Premetto che non faccio surf ne PAf, al limite beachlegering con canne da legering...il grosso problema nasce nel momento in cui, guardando cataloghi vari e riviste in cui vedi un soggetto qualificato come surfcaster che prende un'orata con una telescopica e un 8000 e sopra la foto c'è scritto magari "grande surf" o "mitico surf" viene da sè pensare che il surf si possa fare con una telescopica e un 8000 qualsiasi....ho letto diversi tuoi interventi in cui specifichi ampiamente e in maniera documentata cosa sia veramente il surfcasting e da parte degli utenti del forum, prima di parlare di surfcasting, sarebbe opportuno leggere e capire cosa sia il surfcasting in modo da non dire "faccio surf" ma faccio paf o beachlegering..poi ovviamente molte tecniche non sono compartimenti a tenuta stagna, ma le definizioni di base devono rimanere....
Ciao Amur,
riprendo questo tuo interessantissimo concetto per presentare anche un altro aspetto della pesca amatoriale, che se fa storcere il naso ai puristi fa comunque riflettere sul risultato finale, cioè l'appagamento di praticare il meraviglioso passatempo della pesca, che per me resta e resterà sempre la cosa più importante, a prescindere dai risultati.
Per farlo, devo partire da molto lontano, esattamente dagli inizi degli anni '60, quando io stesso ho cominciato a dedicarmi al meraviglioso passatempo della pesca amatoriale, per cui ne ho testimonianza diretta e non riportata.
A quei tempi la pesca in mare era un'opzione: quasi tutti i pescatori amatoriali italiani si dedicavano alla pesca in acque dolci, mentre non erano tanti quelli che la praticavano in mare.
Le attrezzature usate erano molto semplici: una lenza avvolta intorno ad un sughero, con uno o due braccioli ed una zavorra. I tempi erano tali che questa semplicissima attrezzatura dava comunque i suoi ottimi risultati data la massiccia presenza di pesci a poche decine di metri dalla battigia.
C'era un unico inconveniente: questo tipo di pesca si poteva fare solo in condizioni di mare calmo o poco mosso e in presenza di venti molto deboli, per evitare le immancabili parrucche che subiva il filo sulla spiaggia, una volta che veniva recuperato. Era quindi una pesca tipicamente estiva, anche perché il concetto di praticare la pesca amatoriale anche durante la stagione invernale era di la da venire.
L'inconveniente delle parrucche a causa del vento fu poi risolto con l'utilizzo di canne e mulinelli, che come unico vantaggio davano solo la scomparsa delle parrucche, giacché la loro struttura (fibra di vetro) non è che consentisse di esplorare una zona di mare che andasse oltre i 30/40 metri.
Ci fu poi l'avvento delle canne in fenolico, che consentivano una gittata più ampia. Le lenze utilizzate, oggi farebbero inorridire anche il più sprovveduto dei neofiti, dati i loro diametri da gomena, ma se teniamo presente che la tecnologia allora esistente non consentiva un elevato carico di rottura che non fosse legato ad un grosso diametro, tali gomene venivano comunque utilizzate con profitto data l'elevata presenza di pesce, che per sfamarsi non facevano certo gli schizzinosi, vista la concorrenza...
Erano tempi in cui il computer era un mastodontico mainframe utilizzato dalle più grosse fabbriche per la gestione di alcuni dati, Internet era solo un esperimento della difesa statunitense per collegare alcuni settori dell'esercito, la letteratura sulla pesca era inesistente (se si toglie qualche raro volume pionieristico sulla pesca in acque dolci) e i praticanti della pesca in mare erano veramente pochini ed 'estivi'.
Oggi personal computer ed Internet sono alla portata di tutti: molti neofiti non hanno che da navigare in lungo ed in largo nel Web alla ricerca di notizie sulla pesca amatoriale, e non rimangono certamente delusi dalla scarsità delle medesime, data la pletora di siti dedicati all'argomento.
La letteratura è letteralmente esplosa, tra libri e riviste, ed i negozianti non sono più quelli di una volta che tenevano una scarsa attrezzatura sportiva sommersa dalle reti professionali e rotoloni di cordame.
Ho detto molti neofiti, ma non tutti: sono ancora tantissimi quei pescatori amatoriali, neofiti o meno, che ignorano computer, internet, libri e riviste, che acquistano l'attrezzatura in base alle proprie sensazioni e per i quali la parola surf casting risulta uno dei tanti neologismi stranieri di cui la lingua italiana abusa.
Costoro si ritrovano a pescare in condizioni di '
mare molto mosso' con i loro cannoni, in grado di lanciare zavorre da 300 gr, e ignorando del tutto l'esistenza di una precisa tecnologia che va applicata in queste condizioni per ottenere buoni risultati, o anche solo dei risultati.
Capita così che alcuni di essi, con i loro cannoni, non si accorgano minimamente dell'abboccata e recuperano il pesce solo quando, ad intervalli regolari, fanno il controllo delle condizioni dell'esca. Altri hanno affinato meglio il controllo del cimino e 5 volte su 10 riescono a capire se il suo movimento è dovuto ad una mangiata oppure alla bordata delle onde.
Gli uni e gli altri accettano il concetto, diffusissimo tra i 'comuni' pescatori, '
che oggi il pesce ha mangiato, quindi la giornata è giusta' e che '
oggi il pesce non mangia, quindi la giornata non è adatta'.
Se a questa moltitudine di pescatori che ignorano computer, internet, libri e riviste vai a parlare della tecnologia del surf casting, ti rispondono che a loro non interessano '
queste cineserie giapponesi', che la "
giornata non è quella giusta e basta, inutile cercare sotterfugi. Oggi è andata male, magari domani andrà meglio".
Ma quello che ti sconcerta non sono queste risposte, quanto il fatto che questi pescatori si sentono comunque appagati a prescindere da come sono andate le cose, appagati delle loro attrezzature e tecniche personali, appagati della convinzione che un domani andrà meglio. Mai riuscirai a convincerli che attrezzatura e tecnica vanno un momentino riviste, perché per loro va bene così. E sono felicissimi di trascorre una giornata a pesca. '
D'altro canto PeppiAntoni non ha tirato fuori una spigola da 8 kg? Oggi è andata bene a lui, magari domani andrà bene a me...'
Una cosa è certa: non sanno cosa sia l'angoscia del cappotto e sono felicissimi di praticare la pesca come puro divertimento con le 'loro' attrezzature e le 'loro' tecniche, con buona pace di Rip, Rot e altre "cineserie giapponesi"....