“Pesca a “striscio” e riferimenti presenti sulla bombarda”

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Author Topic: “Pesca a “striscio” e riferimenti presenti sulla bombarda”  (Read 20646 times)

ivo

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“Pesca a “striscio” e riferimenti presenti sulla bombarda”

Quando pratichiamo la pesca alla Trota lago, una delle tecniche più belle ed in uso è lo “striscio”. Questa tecnica si esegue con la “bombarda” ovvero una sorta di galleggiante piombato montato su una cannuccia dove vi passerà all’interno la lenza. Come per i normali galleggianti anche la bombarda è contrassegnata da riferimenti molto importanti che determinano lo strato d’acqua dove andrà a lavorare in fase di recupero (striscio), questo perché la Trota in base alla stagione e/o alla temperatura la si può trovare sotto il pelo dell’acqua come può invece muoversi o stazionare sul fondo.
Ecco l’immagine di una bombarda, in questo caso con caratteristiche di galleggiabilità più inerenti al periodo, diciamo, fresco.
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Vediamo adesso cosa significano i riferimenti presenti sulla bombarda: es. “15gr.- G2”, (alcune marche anzi che “g” contrassegnano con “aff.”); cosa vuol dire? Praticamente vuol dire che se andremo ad usare una bilancia il peso complessivo della bombarda sarà di 15gr. i quali però saranno così suddivisi: 13gr. di balsa (o comunque materiale galleggiante) e 2gr. di zavorra. A cosa porta questo? In poche parole dopo aver eseguito il lancio non appena la bombarda toccherà l’acqua affonderà (aff.2/G2) come se pesasse 2gr. e non più 15. Questo cosa vuol dire? Vuol dire che la bombarda avendo una maggior quantità di materiale galleggiante rispetto al piombo affonderà più lentamente e, cosa più importante, con le caratteristiche su citate, in fase si recupero, lavorerà circa a mezzo metro sotto il pelo dell’acqua. Facciamo un esempio: se pensiamo che le Trote in inverno spesso le troviamo proprio in superficie andremo ad usare una bombarda ancora più galleggiante della sopracitata, ovvero, con affondabilità 0,70 per far si che questa lavori 20cm. circa sotto il pelo dell’acqua. Quanto la temperatura salirà e inizierà il caldo tanto alzeremo il valore di “g” o “affondabilità” per andare ad insidiare le Trote più in profondità dove vi sarà una temperatura dell’acqua più bassa. Oltre all’affondabilità molte bombarde si differenziano fra loro per il diverso assetto in fase di recupero. Questa peculiarità scaturisce dal posizionamento della zavorra all’interno del bulbo, ovvero, avremo un assetto di punta quando la piombatura è posizionata anteriormente, un assetto lineare quando la piombatura è centrale ed un assetto di coda quando la piombatura è posizionata posteriormente. possiamo aggiungere che qualche marca oltre a contraddistinguere l’affondabilità con i riferimenti numerici lo fa anche con i diversi colori del tubetto passafilo o con strisce di diverso colore presenti sul bulbo.
Questa immagine mostra una classica montatura che io uso sempre nel periodo fresco
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Per finire passiamo adesso al tipo di innesco e vi illustrerò quello più usato dal sottoscritto, ovvero, l’innesco della pastella perché comunque è quella in assoluto che mi ha dato i migliori risultati e in più a, differenza della classica Camola, ha la scelta del colore, cosa importantissima da tenere in considerazione in base a quali esche si possono trovare in quel periodo in acqua e anche a seconda della luminosità di quel momento, sole, nuvolo, buio, ecc..
In oltre non dimentichiamoci il fatto che in alcuni periodi d’inverno capita di trovare le Trote “spanciate” sul fondo e quindi potremmo adottare un altro metodo, ovvero, ci basterà accorciare il terminale a 50cm circa e lanciare la nostra insidia lasciando che la bombarda poggi sul fondo senza recuperare,  essendo la pastella galleggiante si solleverà dal fondo di quanto abbiamo lasciato lungo il terminale e fluttuerà in attesa di una abboccata; ricordo una mattina d’inverno, una volta individuata una buca, con questo metodo io e il mio amico Pietro ne prendemmo 41 esemplari in 3 ore, ecco diciamo anche che questo metodo è utile  agli accaniti fumatori per far si che si fumino la sigaretta in pace senza dover tenere la canna in mano. 
Ecco l’immagine:
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Torniamo a parlare dell’innesco per effettuare lo “striscio”, che tra l’altro è una tecnica a mio avviso stupenda, dove l’immagine a seguire mostra (scusate il disegnaccio) la pastella (gialla) appiattita e con forma di tipo triangolare o a boomerang (ovviamente la forma gliela daremo noi) e con l’ardiglione dell’amo leggermente scoperto. La forma data ed il posizionamento danno all’esca (pastella), in fase di recupero, un movimento “scodinzolante” molto naturale come quello di un pesciolino che varia di velocità a seconda della velocità e modalità di recupero che noi gli impartiremo.
Ecco l’immagine:
URL=http://img708.[IMMAGINE NON DISPONIBILE SI PREGA GLI AUTORI DI RICARICARE LE IMMAGINI GRAZIE][IMMAGINE NON DISPONIBILE SI PREGA GLI AUTORI DI RICARICARE LE IMMAGINI GRAZIE]/i/innescopastellatrota.jpg/][/URL]
Come posizione io consiglio: canna in mano ”quasi parallela” alla sponda del lago e cimino basso quasi a toccare l’acqua…………e…………..in bocca al lupo
Un saluto a tutti
Ivano 



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Bravo Ivano
mi permetto solo di aggiungere che in caso ci si trovasse di fronte a trote molto apatiche e quindi con nessuna voglia di attaccare l'esca, possiamo adottare lo stratagemma di allungare il ns. terminale fino a 2,5 mt e, non meno importante, possiamo addirittura scendere alla misura 8 per il ns. amo.
Ricordo a tutti gli amanti della pesca della trota con tecniche a striscio, che è fondamentale il movimento ad elica che deve fare il ns. innesco; onde per cui, dopo aver innescato, prima di lanciare, consiglio di verificare sempre la rotazione dell'esca, "trainando" il ns. terminale con lo spostamento laterale della canna.

Ciao  
Daniele


ivo

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Bravo Ivano
mi permetto solo di aggiungere che in caso........................... 
Grazie Daniele............permettiti pure le tue precisazioni sono esattissime 
Grazie anche a tutti gli amici che hanno "cliccato" sui complimenti e soprattutto a chi a messo in evidenza il post.........Grazie
Un Abbraccio Ivano



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Grazie Daniele............permettiti pure le tue precisazioni sono esattissime 


Grazie Ivano, come sempre hai dato l'ennesima conferma di essere una persona "a posto", sotto tutti i punti di vista... 

Visto che il post è stato evidenziato, ritengo sia corretto inserire all'interno dello stesso, quante più informazioni è possibile, in merito alla tecnica a striscio.

La pesca a striscio è una sorta di spinning, però praticata con l'esca; come lo spinning, il suo scopo è quello di "eccitare" il pesce con il movimento dell'esca ed indurlo ad attaccarla  pur non necessariamente per fame...

Oltre alle bombarde, di cui ha già parlato Ivo in maniera esaustiva, nello pesca a striscio vengono utilizzate altre zavorre, soprattutto quando si vuole fare una pesca a media e corta distanza.
Queste sono:
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SHORT: è un piombo con il peso concentrato in pochi cm e quindi scende subito sul fondo del lago. E' indicato con pesci posizionati dalla metà al fondo del lago, soprattutto nei periodi estivi / invernali. Come per la bombarda questo si monta passante sulla lenza madre e si ferma con una girella tripla (dopo aver messo un salvanodo). Il finale, generalmente dello 0,14 - 0,16, è lungo mediamente sugli 80 cm ma, in presenza di trote molto aggressive, per velocizzare la ns. azione di pesca, può arrivare a 35 cm. Gli ami utilizzati potranno essere del nr. 6 fino ad arrivare al nr. 8 / 10 (quest'ultimo in caso di trote sospettose e da usare solo con esche poco voluminose...)



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SLIM: è un piombo con il peso distribuito su un corpo allungato. La sua discesa sul fondo sarà più lenta rispetto allo short e quindi è indicato con pesci posizionati dalla superficie a metà fondo ed il recupero da usare sarà abbastanza lento. La montatura è uguale allo short.



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SUPERSLIM: è un piombo con il peso distribuito su un corpo molto allungato. Ne consegue una discesa sul fondo molto lenta; anch'esso è indirizzato a pesci posizionati negli strati superficiali d'acqua, con un recupero abbastanza lento. La montatura è uguale allo SLIM.


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VETRINO (o GHOST): zavorre realizzate in vetro. Queste in acqua hanno una discesa lentissima verso il fondo e vengono usati con un recupero lento e di solito con terminali intorno al metro di lunghezza. Per ottimizzarne al meglio l'utilizzo, essi vengono usati con canne abbastanza morbide, poichè saranno queste a determinare il movimento della zavorra e quindi dell'esca in acqua.


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SALTARELLO: è un piombo a goccia con astina passante. Il peso è concentrato in punta e la sua affondabilità è alta. Si usa per pesci che stazionano sul fondale e viene fatto "saltare" (da qui il proprio nome), muovendo la canna e usando il mulinello ad intervalli abbastanza ampi. La montatura sarà come quella per lo SHORT, ed in presenza di trote aggressive, essa potrà essere accorciata fino a 35 cm.

In commercio si trovano anche le "coroncine" di vetrini che sono una sorta di rosario di pallini in vetro, da montare sulla lenza madre ed intervallati da piccole molle in acciaio.
Queste si usano per pesca prettamente di superficie.

Invito ad intervenire chiunque abbia argomenti a riguardo.
Grazie

A presto











Daniele


ivo

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Ottimo Daniele


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Continuamo questa carrellata di informazioni sulla pesca a striscio e parliamo di esche e relativi inneschi.
Ivo ha già parlato in maniera esaustiva della pastella, io invece mi concentrerò sulle principali e più comuni esche naturali.

1. CAMOLA DEL MIELE
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Questa è sicuramente l'esca più utilizzata. L'innesco può essere effettuato sia con due camole, che con una sola.
La prima camola deve essere infilzata per intero sull'amo, a partire dalla coda (la testa è identificabile per mezzo di un puntino scuro). La seconda, invece, viene calzata a partire dalla testa e la punta dell'amo viene fatta fuoriuscire poco prima della coda, dal lato delle zampette. Questo per conferire all'innesco una sorta di forma a "L", che ne favorirà la rotazione in acqua.
L'innesco di una sola camola, viene effettuato a partire dalla testa e la punta dell'amo uscirà sempre poco prima della coda. Naturalmente l'amo avrà delle dimensioni contenute, diciamo dal nr. 8 a scendere finanche al nr. 12.

2. LOMBRICO
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Il lombrico, soprattutto quello di terra, può fare da utile richiamo per le trote. Esso viene innescato a partire dalla testa (la parte dove c'è l'anello) e si calza per intero sull'amo. La punta dell'amo, fuoriesce due - tre cm prima della coda, anche qui per dare la forma ad "L" per favorire la rotazione.
Il lombrico può essere usato anche insieme alla camola (questa sarà posizionata sulla curva dell'amo mentre il verme andrà sul filo), per ottenere oltre all'effetto rotatorio, anche un discreto richiamo cromatico.

3. CAIMANO
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Il caimano è un'esca molto dura e quindi permetterà una ottima rotazione dell'innesco durante il ns. recupero.
Può essere innescato da solo, oppure con camola (come in foto).
Per l'innesco da solo, esso verrà infilzato a partire dalla testa, e la punta dell'amo sarà fatta uscire prima della coda (sempre per dare la forma ad "L" al ns. innesco).
Per l'innesco "combinato", il caimano deve essere privato della testa e della coda, sarà svuotato delle interiora e l'involucro che resterà sarà calzato sull'amo.  Dopo sarà innescata la camola, nei modi suddetti.
Il caimano così innescato,  in caso di abboccata del pesce, permetterà allo stesso di scorrere sul filo, e quindi di rimanere intatto.  Il vantaggio è quello di dover sostituire solo un'esca (in questo caso la camola), con un notevole guadagno di tempo, che soprattutto per gli agonisti, è davvero oro...

Ultime considerazioni:
sul mercato si trovano anche camole del miele colorate (rosse, verdi, argento, etc) e caimani bianchi. Queste sono delle variabili che hanno apportato principalmente per l'agonismo, ma che ci potrebbero indirizzare al meglio, una battuta di pesca che si era messa male...

A presto
 
Daniele


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