d'obbligo) che non siano di origine umana. Ma nel racconto prodotto da Ianni e Tullo vi sarebbero delle circostanze che potrebbero dare portare a conclusioni diverse.
Sulla base delle poche informazioni in possesso dei giudici non è possibile formulare al momento alcune ipotesi. L'autorità giudiziaria ha cosi deciso di proseguire le indagini, dando ordine agli stessi sommozzatori della Protezione civile di continuare le ricerche anche nella giornata di oggi. Per velocizzare le operazioni e per perlustrare uno specchio d'acqua di maggiore portata saranno ben quattro gli uomini impegnati.
Insomma i fiumi amanteani continuano ad essere portatori di misteri. Tra qualche settimana dovrebbero essere resi noti i dati sulla presenza di elementi tossici nel greto del fiume Oliva, dopo i carotaggi effettuati nello scorso mese di giugno. Ed ora l'altro fiume nepetino fa parlare di sé.

GAZZETTADELSUD Ernesto Pastore


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Appartengono ad un cetaceo, probabilmente un delfino, i resti ossei ritrovati da alcuni sub di Amantea durante una battuta di pesca pesca subacquea nei giorni scorsi a poche centinaia di metri a largo della costa di Nocera Terinese, nei pressi della foce del fiume Savuto.

Lo ha stabilito il medico incaricato dalla procura della Repubblica lametina che aveva proceduto dopo la segnalazione al recupero dei resti, con l'ausilio dei sommozzatori della Capitaneria di Porto di Vibo Valentia.
Inizialmente i sub, esperti di pesca ma non di anatomia, avevano avuto il sospetto che si trattasse di ossa umane, avendo visto sott'acqua alcuni anelli di una colonna vertebrale. Da qui è partito il loro allarme subito raccolto dalla procura.
Alla luce delle risultanze autoptiche il sostituto procuratore Maria Alessandra Ruberto ha deciso di archiviare il fascicolo.

GAZZETTADELSUD (g.n).


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