Porto ad atollo come a Dubai

Sarà a forma di atollo, come la “Palm Island” di Dubai, la più grande isola artificiale del mondo. Verrà utilizzato l’attuale pontile dell’ex Sir, e dopo essere rimesso a nuovo diventerà l’unico punto di contatto terrestre tra la costa lametina e il nuovo porto turistico. Oltre 900 barche, due approdi per navi da crociera, pista per elicottero.
A vedere così il nuovo sogno di sviluppo della città è la Porto di Lamezia, una piccola società formata da alcuni progettisti torinesi guidati da Giovanni Lopreiato, ingegnere del Vibonese esperto in strutture portuali.
È amministratore unico dalla Porto di Lamezia, una Srl costituita con un ridotto capitale sociale ma con una grande idea: non intaccare la costa lametina con una strutturale portuale di medie dimensioni e non invasiva. Ad impatto ambientale vicino allo zero.
«L’idea di un porto a Lamezia l’abbiamo da tanto tempo», spiega Giovanni Lopreiato, «perchè proprio qui confluiscono aeroporto, autostrada e snodo ferroviario. Manca però uno sbocco a mare, e nella mente di tutti c’è questa necessità». Il progettista adesso riconosce che «è un momento favorevole perchè c’è una convergenza di Comune, Provincia e Regione su una struttura portuale turistica»
Il progetto di massima, l’unico presentato finora da un privato, prevede un atollo, cioè una piattaforma artificiale nel mare collegata a terra attraverso l’attuale pontile abbandonato. Il porto a forma di atollo è ormai una moda: dopo Dubai, negli Emirati Arabi, in Italia ci sono progetti ad Albenga (Savona), sul Gargano (Foggia) e a Marina di Massa, in Toscana.
Per il progetto lametino non si fa cenno ai costi, ma per l’opera dovrebbero essere necessari circa 20 milioni di euro. Somma non indifferente visti i tempi di ristrettezze economiche per gli enti locali. Si tratta comunque di un “project financing”, cioè di un progetto che dovrebbe essere finanziato da privati in cambio della concessione della struttura per qualche decennio in modo da rientrare nelle spese e fare utili.
Dopo l’inclusione del porto nel progetto preliminare del Psc, il nuovo Piano regolatore comunale, è arrivato anche il sì della Regione con l’inserimento di Lamezia nel Piano dei porti turistici. Ma il via libera dal punto di vista urbanistico dovrà ancora darlo la Capitaneria di porto, cioè il ministero delle Infrastrutture. Se ci sarà l’okay potrà partire l’iter previsto dalla legge Burlando (prende il nome dall’ex ministro dei Trasporti Claudio Burlando) e si aprirà una gara pubblica a cui potranno partecipare tutte le ditte interessate presentando i loro progetti entro un termine. Alla fine la parte tecnica sarà affidata al Comune che dovrà gestire l’opera.
«Abbiamo fatto un’indagine di mercato», dice l’ingegnere Lopreiato, «e l’estrema vicinanza con l’aeroporto favorisce una struttura turistica di questo tipo. Se poi 900 posti barca sono troppi il progetto si potrà restringere a 600-700. Stiamo lavorando su questo, e abbiamo notato una collaborazione attiva su questa nostra iniziativa del vicesindaco Francesco Cicicione, del consigliere provinciale Giampaolo Bevilacqua e da parte del presidente dell’Asi Luigi Muraca».
Infatti il piano regolatore dell’area industriale da tempo prevede sulla fascia costiera una zona di sviluppo turistico. Tant’è che oltre al porto sono arrivati i progetti di un grande villaggio turistico da parte di una società russa, e di un campo da golf proposto da un’impresa calabrese. Tutto in stretto contatto con porto e aeroscalo.
Oltre un decennio fa era stato proposto un progetto di approdo da diporto da parte di una grande azienda araba, quando sindaco era Pasqualino Scaramuzzino. Ma non se ne fece niente. I tempi non erano maturi.
gazzettadelsud_VinicioLeonetti
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