[...] Noi abbiamo una età in cui si ha la pretesa di “educare” il neofita [...]
Come vedi questi concetti sono totalmente trasferibili a qualsiasi tecnica, ma non solo! Non credo di essere retorico affermando che sono validi anche per la vita di tutti i giorni.
Questo concetto è quello che mi ha spinto ad iscrivermi a questo Forum e a permanerci, perché su nessun altro forum di pesca questa importantissima immagine è mai stata messa in evidenza come su CPOL.
Il compito di 'educatore' è molto pretenzioso e, con i tempi che corrono, anche ben poco appagante, data la sempre più diffusa tendenza che hanno i giovani (e ancora peggio i giovanissimi) a credere che tutto sia loro dovuto e ad assumere atteggiamenti a dir poco sconcertanti.
Nei miei suggerimenti ho sempre cercato di dare maggior risalto più ai comportamenti che alla tecnica (CPOL strabocca di 'tecnici' che ne sanno molto più di me), ritenendo di basilare importanza più la salvaguardia della Natura in tutte le sue forme che tutto il resto.
Non ha infatti senso fare dei nostri giovani dei perfetti pescatori se poi i fiumi ed i mari scarseggiano di vita. E' assolutamente importante far capire ai pescatori sportivi (giovani e non) che lo scopo primario di questo meraviglioso passatempo non consiste assolutamente nella cattura della maggior quantità possibile di pesce, ma nel trarre da questa disciplina la maggior soddisfazione possibile in termini di sportività.
Pur non praticandola, sono fermamente convinto che la pesca in acque interne, particolarmente nei fiumi, sia in assoluto quella che ripaga con maggior soddisfazione in termini di sportività e di godimento del tempo libero, perché ci porta a contatto diretto con ecosistemi che probabilmente ci rimarrebbero sconosciuti se non andassimo a pesca: mai come in questi luoghi la cattura di un pesce a tutti i costi passa assolutamente in secondo piano, rapiti come siamo dalle meraviglie che ci circondano.
Molto meno poetica è la pesca in mare, dove la grande distesa d'acqua davanti a noi e la spoglia spiaggia alle nostre spalle non hanno certamente lo stesso fascino. Questo ci porta ad una maggior concentrazione sull'azione di pesca in cui, anche perché oppressi dall'appiattimento del paesaggio, solo il sussultare dei cimini ci da un certo fremito: non vediamo l'ora di recuperare per poi armare nuovamente l'amo e rilanciare. A volte l'attesa è stata talmente esasperante che siamo fortemente tentati di trattenere quell'unico pesciolino che abbiamo tirato su. Altre volte, invece, siamo più fortunati e le catture si susseguono numerose.
Ma è qui che entra in ballo la nostra 'educazione' sportiva: anche se quel pesciolino è l'unica cattura dopo esasperanti ore di attesa, lo rimettiamo in libertà. Se le catture sono state numerose, facciamo una cernita e tratteniamo solo lo stretto necessario.
Ci sono leggi scritte che ci impongono limiti su taglia e quantitativo, ma chi ha ben radicato dentro di se il senso della sportività va ben oltre questi limiti, aumentando di molto il limite minimo della taglia e diminuendo quello della quantità massima consentita.
Altro concetto importantissimo è il rispetto del luogo di pesca: mai abbandonare sul posto avanzi di alcun genere. Come riporta la firma di Oltremare, la prima cosa da fare a pesca è aprire il sacchetto della spazzatura. Se nei dintorni non esiste il cassonetto, portiamoci il sacchetto a casa.
Se come 'educatori' siamo riusciti ad infondere questi concetti tra i pescatori (giovani o meno), e tanti altri che per non dilungarmi troppo ho tralasciato di elencare in questo contesto, abbiamo vinto la guerra. Se siamo riusciti solo ad insegnare loro la tecnica per catturare i pesci, abbiamo vinto solo una battaglia.