Chiusa la trota l’interesse dei pescatori a mosca si rivolge verso il cavedano.
Non è un pesce tanto facile da catturare con la mosca artificiale, la sua proverbiale diffidenza lo rende sospettoso, perciò si deve adottare una tattica di pesca determinata.
Innanzitutto è opportuno usare delle mosche ricche di peli che galleggino molto benee che mantengano fuori l’acqua tutto l’amo. I <<palmer>>, cioè quei modelli che hanno le hackles su tutto il corpo, sono l’ideale montate su ami del 13 – 14 , non è necessario utilizzare mosche molto raffinate e di misura piccola.
Una regola importante da rispettare è quella di non farsi vedere dal pesce, se questi scorge il pescatore difficilmente salirà a prendere la mosca.
Il cavedano, a differenza della trota, non <<bolla>> regolarmente ma sale saltuariamente quando ne ha proprio voglia; a volte si rende necessario provocare questo istinto con una certa <<battuta>> dell’artificiale sull’acqua per richiamarne l’attenzione.
Il cavedano è un pesce che non mantiene un posto fisso di caccia, ma gira continuamente nella zona dove dimora ritornando anche contro corrente alla ricerca di cibo, quindi la zona dove si deve posare la mosca non è sempre facile da individuare se non si vede il pesce.
Quando invece lo si è localizzato si deve posare la mosca quasi sopra la sua posizione.
Come si sa, il cavedano è abilissimo nel risputate l’esca, questo succede anche con le mosche artificiali, la ferrata dovrà essere perciò prontissima, teoricamente deve avvenire nello stesso istante dell’abbocco; è importante dunque mantenere sempre la coda di topo ben tesa, la canna bassa e pronta a mettere in tiro la lenza.