L'ETICA DELLA PAM - invito alla riflessione -

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Author Topic: L'ETICA DELLA PAM - invito alla riflessione -  (Read 2743 times)

^FLY^

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on: December 26, 2010, 11:55:40

Tratto da uno scritto del Maestro ROBERTO PRAGLIOLA

I più grandi autori sono concordi nel dividere la vita di un pescatore in tre stadi. Primo quando si è principianti e il piacere è direttamente proporzionale al numero delle catture. Segue un momento in cui più che il numero è fondamentale la loro taglia, dunque pochi pesci ma grandi. Infine il terzo stadio, quando non interessa più il numero delle catture o la loro mole, ma la “difficoltà”; dunque meglio una sola cattura purché difficile. Quest’ultimo stadio è equiparato alla maturità, quasi il sigillo della vita di un pescatore. Condivido tutto, salvo il fatto che a mio parere esiste anche un quarto stadio, quello della “conoscenza”. Un momento della vita del pescatore, l’ultimo, dove più che il numero delle catture, più che la taglia, prima ancora delle difficoltà, prima di tutto insomma, c’è la “conoscenza”. Quando la scoperta di un dettaglio, poco importa se connesso alle acque, alla vita di un insetto, del pesce o altro, ti dona quelle gioie in precedenza dipendenti dal numero dei pesci, dalla loro taglia o addirittura dalla stessa difficoltà. Una concezione “diversa” della pesca. Più vicina alla Natura, dunque al modo di intendere la vita, piuttosto che l’altra che vede la pesca esclusivamente come un’attività ricreativa. E allora parlare della pesca, cioè condividere la conoscenza, anche ponendo qualche interrogativo, diviene un elemento importante, direi anche indispensabile per chi, come me, ha la presunzione, o l’illusione, di essere giunto al quarto stadio.
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donatot

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Reply #1 on: December 26, 2010, 18:31:00
Ciao Aldo,

Auguri per il 2011, mi sa che sarai non al quarto ma al quinto stadio. Quello di conoscere anche le conoscenze degli altri pescatori, non ci conosciamo da molto, ma hai saputo scavare nella mia mente per il mio modo di pensare...

ciao
>(((((((((°><°)))))))))<
Molto meglio la riva silenziosa di un fiume in una calda giornata di primavera con gli insetti che ti schiudono tutto intorno e accompagnati solo da qualcuno che è capace di assaporare questa magica atmosfera.


robyjerk

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Reply #2 on: December 26, 2010, 19:08:00
Forse il quinto stadio è proprio l'equilibrio con la natura,una specie di "nirvana" in cui il pescatore osserva la natura e nello stesso tempo è parte di essa...vede la natura dal "di dentro".


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Reply #3 on: December 26, 2010, 19:39:31
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Forse il quinto stadio è proprio l'equilibrio con la natura,una specie di "nirvana" in cui il pescatore osserva la natura e nello stesso tempo è parte di essa...vede la natura dal "di dentro".

Roby, hai colto nel segno! Quello che hai scritto è intrinseco nelle parole del Maestro R. Pragliola quando parla di "quarto stadio". Io ho riportato solo una parte di una bellissima lettera scritta da Lui ed indirizzata ad un club di pam.

Non posso riportarla tutta perchè è inserita sia sul sito del Maestro sia sul sito del club destinatario.
Nella stessa ha riportato un breve passo del suo nuovo libro, che ancora deve essere ultimato, dove evidenzia chiaramente questo concetto.

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Ciao Aldo,

Auguri per il 2011, mi sa che sarai non al quarto ma al quinto stadio. Quello di conoscere anche le conoscenze degli altri pescatori, non ci conosciamo da molto, ma hai saputo scavare nella mia mente per il mio modo di pensare...

ciao

Donato, ho solo riportato le parole scritte da Roberto, io non c'entro nulla, anche se condivido in toto quello che dice.
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donatot

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Reply #4 on: December 27, 2010, 11:55:58
Aldo, lo sai che condivido sempre le buone intenzioni e per quello che fai verso la P.A.M.

Non posso che darti questo  ;D.

Ho letto anch'io la lettera di Roberto, e condivido con te, ho avuto modo di seguire Pragliola da vicino per diversi anni e sono stato, giornate intere a pesca con lui. Devo dirti che ha dato tanto a tanti pescatori a mosca " compreso me ", ma riflettendo, un personaggio come lui, dovrà ancora nascere.

I pescatori di oggi, secondo il mio parere, devono ancora maturare intellettualmente, anche se sanno lanciare poco più o poco meno, rimane sempre il comportamento nella figura di un P.A.M. "senza offendere nessuno” sapere amare e assaporare le buone cose, ci vuole anni di sacrifici e chi pensa che sia arrivato e sempre l'ultimo.

Tu mi hai chiesto di meditare, io l'ho fatto... non me ne volere.

Ciao

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Reply #5 on: December 27, 2010, 18:44:50
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Tu mi hai chiesto di meditare, io l'ho fatto... non me ne volere.
Ciao


Donato, non capisco perché dovrei volertene!! Penso sia giusto che ognuno di noi, ogni tanto, si fermi a riflettere su alcune cose.
Io rispetto tutte le opinioni ma difendo a denti stretti la mia, che poi collima alla perfezione con quella del Maestro Pragliola. La cattura a tutti i costi non è nelle mie corde. Ci sono tecniche di pesca molto più semplici e catturanti (vedi esche naturali, pasturazioni ecc.) Anche nell'ambito della mosca si può scegliere una tecnica, forse più redditizia, come la ninfa o la sommersa, dico "forse" perché non avendole mai praticate non posso esserne certo. Sono certo invece che la mosca secca sia la più difficile e quindi la più emozionante. Catturare quella preda che sta bollando sotto un cespuglio, oppure in mezzo ad una corrente o in qualsiasi altra situazione in cui ci sia bisogno di un certo tipo di lancio, che non faccia dragare la mosca, per me è il massimo della soddisfazione! Ho scelto di pescare a mosca secca perché è l'unica capace di darmi queste emozioni. Come ben sai, non sono in cerca della quantità
ne della taglia, altrimenti non avrei scelto questa tecnica. Se poi non c'è neanche una cattura sono contento lo stesso, poiché riesco ad emozionarmi anche scorgendo una bollata o soffermandomi a guardare il volo di una effimera, o semplicemente ascoltando i rumori della natura incontaminata.
So benissimo che questo mio modo di pensare farà storcere il naso a molti, ma non ci posso far nulla! Io la penso così! So che qualcuno, pochi per la verità, mi capisce!

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donatot

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Reply #6 on: December 27, 2010, 19:09:51
Aldo, come vedi siamo in perfetta sintonia...noi due.  

p.s. ci aggiungo anche i due Giovanni... sempre se sono d'accordi
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Reply #7 on: December 29, 2010, 23:31:51
Caro Aldo
sono assolutamente digiuno di PAM ma mi son bastati due secondi per trasporre i concetti che hai riportato alla disciplina che più amo, il surfcasting. Forse qui, fin da subito, si va alla ricerca della qualità più che della quantità, ma anche nel surf una cosa è fondamentale, quella che tu definisci "conoscenza" con tutte le sfaccettature che sottintende. La cattura di una preda dev'essere il frutto di tutte queste conoscenze messe in campo e non di un colpo sporadico di "posteriore". La mia visione del surfcasting direi che coincide in tutto e per tutto con i pensieri che tu hai espresso per la PAM. Forse sarò un illuso sognatore, ma non si vive di solo pesce.
STATE TRANQUILLI.........LO SHOCK LEADER NON MORDE

TUTTO QUEL CHE DICO SONO MIEI PARERI PERSONALI

PREFERISCO DI GRAN LUNGA CHI SI ESPONE ALL'ERRORE A CHI SE NE STA ALLA FINESTRA A GUARDARE (cit. Peppino)

- se peschi festeggia con una bottiglia di vino e del buon cibo - se non peschi consolati con una bottiglia d vino e del buon cibo -  (motto del gruppo PAM & PAM)


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Reply #8 on: December 30, 2010, 09:56:39
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Caro Aldo
sono assolutamente digiuno di PAM ma mi son bastati due secondi per trasporre i concetti che hai riportato alla disciplina che più amo, il surfcasting........

Vedi Nicola, Io parlo di PAM perché è di questa tecnica che capisco qualcosa, tutto il resto lo ignoro! Ma non è questo il problema. Noi abbiamo una età in cui si ha la pretesa di “educare” il neofita. E allora cito ancora il Maestro Pragliola: … non credo che l’educazione (dei giovani in rapporto alla pesca, e chissà che il discorso non sia ben più ampio) consista nell’accontentare i loro istinti, ma piuttosto nel controllarli e nell’educarli. Non nell’essere inclini alla permissività, ma casomai all’austerità. Non cercare di accontentare la loro pancia ma educare la loro mente... Ancora: … E’ l’equivalente di una bestemmia sostenere che un’uscita di pesca non è la ricerca disperata, dannata, di qualche preda comunque catturata? Che un fiume non è un percorso di guerra da percorrere con spietata ferocia ma al contrario con un sorriso sulle labbra e cuore leggero. Che una mosca non è una pallottola da scagliare sulla superficie con animo cupo, sguardo feroce, cuore avido. Rispetto ad una trentina d’anni addietro, oggi c’è molta più conoscenza tecnica e anche una maggiore bravura. Ma a cosa servono e dove portano entrambe se non sono sorrette dall’etica? Oppure contano solo le catture: tante, grosse catture comunque ottenute. E se ci va di mezzo il fiume, pazienza. Anzi, chi se ne frega...

Come vedi questi concetti sono totalmente trasferibili a qualsiasi tecnica, ma non solo! Non credo di essere retorico affermando che sono validi anche per la vita di tutti i giorni.
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^NONNOROBY^

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Reply #9 on: December 30, 2010, 12:21:38
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[...] Noi abbiamo una età in cui si ha la pretesa di “educare” il neofita [...]
Come vedi questi concetti sono totalmente trasferibili a qualsiasi tecnica, ma non solo! Non credo di essere retorico affermando che sono validi anche per la vita di tutti i giorni.

Questo concetto è quello che mi ha spinto ad iscrivermi a questo Forum e a permanerci, perché su nessun altro forum di pesca questa importantissima immagine è mai stata messa in evidenza come su CPOL.
Il compito di 'educatore' è molto pretenzioso e, con i tempi che corrono, anche ben poco appagante, data la sempre più diffusa tendenza che hanno i giovani (e ancora peggio i giovanissimi) a credere che tutto sia loro dovuto e ad assumere atteggiamenti a dir poco sconcertanti.
Nei miei suggerimenti ho sempre cercato di dare maggior risalto più ai comportamenti che alla tecnica (CPOL strabocca di 'tecnici' che ne sanno molto più di me), ritenendo di basilare importanza più la salvaguardia della Natura in tutte le sue forme che tutto il resto.
Non ha infatti senso fare dei nostri giovani dei perfetti pescatori se poi i fiumi ed i mari scarseggiano di vita. E' assolutamente importante far capire ai pescatori sportivi (giovani e non) che lo scopo primario di questo meraviglioso passatempo non consiste assolutamente nella cattura della maggior quantità possibile di pesce, ma nel trarre da questa disciplina la maggior soddisfazione possibile in termini di sportività.
Pur non praticandola, sono fermamente convinto che la pesca in acque interne, particolarmente nei fiumi, sia in assoluto quella che ripaga con maggior soddisfazione in termini di sportività e di godimento del tempo libero, perché ci porta a contatto diretto con ecosistemi che probabilmente ci rimarrebbero sconosciuti se non andassimo a pesca: mai come in questi luoghi la cattura di un pesce a tutti i costi passa assolutamente in secondo piano, rapiti come siamo dalle meraviglie che ci circondano.
Molto meno poetica è la pesca in mare, dove la grande distesa d'acqua davanti a noi e la spoglia spiaggia alle nostre spalle non hanno certamente lo stesso fascino. Questo ci porta ad una maggior concentrazione sull'azione di pesca in cui, anche perché oppressi dall'appiattimento del paesaggio, solo il sussultare dei cimini ci da un certo fremito: non vediamo l'ora di recuperare per poi armare nuovamente l'amo e rilanciare. A volte l'attesa è stata talmente esasperante che siamo fortemente tentati di trattenere quell'unico pesciolino che abbiamo tirato su. Altre volte, invece, siamo più fortunati e le catture si susseguono numerose.
Ma è qui che entra in ballo la nostra 'educazione' sportiva: anche se quel pesciolino è l'unica cattura dopo esasperanti ore di attesa, lo rimettiamo in libertà. Se le catture sono state numerose, facciamo una cernita e tratteniamo solo lo stretto necessario.
Ci sono leggi scritte che ci impongono limiti su taglia e quantitativo, ma chi ha ben radicato dentro di se il senso della sportività va ben oltre questi limiti, aumentando di molto il limite minimo della taglia e diminuendo quello della quantità massima consentita.
Altro concetto importantissimo è il rispetto del luogo di pesca: mai abbandonare sul posto avanzi di alcun genere. Come riporta la firma di Oltremare, la prima cosa da fare a pesca è aprire il sacchetto della spazzatura. Se nei dintorni non esiste il cassonetto, portiamoci il sacchetto a casa.
Se come 'educatori' siamo riusciti ad infondere questi concetti tra i pescatori (giovani o meno), e tanti altri che per non dilungarmi troppo ho tralasciato di elencare in questo contesto, abbiamo vinto la guerra. Se siamo riusciti solo ad insegnare loro la tecnica per catturare i pesci, abbiamo vinto solo una battaglia.
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^SURFMASTER76^

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  • Di fronte al mare la felicità è un’idea semplice.
Reply #10 on: December 30, 2010, 13:27:48
Ciao Fly,
ti faccio i complimenti per questo bellissimo topic che ci permette ancora una volta di riflettere sul vero significato della pesca, sia essa PAM, PAF, SurfCasting, etc. etc. Leggendo il testo del Maestro PRAGLIOLA, io mi rispecchio in quello che lui chiama "secondo stadio", ma ritengo che la "conoscenza" non sia uno stadio a se stante, bensì parallelo ai primi tre. Credo che la "conoscenza" sia fondamentale per la buona riuscita di una battuta di pesca: nulla deve essere lasciato al caso. E' naturale che si incappi nella giornata "NO", quella in cui tutto va storto ed i risultati lo confermano, ma studiando le variabili in gioco, si ha certamente una più alta probabilità di successo.
Concordo pienamente con tutti gli interventi precedenti.


adrenalina

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  • Quanto sei bella Roma quanno è sera
Reply #11 on: December 30, 2010, 14:43:50
Grazie per questo invito a riflettere insieme su di un argomento che ci sta particolarmente a cuore!

Anche se il termine Etica è abbastanza relativo a momenti storici, culture e situazioni diverse, tutte le volte che il buon senso ci dà l'ok, ecco, possiamo sostenere, questo è giusto!
I Maestri sono tali perché probabilmente lo sarebbero in qualsiasi frangente storico, politico, culturale e religioso: usano buon senso ed intelligenza, armi sempre formidabili se unite anche alla conoscenza.
Anche la pesca è Maestra di vita, soprattutto quando si viene in contatto con persone che non si limitano a misurare la bravura con la quantità di prede “bucate”, ma prendono in considerazione la qualità delle proprie azioni, divenendo  efficienti piuttosto che efficaci.
I Maestri non si impongono mai, li scegliamo perché vogliamo che siano loro il migliore esempio da seguire, per crescere ed essere poi degni di essere anche loro amici, oltre che allievi, arrivando ad avere pari dignità; e questo è un invito soprattutto ai giovani che troppo spesso sono costretti dai media a seguire esempi o "idoli" davvero poco edificanti.
Mi unisco al coro dei "saggi" riguardo all'invito ad essere degni di questo splendido mondo: rispettandolo rispettiamo in primis noi stessi.
Un appello ai pescatori con esche naturali (agli spinner o ai moschisti costerebbe troppo economicamente ): l’apparentemente innocuo gesto di lasciare gli ami innescati sul luogo di pesca, soprattutto se collegati a matasse di filo, può provocare una fine terribile ad uccelli e piccoli rettili, per chi non ci avesse pensato prima, questo è un briciolo di conoscenza in più da mettere in cascina.
Buon anno a tutti.
Gianni


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