IL NO KILL IN ITALIA - di Mauro Nini -

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Author Topic: IL NO KILL IN ITALIA - di Mauro Nini -  (Read 19833 times)

mauronini

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Reply #20 on: April 05, 2013, 20:15:51
Buonasera Riccardo
apprezzo molto il fatto che tu sia intervenuto ancora su questo argomento, e dopo aver letto il tuo post voglio dirti che lo ritengo uno dei più interessanti e con numerosi spunti di riflessione.
E' importante il confronto tra diverse prospettive ed esperienze, perchè offre a tutti la possibilità di elevarsi ulteriormente. Voglio anche dirti che discutere attraverso una tastiera, senza potersi guardare negli occhi e interagire attivamente, determina inevitabilmente alcune incomprensioni, o zone d'ombra, che verrebbero ridimensionate "dal vivo".

Questa premessa per rassicurarti che non ho mai considerato la tua precedente lettera (consentimi il termine vetusto, visto che ormai lo abbiamo un pò tutti smarrito) come qualcosa di personale o con l'intento di screditare il mio pensiero. E sono convinto che non l'abbia pensato nessuno.
Trovo molto normale che io e te possiamo avere delle opinioni diverse su certi aspetti, tipo l'approccio verso il pesce, l'importanza della cattura rispetto ad altri elementi contenuti nella Mosca, il modello di gestione ritenuto più confacente, e l'etica personale che ci guida nelle nostre azioni e nella scelta degli attrezzi e delle tecniche. A me piace confrontarmi con altri pescatori, specialmente con coloro che pescano in modo diverso e usano diverse tecniche. Quando incontro chi pesca come me e come me interpreta le cose, posso essere compiaciuto per certi aspetti, ma non lo ritengo un confronto troppo efficace.

Tu dici di pescare a Mosca, ninfa, streamer, ecc, in base alle condizioni ambientali e alle risposte del pesce. Trovo che la cosa non faccia una grinza, perchè siamo dei pescatori ed è bene non dimenticarlo mai. Personalmente, ho sempre considerato la Mosca diversa da tutto il resto e, senza volermi ripetere ti rimando a quanto ho già scritto su "Pesca a mosca e surrogati" e nella parte conclusiva di "Ritratto di Angelo Rosorani" a tal proposito. Il mio personale percorso poi, mi ha sempre indirizzato verso le difficoltà e l'ignoto da esplorare, piuttosto che verso le catture numerose e rassicuranti, ma si tratta del mio percorso e non pretendo, nè ne avverto la necessità di essere condiviso in tal senso.

Riguardo alla differenza tra la pesca al tocco con le esche naturali e quella con le ninfe artificiali, non ci vedo nessuna differenza perchè di fatto non c'è. E, visto che in passato ho utilizzato anche la ninfa, per provare e capire, so perfettamente che le esche presentate a radere il fondo sono le più efficaci, perchè il pesce è sul fondo che trascorre la maggior parte della propria esistenza, ed è lì che si alimenta per almeno l'80% della sua dieta. Un temolo o una trota che abboccano ad una ninfa piombata manovrata sul fondo, lo fanno con una voracità superiore rispetto a quando salgono in superficie e il risultato è che spesso si allamano più in profondità. La spiegazione è semplice e naturale; queste ninfe imitano perfettamente una pastura che essi trovano regolarmente, in grande quantità e quando si alimentano in frenesia, con cibo verso cui non nutrono diffidenza, perdono molta della loro prudenza, perchè mangiare 50 ninfe una dietro l'altra, o 51, per loro non fa alcuna differenza. Siamo pescatori e dobbiamo saperlo. E dovremmo saperci comportare di conseguenza, specie se vogliamo continuare a considerarci un pò "più a modo" dei nostri colleghi che impiegano altri modi e attrezzi da pesca. Nessun campanilismo Riccardo, credimi, solo buon senso.

Quando ho scritto che, sostenere che l'utilizzo di piombi, galleggianti, canne lunghe usate al tocco con ninfe piombate o piombatissime, non faciliti e di molto la cattura, offende l'intelligenza umana, ritengo di aver espresso un dato di fatto inconfutabile e non solo un mio pensiero, piuttosto qualcosa di inopinabile. Tuttavia ci tengo a sottolineare che non era riferito a te in particolare, in quanto lo spunto di scrivere questi ultimi 2 articoli, mi è giunto dalla lettura di discussioni frequenti tra gli iscritti al forum di un noto sito di pesca.

Ho riletto con attenzione ciò che ho scritto in merito alla Patagonia e Nuova Zelanda, e ti do atto che articolato così sembra che io sia stato a pescare in Patagonia, cosa non vera. Ho involontariamente sovrapposto due cose diverse. Quello che hai scritto sulla Patagonia risulta anche a me, per qel poco che ho letto. Per la Nuova Zelanda, confermo tutto e aggiungo che ho preso la guida solo la prima volta e per un solo giorno, ma il mio vecchio compare americano, Mike Antonelli, ha sempre ingaggiato e pagato guide, senza le quali catturare trote è molto difficile, talvolta da non credere. Avendone conosciute personalmente più di una, sono piuttosto ferrato in materia e ti posso garantire che oltre a farsi pagare 700/800$ al giorno, fanno loro tutto ciò che dovrebbero invece fare i loro clienti: cercano i pesci con lo sguardo, scelgono l'attrezzatura, le esche che spesso sono due o più, montate in dropper, dicono dove e come lanciare, avvisano dell'abboccata incitando alla ferrata, aiutano nel recupero del pesce che portano a termine con giganteschi guadini, fanno le foto ai clienti con i pesci, che in realtà hanno catturato loro.
La pesca in Nuova Zelanda da soddisfazioni indimenticabili, quando tutte quelle cose le facciamo da soli, e magari in fondo al finale leghiamo una semplice mosca galleggiante, che ci permetterà di vedere una trota, la più grossa della nostra vita, staccarsi dal fondo e andare a ghermirla lentissimamente, come un film emozionantissimo. E' una pesca difficile e impegnativa. Non come quella con guida, che ritengo non degna di un pescatore vero.

In NZ si possono trattenere 1 o 2 pesci al giorno nella quasi totalità delle acque, si possono usare oltre alla Mosca, anche ninfe, streamer, spinning, pesci vivi, ecc. i pescatori locali trattengono con la giusta moderazione, mentre i turisti, ai quali certamente farai riferimento, in genere non lo fanno perchè alloggiando in alberghi e lodges, non saprebbero cosa fare dei pesci. Il fatto che le guide preferiscano i clienti che praticano il no-kill, mi sembra ovvio perchè in base a quanto le paghi ti portano ad insidiare dei pesci che sanno perfettamente dove stazionano, li hanno già fatti catturare ad altri clienti paganti, e li faranno ricatturare ad latri e cosi via. Poi, quando arrivano cienti danarosi che lasciano laute mance, allora li portano a prendere trote di 4/5 kg riservate ai top clients. Ma anche in questi casi il pesce viene considerato come carne da macello, senza troppi scrupoli verso la sua vita e l'ambiente.

Non voglio polemizzare con chi la pensa diversamente da me in merito al no-kill, ma attenzione: la licenza che conseguiamo per poter esercitare la pesca nelle acque interne, si chiama Governativa e viene rilasciata con lo scopo di Autorizzare un'attività di pesca regolamentata, a scopo puramente alimentare e non per diletto!!! L'Italia è un paese abbastanza civile da non consentire la cattura di alcuna specie animale per il solo divertimento, e questo i pescatori se lo devono sempre ricordare. Quando ho espresso il concetto relativo ad una eventuale abrogazione della pesca, mi riferivo ovviamente proprio a questo concetto: siamo liberi di andare oltre i regolamenti che consentono di catturare un tot di prede al giorno, liberi di non portare via i pesci dal fiume se non desideriamo mangiarli, ma se non restiamo attinenti allo spirito che la pesca ha sempre avuto nella storia dell'uomo e dovrebbe sempre continuare ad avere per poter essere sempre considerata un'attività rispettabile, avremo perduto la bussola e perderemmo anche la tanto amata pesca. Sforziamoci di pescare meno e approfondire di più ciò che stiamo facendo.

Sono d'accordo con quanto sostiene Aldo, che saluto, di intensificare l'impegno a realizzare trati ampi di "Bandita di pesca" a scopo di tutela permanente, sorvegliarli e nel tempo spoatarli in zone diverswe, coinvolgendo via via tutto il corso dei fiumi  e torrenti. Non è rimettendo in acqua le trote catturate, che ne faremo nascere delle altre, questo lo fanno anche i garisti e chi pesca le carpe a Roubisienne, all'inglese, ecc. Siamo pescatori, non comportiamoci come "catturatori". E' una categoria differente, ed è peggiore per il fine che, a mio avviso, non giustifica i mezzi.

Un saluto Riccardo
é stato un piacere dialogare con te, continua ad intervenire perchè i tuoi contributi sono validi e arricchiscono il forum.

Mauro


donatot

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Reply #21 on: April 05, 2013, 21:20:03
x heron1,

Anche il mio intervento e stato una mia opinione... (non ero intenzionato a offendere.)

Comunque, sono cinquant'anni che vado a pesca nei fiumi e l'educazione di pesca ricevuta da vecchi pescatori e stata molto di più di un C&R o di un No-Kill, i fiumi erano quelli che sono oggi, solo con qualche pesce in più.

La mia opinione é contraria ai No-Kill.

Donato
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Molto meglio la riva silenziosa di un fiume in una calda giornata di primavera con gli insetti che ti schiudono tutto intorno e accompagnati solo da qualcuno che è capace di assaporare questa magica atmosfera.


heron1

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Reply #22 on: April 05, 2013, 22:18:28
X Mauro: ti ringrazio e spero di incontrarti sul fiume   ;D.  Anche solo per dimostrarti quanto il "dato di fatto" sia una tua convinzione, e non una cosa secondo me obbiettiva (non ho mai notato una incidenza maggiore di allamature profonde nella pesca a ninfa rispetto alla secca...è una cosa intrinseca della tecnica, che porta a ferrare non appena si nota l'abboccata...il pesce non fa in tempo ad ingoiare, anzi se gli si lascia il tempo risputa!... a differenza delle esche vive, che vengono assaggiate, assaporate ed ingoiate..anzi, in genere si aspetta proprio tale momento per ferrare...e lo dico con cognizione di causa avendo pescato per 11 anni con le esche naturali prima di dedicarmi esclusivamente alla mosca). Grazie per il rispetto delle opinioni; sappi che pratico (o cerco di praticare correttamente...) un po' tutti gli "stili", non per conseguire "rassicuranti catture", ma bensì proprio per quel "ignoto da esplorare", per capirlo meglio.
Per quanto riguarda la maggiore o uguale efficacia delle pesca a ninfa rispetto alla pesca con esche naturali, posso solo dire che SECONDO ME, a parità di bravura del pescatore, la carne è la carne...  *+-++-
Per quanto riguarda invece la possibilità che i No-kill possano rappresentare un "polmone" per il resto del fiume, posso portare prove e testimonianze. Che poi sia più o meno efficacie di altri provvedimenti, non posso (e non voglio) dimostrarlo. Però per esperienza personale, vi posso dire che chiedere ad una amministrazione (provinciale, comunale...) di farsi dare un tratto di fiume per chiuderlo alla pesca è praticamente un "suicidio"; verrà tolto e riqualificato non appena la prima associazione di pescatori farà un po' di cagnara; per evitare azioni in tal senso può aiutare una collaborazione con università e simili, con la "scusa" di studi, campionamenti et similia...

Per quanto riguarda la licenza di pesca..scusa...ma questo è un dato di fatto..almeno in Toscana, ma credo in tutta Italia...si parla appunto di LICENZA DI PESCA DILETTANTISTICA...non viene fatto riferimento alla sua funzione si sussistenza, considerata eventuale ( e mi viene da dire "per fortuna"...visto lo stato di alcuni fiumi, fare riferimento ad un qualsivoglia scopo alimentare sarebbe molte volte grottesco!!! :-))))) ). Poi ovvio, potendo trattenere, anzi, limitando le catture , si da appunto un limite alla funzione di sussistenza; ma appunto, viene posto un limite al'ingordigia in funzione di limitaare il danno di "spopolamento", non quello di "puntura"... Poi mi trovi d'accordo che alcune tecniche con esche naturali (se non tutte.. le ninfe proprio no, secondo me....) provochino tali danni da allamatura profonda da essere praticamente letali nella maggioranza dei casi. Non per nulla, in alcune riserve turistiche chi pesca con esche naturali puo solo "killare" tutti i pesci catturati, per poi fermarsi raggiunta la quota...

Detto questo, spero ci si incontri presto nella meravigliosa Calabria! Vedrai che davanti ad una buona bottiglia di vino (o ad una schiusa...) , i punti in comune nel nostro modo di pensare saranno più evidenti.

Cordiali Saluti



X donatot;
Secondo me non importa l'anzianità; sicuramente la pesca in acque libere da molte soddisfazioni, più di un no-kill "commerciale". Ma, secondo me, è ingiusto fare di tutta l'erba un fascio ed accomunare realtà gestionali diversissime tra loro. Anche io penso che alcuni no-kill o riserve turistiche siano lontani da quella che per me è "vera pesca"; quindi, semplicemente, scelgo di non frequentarli, e "premiare" (se così si può dire, pagandone volentieri il permesso) quelli meritevoli. Fare di tutto il solito "buglione" è ingiusto per tante realtà che fanno scelte "commercialemente" """sbagliate""", pur di salvaguardare il fiume e l'ecosistema, e a volte proprio con un intento educativo (esempio lamapante è la riconversione del tratto alto della riserva sul torrente Chalamy, in Valle d'Aosta) e si sforzano di sopravvivere con gli scarsi mezzi economici che ne derivano.
Beato te che hai pescato in fiumi più ricchi di quelli di oggi; ti conforterà sapere che, nei tratti liberi, mi ci diverto ( e non solo io)  anche adesso.
La mia opinione è favorevole a quei  "no-kill" dove, dopo una prima fase di assestamento e ricostituzione degli stock e varie classi di età (magari distrutti da precedenti eventi, o semplicemente mai esistiti a causa di diverse condizioni "climatiche", come ad esempio in Sieve, piena di cavedani prima della costruzione di una diga che ha abbattuto la temperatura dell acqua ed impedito la riproduzione degli stessi), si "aiuta" la natura il meno possibile, e solo tramite immissioni di materiale molto giovane e ben selezionato. Se capiti in Toscana avvertimi, ti farei volentieri fare un giro in Sieve; se capiti in estate potresti "beccare" la magica settimana delle mosche di Maggio. Se poi proprio non vuoi "sporcarti le mani", qualche tratto  libero si trova...


Riccardo
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mauronini

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Reply #23 on: April 06, 2013, 17:08:08
Ciao Riccardo
sono d'accordo con te che se avremo occasione di incontrarci di persona, magari seduti a tavola, o in riva all'acqua, le convergenze aumenterebbero. Dopo questa premessa non ho certo intenzione di questionare, però voglio sottolineare che l'autorizzazione all'esercizio della pesca dilettantistica (ovvero non professionale, Licenza tipo B), viene concessa allo scopo di catturare e uccidere i pesci (nel rispetto di epoche di divieto, misure minime e attrezzi usati ed esche impiegate). Dato che ciò non è consentito dalla legge per scopi commerciali, non resta che quello alimentare giacchè, pur se non chiaramente esplicitato dalle norme che spesso risalgono al periodo regio, catturare e uccidere pesci a scopo di divertimento sarebbe quantomeno discutibile. La legge regionale Toscana, prevede l'utilizzo di una canna con o senza mulinello, ma anche della "mazzacchera" e della "bilancia" e francamente non riesco proprio ad immaginare altro scopo che non sia alimentare.
 
Per semplificare le cose, pescare non con l'assillo della cattura da portare a casa, ma senza escludere a priori la possibilità di trattenere alcuni pesci per mangiarseli, lo ritengo eticamente più corretto rispetto all'esercizio della pesca a scopo di divertimento. Si può essere d'accordo oppure no, ma ciò non toglie che solamente lo scopo alimentare può giustificare il fatto di andare a estrarre i pesci dall'acqua, causandogli in ogni caso, stress, ferite a volte serie e, nel tempo e nelle riserve no-kill, anche l'assunzione di comportamenti sempre più lontani dal naturale, come il non fuggire davanti ai pescatori, il non combattere dopo aver subito numerosi agganci agli ami e altrettanti rilasci, ecc.

Tu dici che le riserve no-kill aiutano il ripopolamento dei fiumi nei tratti interessati, io invece obietto che servono ai pescatori per continuare a pescare e catturare tranquillamente, come se i problemi di cui parliamo costantemente non esistessero. In tempi di recessione, si stringe la cinghia ed i pescatori dovrebbero essere tutti compatti e procedere in quest'ottica: accettare di pescare meno e catturare poco o pochissimo, per contribuire a risollevare le sorti dei fiumi. Purtroppo quasi nessuno è disposto a "sacrificarsi" in tal senso; tutti vogliono continuare a pescare come e più di prima, magari a pagamento, con permessi da far lievitare in modo da impedire la "pesca di massa" e favorire solo i pescatori benestanti, che finirebbero per avere interi tratti riservati a loro.
Questo è uno dei motivi per cui il no-kill non è ben visto in Italia e pur sforzandomi non riesco proprio a trovare elementi di dissociazione. Negli USA, dove il no-kill lo hanno sperimentato prima di noi, si sono accorti da tempo che questa pratica non risolve il problema dello spopolamento e snatura il normale comportamento e la rusticità degli animali.
Molti fiumi in quel paese hanno mutato gestione, con misure minime e massime che, tutelando i pesci nelle classi di età più preziose, consentono la cattura e asportazione favorendo il naturale ricambio ittico.

Comunque caro Riccardo, mi piacerebbe confrontarmi con te su un tema a mio avviso centrale. Quasi tutti i pescatori che usano la coda di topo asseriscono che, potendo scegliere di catturare una trota, sceglierebbero di farlo a Mosca, ovvero con la secca. Allora mi chiedo e chiedo a tutti: se pescare a Mosca piace alla maggioranza dei pescatori, perchè invece di proseguire su quella strada cercando di migliorarsi, si sceglie la strada della cattura certa esecitando altri tipi di pesca, nascondendosi contemporaneamente dietro l'alibi dell'attrezzatura e della coda di topo?

Tu Riccardo dici che nella tua carriera di pescatore hai provato tutte le tecniche, per cui ricorderai certamente che esistono alcuni giorni in cui riuscire a catturare una trota o un altro pesce risulta difficile se non impossibile. Allora, se vogliamo pescare a Mosca, cioè a galla quando il pesce sale dal fondo producendo la bollata, perchè non impariamo ad accettare anche i limiti della natura che a volte ci premia e a volte no? Forse tornare a casa senza le catture preventivate, incide sulla nostra autostima?

Se abbiamo deciso di pescare a Mosca, perchè non rimaniamo coerenti alla nostra scelta, senza scorciatoie e furbate? Diventare più bravi si può, basta avere passione e dedicare tempo e impegno in ciò che si fa. Certo, bisogna accettare di incontrare altri colleghi che, a parità di passione saranno sempre più bravi di noi e cattureranno in proporzione di più, perchè hanno maggior talento. Non siamo forse in grado di accettare una cosa del genere? Allora, se così fosse, il nostro problema non sarebbe il no-kill, ma qualcosa di più serio che dovremmo cercare dentro di noi, molto in profondità e senza mentire alla nostra coscienza.

Un vecchio proverbio indiano diceva che, "quanto più piccolo è un uomo, tanto più lungo sarà il suo coltello". Alla stessa stregua, penso che alla bassa statura di un Pescatore a Mosca, corrisponda un aumento della lunghezza della sua canna, delle dimensioni del suo galleggiante (elegantemente chiamato strike indicator), del peso della sua lenza e delle sue esche di profondità.

Un caro saluto

Mauro


heron1

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Reply #24 on: April 06, 2013, 20:50:13
Alle tue domande mi sono già dato risposta , e credo di avertela già più volte descritta.
Forse la mia statura mentale è molto piccola, e da nato nella patria di Pragliola e cresciuto a pane e Devaux, a volte abbandono la via sacra della secca solo per catturare, magari in zone libere che si sono popolate meglio dopo la nascita di tratti no kill in zone più a monte.
Meno male però ci sono maestri di luce che illuminano la via.
Con la speranza di avere la forza di carattere e mentale per ravvedermi

Cordialmente

Una mente tanto semplice, insicura, incoerente, e povera di talento, quanto lunga è la sua canna.

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Reply #25 on: April 06, 2013, 22:53:50
Ciao Riccardo,

Grazie dell'invito sarà un onore per me conoscere più affondo la Sieva, poiché ci sono stato negli anni 90 precisamente a Londa (Pontassieve) molte volte, nei primi anni della mosca club valdisieva Non sei autorizzato a visualizzare i link. <a href="https://www.calabriapescaonline.it/home/forum/register/?PHPSESSID=ut8bnjo8coja9rgpbvdafgqab7">Registati</a>&nbsp;o effettua&nbsp;<a href="https://www.calabriapescaonline.it/home/forum/login/?PHPSESSID=ut8bnjo8coja9rgpbvdafgqab7">Login</a> situato sotto il ristorante "da fischio" sul lago di Londa. Con Gianni Diotajuti e Caiani Giacomo e altri che adesso non mi ricordo i nomi.


Come si vede nella foto, la scritta sotto la dice lunga... é questo il mio pane quotidiano.

Io sono per la rinascita dei fiumi e della pesca:
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I nostri progetti:
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E tante altre che sono state fatte fino ad oggi, io lavoro sempre per il fiume, per un ambiente pulito e sano.
Mentre un fiume nasce da noi, un'altro o altri muoiono nella libertà della pesca, si stanno organizzando per sfasciare la tranquillità della pesca... non m'interessa se sono fatti No-Kill o quant'altro, ma ... il modo di gestione che non va per niente... Riccardo, mentre tu dici che da te, si paga il costo per ottenere sorveglianza e pulizia (nei miei progetti IRNO si fa gratis) ma, nei fiumi della mia zona si guarda la cassa. Ecco perché sono contrario...
Un saluto Donato





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Reply #26 on: April 06, 2013, 23:45:56
X Riccardo
Mi dispiace che ti siano arrivate in questo modo, ma si tratta delle mie convinzioni.
Tu hai le tue, che rispetto, e ciò che ci siamo detti è stato un tentativo di avvicinamento tra appassionati che guardano in direzioni diverse. A volte incontrarsi  a metà strada è meglio che niente.
Un saluto

Mauro


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Reply #27 on: April 07, 2013, 11:23:52
Restando nel tema:Torrento Irno

Domenica 30 marzo 2013, sotto la pioggia, nella zona di pesca del No-Kill cartesar:
Donato, Marco, Aniello, Michele e Francesco, nel pomeriggio per circa duecento metri si sono dedicati alla pulizia del tratto anche se e poco, perché la pioggia non ci ha permesso di continuare. Abbiamo tolto tutto e di più che poteva essere visivo (buste bottiglie di plastica ferraglia) e tutti i rami che potevano ostacolare la pesca. Grazie per l'attenzione!

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Reply #28 on: April 07, 2013, 19:53:14
Se doveste proporre un regolamento per l'esercizio della Pesca a Mosca, come lo scrivereste?
Proviamo ad andare nel pratico, senza dare per scontata la situazione attuale, seguendo la logica anzichè le proprie preferenze e spiegando in maniera convincente il perchè delle proposte.

1) Chiarimento della definizione "Pesca a Mosca"

2) Chiarimento della definizione "Pescatore"

3) Compatibilità tra pesca e tutela dei pesci

4) Risanamento della capacità di autosostentamento di un fiume

5) Rilascio autorizzazioni di pesca e prezzi

6) Definizione tratti specifici per la Pesca a Mosca

Io farei così....

1) La Pesca a Mosca nasce con l'intento di insidiare le trote (e gli altri pesci insettivori, quali temoli, cavedani, ecc.) attraverso l'utilizzo di imitazioni di insetti naturali che, in particolari momenti si vengono a trovare sulla superficie dell'acqua, o appena sotto il film e comunque a profondità zero!

Per riuscire in questo intento, l'uomo ha dovuto inventare una canna e una lenza adatta allo scopo di lanciare esche senza peso, cosa impossibile da effettuare con le attrezzature già in suo possesso. Per verificare la veridicità di questa affermazione, è sufficiente procurarsi una normale canna, fissa o da lancio, di qualsiasi lunghezza e azione e provare a lanciare una mosca legata in punta al filo, senza alcun elemento aggiuntivo (piombi, galleggianti, girelle, ecc.).

Constatata la realtà sopra descritta, non resta che prendere atto del fatto che una Mosca è l'imitazione galleggiante di un insetto acquatico, in una qualunque fase del suo ciclo vitale da "ninfa" a "spent", e per essere lanciata ha bisogno di un'attrezzatura specifica, cioè "da Mosca". La diversità della Pesca a Mosca rispetto alle altre tecniche, consiste nel fatto che queste ultime presuppongono l'utilizzo di esche che affondano, tanto più quanto più vengono piombate, e si propongono al pesce sul fondo anzichè in superficie. Dato che i pesci si alimentano per l'80% circa sul fondo, si può affermare che impiegando tali esche si pratica una pesca tradizionale, efficace e simile ad altre tecniche già esistenti (pesca al tocco e passata)che presuppongono manovre molto simili, ma l'utilizzo di esche naturali. La Pesca a Mosca invece rappresenta una eccezione per il comportamento dei pesci che lasciano il fondo e scalano la superficie, arrivando a fuoriuscire dall'acqua con la bocca, la schiena, la coda o completamente, e nel compiere questo atto producono la bollata, elemento che non esiste in nessun altra delle tecniche di profondità.

Per concludere questo punto, la Mosca è un imitazione sempre galleggiante di un insetto in ogni stadio evolutivo, l'attrezzatura è specifica e non facoltativa, pena l'impossibilità di lanciare, e la bollata è il marchio di fabbrica che identifica la Mosca da tutto il resto.

2) Riporto una definizione integrale del termine Pescatore sportivo.
Chi pratica la pesca sportiva nella sua autenticità e non si pone come unico obiettivo di catturare pesce per nutrirsene ma cerca la sfida nella cattura stessa.

3)  La prova di quanto scritto al rigo 2, consiste anche nel recente diffondersi del No-kill cioè (pesca) senza uccisione e del Catch & Release ovvero cattura e liberamento.

Il "No-Kill" è una particolare regolamentazione adottata specialmente nelle acque cosiddette "a salmonidi" e che prevede che ogni pesce catturato venga rilasciato.

Il "Catch & Release" è il complesso sempre in evoluzione di quegli accorgimenti che, se adottati dal pescatore di superficie, favoriscono la sopravvivenza del pesce catturato e rilasciato. La continua evoluzione dei suddetti accorgimenti è dettata dalla volontà di garantire la sopravvivenza del pesce; attualmente tale garanzia manca in quanto una percentuale non bene identificata delle catture può riportare ferite tali da causarne la morte per via dell'impossibilità ad alimentarsi.

Per quanto riguarda la pesca subacquea essa pur non permettendo il "Catch & Release", offre la possibilità di evitare di catturare le prede che non hanno valore gastronomico o venatorio, ed in ogni caso di selezionare preventivamente le prede di cui effettuare la cattura.

Il vero pescatore sportivo è rispettoso delle leggi che regolano la sua disciplina (misure minime, divieti di pesca, pesci in pericolo estinzione, etc.) e della natura stessa. Per molti pescatori sportivi, in effetti, gioca un ruolo fondamentale nella propria passione l'ambiente di pesca, a volte più della quantità di pescato.
Inoltre esistono degli accorgimenti nelle varie tecniche di pesca sportiva che permettono di selezionare in anticipo le prede da catturare evitando catture indiscriminate e prede sottomisura (ad esempio la misura degli ami, il tipo di esca... e nella pesca in apnea la possibilità di vedere la preda prima di scoccare il tiro per valutare la specie e le dimensioni). Comunque il pescatore sportivo, in quanto tale, non trae profitto economico dalla pesca e non cattura prede di cui poi non si ciba, integrandosi quindi nella catena alimentare che lega tutti gli esseri viventi.

La sintesi di questa descrizione, è a mio avviso perfettamente integrata nenne ultime 3 righe: Comunque il pescatore sportivo, in quanto tale, non trae profitto economico dalla pesca e non cattura prede di cui poi non si ciba, integrandosi quindi nella catena alimentare che lega tutti gli esseri viventi.

Questo non per voler affermare che un Pescatore degno di tale nome debba trattenere, per cibarsene, tutte le sue catture, ma invece per sottolineare che lo scopo alimentare è alla base della Pesca stessa e non può essere contraffatto dal solo gusto di divertirsi. Il buon senso e la "Parsimonia", per quanto riguarda il numero delle catture da ricercare, senza "ansia da prestazione", sono in grado di guidare ognuno di noi verso la giusta direzione e in armonia con l'ambiente.

4) Per raggiungere questo scopo è necessario dare all'ambiente la possibilità e soprattutto il tempo per rimettere a posto le cose che l'uomo ha danneggiato. Dobbiamo quindi accettare l'idea che i pesci ricresceranno e si riprodurranno da soli soltanto lasciandoli in pace e tutelandoli con una rigida sorveglianza e tutela. A questo punto le soluzioni serie possibili sono 2: o si chiude la pesca completamente su tutto il fiume, per un  numero di anni sufficienti a riportare tutte le classi di età dei nostri amici pinnuti nuovamente in auge, oppure non resta che creare delle zone sufficientemente estese e chiuderle alla pesca per anni, e nel tempo spostare fino ad interessare tutta l'asta fluviale. Nel primo caso la natura impiegherebbe meno tempo, ma il sacrificio richiesto ai Pescatori sportivi sarebbe maggiore. Il secondo caso potrebbe essere un compromesso accettabile sia per la natura che per i Pescatori. L'idea di continuare a pescare come se niente fosse, con la sola abitudine di rimettere in acqua i pesci pescati e senza alcuna limitazione nelle catture e nel periodo di tempo dedicato alle catture stesse (no-kill appunto), rappresenta a mio avviso un esempio chiarissimo di egoismo e miopia da parte dei pescatori (il minuscolo in quasto caso è voluto), che definire sportivi è un eufemismo.

5) Un tempo, ormai alcuni decenni fa, esisteva la Licenza di Pesca Governativa cat.B, con la quale si poteva esercitare la pesca in acqua dolce su tutto il territorio nazionale, isole comprese. In diversi tratti dei fiumi e in certi laghi, bisognava già allora munirsi di tesserino Fips, o Fipsas, ma erano ancora eccezioni. Ormai da molti anni per pescare quasi ovunque è necessario dotarsi di tesserini regionali, provinciali, per le acque libere, per i tratti ad esche artificiali, per le zone no-kill, catch & release, ecc. Siamo arrivati al punto tale da essere sommersi da documenti, dai balzelli necessari per acquistarli e se ci dimentichiamo di restituirli entro una certa data, rischiamo di vederci arrivare a casa perfino una bella multa da 50€ in su. E non è concesso protestare e lamentarsi, giacchè è scritto sul libretto che abbiamo pagato, firmato e ritirato.

Questa cosa poi, è tipicamente italiana. Ci chiedono di pagare per un permesso o un tesserino, il cui prezzo comprenderà certamente le spese della carta, la stampa, distribuzione, ecc, ma dopo averli pagati questi pezzi di carta appartengono a noi e perchè dobbiamo restituirli obbligatoriamente se sono nostri? Perchè le amministrazioni che li rilasciano, poi li rivogliono indietro per fini statistici? Beh, non sono contrario alle statistiche, ma esigo 2 cose: di essere messo al corrente degli effetti di tali statistiche, in modo da poterne valutare la reale necessità, e secondo voglio indietro i miei soldi pagati all'atto dell'acquisto di un bene che ad un certo punto mi viene sottratto.

Se vado a pesca all'estero, in moltissimi casi ho la possibilità di acquistare le autorizzazioni necessarie alla pesca in negozi specializzati, ma anche in altri esercizi assai diffusi sul territorio, nonchè on line in qualunque giorno della settimana. Facilissimo e semplicissimo, niente da restituire e le statistiche te le richiedono in seguito tramite posta elettronica. Che cosa ci vorrebbe a esportare anche in Italia tutto ciò? Un unico documento tascabile per pescare ovunque, e che Stato, Regioni e Provincie se la sbrighino tra loro.

Per quanto riguarda i prezzi poi, si è perduto il lume della ragione e questo purtroppo non solo in Italia ma nelle acque famose più frequentate d'Europa. Pagare 50, o centinaia di € al giorno per pescare in tratti di fiume comunque ripopolati ogni anno è una truffa alla quale molti pescatori amano sottostare. E non appartengono tutti alla categoria dei benestanti, no, ci sono anche impiegati e operai che accettano orgogliosi di versare il pesante obolo pur di immergere le loro esche nelle acque dai nomi prestigiosi. Anche se poi, il prestigio risale ormai alla notte dei tempi......

Non per incoraggiare il turismo pescatorio oltreoceano, ma vorrei far presente che per pescare in Nuova Zelanda, ovvero nei migliori fiumi del mondo, occorre spendere la "modesta" (il virgolettato è voluto, per rispetto nei confronti di quei pescatori che fanno fatica a rinnovare la tassa annuale di licenza) somma di 70/80€ per un anno solare!!!

6) Personalmente sono favorevole alla pratica di tutte le tecniche consentite, con esche naturali e artificiali, definendo le zone del fiume in cui possono essere impiegate.
 
La scerei in pace le sorgenti ed i piccoli ruscelli che dovrebbero funzionare da oasi in cui la pesca va interdetta sempre: che senso ha pescare in poche dita d'acqua? Somiglia alla pesca fatta in una fontana o in un acquario. Cominciamo dai torrenti e prendiamo in esame i corsi montani e di fondovalle, sia alpini che appenninici, in cui consentirei la Pesca a Mosca, lo spinning, e la Tecnica della ninfa. Per lo spinning vieterei le ancorette e l'uso di alcune categorie di esche. Per la Mosca pure vieterei alcuni tipi di esche quali la "Chernobil" e simili, che andrebbe utilizzata semmai per il Black e il Luccio. La tecnica della ninfa la consentirei solo con ninfe di qualsiasi taglia, ma o galleggianti oppure costruite con il filo di rame. Niente sfere in tungsteno o altri metalli, niente piombature sulla lenza o code affondanti, niente galleggianti (S-I).

Nei fiumi di fondovalle di certe dimensioni consentirei Mosca, Spinning e Ninfa con la possibilità per  l'ultima di utilizzare anche esche appesantite (entro un certo limite), ma mai il galleggiante, ne altri segnalatori di abboccata. Nei tratti dove insieme alle trote e ai temoli, convivono barbi, cavedani e altri ciprinidi, consentirei anche le esche naturali, tranne bigattini, sangue, limiterei gli impasti e rilancerei le esche quali lombrichi, grilli, formiconi, ecc.

Nelle zone più a valle dove vivono in maggioranza ciprinidi, allargherei alle tecniche "naturali" sempre valutando sulle esche da impiegare.

In ultimo, nelle zone no-kill o catch & release, in cui si dice sia consentita la sola pesca a mosca con coda di topo, interverrei in questo modo: o consentire esclusivamente la Mosca, ovvero esche galleggianti da ninfa a spent e niente di piombato lanciato "a coda di topo", oppure consentirei di utilzzare canne da lancio tradizionali per praticare una tecnica di pesca al tocco p in passata con esche artificiali. Inoltre, se viene consentito l'utilizzo della ninfa piombata e piombatissima, ha più ragione di essere permessa la "moschera" e al pari della ninfa piombata e piombatissima la camolera. Detto per inciso, proibirei ovunque entrambe.

A voi la parola, punto per punto

Un saluto

Mauro


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Reply #29 on: April 07, 2013, 21:56:55
1) Chiarimento della definizione "Pesca a Mosca"

Concordo in pieno con la tua definizione.


2) Chiarimento della definizione "Pescatore"

Su questo punto tengo a fare alcune precisazioni:  Sono anni che ormai pratico il no-kill per le ragioni in precedenza esposte. La pesca a mosca secca me ne dà la possibilità poiché la preda viene punta in parti prive di centri nervosi  e con l'utilizzo di ami senza ardiglione si evita anche di manipolarla.
Considero comunque sportivo chi porta a casa alcune prede, nel rispetto delle regole e della natura, per cibarsene e non per esibirle come trofeo.

3) Compatibilità tra pesca e tutela dei pesci

Per quanto detto sopra, il C&R effettuato con tutte le cautele, assieme ad una moderata pressione nell'azione di pesca, a mio parere, può dare buoni risultati in relazione alla tutela della fauna.

4) Risanamento della capacità di autosostentamento di un fiume

Sono favorevole al "Fermo Biologico" sia che interessi tratti di fiume a rotazione, sia la chiusura dell'intero bacino. Lo dico per esperienza diretta: in Calabria molti corsi d'acqua ricadono, per tratti più o meno estesi, nell'area di parchi nazionali (Pollino, Sila, Aspromonte e Angitola) dove vige il divieto assoluto di caccia e pesca. I risultati sono soddisfacenti.

5) Rilascio autorizzazioni di pesca e prezzi

Non ho esperienze dirette di bacini dati in concessione a privati. Sono  per le zone libere con fauna selvatica.  se si realizzasse il "Fermo Biologico" come detto sopra, ma con una buona gestione da parte degli enti locali, sarei ben propenso a pagare qualcosa di più, oltre alla licenza governativa, a favore di una sorveglianza più adeguata.

6) Definizione tratti specifici per la Pesca a Mosca

In merito a questo punto credo che la risposta sia intrinseca in quelle date nei punti precedenti.


p.s. Le mie uscite di pesca le faccio quasi sempre insieme agli amici del gruppo PAM&PAM Giovanni e Donato Cosentino, il nostro motto è : Se peschiamo festeggiamo con prodotti calabresi e Cirò, se facciamo cappotto ci consoliamo con Cirò e prodotti calabresi.  ;D  ;D
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mauronini

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Reply #30 on: April 07, 2013, 22:10:55
Dimenticavo un punto importante, i limiti di cattura e detenzione.

Limiterei il prelievo a 1/2 pesci, di misura adeguata, solo per il consumo personale. Le misure minime andranno stabilite in base alle caratteristiche del corso d'acqua e all'accrescimento ittico conseguente. Questi pesci detenibili per scopo alimentare, non potranno superare un limite stagionale stabilito sempre in base alla capacità di autosostentamento del corso d'acqua. In ogni giornata di pesca, nel momento in cui si sia trattenuto l'ultimo pesce detenibile (il 2°in base al mio esempio), sarà obbligatorio interrompere la pesca e questo rappresenterebbe un ulteriore deterrente al trattenimento dei pesci.

Va stabilito inoltre un limite anche per i pesci che verranno obbligatoriamente (perchè sottomisura) o, volontariamente rilasciati, in maniera tale da evitare che ci siano pescatori che con la scusa "tanto poi li rilascio", trascorrono tutta la giornata di pesca a catturare decine e decine di pesci di ogni taglia.

Qualora si verificassero situazioni tali da mettere a repentaglio la sopravvivenza dei pesci per piene disastrose, siccità prolungata e altri fattori analoghi, non servirà vietare il trattenimento e consentire solo il no-kill, ma andrà chiusa la pesca fino al ripristino di una situazione sostenibile.

Mauro


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Reply #31 on: April 07, 2013, 22:20:50
Ciao Aldo, volevo farti i complimenti per il vostro motto.
Mi auguro che continuerete ad adottarlo almeno fino al momento in cui scenderò a trovarvi......

Mauro


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Reply #32 on: April 07, 2013, 22:49:04
Ciao Mauro,

Passai alla pesca a mosca per andare a pesca e, molto spesso la praticavo in zone, dove c'erano tutte le tecniche consentite, non ho avuto mai problemi di fastidi sia di pesca né da parte dei pescatori ... perché ho sempre cercato di andare d'accordo nella pesca.

Nei tuoi punti, si possono condividere ma per quanti di noi siamo d'accordo?

Devi valutare anche chi ha sempre pescato nel fiume sotto casa e gli sta bene così com'é... sono molti specialmente al sud. Non si può privatizzare parte di fiumi confinando a chi ce é nato e cresciuto vicino al fiume e molto spesso hanno terre confinando all'acqua.
Al sud, c'é ne sono molti e molte volte dobbiamo litigare per andare a pesca, poi spiegare l'importanza di tali operazioni potrebbe portare benefici a loro stessi, beh! Dalle mie parti, ti posso già rispondere di cose potrebbero dire ... molti non ti rispondono neanche... agiscono!

Penso, che regione per regione, debbano esserci regole che si possono condividere, prima per quello del posto e poi per i pescatori un più aperto a certi discorsi.

Abbiamo già diverse guerre tra pescatori di questo genere nella nostra zona, per certe storie illegittime di appropriamenti su tratti in diversi fiumi, poi ci mettiamo anche punti d'intesa sulla pesca, no... perché non capiscono che cosa sono, perché non gli interessa.

Comunque, in via generale, condivido ciò che hai scritto.  C’é da limare qualcosa sui pagamenti nei No-Kill.

Io penso che sia ora e, affinché ci siano ancora zone con trote selvatiche, di andare a scoprire di quante sono cattive. calabria
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Molto meglio la riva silenziosa di un fiume in una calda giornata di primavera con gli insetti che ti schiudono tutto intorno e accompagnati solo da qualcuno che è capace di assaporare questa magica atmosfera.


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Reply #33 on: April 08, 2013, 13:00:21
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Ciao Aldo, volevo farti i complimenti per il vostro motto.
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Reply #34 on: April 08, 2013, 22:06:32
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Ciao Aldo, volevo farti i complimenti per il vostro motto.
Mi auguro che continuerete ad adottarlo almeno fino al momento in cui scenderò a trovarvi......

Mauro

Un motto è per sempre! Ti aspettiamo!  

Cosa festeggiate ?....
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Reply #35 on: April 09, 2013, 23:00:52
Ritorno sul no-kill.
In questo forum e anche in altri, si sono espressi pescatori che sono favorevoli a questo tipo di gestione, esprimono la convinzione che essa sia appropriata e addirittura apporti benefici al fiume e alla propria capacità di autosostentamento.

Anche su questi temi mi sento di dissentire completamente, e cercherò di argomentare in maniera chiara.

Generalmente i tratti no-kill vengono istituiti in zone del fiume seriamente depauperate da tempo, con il progetto di riqualificarle e rilanciarle. Sostanzialmente avviene una perimetrazione del tratto, che in seguito sarà consistentemente ripopolato con trote in abbondanza, anche di grossa taglia. L'effetto sembra garantito, in quanto il riscoprire zone fino a poco tempo prima prive di pesce, improvvisamente così ben popolate, risulta emotivamente accattivante.

Peccato che nessuno parli mai di alcuni elementi fondamentali, ma "politicamente" molto scomodi e che si preferisce sottacere. Quasi tutti i tratti no-kill vengono ripopolati con trote provenienti da allevamenti che non producono animali di elevata qualità, nè tantomeno del medesimo ceppo genetico di origine.
Ripopolare costa e bisogna fare i conti con i budget di cui si dispone, senza badare troppo ai particolari; seguendo questo principio in parecchi casi ci si trova a pescare in branchi di trote di qualità approssimativa, di ceppi diversi e mescolati, che già di per se non costituiscono un buon viatico.

Nessuno poi spiega che un certo numero di quei pesci, moriranno ogni anno per varie ragioni (un pò come avviene negli allevamenti, così come in natura) e dovranno essere rimpiazzati per mantenere costante la popolazione del no-kill. Questa percentuale di mortalità è destinata a crescere per effetto delle continue e ripetute catture che le trote saranno costrette a subire durante tutto l'arco della stagione. I danni procurati per la eccessiva manipolazione, lo stress causato dal combattimento, le pause fori dall'acqua per le fotografie e le riprese video, le misurazioni, le sempre più numerose e spesso cruente slamature, ecc, incidono molto più di quanto siamo portati a credere e causeranno la morte di una percentuale di pesci talvolta assai rilevante.

La convinzione poi che i tratti no-kill favoriscano la nascita e la crescita di altre trote, in considerazione del fatto che il regolamento obblighi i pescatori al rilascio di tutte le prede, è assolutamente fantasiosa in quanto i pesci inizialmente seminati, possono vantare una capacità riproduttiva molto scarsa, o addirittura nulla. Non penserete mica che tutte le trote Fario che vedete, catturate e rilasciate, siano per definizione fertili? Magari fosse.....In realtà la maggior parte delle Fario in circolazione, sono ormai sterili come le Iridee, con poche eccezioni, per cui.......

Per onestà di cronaca, voglio citare una realtà che ho avuto modo di conoscere personalmente e che costituisce una eccezione (e spero vivamente di non sbagliarmi a sostenerlo), ma proprio perchè tale, non rappresenta che un campione limitato e, per la legge dei grandi numeri, purtroppo trascurabile. SVA, Società Valorizzazione Abetone, che produce un ceppo di Fario Mediterranea abbastanza pura, con cui ripopola alcune acque della provincia di Modena e vende ad altre province. Possiede un incubatoio da decenni e ciò è una buona cosa. Voglio specificare però, che nelle riserve della SVA date in concessione a gruppi privati di pescatori, non c'è un regolamento no-kill, e le regole sono stabilite secondo altre logiche tra le quali esiste il prelievo controllato a garanzia di una maggiore qualità.

Come SVA esistono altre (poche) situazioni che producono avannotti di qualità che genereranno trote assolutamente fertili, ma attenzione che i problemi non mancano neanche in queste "oasi".

Si, perchè un'altra cosa che non sento, nè leggo, mai riportare, è che anche gli animali ( e tra questi pure i pesci) capaci di riprodursi hanno bisogno di condizioni ottimali, o quantomeno favorevoli, per riuscirvi con successo. Piene improvvise e rovinose, periodi di siccità prolungati, bracconaggio, altre forme di predazione, elementi di disturbo che impediscono, o inibiscono, la riproduzione. La pesca sportiva, specialmente in regime di no-kill privo di limitazione delle catture e senza un ricambio biologico, impatta in maniera sensibile con la capacità autoriproduttiva, per cui considerare che basta seminare trote fertili in un tratto aperto alla pesca no-kill, e sentirsi certi che si autososterrà è pleonastico.

Un altro esempio che conosco personalmente è l'impianto ittiogenico di Borgo Cerreto in Valnerina. Anche lì si producono avannotti e uova embrionate e il famoso tratto no-kill del Nera sottostante, ha beneficiato dei prodotti di questa struttura. Prima del1994, anno in cui fu varato il ko-kill, la taglia media delle trote era ridicola e in pochissimo tempo fu più che raddoppiata, con effetti evidenti anche nei tratti liberi a monte e a valle del tratto. Oggi, dopo quasi 20 anni, il tratto stesso è irriconoscibile rispetto ad una decina di anni fa, e nelle zone libere a valle e a monte la realtà è peggiorata tantissimo, rare eccezioni a parte. Eppure si continuano a incontrare numerosissime trotelle  lunghe poco più di un fiammifero, che indurrebbero a credere ad una favolosa riproduzione naturale.

In realtà, si tratta d'altro. La Provincia di Perugia, che vendeva gli avannotti ad altri enti, stanca di non riscuotere da anni i propri crediti, ha deciso di seminare i propri prodotti nelle proprie acque: Amen.

Un saluto

Mauro







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Reply #36 on: April 10, 2013, 00:42:25
Mauro,

Il fatto che le trote pronto pesca ... sono ibride, ciò non vuol dire che si devono per forza torturare, esclusivamente tutti i giorni ... le trote destinate a non riprodursi, fra qualche anno porteranno la pesca a non stop come nei laghetti a pagamento.

Mi ricordo quando ero ragazzo, gli stivali da pesca arrivavano al ginocchio e si cercava di pescare solo, dove si poteva farla. Molte trote, si sono salvate e tante non hanno subito lo stress della puntura, oggi con stivali aggiornatissimi che prima cosa non permetta lo stress del caldo al pescatore, ma favorisce allo stesso, di andare a stanare la preda nella tana ... tutto questo e previsto nei regolamenti dei No-Kill.

Non sto discutendo per abolire i No-Kill, ma a modificarli nel loro sistema, regolamenti più efficaci ... e fatti per pescatori con la”P” maiuscola.
 
Pescatori, dove nei posti di pesca non ci sono regole se li inventano loro " il rispetto per l'animale".

L'anno scorso, nel No-Kill del fiume Sangro per esempio; permettano alla gente di farsi anche il bagno e di prendere il sole in costume ... cos'è il progresso della pesca moderna. Andiamo! La pesca a mosca sta voltando pagina sempre in peggio da come me la fatto conoscere i pescatori con la "P" maiuscola.

Beh! Mi metterò affacciato per guardare dove vogliono arrivare questi che favoriscono i No-Kill solo per soddisfare l'istinto di pesca che dura affinché le trote non spariscano tutte.

Tanto per mettere a conoscenza di come l'ho pensato quando passai alla pesca a mosca. Cercai subito di collegarmi con una associazione di pesca e passai direttamente alla FIPSAS per dare una mano per favorire l'incremento dei pesci nei fiumi nella mia provincia. Dopo tantissimi consulti si arrivò alla conclusione... per i ripopolamenti nella gestione, al posto di mettere materiale pronto pesca, ma quello di passare a ripopolare con avannotti e uova in scatolette.
 
Così sì ha avuto fiumi pieni di pesci e di tutte le taglie, senza togliere la pesca a nessuno per un certo numero di anni ... pescando solo con la licenza, il tesserino della gestione e il tesserino di prelievo giornaliere.

Ciao.



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Reply #37 on: April 10, 2013, 10:40:05
Il viale della pesca nel fiume Sele ...

possiamo dire anche:
viale del tramonto se viene gestito come No-Kill
Il fiume Sele, quello visto in foto ... distese di acque per vari Km e in estate, con le acque abbassate si possono pescare le trote dappertutto e sopratutto con il coup du soir.
Come ho detto prima, anche se ci sono le acque abbassate, sconsiglio camminarci dentro ... come si fa adesso per il 90% nei No-Kill. Prima di tutto, in queste zone così ampie se si cammina dentro, il pesce che sta dappertutto si spaventa facilmente e comunque gli distruggete l'alimentazione!

Ci sono i guadi per attraversare il fiume e raccomando di stare sulla riva se volete catturare qualcosa ... lasciate che la trota si presenta a voi sottoforma di bollata di un’Imago spent oppure di Sedge che saltella per spiccare il volo.

Questi sono i momenti migliori in pieno giorno ... mentre la sera, dopo l'ultima schiusa d'insetti "coup du soir", appena fatto buio e meglio stare in casa per lasciare alla trota lo spazio necessario di libertà.

Secondo me la pesca, alla vecchia maniera e un qualcosa di più per la pesca. Pensateci sopra!
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Reply #38 on: April 10, 2013, 18:45:34
Ciao Donato
io non ho potuto conoscere i fiumi delle tue parti quando ancora erano bellissimi, ricchi di trote e poveri di pescatori, ma più volte ti ho letto mentre li descrivevi con dovizia di particolari e tanta malinconia.

Dobbiamo fare i conti con la realtà quotidiana, che ovunque ha spazzato via i bei tempi che furono. Sono d'accordo con te che stiamo procedendo verso il degrado, non solo dei fiumi e dell'ambiente circostante, ma anche e soprattutto della pesca a mosca e delle forme di gestione oggi così in voga.

Purtroppo dietro le richieste dei pescatori, che pretendono di poter pescare e catturare ad ogni uscita come se avessero firmato un contratto, c'è il mercato, con le sue regole ciniche e con i propri obiettivi, lontani anni luce dalle esigenze del fiume, della Pesca a Mosca vera e dei Pescatori Autentici, sempre meno numerosi. E' il mercato e chi lo governa a impedire quei cambiamenti che in tanti auspichiamo.

Concordo pure sul fatto che bisognerebbe pescare (e imporre di farlo per regolamento) a piede asciutto quasi sempre, con alcuni guadi consentiti, così da non disturbare troppo fiumi e pesci. Io limiterei l'uso degli stivali più lunghi, pantaloni e waders, a determinati ambienti fluviali che lo richiedano per cartteristiche e portata, e, al limite, in condizioni di livelli particolarmente alti negli altri ambienti. Bisogna che i pescatori imparino a pescare senza scorciatoie e furbate, e questo dovrebbe valere per tutti, con eccezioni particolari (anziani claudicanti, disabili, ecc) da gestire in maniera opportuna.

Credo che anche Fips, Fipsas, e altre Associazioni, anche se non sempre e non dappertutto, debbano assumersi le loro responsabilità, e dovremmo farlo anche noi pescatori, tutti. Solo così sarà possibile ripartire con progetti di gestione diversi, moderni e orientati in direzione dei fiumi e dei pescatori.

Un saluto

Mauro



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Reply #39 on: April 10, 2013, 20:16:39
Ciao Mauro,

Il Sele & Tanagro non è morto ancora, si mantengono ancora bene. Quelli che ne parlano male, sono i novizi anche vecchi, quelli che non sanno come si pesca in questi fiumi.

La malinconia non é dovuta dai fiumi, ma dalla gente che si sta dando da fare per allontanare parte di pescatori che vuole pescare con i vecchi sistemi. Da quello che ho sentito per il Sele & Tanagro, ne vogliono fare tutti No-Kill e sono quattro gatti contro tremila pescatori che frequentano i fiumi con i vecchi sistemi.

Comunque, a me! Poco interessa ... x fare le mie pescate, trovo sempre dove andare e, se proprio é impossibile farlo non mi creo nessun problema. Ho pescato tutto una vita è che oggi, quasi mi sono scocciato, se non fosse per gli amici che mi vogliono con loro a pesca.

Rimango sempre che i No-Kill, dividono la pesca e pescatori ... migliori sono le riserve chiuse con divieto assoluto di pesca é riserve aperte con tanti regolamenti.

Ciao Donato



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