Ci sono condizioni e situazioni in cui il galleggiante risulta inadeguato, penso ad esempio alla pesca all’aguglia quando le nostre amiche si fanno desiderare e forse un po’ di pasturazione cambierebbe le sorti. Oppure quando condizioni di mare e vento molto forte rendono indomabile il galleggiante, di qualunque foggia. O ancora quando siamo costretti a pescare a distanze proibitive dove occorrerebbe un mortaio per far arrivare una manciata di bigattini. Ho notato che in tanti utilizzano l’accoppiata galleggiante + pasturatore ma, forse mi sbaglierò, a me fa storcere il naso. In effetti esistono i galleggianti integrati al pasturatore ma è una soluzione piuttosto ingombrante che può anche creare dei problemi in caso di vento forte.
Qual’è la soluzione che vi propongo? E’ il “feeder”, esatto proprio il pasturatore. Ma stiamo parlando di pesca a galla direte voi, non di beach o pesca a fondo. In effetti il feeder, intesa come tecnica di pesca, è una fra le più apprezzate e remunerative in Inghilterra, paese dove è nata ma anche da noi, dove ha avuto una trasposizione in acque marine. Di questa tecnica esiste anche una versione a galla, denominata appunto “floating feeder” e qualcuno la colloca anche come tecnica a se stante.
Questa tecnica si basa sull’impiego di un particolare accessorio, un pasturatore galleggiante conosciuto, nella versione più in voga sul mercato, come “chomper” e che potete vedere in questa immagine.
Esso è disponibile in due diverse grandezze e grammature. Non è un semplice feeder a cui è stata eliminata la piombatura ma un vero e proprio sistema galleggiante dotato di un attacco passante in teflon nella parte inferiore, proprio come i galleggianti inglesi, ed un’ogiva rossa in plastica nella parte superiore che ha la funzione di asta di segnalazione. Il chomper galleggia in posizione verticale proprio come un galleggiante e quando i bigattini sono usciti dal suo interno comincia a coricarsi. Può essere montato sia fisso che scorrevole, esattamente con un galleggiante inglese utilizzando magari un apposito porta galleggiante o una semplice girellina con moschettone da inserire sul filo madre e poi fermare nei modi consueti. In questo modo potremo velocizzare l’azione di pesca staccando il pasturatore vuoto e sostituendolo in pochi secondi con un altro già carico. Consiglio anche, qualora venga usato in modo scorrevole, di inserire un piccolo paracolpi tipo un minuscolo pezzo di tubicino in silicone per preservare il nodo sulla girella. Il funzionamento è semplice, si apre la parte superiore, si carica di larvette, si richiude e si lancia. Personalmente preferisco tappare qualche buco sulle pareti perché quelli che ci sono per i miei gusti sono troppi.
In definitiva è un’alternativa da avere sempre nella cassetta da utilizzare nei casi sopra elencati ma, perché no, anche da adottare come sistema prevalente magari per perlustrare un tratto di mare il cui fondale è irto di pietre e scogli.
Per chi preferisce adoperare sfarinati e altre pasture esiste il fratello a gabbietta denominato Chummer, con attacco e funzionamento pressoché identico, eccovi l'immagine.
Trovo che sia un metodo simpatico ed economico per far divertire quei nostri utenti che non hanno ancora un’idea ben precisa sulla tecnica da adottare. Si potrebbe utilizzare una delle tante inglesone presenti sul mercato ed acquistabili a prezzi piuttosto bassi. Magari una telescopica fra i 4.20 e i 5 metri accoppiata ad un mulinello di taglia 3000 caricato con uno 0.18.