l'Alm - Storie di pesca a mosca -

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Author Topic: l'Alm - Storie di pesca a mosca -  (Read 5292 times)

mauronini

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on: February 14, 2011, 16:48:16
Ciao Aldo, come ti avevo detto provo ad inserire un racconto ma il link che mi avevi segnalato deve contenere un errore per cui lo inserisco qui ed eventualmente lo sposti nel luogo giusto.

L’Alm

Avevamo trascorso due giorni a Gmunden e avevamo visto la Traun, la mitica Traun di cui sentivo parlare prima ancora di diventare un pescatore a mosca.
Non avevamo pescato però a causa dei livelli troppo alti e così ci eravamo spostati nell’Almtal, la valle del fiume Alm, più conosciuta per essere stata abitata dall’etologo Konrad Lorenz che non per la pesca.
Eppure a calcare le sponde dell’Alm in quel mese di settembre del ’92 sembrava di essere in paradiso. Un fiume largo tra i 10 ed i 25 mt di acqua talmente chiara da sembrare bianca, con riflessi verde/azzurro da lasciare estasiati; tutt’intorno colline boscose che terminavano direttamente in acqua e cingevano in un abbraccio senza fine il letto dell’Alm, rallentato di tanto in tanto da tutta una serie di antichi e caratteristici mulini ad acqua ancora funzionanti.
La pendenza non esasperata e l’alternanza di spianate, raschi e piccole rapide, ne facevano un corso d’acqua ideale per la mosca, la massiccia presenza di insetti “pregiati” permetteva di allungare la pesca fino a buio fatto e l’impenetrabile silenzio che lo circondava ci faceva precipitare in una dimensione spazio/tempo a noi sconosciuta.
Arrivammo sull’acqua verso le 17,30 dopo aver attraversato un bosco fitto che solo a tratti ci consentiva di intravedere qualche spicchio del fiume che continuava a fluire ininterrottamente, e subito ci guardammo come a volerci sincerare che non stavamo sognando.
Luigi iniziò a discendere lungo la riva e lo vidi scomparire dietro la prima curva mentre avevo incominciato a passare la coda tra gli anelli della mia Sage di 8’. Ricordo che non sapevo lanciare correttamente ma non me ne curavo perché tutta la mia attenzione era rivolta ai pesci che nuotavano nell’Alm e prima ancora che la mia mosca iniziasse a dragare, venne risucchiata da un pesce considerevole e intenzionato a portarsela con sè in fondo al correntone principale.
Lo portai a riva dopo alcuni minuti ed era un temolo, un gran bel temolo di circa 45 cm scuro come la notte che slamai con cura prima di restituirlo al fiume. Era il mio primo anno di mosca, ma non il mio primo temolo. Il primo lo avevo catturato in primavera sull’Arzino, in Friuli, assieme ad altri ma decisamente più piccoli e molto più chiari.
Ancora tremante ed emozionato asciugai alla meglio la mosca e rilanciai nello stesso posto; l’acqua si increspò di nuovo e la ferrata mi confermò che avevo incocciato un altro pesce, della stessa taglia del precedente. Mentre recuperavo la coda, vedevo il vettino della mia Sage che sembrava diventato epilettico sotto i colpi di coda di quell’animale che lottava tenacemente sul fondo di quella corrente, e dopo un poco vidi emergere dall’acqua la maestosa pinna dorsale su cui erano impressi i colori dell’iride e capii di avere in canna un altro grosso temolo.
Mentre lo liberavo mi guardavo furtivamente attorno, come a voler scongiurare il rischio di scorgere un altro pescatore che con la propria presenza avrebbe potuto spezzare l’incantesimo in cui ero immerso.
Era della stessa taglia del precedente, forse solo un po’ più grande ma la cosa preoccupante era lo stato di conservazione della mosca, ormai totalmente “impappata” dal muco del pesce. Iniziai a ripulirla e a rianimarla come si fa con un paziente che rischia di tirare le cuoia da un momento all’altro e dopo averla nuovamente ingrassata la proiettai nuovamente in acqua con un lancio che definire incerto sarebbe stato un eufemismo.
Non avevo neanche il coraggio di pensare ad un’altra abboccata che mi trovai a ferrare d’istinto il terzo temolo in tre lanci. Anche lui forte, impavido nel combattimento e identico nella livrea e per la taglia.
Lo slamai come avevo fatto con gli altri, mi sciacquai le mani e appoggiai la canna sulla sabbia chiara e fine della riva; quindi mi accovacciai di fronte all’Alm che continuava a scorrere come se nulla fosse accaduto.
Mi lasciai riempire i polmoni dall’aria fresca della sera che era giunta fino a me dopo aver attraversato lo stesso bosco di abeti, ingoiai le inebrianti essenze del primo autunno del Salzkammergut e lasciai scivolare in acqua le piccole e grandi negatività del pensiero in modo che la corrente le potesse dolcemente allontanare da me.
Ero felice, avevo preso tre grossi temoli con tre pessimi lanci e sentivo dentro che forse avrei potuto catturare anche il quarto: ma smisi di pescare, perché anche se era passata neanche mezz’ora non aveva più senso continuare ed era così piacevole rimanere accovacciato sulle rive dell’Alm ad alleggerirsi l’animo.
Stavo quasi per convincermi che era stato tutto un sogno, quando mi accorsi di Luigi che arrancava lungo la stessa riva ed era giunto ad una quindicina di metri da me. Ci ricongiungemmo senza molta voglia di parlare, ma i nostri visi esprimevano tutto ciò che provavamo. Lui ripetè soltanto: “ho dovuto smettere, non avevo più voglia…” ed io annuii in silenzio; poi l’abbracciai forte.
Giungemmo alla macchina che avevamo posteggiato in una piccola radura ai margini del bosco  mentre le prime sedge iniziavano ad invadere l’aria sopra di noi e sembravano annunciare che stava per iniziare il momento della pesca più magico della giornata, ma non per noi.
Quando arrivammo alla nostra pensione, che distava dieci minuti di auto, il sole era già sceso dietro il massiccio ma c’era ancora luce ed io non riuscivo a non pensare a quell’acqua verde/azzurra, a quei temoli che avrei potuto continuare a prendere e a quell’esaltante solitudine in cui avevo vissuto fino a poco prima. Quella notte non mi addormentai per via del rumore dell’acqua che scorreva poco lontano dalla mia finestra e perché la mia mente si era di nuovo riempita di pensieri.

Mauro Nini



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Reply #1 on: February 14, 2011, 22:10:49
Grazie Mauro, il racconto è di quelli che fanno sognare gli appassionati della mosca ma sopratutto della natura.
Spero sia il primo di una lunga serie. Certamente tu che sei stato a fianco dei GURU della pam e ne hai assorbito l'essenza, avrai tante cose da raccontarci.
Da quei pochi scambi di opinioni che abbiamo avuto, mi sembra di aver capito che appartieni al "quarto stadio" di cui parla Roberto Pragliola e che ho riportato in un 3D di questo forum.
A presto, Aldo.
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donatot

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Reply #2 on: February 14, 2011, 22:20:33
  ;D Bellissimo racconto Mauro, dai scrivi...

ps: spero che ti vieni a scalare anche i torrenti della Sila...
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mauronini

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Reply #3 on: February 15, 2011, 19:56:02
x Aldo

Grazie Aldo, sono contento che ti sia piaciuto e mi auguro possa piacere anche agli altri vostri amici che saluto.
A proposito dei Guru, posso dirti di aver conosciuto e di frequentare diversi grandi personaggi del mondo della Mosca, e alcuni di questi sono miei cari amici, ma sono pressochè sconosciuti alle masse (tranne forse Angelo Rosorani che è un mio carissimo amico e Maestro) perchè amano la semplicità e stanno lontani dai riflettori.
Tra di loro ci sono dei ragazzi formidabili dall'incredibile bravura, ma dal profilo basso per scelta personale.
Ti cito soltanto Simone, marchigiano, che esegue il tutto coda con ogni attrezzo e con la 7'6 coda 3 fa oltre 31 mt con una mano sola eppure possiede l'umiltà che non sospetteresti.

Non mi piace il divismo e non mi piaccciono i "ciambellani di corte" e in giro ce ne sono a frotte......
La pesca deve essere scambio, così come la costruzione ed il lancio, perchè l'Arte vera non ha padroni ma appartiene a tutti.

Grazie per le belle parole che, ti assicuro , sono ricambiate


x Donato

Ciao Donato, certo che mi piacerebbe scalare i corsi d'acqua silani; ho visto qualche foto e già mi sono emozionato. Vorrei pescarci e poi raccontarli nelle mie storie.
Grazie e a presto


donatot

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Reply #4 on: February 15, 2011, 20:13:51
Ciao Mauro, condivido ogni tua parola di quello che hai detto, E vero, per la pesca a mosca, anche noi (Aldo ed Io) la intendiamo allo stesso modo, né più e meno.

Per Angelo R. non c'è niente che posso dire, hai già detto tutto tu, grande costruttore di artificiali, se faccio le parachute, lo devo a lui, all'inizio mi ha portato con la mano, per impararmi.

Per i torrenti Silani, più in primavera, ricordati che devi passare prima da me, per andare in Calabria. E quando decidi... avvertici.

Ciao
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Reply #5 on: February 15, 2011, 21:13:54
Un racconto veramente stupendo.......

momenti vissuti e raccontati con vera passione ed amore per la natura e la pesca a mosca.......

Complimenti.....

La pesca non è la ricerca del big fish..ma è la ricerca dell'emozione che esso ti sa dare!


mauronini

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Reply #6 on: February 15, 2011, 21:32:31
Grazie a tutti ragazzi, sono lieto di farvi sognare....


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Reply #7 on: February 15, 2011, 22:26:21
Mauro, quando parlo di guru intendo quei personaggi che considerano la pesca a mosca integrata nel “sistema natura” e che ne hanno fatto una filosofia di vita. Non certo i “divi” e i loro “ciambellani”. Anch’io tifo per chi si comporta con umiltà, nonostante possegga doti eccezionali.  Certamente hai avuto modo di visitare la mia bacheca di facebook su cui ho inserito alcune imitazioni (per me veri capolavori) di un amico artista  che non si è mai messo in mostra. Conosco le doti di Simone perché ne ho sentito parlare.          Angelo Rosorani invece è molto conosciuto per il suo metodo geniale del montaggio parachute.
Aspettiamo sempre i tuoi racconti. 
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mauronini

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Reply #8 on: February 16, 2011, 12:21:40
Buongiorno Aldo
condivido quanto scrivi e mi rallegro insieme a te che esistono questi "Grandi Umili".
Ho visto la tua bacheca e quelle imitazioni che sembrano vere.

Ho intenzione di continuare ad inserire Racconti e Storie di Pesca, ma vorrei farlo in modo cadenzato per cercare di creare nei lettori quella attesa che spero contribuisca ad elevare ancora le visite al forum.
Ti ricordi quando leggevamo Pescare e già pensavamo all'uscita del fascicolo successivo?

Se riuscirò ad interessare altri lettori, potrò pensare di articolare le pubblicazioni in maniera che abbraccino un pò tutti gli argomenti della Pesca a mosca.
Ma questo lo vedremo a tempo debito.

Un saluto

Mauro


farius

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Reply #9 on: February 16, 2011, 14:15:43
Sulla rivista "Pescare" fino agli  anni 90 qualche bel racconto/poesia si leggeva, e di fatto spronava ad avvicinarsi alla mosca.

saper raccontare è mestiere, è dare anima alle parole che corrono nel vento fermandole su fogli di carta.
leggerle ci porta a correrre nel vento dell'anima.

cmq al prox racconto.





donatot

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Reply #10 on: February 16, 2011, 15:16:26
Di-fatti, Amedeo, oggi c'è tutta pubblicità... (vu' cumprà), sulla rivista.

Molto tempo prima, negli anni 70/80, addirittura, per capire come un pescatore come aveva fatto la montatura di una lenza, l'articolo lo dovevano leggere due, tre volte. Perché schemi non c'erano, sai quante scatole di pallini di piombo e filo che buttavo.

Quei racconti di pesca, ti appassionavano, dentro c'era tutto l’ABC di pesca, immaginare ti caricava, non si vedeva l'ora di andare a pesca per mettere in pratica ciò che si leggeva. Anche perché in quei periodi pescavo con le bolognesi nel fiume, acque che scorrono, se una montatura non era perfetta, non rendevano.

Scusa!, quando vado indietro con la mente, vado fuori OT con la pesca a mosca, ma! i ricordi sono i migliori periodi passati ed e bello che ogni tanto vanno ricordati, aiutano a capire...

Anche con la pesca a mosca e lo stesso, vero! Mauro, che bei tempi passati nella scuola di pesca a mosca, negli anni 90, tutti insiemi con il maestro R.P. e quante catture di trote che si sono fatte a CdS, nel fiume Sangro, la sera dopo le lezioni in palestra. Trote fino a 4 kg, tenute con il filo da 0.12 e ami sul 18, mi ricordo che il finale si allungava, nella sez. più grossa, mettendolo in controluce, si vedevano i punti, dove cedeva di più... per tenere la cattura in corrente, e poi piano piano, si portava a riva per slamarla.

Il tempo e passato, rimangono le cose belle da ricordare…quelle cattive vanno cestinate.

Ciao a tutti






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farius

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Reply #11 on: February 16, 2011, 15:30:56
il fatto è che forse non si è più portarti ad ascoltare, ci vuole tempo e impegno, ora vale il tutto e subito e pure sgocciolato.


mauronini

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Reply #12 on: February 16, 2011, 15:37:42
x farius

E' molto bello ciò che hai scritto, e anche molto vero.
Tuttavia ognuno di noi conserva tra i propri ricordi, momenti vissuti con pasione ed intensità in riva ad un fiume o torrente.
Può scegliere se tenerseli tutti per sè o donarli anche agli altri.

Ci piace leggere Romanzi e Storie, perchè abbiamo bisogno di conoscere tante vite diverse: la nostra soltanto non ci basta!


x Donato

Parole sante.


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Reply #13 on: February 16, 2011, 22:25:47
Mi piace tanto la piega che ha preso questo 3D  

In attesa dei racconti di Mauro (quando vuoi Mauro, nessuno ti da fretta) Voglio mettere un po' di carne al fuoco:
é soltanto il mio parere opinabilissimo, ma ripercorrendo a ritroso la mia vita di modesto pam, non ho potuto fare a meno di pensare a quanto sia cambiato l'ambiente della pesca a mosca. mi spiego: quando, come dice Mauro si parlava più di poesia che di tecnica, i rapporti tra i pescatori erano all'insegna della sincerità dell'amicizia e della collaborazione. In verità qualche scaramuccia era presente anche allora tra chi scriveva sulle riviste del settore, ma erano scaramucce che invitavano alla riflessione e portavano a qualcosa di costruttivo. Oggi, con il fiorire dei club, delle scuole e sopratutto con l'avvento di internet, ci siamo tutti inaciditi. Si assiste continuamente a liti furibonde, "BAN" di utenti dai vari siti, gelosie, invidie e cattiverie di ogni genere. E tutto questo perché? C'è sempre chi deve prevalere sugli altri, chi deve accaparrarsi allievi o iscritti, quella scuola è migliore dell'altra e chi più ne ha più ne metta. Addirittura, all'interno della stessa scuola o società di pesca a mosca, si assiste a lotte intestine su dettagli di tecnicismi esasperati.

Ma questa è la pesca a mosca? Perché se è questa, io allora pratico un'altra tecnica. E' per questo che io non sarò mai un grande lanciatore. Preferisco passare una bella giornata con i miei amici, come faccio sempre, immersi nella natura incontaminata dei nostri torrenti, parlando si di lanci e artificiali, ma solo per scambiarci le nostre idee ruspanti, e poi alla fine, qualunque sia stato il risultato, la si gira a "tarallucci e vino" certi che la prossima uscita sarà ancora più divertente. Eppure di trote ne prendiamo e anche tante (vero Giovanni? Vero Donato?) ma forse le nostre non sono catture valide perché sono state prese con la tecnica Fai Da Te, invece di eseguire il lanci che insegnano nelle varie scuole.

Io pesco come so fare, rispetto l'ambiente e sopratutto mi diverto. Lascio tutto il resto a quei "POVERACCI" che si affannano tanto e non sanno divertirsi.
Voi che ne dite?
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91°SurfCaster

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Reply #14 on: February 17, 2011, 00:06:11
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Voi che ne dite?


Ciao Aldo........

 da ''bannato'' quale sono, non posso che (a malincuore) quotare tutto quello che dici......
se per certi versi l'avvento di internet è stato un bene globale, per altri è stato un vero e proprio disastro....
purtroppo c'è sempre gente che vuole imporre la propria idea su quella altrui....ed a volte ne è così orgogliosa che finisce col far degenerare la situazione....portando così ad inutili scontri......
e purtroppo non possiamo farci quasi niente......

Saluti...

PiEtRo
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Reply #15 on: February 17, 2011, 00:17:50
Vedi Pietro, prima sono stato bannato io da un forum senza essere mai intervenuto, poi sei stato bannato tu, poi Donato ecc. ecc. ecc. Questa non è la pesca a mosca, questo è gioco al massacro, e chi è senza peccato scagli la prima pietra!

Io il problema l'ho risolto:

Al diavolo i club di pesca a mosca, i forum di pesca a mosca, le scuole di pesca a mosca, i falsi amici di pesca a mosca.
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ondulandes

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Reply #16 on: February 17, 2011, 07:55:41
complimenti a fly x il suo ultimo intervento la mia risposta sta tutta nella mia firma


complimenti a mauro x il suo racconto
SONO RESPONSABILE DI CIO CHE SCRIVO,MA NON DI QUELLO CHE VOI VOLETE CAPIRE


mauronini

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Reply #17 on: February 17, 2011, 10:25:09
Buongiorno a tutti ragazzi
interessante l'introduzione di Aldo che da spazio all'interpretazione personale.
I Club in passato erano i principali luoghi di diffusione delle informazioni necessarie per iniziare e proseguire nel mondo nuovo e variopinto della Mosca, ed erano importanti soprattutto perchè abituavano le persone a vivere l'associazionismo e a confrontarsi sui vari temi e le varie problematiche.

Il Club si viveva ed era necessario impegnarsi e sottrarre del tempo alle proprie giornate e ai propri affetti, per poter frequentare gli amici ed i compagni con cui si condivdeva la passione.
Nelle città più grandi e caotiche, come Roma e Milano, era ed è impegnativo raggiungere la sede del ritrovo settimanale dopo una giornata di lavoro e il farlo dimostrava di tenerci sul serio.

Il periodo di chiusura dava il via alle attività più intense e si organizzavano corsi di lancio e di costruzione, diretti dai soci più esperti e disponibili che lavoravano per il Club organizzandos in vari gruppi di lavoro.
Per partecipare ai corsi bisognava "pagare" e ciò conferiva valore al lavoro delle persone che non incassavano soldi, ma contribuivano ad incamerare risorse destinate al pagamento dell'affitto del locale, di un televisore, un videoregistratore, un proiettore, abbonamenti a riviste del settore, rimborso spese per ospiti illustri che garantivano serate piene e memorabili, ecc.

E si andava a pescare anche in inverno i cavedani, che permettevano di farsi le ossa e accompagnavano fino all'apertura dela stagione successiva.
Si andava a pescare fuori anche allora, in Friuli, Veneto, Trentino e Piemonte, ma anche in Austria e Yugoslavia, ma lo si faceva per arricchirsi ma senza perdere il senso della misura.
Un pesce oltre i 40 cm si ricordava per un bel pezzo e i pesci gdevano di maggiore considerazione e rispetto.

La prima Scuola credo sia stata la Sim e proponeva un diverso approccio alla pesca, utilizzando la tecnica di Pragliola che consentiva di apprezzare doppiamente le catture perchè costringeva ad imparare a manovrare correttamente canna e coda e a sviluppare un bagaglio di soluzioni tecniche alla varie problematiche di pesca: i lanci.
La pesca non si limitava più alla sola ricerca del pesce da catturare, ma diveniva un percorso che si sceglieva liberamente di seguire per migliorarsi, evolversi e coltivare prima l'abilità e poi l'Arte.

Poi le cose sono cambiate perchè le nuove generazioni di pescatori a mosca hanno saltato a piedi uniti il tirocinio e la gavetta che un tempo erano necessari.
Con internet hanno pensato, e pensano tutt'ora, che non serviva uscire di casa e macinare km di strada e ore in coda per ottenere le informazioni ed avere accesso alla conoscenza; bastava porsi davanti ad un monitor ed il gioco era fatto. E si credono pure furbi.

Non danno importanza ai libri che un tempo era difficile procurarsi e a volte bisognava cambiare città per trovarne. Sono convinti che connettendosi ai vari siti possono trovare le risposte dei numerosi "Fenomeni" che tanto ci tengono ad apparire e a parlamentare, e che siano il massimo che si possa trovare in circolazione.

In realtà l'importanza dei libri nasce dal fatto che ci si impegna a cercarseli in giro per l'Italia e anche fuori, ci si procura a fatica il tempo per leggerli un pò alla volta, magari davanti ad una tazza di tè che viene lentamente vuotata e poi c'è il piacere di stringerli tra le mani e pensare che sono il frutto del lavoro e della passione.
I libri vanno amati, curati e posseduti gelosamente perchè la cultura è la ricchezza più grande ed impoverirsi in questo senso è quanto di più deprimente ci possa accadere.
Rinunciare alla cultura, significa smarrire l'essenza delle proprie origini e qelle dei propri padri; significa perdersi ed infine morire!

E' comodo sedersi al pc in pigiama e pantofole e "girare il mondo" virtualmente.
Ma la pesca insegna a vivere concretamente, non virtualmente.
Una volta per diventare un pescatore a mosca erano necessarie almeno tre stagioni complete, vale a dire tre anni e non ci metto la tecnica di lancio.
Oggi si improvvisano pescatori travestendosi con abbigliamento tecnico ipertecnologico e acquistando canne costose che non sono capaci ad utilizzare e che vengono progettate e costruite apposta per loro.

Oggi i novizi pretendono di catturare subito pesce di taglia ed in buon numero, perchè sono convinti che pagando il dovuto tutto sia fruibile.
Vogliono le riserve private sotto casa, rigorosamente no kill, con permessi da 100 euro al giorno per tenere lontane le masse plebee, e quello che non sanno se lo inventano.
Vogliono fare loro stessi gli esperti e cercano gli agganci giusti per affiancare il guru di turno.
Tutti questi guru poi, generalmente sono fuoriusciti dalla prima Scuola, ne hanno fondate altre e poi si sono messi in proprio dopo aver costituito un gruppo più o meno folto di "apostoli".

Raggiunto un certo livello di conoscenza, molti ritengono di sapere tutto e di non avere bisogno di confronto ed è per questo che si sviluppa la cultura dei "clan" che sostengono a spada tratta le argomentazioni e le iniziative degli affiliati e danno addoso a chi dimostra di avere idee diverse o comunque di agire con la propria testa.

Fortunatamente esistono delle eccezioni che si possono ancora trovare e coltivare, ma bisogna darsi da fare e non restarsene comodi davanti al monitor, pena il lasciarsi propinare le solite pappette artificiali già pronte.
A noi la scelta!

Mauro


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Reply #18 on: February 17, 2011, 12:55:30
Mauro, condivido tutto quello che hai scritto, in modo particolare quando parli di cultura. Se avete fatto fatica voi a reperire testi nelle grandi città, figurati quanta ne ho fatto io che vivo nel profondo sud dove arrivava solo la rivista pescare!

 
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Fortunatamente esistono delle eccezioni che si possono ancora trovare e coltivare, ma bisogna darsi da fare e non restarsene comodi davanti al monitor, pena il lasciarsi propinare le solite pappette artificiali già pronte.
A noi la scelta!

Anche queste sono parole sante! Le eccezioni esistono eccome! Conosco alcuni amici del Mosca Club Val di Sieve, anche loro hanno un sito internet, ma non un forum, perché vogliono vivere la vita del club proprio come l'hai descritta tu, quella di una volta. Ti assicuro che stanno facendo cose egregie.

Purtroppo, nel profondo sud, la pesca a mosca si è affacciata proprio con l'avvento di internet e ha assorbito tutti gli effetti negativi che hai citato.
Mi auguro tanto che saltino fuori le "eccezioni" ma sono pessimista!!
Aldo.
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Reply #19 on: February 17, 2011, 13:31:11
Ciao Aldo, l’eccezione esiste, bisogna sapere aspettare! Perché non s'incontrino subito... quelle persone speciali che sanno convivere con gli altri, che non si può e non si deve avere mai un’ombra di dubbi di loro...quelle sono rarissime. Una volta che si è incontrato. non vanno lasciate...bensì, tenerli sempre nei propri pensieri. Per passare giornate di pesca e raccontandosi, non solo, le proprie avventure, ma anche condividere le idee, accentando i consigli per poi ragionarci sopra... penso che basti per dire, che un club come l'avete impostato voi...

sia già sufficiente... per dirti che mancano alcune foto di altri PAM veri... come voi rappresentate il vero motivo per passare una giornata di pesca.
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