consiglio beach legering

This is a discussion for the topic consiglio beach legering on the board PESCA A FONDO.

Author Topic: consiglio beach legering  (Read 14755 times)

f12defilippis

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Reply #20 on: April 07, 2010, 15:01:03
Ciao Nonnoroby,
innanzitutto complimenti per il post con tanto di grafici.. Veramente molto molto interessante e utile.
A questo punto volevo chiederti con quale logica scegli il tipo di finale da adottare.

Ti ringrazio in anticipo
Ciao
Francesco


eugenio88

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Reply #21 on: April 07, 2010, 19:32:40
nonno roby ho sete di sapere!!!....vogliamo la seconda puntata!!!  calabria


gargano spinning

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Reply #22 on: April 07, 2010, 20:24:15
visto che parlate di beach, vorrei chiedere, a chi la conosce, informazioni sulla colmic vigorosa...
Grazie....


^NONNOROBY^

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Reply #23 on: April 07, 2010, 20:40:49
Consigli Beachledgering

Parte 2

Descrizione generale

L'uso dello shockleader comporta che anche il trave abbia il suo stesso carico di rottura (altrimenti lo shock regge ed il trave potrebbe spaccarsi): se come shock e come trave si usa il nylon , è sufficiente che il trave abbia lo stesso diametro dello shockleader; se si usa il multifibra, un diametro 0.10 va benissimo (per piombi sino a 80 gr). Resta il problema di quando non si vuole usare lo shockleader: scartata l'ipotesi di togliere e rimettere in continuazione lo shockleader, l'unica soluzione rimane quella di usare un mulinello dotato di 2 o più bobine (3 sarebbe meglio, 4 è l'ideale). Sono rari i mulinelli che hanno 3 bobine in dotazione, inesistenti quelli che ne hanno quattro, però scoprirete che se il beachledgering diventerà il vostro tipo di pesca preferito, farete di tutto per ordinarvi a parte le bobine aggiuntive: più bobine si hanno, maggiori saranno le combinazioni tra lenza madre e shochleader.
Con due sole bobine, uno schema potrebbe essere questo:
- per chi è proprio alle prime armi con la pesca: montare sulla prima bobina una lenza madre dello 0.22 senza shockleader (per piombi sino a 30 gr), e montare sulla seconda bobina una madre sempre dello 0.22 con shockleader in nylon dello 0.40 (oppure in multifibra dello 0.10);
- per chi ha già familiarità con lanci e recuperi: montare sulla prima bobina una lenza madre dello 0.18 armata di shockleader in multifibra dello 0.10, sulla seconda bobina una lenza madre dello 0.22 con shockleader in nylon dello 0.40 (oppure in multifibra dello 0.10): una volta arrivati sul luogo di pesca, se trovate mare un pò mosso, visto che avete già un pò di esperienza, sarete in grado di valutare se rischiare ad usare la bobina dello 0.18 oppure quella dello 0.22.

Nodi di giunzione tra lenza madre e shochleader. Ne esistono vari, ma è sufficiente specializzarsi in quest'unico nodo:
- Albright Special. E' praticamente un nodo universale, nel senso che si può applicare sia a fili che hanno diametri molto simili che diametri alquanto differenti e, soprattutto, se composti da materiali diversi (come il nylon ed il multifibra, appunto):  

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Oppure si può usare il Tony Pena (simile all'Albright) con 'variazione Peppino' (il nostro grande Peppino). Vedi qui:

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Nodo di giunzione tra shockleader e suo capocorda. Come capocorda dello shockleader possiamo usare una semplice girella munita di moschettone, non molto grande ma di buona fattura. Oppure uno dei tantissimi nuovi accessori che oggi si trovano sul mercato e adatti allo scopo. Al capo corda va poi attaccato il trave (a sua volta munito di capocorda formato da una semplice girella senza moschettone, oppure senza capocorda, in quanto è sufficiente un cappio). Tutti questi nodi vanno poi ricoperti con un pezzetto di tubicino di silicone per salvaguardare i nodi).
Anche qui non è il caso di scervellarsi ad imparare tanti nodi: va ancora bene il Tony Pena, il Nodo Uni od il Palomar (ottimo anche per legare ami ad occhiello):

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Terminali: travi, braccioli, snodi. Tenendo presenti le figure dei terminali postate nel post più sotto, ho evidenziato i 5 schemi più diffusi ed utilizzati nel beachledgering. Ne esistono anche altri, e li vedremo man mano che procedono le 'puntate', ma per iniziare questi sono sufficienti.
- Schema con piombo scorrevole. E' il più classico di tutti. Il suo utilizzo è indicato con mare calmo, fondo sabbioso e con alghe basse con cespugli non molto ravvicinati. E' valido per tutti i tipi di pesce. Una volta effettuato il lancio, togliere la tensione dalla lenza madre e lasciarla leggermente in bando, in modo che un pesce sospettoso non senta alcuna trattenuta.
Lunghezza del trave (dello stesso diametro dello shockleader): cm 150-180. Dopo aver legato la girella come capocorda al trave, infilare un pezzo di tubetto di silicone con cui ricoprire il nodo e metà girella. Infilare poi un piombo forato a pera o a sfera, quindi un pezzo di guaina di filo elettrico, che fungerà da batti piombo e legare infine un'altra girella senza moschettone che fungerà da capo corda per l'altro capo del trave. A questo secondo capocorda legare infine il bracciolo dell'amo, lungo 150 cm, diametro da 0.16 a 0.18, amo dal N.8 al N.12. Anche qui ricoprire il nodo del secondo capocorda con un pezzo di silicone.
- Schema alla genovese. Il nome ne indica le origini. E' una variazione allo schema con piombo scorrevole appena visto, a cui basta aggiungere un bracciolo nella parte alta del trave. Si usa nelle stesse condizioni di mare dello scorrevole. Il doppio bracciolo offre più opportunità per i pesci che sono soliti nutrirsi di bocconi in balia di leggere correnti che li sollevano dal fondo. Questo bracciolo va unito al trave mediante uno snodo (vedi più avanti). La misura del bracciolo è di 1 mt.
- Schema con long arm. E' molto simile allo schema del piombo scorrevole, ma il bracciolo è collegato al trave mediante uno snodo ed il piombo è fisso. Questo consente di tenere in tensione la lenza madre e le tocche dei pesci sono segnalate dal sensibilissimo cimino della canna, che ci consentirà di intervenire al momento opportuno per dare una ferrata decisa. Le condizioni del mare e del fondale sono le stesse degli altri 2 schemi. Il long arm (bracciolo lungo) misura cm 150 ed è posizionato nella parte bassa del trave.
- Schema con short arm. Del tutto simile al long arm, lo short arm (bracciolo corto) ne differisce solo per la lunghezza del bracciolo, di cm 50. Da utilizzare con mare mosso e con forti correnti, perchè la brevità del bracciolo evita il suo attorcigliamento sul trave (anche se purtroppo non è sempre così).
- Schema Pater Noster. E' il più classico dei terminali per il mare mosso, da usare quando siamo costretti a montare il piombo da 80 gr. E' lo schema che meglio si comporta nella turbolenza, regalandoci spesso grandi soddisfazioni. La lunghezza dei braccioli è di 50 cm, calando anche ai 20 cm nelle condizioni di massima turbolenza. Anche qui i braccioli sono collegati al trave tramite snodi.

Snodi. Quando gli snodi furono inventati, fecero fare un gigantesco passo avanti rispetto ai tempi in cui i braccioli venivano legati direttamente sul trave, cosa che impediva di fatto di poter pescare anche in condizioni di mare mosso, per l'immediato attorcigliamento dei braccioli sul trave. Ma ebbero anche un altro effetto altrettanto importante: conferivano all'esca una fluttuabilità quasi naturale, mascherandone l'inganno. Anche di snodi ne esistono di tanti tipi, mi sono limitato ad illustrarne solo una piccola parte, sufficienti per iniziare.
Lo snodo va tenuto tra due perline a loro volta fermate da due nodini-stopper (vedi figure nell'altro post).
- Tecnosfera. E' lo snodo che meglio rappresenta la 'filosofia' del Beachledgering: leggerezza e fluttuabilità. La Tecnosfera è costituita da una perlina in materiale durissimo che presenta 4 fori in perpendicolare: in 2 fori viene fatto passare il trave, negli altri due fori viene fatto passare il bracciolo oppure lo spillo in dotazione alla tecnosfera con cui sagomare un gancetto. Questa seconda soluzione è stata superata dal fast connector (di gran lunga migliore), mentre resta valida la prima soluzione, cioè quella di far passsare il bracciolo direttamente dentro i fori, sul cui capo viene poi fatto un nodino-stopper per evitare la sua fuoriuscita dalla sfera. Al grosso vantaggio di avere un apparato ultra-leggero si oppone però lo svataggio del nodino-stopper che non garantisce una buona tenuta in caso di prede pesanti. Personalmente ho in parte ovviato a questo inconveniente in questo modo (però non ne garantisco la tenuta in tutte le circostanze): scaldo la cima del bracciolo con l'accendino per formare una pallina, quindi faccio il nodino-stopper con un filo di seta e prima di stringere le spire ci metto una goccia di colla cianoacrilica.
- Fast connector. Personalmente lo considero il miglior snodo in assoluto per il beachledgering (nelle misure più grandi è ottimo anche per il surfcasting): è leggerissimo, è robustistisssimo, è ultra snodato ed è praticissimo. Non c'è bisogno di descrizione, in quanto le figure sono abbastanza esplicite.
- Micro Murphy. E' una valida alternativa al fast connector. Scegliere quelli col gancetto anziché quelli con l'anello.
- Pulcetta. Altra buona soluzione di snodo. La pulcetta però può ruotare solo intorno ad 1 asse, anziché intorno a 2 come tutti gli altri.
- Joint classico. E' il primo snodo in assoluto che sia mai stato usato a pesca. E' costituito da una semplice girella senza moschettone che ruota su se stessa ed intorno a due perline. E' suggerito il suo utilizzo quando si pesca 'pesante' (trancette di sardina, di muggine, di calamaro, esche voluminose), in quanto è il più robusto di tutti.

(Fine secona parte)
   

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inglesino

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Reply #24 on: April 07, 2010, 20:40:57
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come canne gho preso 2 speedmaster 100 gr e mlinelli shiNon sei autorizzato a visualizzare i link. Registati o effettua Login

Puoi postarmi una foto delle speedmaster?
Perchè le 180 gr sono un fioretto! Sottilissime, immagino una 100 gr!!




Nonnoroby, trovo i tuoi messaggi stupefacenti.
Però, il ragazzetto potrebbe usare anche un trecciato unico no?
Tanto se deve lanciare max 60 gr, un trecciato farebbe davvero al caso suo, considerando del poco attrito e della lunga distanza.
Ovviamente è un parere personale.
''Se dai da mangiare un pesce ad un amico, esso mangierà per un giorno. Se gli insegni a pescare, esso mangierà per tutta la vita.''
-Salvatore-


eugenio88

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Reply #25 on: April 07, 2010, 23:35:41
nonnoroby ancora una volta utilissimo!!!!....aspetto con ansia la terza puntata!!!  calabria


GRAZIE...



fralanzi

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Reply #26 on: April 08, 2010, 18:20:34
 ;D sempre più utile


^NONNOROBY^

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Reply #27 on: April 09, 2010, 17:55:20
Consigli Beachledgering

Parte 3

Descrizione generale

Pasturatore. E' uno degli elementi base del Beachledgering, che rende questo tipo di pesca particolarmente catturante, a patto che si seguano certe regole se si vuole che questo accessorio non solo diventi inutile ma addirittura controproducente.
Va però subito detto che sono tantissimi i pescatori che fanno a meno del pasturatore, proprio per evitare l'impegno che esso comporta. Io stesso evito di usarlo il più delle volte, pur essendo consapevole che sto rinunciando ai vantaggi di un preziosissimo alleato.
Fortunatamente per tutti, abbiamo tra gli iscritti del nostro forum un grande esperto della pesca col pasturatore, il grande MINOSSE, persona di squisitissima gentilezza e di grandissima disponibilità, che potrà darci tutti i suggerimenti del caso.
Basandomi sulle sole mie esperienze, posso dire questo. Anzittutto bisogna conoscere il fondale dello spot prescelto, per evitare di lanciarlo tra le fenditure delle rocce o tra gli alti e folti banchi di posidonia, per ovvii motivi. L'altra regola basilare è che venga lanciato, ad inizio battuta, più e più volte sempre nello stesso punto per formare uno 'strato' di pastura che faccia concentrare più o meno in quel punto quanto più pesce possibile. Personalmente suggerirei di fare almeno una decina di lanci successivi senza esca e col solo pasturatore, appena arrivati allo spot, per poi limitarsi a 'ricaricarlo' solo in occasione del controllo dell'esca o di una cattura. Ovviamenti i controlli dell'esca devono essere abbastanza ravvicinati, a prescindere che il cimino abbia segnalato o meno la toccata. Scelto il punto che ci sembra il più idoneo per far lavorare l'esca, sarebbe molto opportuno, per poterlo centrare in tutti i lanci successivi con adeguata precisione, mettere un segnale sulla lenza madre (una strisciata di pennarello, un fiocco di lana, un pezzo di carta gommata o di nastro adesivo, o qualunque altra cosa vi venga in mente), quindi lanciare oltre quel punto per poi recuperare velocemente sino al segnale posto sulla lenza madre ed attendere che il pasturatore si vuoti. Quindi recuperare, ricaricare e rilanciare per almeno una decine di volte senza esca. Il tipo di lancio che più di tutti gli altri ci consente di centrare con maggior precisione il bersaglio è l'above (cioè con la canna posizionata sopra la testa): siccome tutto 'l'apparato' (canna, mulinello, madre, trave e piombo) è abbastanza leggero, l'above ci consente anche una discreta distanza, sempre che sia necessario lanciare così lontano dalla riva. L'undicesimo lancio lo faremo con l'amo escato, per poi recuperare dopo 5-10 minuti per controllare l'esca e ricaricare il pasturatore: questi tempi sono solo a titolo indicativo, sta poi a voi appurare se è meglio accorciarli od allungarli.
Genericamente possiamo suddividere i pasturatori in 3 tipi, ed ogni tipo a sua volta si suddivide per forme, misure e pesi diversi.
- Pasturatore da bigattini. E' il più diffuso. Composto di materiale plastico, è caratterizzato dalla presenza di fori circolari di piccolo diametro che consentono la fuoriuscita delle larve un poco alla volta. Per la pasturazione iniziale, sarebbe più opportuno servirsi di un pasturatore apposito con i fori più larghi (che possiamo modificare da noi con una punta da trapano), per favorire l'uscita veloce dei bigattini, per poi passare durante la fase di pesca a quelli con i fori più piccoli che ne rallentano la fuoriuscita. Sono dotati di zavorra (asportabile) adeguata alla grandezza dell'involucro, per cui si possono utilizzare al posto del piombo. Per questo motivo bisogna prendere in considerazione due fattori: il peso totale in fase di lancio (dato dai bigattini + la zavorra) ed il peso totale a vuoto (solo zavorra) quando i bigattini sono fuoriusciti. Il primo influisce sulla lenza madre priva di shockleader, il secondo sulla tenuta nel fondale: purtroppo solo dopo aver acquisito esperienza saremo in grado di valutare con precisione questi fattori, nei primi tempi dovremo fare affidamento su svariati tentativi per trovare un compromesso tra pasturatore pieno e pasturatore vuoto.
- Pasturatore da sfarinati. Composto di materiale plastico oppure di rete metallica. I fori d'uscita hanno un diametro maggiore per favorire la fuoriuscita dello sfarinato che ha una consistenza più o meno tenace a seconda di come abbiamo preparato lo sfarinato (più compatto o meno compatto). Per il resto valgono le stesse considerazioni fatte in precedenza, tenendo presente che lo sfarinato pesa ben più dei bigattini.
- Pasturatore da triturato (termine personale). E' costituito da rete metallica che favorisce l'uscita della pastura formata da sarde o altri pesci grassi triturati e pressati dentro il pasturatore. Di uguale efficcacia degli altri due, è però caratterizzato da un peso non trascurabile da non sottovalutare. Se non si dispone di un cimino più che robusto, è sempre meglio scagliarlo con lanci 'appoggiati', quindi non è un pasturatore da lunghe distanze (che però non sempre sono necessarie...)

Esca. L'esca principe del Beachledgering è il verme, arenicola in testa. Vanno bene tutti i tipi di verme reperibili presso il proprio negoziante, tra i quali i più diffusi: la già citata Arenicola, Americano, Saltarello cinese, Coreano, Muriddu, Bibi. Altri sono reperibili solo localmente (Tremoligione, prov. di Cagliari; Verme di Rimini; Tremolina, ecc.).
Ma i tipi di esca che si possono utilizzare sono tantissimi: Bigattino (specialmente se usato in combinazione col pasturatore), Canolicchio, Gambero, tranci di Sardina, Muggine e Calamaro, Arsella, Fasolare, Cicala, Cozza, Granchio (meglio se tagliato a metà).

Variazione ai terminali Piombo a scorrere e Genovese. Per rendere ancora più fluttuanti questi due terminali, si può aggiungere il 'Rosario':
- ad un capo del trave legare il capocorda - girella - come già visto in altra occasione. A posto del capocorda si può usare l'asola;
- sul terminale alla Genovese mettere lo snodo per il bracciolo (inesistente nel terminale Piombo scorrevole);
- infilare poi nel trave una girella senza moschettone (libera di scorrere su e giù), legare alla girella uno spezzone di lenza di 25 cm, legare all'altro capo dello spezzone un'altra girella con moschettone e agganciare il piombo al moschettone: il piombo non è più quindi infilato nel trave, ma è collegato ad esso mediante lo spezzone di lenza;
- infilare adesso nel trave, in sequenza (dopo la girella), una perlina, un pezzettino di guaina di filo elettrico, un'altra perlina, un altro pezzettino di guaina.... e così via per una lunghezza totale di 10-15 cm (la sequenza di perline e guaina forma il così detto rosario);
- legare all'altro capo del trave il secondo capocorda ed a questo il bracciolo;
- ricordarsi di ricoprire tutte le girelle con un pezzo di silicone salvanodo (almeno sino a metà girella).

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Questo sistema libera il calamento dalla 'prigionia' del piombo, e può quindi muoversi in acqua con più leggerezza e naturalezza, rendendo in questo modo i pesci un pò meno sospettosi.

Bene, per il momento abbiamo abbastanza materiale per cominciare il Beachledgering. Nella prossima puntata vedrò di ampliare qualche argomento e di inserirne di nuovi. E' poi mia intenzione raccogliere in un unico post tutto quanto in modo da che sia più facile la consultazione: siete però tutti invitati già da adesso a partecipare all'ampliamento dell'argomento con le tante cose che ho tralasciato, o esposte male od in modo troppo succinto, in modo da creare un vero manuale completo utile per tutti. Un'unica raccomandazione: 'farina del vostro sacco', cioè basata sulle vostre esperienze personali. Ha poca importanza che la vostra esperienza sia già stata esposta da un altro prima di voi: a meno che non siano perfettamente identiche, ogni singola esperienza ha il suo valore aggiunto.
Per esempio, l'argomento canne e mulinelli è stato momentaneamente sorvolato: chi possiede canne e mulinelli specifici per il Beachledgering (oppure con i quali si trova benissimo), può già cominciare a postare le proprie impressioni, magari accompagnandole, se possibile, con immagini e filmati.
Come pregherei di sviluppare meglio l'argomento 'Pasturatore' da parte di chi lo usa regolarmente, in quanto io, utilizzandolo pochissimo, non ho grandi esperienze in merito.
Alla fine mi farò carico io di integrare il tutto nel manuale definitivo: tranquilli, tutti gli autori dei vari articoli saranno messi in evidenza a caratteri cubitali (beh, diciamo semi-cubitali, altrimenti gli Amm ci linciano...), perché è giusto che sia così  calabria

Forza ragazzi, diamoci da fare!

(Fine terza parte)
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^NONNOROBY^

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Reply #28 on: April 09, 2010, 19:34:00
POST DI ESEMPIO DEL COPIA/INCOLLA DI UN ARTICOLO DA INSERIRE NEL FUTURO "MANUALE DI BEACHLEDGERING"

Articolo scritto da Nonnoroby. Autorizzo Nonnoroby ad inserirlo nel "Manuale di Beachledgering - Attendere però OK definitivo, in quanto in fase di revisione

Puoi trovare canne da beach ledgering che vanno da 50 a 300 €: la scelta in questo caso è legata alle proprie disponibilità finanziarie, per cui anziché suggerire un modello specifico preferisco descrivere qual'è la canna ideale da beachledgering. Poi ognuno, in base al proprio budget, può orientarsi su un modello piuttosto che su un altro.
Ciò che più contraddistingue una canna da beachledgering sono i suoi cimini intercambiabili a baionetta: di solito le case produttrici ne danno 2 in dotazione, uno con una portata sino a 50 gr e l'altro sino a 100 gr. Però per conto nostro possiamo ampliare la dotazione comprandoci a parte tutti i cimini che ci pare sino a coprire (volendo) tutte le grammature intermedie, anche se in totale sono sufficienti 4 cimini che coprano queste grammature: 10-20 gr, 20-40 gr, 40-60 gr, 60-80 gr. Avere cimini specifici per queste grammature consente loro un'azione ben precisa non solo in fase di lancio ma anche in fase di 'tenuta in pesca' dell'apparato pescante (trave, braccioli e piombo), specificità che è conferita loro dal materiale in cui sono costruiti: la fibra di vetro.
Ecc. ecc. ecc. ecc. ecc.
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fralanzi

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Reply #29 on: April 09, 2010, 19:46:07
beh i complimenti sono il minino...comunque non ho ben capito il ruolo del piombino quando usiamo il pasturatore...cioè si può evitare dopo aver calcolato il peso del pasturatore pieno?grazie


^NONNOROBY^

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Reply #30 on: April 09, 2010, 19:49:51
AVVISO:

IL "MANUALE DI BEACHLEDGERINGO" E' STATO SPOSTATO NELLA SUA GIUSTA SEZIONE CALABRIA PESCA ON-LINE FORUM > FORUM PESCA DA TERRA IN CALABRIA > BEACHLEGERING & BEACHLEDGERING

E PRECISAMENTE QUI:

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DA QUESTO MOMENTO, CHI VUOLE PARTECIPARE ALLA SUA REVISIONE, AMPLIAMENTO O SEMPLICEMENTE INTERVENIRE PER DELUCIDAZIONI O QUALSIASI ALTRA COSA, POTRA' FARLO ALL'INDIRIZZO DI CUI SOPRA.

MAGGIORI SARANNO GLI INTERVENTI, PIU' COMPLETO DIVENTERA' IL MANUALE: IN FONDO, E' NELL'INTERESSE DI TUTTI.

RIPETO: IL MANUALE NON E' "IL MANUALE DI NONNOROBY", PERCHE' TUTTI GLI ARTICOLI INSERITI (REVISIONI COMPRESE), RIPORTERANNO IN EVIDENZA IL NOME DELL'AUTORE.
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