Sulle riviste specializzate, ma anche sulla rete, si legge spesso che il lancio nella pesca a mosca ha ormai detto tutto, ci sono solo diversi punti di vista su quale azione della canna sia la migliore, oppure in quale istante dare la spinta piuttosto che come ottenere un loop stretto.
Ho avuto l’occasione di essere presente al Trofeo Bisenzio e assistere alle esibizioni delle tante scuole di pesca a mosca presenti.
In un primo momento ho avuto l’impressione che quanto affermato corrispondesse a verità. Ho assistito a lanci, eseguiti (bene o male non sta a me dirlo) come li ho sempre visti nei vari filmati in giro per la rete. Anzi, in alcuni casi (parere del tutto personale, per quello che conta!) mi è sembrato di cogliere addirittura un certa involuzione.
Poi il vento è cambiato quando è salito in pedana l’ingegner Giovanni Nese della TLT Academy.
Nese da una dimostrazione scientifica delle intuizioni del Maestro Pragliola, vedi “Il principio della puleggia” che dimostra quanto sia più efficace, in termini di velocità, tenere ferma la mano sinistra.
Ma la cosa che più mi ha interessato è stata la sua teoria sui modi di vibrare di una canna.
Mi è sembrato di capire che, secondo questa teoria, ogni canna ha un diverso modo di vibrare in base alle caratteristiche costruttive e al materiale di cui è costituita.
Ne consegue che qualsiasi tipo di canna può essere utilizzata con la tecnica TLT, basta saper individuare il suo modo di vibrare e sfruttarlo con opportuni movimenti. Tutto ciò porterebbe ad affermare che si può lanciare in TLT anche con canne lente. Come si fa io proprio non so dirlo ma certamente questa è una evoluzione del lancio. Non so se Giovanni Nese ha voglia di parlarne, in tal caso, anche se l’argomento è ostico, saremo lieti di leggerlo.