Ultimamente ho letto in rete alcune critiche sull’ultimo libro del Maestro Roberto Pragliola. La critica è una cosa sacrosanta. Un libro può piacere o meno ma da qui a dire che in “ MAGIA SULL’ACQUA” non ci siano contenuti tecnici ce ne vuole …
Ho chiesto al Maestro l’autorizzazione di riportare qui un piccolo passo del testo, grazie anche alla gentile concessione della casa Editrice Hoepli, Milano".
Il passo è tratto dal paragrafo - “Stirare “ la canna – E’ stato preso questo passo per le richieste di spiegazione del concetto “sezionare la canna”; “utilizzarne la sezione voluta”.
Ho voluto farlo con le parole del Maestro:
… Un movimento strettamente legato al momento- spinta e a delle differenze che questo comporta quando se ne varia sia l’entità (forza espressa in tempi più o meno brevi, sia il punto (rispetto all’intera lunghezza dell’attrezzo) in cui lo si effettua. Per una maggiore comprensione prendiamo come punto di riferimento il quadrante dell’orologio. Quando si esegue il momento-spinta nella maniera tradizionale, perciò poco oltre le ore undici circa, dunque con l’attrezzo che si muove quasi eretto e poco inclinato in avanti, la canna si flette in maniera più o meno accentuata a seconda delle sue caratteristiche. In ogni caso il momento-spinta eseguito in maniera tradizionale contribuisce i in modo determinante a mettere in moto il corpo dell’attrezzo, proprio quella parte quasi sempre all’origine di tutti i problemi che sappiamo, velocità di lancio per prima. Viceversa se subito dopo aver iniziato l’accelerazione si inizia a piegare il polso in modo da far passare la vetta in testa, quindi con l’attrezzo che avanza inclinato in avanti e, al tempo stesso, si esegue il momento-spinta in un punto più avanzato(ore nove, nove e trenta), spingendo con la punta della canna in avanti quasi linearmente. Questa posizione evita di coinvolgere nella manovra la parte “molle” del corpo della canna, all’origine di tanti inconvenienti. Ridurre questo eccesso di flessione equivale in una certa misura a irrigidire la canna, dunque “stirarla”.
In realtà si tratta di “isolare” la parte centrale dell’attrezzo ( una porzione più o meno ampia, dipende), cercando di coinvolgerla il meno possibile nel momento spinta, in modo da far scattare più velocemente la vetta. Il che comporta un aumento della velocità di lancio, un ulteriore restringimento del loop (altra velocità in più) e anche uno shoot più efficace.
Il risultato è sorprendente. Quasi per incanto l’attrezzo riesce ad esprimere una velocità per esso strutturalmente impossibile: estranea sia alla sua azione sia ai materiali con cui è costruito …
Credo che coloro i quali hanno posto le domande siano soddisfatti, consiglio comunque di leggere il libro il quale, checché ne dicano alcuni “critici”, è pieno zeppo di contenuti tecnici, basta saperli individuare.
Un grazie al Maestro Pragliola e alla casa editrice Hoepli per la gentile concessione.