PESCA A MOSCA E SURROGATI - di Mauro Nini -

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Author Topic: PESCA A MOSCA E SURROGATI - di Mauro Nini -  (Read 11689 times)

mauronini

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Reply #20 on: March 30, 2013, 21:40:10
Aldo, volevo dirti che mi hai emozionato.
Grazie!

Mauro


^GIOVANNI^

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Reply #21 on: March 31, 2013, 11:07:03
salve a tutti, ho coronato da qualche anno il mio sogno, grazie all’aiuto di Aldo (FLY) e Donato, quello di riuscire a proiettare un’esca senza peso utilizzando la coda di topo, da quel giorno è cambiato completamente il mio modo di vivere la pesca, oggi utilizzo una TFO CV 7’6 con coda DT #3 finale conico e ami con ardiglione schiacciato,  pesco esclusivamente a secca, utilizzo molto imitazioni di tricottero, per le mie capacità più semplice nella costruzione, aerodinamica, tiene bene l’acqua, visibile, e nei luoghi che sono solito frequentare funziona
ho letto i libri del Maestro Roberto Pragliola e ne sono rimasto piacevolmente stregato, quindi mi ispiro alla sua tecnica che mi fornisce i mezzi, le soluzioni, per risolvere i bei problemi che incontro risalendo un torrente
non nascodo di aver  montato una ninfa piombata e provato a pescare con la medesima attrezzatura accorciando il finale, altrimenti come avrei potuto fare un paragone su cosa mi piacesse di più, su cosa mi fa divertire di più, ho percepito subito delle musate e conseguente pesce in canna, dopo aver fatto anche questa esperienza ho tolto la ninfa piombata e da allora non la ho più utilizzata, ne è fra i miei pensieri, mi ha fatto prendere del pesce ma non divertire come il piacere della bollata,
la bollata, questa per me è pesca a mosca,
in passato praticavo spinning, utilizzavo canne teleregolabili, trattenevo qualche pesce, da quando pesco a secca per scelta non trattengo nulla,
quando sono in riva a un torrente e lo osservo non riesco a ragionare se non secondo la pam, è più forte di me, mi sento come se non avessi mai pescato in vita mia con altre tecniche, ora non esiste altro nella mia mente, ora si che mi godo la mia giornata di pam, anche quando le condizioni non sono idonee e pesco l’acqua per il solo piacere del lancio, riuscire a mettere in quel preciso occhio di corrente la mia esca ritardandone il dragaggio già mi riempie di gioia  
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mauronini

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Reply #22 on: March 31, 2013, 22:21:40
Ciao Giovanni e Buona Pasqua anche se siamo arrivati agli sgoccioli
ho letto con interesse il tuo post e ti ringrazio per la tua testimonianza e per le cose emozionanti che ci hai raccontato. Dalle tue righe traspare una passione non comune per la Mosca, quella vera, quella con la bollata appunto. Complimenti per il presente e augurissimi per il proseguo.

Colgo l'occasione per sottolineare la tua esperienza con la ninfa, che attesta che tu parli con cognizione di causa e non per partito preso. Anche io in passato ho provato la pesca con la ninfa, con attrezzatura idonea (per come la si intendeva allora....): canna 9' coda 5 e coda dt n°4. Per esche ninfe con rame e altre con palline dorate affondanti; me le sono autocostruite in pochi esemplari e le ho usate per fare le mie verifiche, che si sono concluse nel tuo stesso modo, confermando ciò che già immaginavo di sapere.
La pesca a mosca è soltanto quella in cui c'è la bollata; in schiusa oppure no, è un marchio di fabbrica.

Un saluto

Mauro


donatot

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Reply #23 on: March 31, 2013, 23:37:38
Caro Mauro, provare per credere ... e sempre quello che intendo io sulla pesca a ninfa!
 
Non ho mai comprato attrezzature adeguate alla tecnica ninfa ! Adeguo la canna da 7’6 la stessa che uso per la secca … per vedere se funzione un artificiale nuovo ... e, quello che modifico e solo il finale - terminale (il TIP) adatto all'artificiale … giusto per intenderci, i miei artificiali sono costruiti per utilizzare le code leggere al massimo la n°3.

Tutto ciò che conta e il posto dove ti trovi, dopo accertato sotto le pietre, gli insetti che ci sono, mette l’artificiale idoneo … a volte x l’attesa di una bollata ti porta a sondare il posto per vedere se c'è pesce.
 
Serve anche per non annoiarti se le attese sono lunghe.

>(((((((((°><°)))))))))<
Molto meglio la riva silenziosa di un fiume in una calda giornata di primavera con gli insetti che ti schiudono tutto intorno e accompagnati solo da qualcuno che è capace di assaporare questa magica atmosfera.


mauronini

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Reply #24 on: April 01, 2013, 12:27:49
Ciao Donato
grazie per averci partecipato la tua visione e le tue prospettive, che costituiscono un possibile arricchimento.
Un saluto

Mauro


mauronini

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Reply #25 on: April 03, 2013, 17:46:40
“Pesca a Mosca e surrogati”: che sia un tema di attualità non c'è dubbio.
Ieri leggevo, su un noto sito di pesca, una discussione in merito al fatto che nel tratto no-kill del fiume Nera situato nella provincia di Terni, il regolamento prevede da quest'anno la possibilità di utilizzare canne da mosca non più lunghe di 9'. Scritta così parrebbe una notizia insignificante, ma nella realtà essa ha scatenato una serie di scontri in certi momenti assai duri.

Per chi non conoscesse le caratteristiche del Nera nel tratto in questione, aggiungo che si tratta di un corso d'acqua di larghezza media inferiore ai 10 mt, con una profondità in certi punti superiore al metro e rive abbastanza ricche di vegetazione specie in estate. Sono parecchi anni che non frequento più quel tratto di fiume, ma sono solito pescare nei tratti liberi a monte e a valle del medesimo e la mia 7'6 di lunghezza va benissimo; in certi tratti farebbe più comodo avere una 6'6 e in certi altri si potrebbe usare anche una 8'. Personalmente quando ho bisogno di una leva più lunga, allungo il braccio, e quando la devo ridurre impugno la canna anche oltre il sughero, senza avere mai problemi.

Tornando alla discussione generata dalla novità prevista dal regolamento, molti "pescatori generici con coda di topo" che utilizzano ninfe piombate come esche, si sono risentiti protestando e manindo la loro contrarietà verso una norma che impedisce di utilizzare i loro attrezzi di 10', 11' e più di lunghezza. Altri utenti sono intervenuti facendo notare che anche con canne da 9' si riesce a pescare bene con quella tecnica, date le dimensioni del fiume, e che, semmai, anzichè la libertà personale di pochi pescatori, quella che veniva per certi versi limitata era la facilità di catturare in ogni tratto del Nera con sistemi ispirati alla pesca con esche naturali.

Qualche pescatore che frequenta assiduamente il tratto, pescando A MOSCA, ha manito apprezzamento per questa riduzione di lunghezza, suscitando interventi di disapprovazione e stizza, accompagnati da promesse di non andare mai più a pescare nel tratto e di non reacarsi neanche più nei bar, ristoranti e alberghi della zona. La cosa più sconcertante è che coloro che hanno inscenato questa plateale protesta, si ostinano a sostenere che non è assolutamente vero che usando canne così lunghe, esche sempre più piombate che raggiungono il fondo facilmente e indicatori di abboccata, siano essi galleggianti, paste solide, o vernici da applicare sulla lenza, che sia più facile catturare le trote.......
Insomma sarebbe solo per una questione di principio, per opporsi alla limitazione della libertà personale del cittadino.

Francamente quando ho letto alcuni passaggi, mi sono tornate alla mente alcune filastrocche sulla libertà dei cittadini, che in questi ultimi anni ho sentito troppo spesso nelle numerose tribune politiche noiose e inconcludenti. Ma come, utilizzare una canna lunga più di 3 mt, esche piombate col tungsteno manovrate a razzolare in ogni buca, buchetta, anfratto, non facilità la cattura...?
E allora che cavolo vengono utilizzate a fare attrezzature e tecniche al tocco in una riserva no-kill per la pesca A MOSCA? Per catturare meno e in maniera più sportiva?

Qualcuno ha sollevato questa mia stessa domanda, ma senza ottenere risposta. Un moderatore, nel tentativo di smorzare i toni, è intervenuto dicendo che il regolamento va rispettato anche se non piace e che l'unico motivo che riteneva potesse essere  all'origine della norma, era il tentativo di ridurre la facilità di cattura. Questa opinione ha scatenato l'intervento di un altro moderatore che ha prima criticato ironicamente l'intervento del collega, e poi ha intimato ad un utente che aveva (come faccio anche io ogni volta che mi trovo a dover chiamare per nome quella pesca lì) paragonato il modo di pescare dei maninti alla pesca al tocco, di ritirare subito l'epiteto e che alla prossima frase sconveniente sarebbero scattate le sanzioni.....!!!!!

Che cosa ne pensate voi del forum?
Un saluto

Mauro


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Reply #26 on: April 03, 2013, 21:48:21
Mauro, ogni tanto leggo anch'io quel forum e devo ammettere che di cose strane ne accadono spesso, specialmente tra i moderatori. Ultimamente ho assistito ad alcuni "ban" di certi utenti che difendevano la pesca a mosca secca senza, peraltro, offendere  e nemmeno esagerare negli interventi. gli interventi incriminati sono stati rimossi, ma io ho fatto in tempo a leggerli e non vi ho trovato nulla di offensivo. Ci sono alcuni topic a dir poco irritanti per chi ha una certa visione della pesca a mosca. Sembra che oggi esista solo la ninfa piombata con l'avvisatore di abboccata. Alcuni parlano di "pesca a filo", uno dei moderatori che dovrebbe essere un "personaggio" della pam si vanta di pescare col solo nylon, consigliando come finale lo stesso che si utilizza per il surf casting (12/15 metri di filo). Ma dove siamo arrivati? Ma dov'è finita la pesca? Sopratutto, esiste ancora la pesca a mosca? quella che ti fa dire parole come queste:   Non sei autorizzato a visualizzare i link. Registati o effettua Login

Cosa insegniamo ai giovani?

Salvo, alla fine,  lamentarci di tutto, ad iniziare dal degrado ambientale e finendo alla politica. Stando così le cose credo proprio che ci meritiamo tutto questo.

Alcune volte mi sorge il dubbio che forse sono io a sbagliare, ma sono un testardo e mi ostino a perseverare nei miei errori.
.

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mauronini

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Reply #27 on: April 03, 2013, 23:12:35
X Aldo

Ciao Aldo, non sei tu a sbagliare, sei costretto ad assistere al progressivo degrado dell'originale Pesca a Mosca, favorito indirettamente dalla graduale uscita di scena dei nostri vecchi Maestri ed Educatori, e accelerato dalla loro sostituzione con gente assolutamente non all'altezza come preparazione, capacità, cultura e rispetto di essa, e soprattutto gente asservita ad un sistema che per profitto e interessi personali, si è posta come obiettivo la sostituzione della Pesca a Mosca con una serie di deprecabili surrogati.

Pensare di essere cresciuti con le letture di  Albertarelli, Pragliola, De Rosa, Rancati, e dover subire la presenza e la presupponenza dei men che mediocri che si stanno arrogando il diritto di educare (eufemismo) le nuove generazioni, è molto triste. I risultati sono quelli che stiamo citando e si trovano sotto gli occhi di tutti. Pragliola ha impiegato 40 anni a sintetizzare e divulgare una tecnica di pesca straordinaria, che non ha eguali al mondo e che il mondo ci invidia, e dobbiamo assistere a questa vergognosa deriva senza colpo ferire?

Forse non tutti abbiamo dei figli, ma certamente tutti abbiamo la responsabilità di conservare e proteggere l'Italico patrimonio culturale della Mosca, dai colpi bassi, dal traformismo e dalla mistificazione imperante al giorno d'oggi, per consegnarlo intatto ai posteri. Fino a che non perderemo la voglia ed il coraggio di alzare la mano e la voce per difendere gli ultimi valori e principi che stanno scomparendo dalla nostra vita, fino a che sentiremo la determinazione di non lasciare niente di intentato per una giusta causa, allora avremo la possibilità di continuare a coltivare la speranza.

La Pesca a Mosca è quando le trote si posizionano appena sotto il pelo dell'acqua durante una schiusa, ma anche quando un esemplare isolato si stacca dal fondo e sale rompendo la superficie per ghermire un'insetto. Non è Pesca a Mosca quando si utilizzano piombi, galleggianti, code e finali piombati, esche piombate, canne lunghe usate a "razzolare", in "passata" o al "tocco", tecniche da gara volte solo a catturare più pesci. Non è Pesca a Mosca quando si va a pescare in un posto artefatto, già sapendo come andrà a finire. Non è Pesca a Mosca quando si pensa che per pescare a Mosca sia necessario "pagare prima" un permesso. Non è Pesca a Mosca quando l'importante e non rischiare di non prendere nulla.
Ma soprattutto non è Pesca a Mosca se non c'è la bollata!

Voglio ricordare a tutti coloro che leggono questo forum, che soltanto se ognuno di noi farà (nel suo piccolo) la propria parte, la Pesca a Mosca avrà un futuro.
I nostri vecchi Maestri, ormai stanchi, non scrivono più come un tempo; alcuni non scrivono proprio più e qualcuno ci ha lasciati per sempre.
Uno di questi si chiamava Mario, dal 1991 è andato a pescare nei fiumi celesti, dove l'accadueò (come amava chiamare l'acqua) è ancora potabile e forse i pesci sono quelli che noi non abbiamo fatto in tempo a vedere. E scriveva così.......

"Se dentro vi cresce un'ansia commossa che non potete frenare
se non lanciando su quella corrente l'esile filo
attraverso il quale scende nell'acqua ogni vostro pensiero
e con l'acqua del fiume se ne va lontano, per sempre
verso il mare generoso, che di tutte le creature è l'ultima vera tomba.
Se tutto ciò vi appartiene, come può appartenervi l'amore per un figlio
allora e soltanto in questo modo potrete essere dei pescatori. Perchè questa è la pesca.
La pesca non per uccidere i pesci, ma per dominarli, e per entrare a far parte con diritto
del loro mondo, dopo averlo prima scoperto e amato".

Un saluto a tutti

Mauro


mauronini

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Reply #28 on: April 10, 2013, 18:55:10
Oggi non è affatto semplice rimettere le cose al loro posto. Esiste una confusione enorme, montata ad arte con il fine di speculare sulla Mosca, una disciplina che va al di là della Pesca. E’ però possibile provarci, munendosi di buon senso, logica e, non ultimo, un po’ di coraggio.

Nella storia dell’uomo la Pesca è sempre esistita ed è sempre stata considerata un mezzo per procurarsi proteine nobili per se e per la famiglia, o l’intera comunità. Da qui l’assioma che il bravo pescatore fosse colui che riusciva a catturare il più possibile in meno tempo, e quanto più si catturava, tanto più si tratteneva, perché in natura ogni lasciata è persa e quello che non afferri oggi, domani potrebbe non ripresentarsi più.
L’uomo ha sempre pescato in tutti i modi, con le mani, le fiocine, lance, frecce,  reti, fino a concepire la pesca con la canna e l’esca, che già rappresentava un indiscutibile livello di evoluzione. Le esche ovviamente erano naturali, perché cibo chiama cibo.

Poi, un bel giorno, qualcuno che osservava le trote nutrirsi in superficie, decise di provare a pescarle in modo diverso, affrontando una miriade di problematiche fino ad allora sconosciute e fu così che nacque la Pesca a Mosca. Nacque però, soltanto dopo che l’uomo ebbe inventato la canna da mosca e la sua specifica lenza, che nel tempo si è trasformata nella coda di topo che usiamo oggi, e questa invenzione fu realizzata per soddisfare l’esigenza di lanciare verso il pesce esche galleggianti prive di peso e presentate a profondità 0 (zero).

La peculiarità della Mosca trae origine dal fatto che la trota, talvolta, differisce completamente perfino da se stessa. Normalmente resta sul fondo e cerca alimento in maniera più o meno insistita, in rapporto all’ambiente in cui vive e alla frequenza con cui il cibo le si rende disponibile.  In alcuni momenti però si stacca dal fondo per raggiungere la superficie e nel fare ciò compie dei gesti e assume delle movenze straordinariamente eleganti, capaci di sedurre il pescatore, che spesso si ritrova ad indugiare anche a lungo prima di tentare di catturarla. In quell’atto, soltanto apparentemente ripetitivo, sono racchiusi tutti gli elementi che determinano la sublimazione della bellezza e condizionano le scelte dei veri Pescatori a Mosca.
Ammirare una trota oppure un temolo che salgono a galla per afferrare un insetto, dona sensazioni di un’intensità assoluta capaci di riempire completamente l’animo di un pescatore sensibile alle meraviglie della natura, al punto che la successiva cattura si riduce al fine ultimo, ma non certo unico. Essa perde incredibilmente importanza, non riuscendo più a gonfiare di soddisfazione un animo già di per sé saturo di emozioni e passione. Nella Pesca a Mosca, la cattura assume un valore assai più limitato rispetto a quello corrispondente nella Pesca, perché il Pescatore con la Mosca si nutre di certi ingredienti che nella Pesca sono sottovalutati o assenti.
 
I pescatori non sono tutti uguali e si orientano in maniera diversa nei confronti della pesca e della cattura. Esistono ed esisteranno sempre quelli che, come i loro antenati, propendono emotivamente per la realizzazione di numerose  catture, preferibilmente di taglia elevata, per trascorrere più tempo possibile con la canna piegata  a fare il tiro alla fune. Per costoro la pesca è divertimento, e il divertimento si consuma con il pesce in canna e poco altro. Niente catture, niente divertimento, e la sensazione di aver sprecato una giornata. Sono disposti a pagare permessi elevati pur di ritagliarsi il loro spazio, in contesti progettati e realizzati per conseguire questo scopo e il no-kill incarna il loro modello di esercitare la pesca. La cattura è divertimento, soddisfazione e rappresenta un misuratore dell’abilità, almeno per loro. Ma una cattura da sola non basta e neanche alcune catture sono sufficienti per allietare un’intera  giornata ed un animo avido di successi, pertanto l’unico modo per soddisfare questa necessità interiore di catturare continuamente per provare piacere, consiste nell’impiegare esche affondanti e che possano giungere facilmente a tiro dei pesci sul fondo.

Da qui la necessità di usare il piombo, il tungsteno, le paste affondanti, i piombini sul finale, le code sink , ecc, e per manovrare certi “sassi”sono necessarie attrezzature diverse dalla canna da mosca, attrezzature che l’uomo ha inventato da secoli per pescare con le più che collaudate esche naturali. Inoltre per individuare le mangiate in profondità e perdere meno abboccate possibile, l’idea del galleggiante si sposa perfettamente con questa visuale della pesca, così come si sposano a dovere le canne da lancio con il normale mulinello. Però, in questa maniera, svanirebbe anche l’unico elemento di congiunzione tra questa pesca tradizionale con esche artificiali manovrate al tocco e in passata, e la Mosca. Da qui l’”escamotage”di utilizzare attrezzature molto meno indicate, ma di foggia simile a quelle da Mosca: una sorta di travestimento dunque, non certo Pesca a Mosca.

La tendenza diffusissima oggi, consiste di fare di tutt’erba un fascio, in maniera tale da considerare Pesca a Mosca tutte le tecniche praticate utilizzando canne e mulinelli caricati con coda di topo. Poco importa se se la coda rimane avvolta quasi tutta nel mulinello e ne fuoriescono a malapena poche spire, destinate peraltro a sparire sott’acqua trascinate dal piombo di esche e lenza. Ancora meno importa poi su che cosa viene lanciato, continuando a chiamare Mosca ogni sorta di diavoleria in fondo al filo per catturare dalle carpe ai siluri, ai pesci di mare. Il mercato poi non fa che alimentare questa sorta di perversione che induce normali pescatori ad “autodefinirsi” moschisti, pur facendo tutt’altro, proponendo strumenti e accessori che con la Mosca non hanno niente a che spartire.

Gli interessi economici infatti, sono quanto di più pericoloso esista per i suddetti tentativi di contraffazione, e per chi vuole cercare di difendere “La Pesca a Mosca”, non resta che parlare di quello che è in atto da tempo; parlarne senza timori e senza stancarsi di farlo, con argomentazioni chiare e dettagliate, che non possano essere contraddette dalla realtà dei fatti, ma solo da squallida e”interessata”propaganda. Queste persone che, come me, scelgono di proteggere strenuamente la Pesca a Mosca, non sono gente speciale, ma semplici  “Pescatori a Mosca”, che pescano a Mosca e si sforzano di conservare  e tramandare questa disciplina meravigliosa, evitando che possa essere spazzata via dalla mediocrità e dalla sofisticazione umana.

Ci sono oggi e ci saranno anche domani quelli pronti a spergiurare che il mondo della Pesca a mosca è cambiato, si è evoluto, arricchito con quelle diavolerie che servono a giustificare il voler catturare di tutto e di più, senza regole, né limiti. Ci sono anche coloro che spergiurano che i Mc Donald’s, Big Burger e altre schifezze del genere, sarebbero valide fonti di alimentazione per i giovanissimi e per i meno giovani, e il loro successo ed il loro sviluppo lo proverebbe. In realtà, possediamo quasi tutti una sufficiente cultura alimentare per sconfessare anche questa propaganda che tenta senza ritegno di voler rendere tutto uniforme, privando la gente dei punti di riferimento più elementari, in maniera da poterle propinare di tutto e più facilmente.

Non ce la faranno!
L’importante è non perdersi d'animo, avere voglia di resistere, non piegarsi mai e soprattutto offrire sempre alla gente la possibilità di fare confronti reali e scegliere il meglio per loro. Questo è, e dovrà essere sempre il nostro contributo verso la gente, e se nella nostra vita riusciremo a trasmettere l’amore e la passione verso questa disciplina, anche solo ad un nuovo Pescatore a Mosca, avremo realizzato qualcosa di importante e acceso una nuova luce di speranza.

Mauro


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Reply #29 on: April 11, 2013, 09:54:31
Condivido tutto quello che hai scritto! Ma la cosa che più mi demoralizza è quando vedo che a "snaturare" la pesca a mosca sono proprio quelli che hanno avuto come Maestro colui che ha ideato "l'Italian Style" e che ora affermano di diffonderlo.

In una discussione avuta con uno di questi mi è stato detto che quello che si fa con una canna 7',6" coda 3 si può fare meglio con una 9'. Il mio lancio è molto approssimativo, ma credo di essere in grado di capire che se una tecnica si basa sulla velocità è contro producente utilizzare attrezzi lunghi e pesanti. Ricordiamoci che una canna è assimilabile ad una leva del 3° tipo (quindi svantaggiosa) e più se ne aumenta il braccio maggiore è la forza necessaria per azionarla, tutto a scapito della velocità.

In occasione dell'ultimo "Trofeo Bisenzio" ho avuto modo di osservare molti di questi “ istruttori”, la maggior parte con attrezzi lunghi.  Tranne le dovute eccezioni, ho provato un senso di delusione, mi è sembrato di assistere ad una involuzione della tecnica.
Poi qualcuno mi ha spiegato che le canne lunghe erano più versatili perché si adattavano anche ad altri sistemi: ninfa; sommersa; streamer ecc.

Allora tutto mi è apparso chiaro!!!!

 
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mauronini

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Reply #30 on: April 11, 2013, 20:11:01
Si Aldo, aumentando la lunghezza della canna oltre gli 8' si incrementa il peso, si riduce la velocità di esecuzione, ma soprattutto si perde la maneggevolezza, elemento fondamentale. Nel lancio TLT, è importantissimo girare rapidamente la canna orientando subito la vetta in avanti, e aumentando la lunghezza dell'attrezzo si complica questa manovra e si impiega più tempo. Se poi la canna è rigida i problemi sono anche maggiori.

Anni fà, di tecnica poteva parlare solo Pragliola, con rare eccezioni. Oggi in giro è pieno di "fenomeni" e si riproducono velocemente.

Qualcuno ti ha spiegato che con le canne lunghe ci si adatta a pescare con altri sistemi, ninfa, sommersa e streamer: appunto, ma a noi piace pescare a Mosca e non con altri sistemi.

Un saluto

Mauro


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Reply #31 on: July 04, 2013, 17:48:25
Mi sono iscritto a questo forum, principalmente per la passione  che ho per la pesca a mosca, ma soprattutto per congratularmi con tutti per i bellissimi post a cominciare da quello di Mauro: sei riuscito attraverso le tue parole a trasmettere l'essenza concettuale della “Pesca a Mosca” e perchè no, a trasmettere emozioni su questa passione, che amo definire una disciplina sportiva, quindi grazie davvero.

Nei primi anni 90, abbandonai le rive dell'Arno da accanito garista, soprattutto per questioni etico/ecologiche, per dedicarmi a qualcosa di più solitario e torrentizio, ma vedevo ancora i pescatori a mosca come dei dell'olimpo a cui non potevo pensare neanche come potevo avvicinarmi, ma con lo scritto di Mauro, scopro (solo oggi) con grande sorpresa......che ero già un pescatore a mosca!!! 
Una delle mie tecniche preferite, che comunque mi hanno portato alla pesca a mosca è stata quella di adattare la tecnica “ledgering con lancio pucciato o pesca a ninfa” (la frase qui a sinistra è auto ironica), fino a quel momento usata solo per la pesca sul fondo, alla pesca in   torrente nei correntoni dove inizialmente le esche erano lombrichi o larve e poi, dopo aver conosciuto un pescatore a mosca, ninfe e streamer.........quindi pescavo a mosca (ninfa)?

No di certo e condivido pienamente quanto scritto da voi e anche se le catture eccellenti non mancavano, erano altre sensazioni, altre emozioni, ahimè scoperte tardi, che venivano meno, mancava la soddisfazione del contesto e del come queste catture venivano effettuate, mancavano i suoni, che con la pesca a mosca secca vengono enfatizzati, come la coda che fende l'aria, come il fraseggio dell'acqua che al minimo cambiamento di fa sussultare, i riflessi della luce, il volare frenetico o lento degli insetti, i profumi e i colori che ti circondano, la sosta su di un masso con l'amico fidato di pesca con cui condividi tutto questo.

Per quanto mi riguarda, l'assenza di un solo elemento di questi citati, fa si che io sia li a fare qualcosa di diverso.....il pesce? E' li, e condivido con lui (nel bene e nel male per entrambi) tutto questo, ma è li e li tornerà.

Un saluto a tutti

Francesco


mauronini

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Reply #32 on: August 18, 2013, 18:56:52
Ciao Francesco
è un pò che non leggevo bene il forum e mi era sfuggito il tuo intervento. Mi ha fatto piacere ciò che hai scritto e che testimonia come tu sia entrato in sintonia con le note essenziali della Mosca; fino a che una trota, o un temolo, restano attaccati al fondo non sono diversi dagli altri pesci che "brucano". Ma quando decidono di puntare verso l'alto, cambia tutto e sanno regalarci emozioni profonde anche soltanto ad osservarli.

La pesca a mosca si concretizza in questi contesti, sulla superficie o appena sotto, ma sempre a profondità zero! Non serve il piombo per la Pesca a Mosca, anzi è deleterio, e se i pesci vogliono (e se noi riusciamo a stimolarli) si staccano anche dalle pronde buche poste in mezzo alle correnti più forti per prendere le nostre imitazioni galleggianti, lasciando al contempo le loro bollate appiccicate alla superficie che rapidamente le dissolverà. Ma non potrà dissolvere le sensazioni e gli stati d'animo che quelle bollate avranno prodotto in noi.

Un saluto

Mauro


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