AUTOCOSTRUZIONE DEI GALLEGGIANTI A PENNA [revisione]

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Author Topic: AUTOCOSTRUZIONE DEI GALLEGGIANTI A PENNA [revisione]  (Read 32950 times)

^NONNOROBY^

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La materia prima per costruire il corpo è di facilissima reperibilità e costa proprio due soldi: la comunissima cannuccia di plastica per le bibite. Insieme ad altri pochi accessori si possono costruire galleggianti stick float che poco hanno da invidiare a quelli commerciali per funzionalità ed estetica. Sono solo leggermente più delicati, ma anche se durano un po’ di meno possiamo costruirli in quantità ‘industriale’ tale da non creare il minimo problema.
A lavoro finito, il galleggiante si presenta così:

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OCCORRENTE

Confezione di cannucce da bibita.
                                         
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Micro raccordo in plastica a tre vie che si utilizza per le irrigazioni a goccia da giardino.
 
La forma e le dimensioni indicate in figura sono tassative
                     
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Si trovano presso i rivenditori di articoli da giardinaggio, concimi, sementi, agricoltura e simili. Costano pochi centesimi, per cui potete farvene una buona scorta. E’ importante la forma e le dimensioni riportate nel disegno, per poterle utilizzare con le cannucce

Spezzone di guaina in gomma o silicone
 
Potete usare qualsiasi guaina che abbia una consistenza gommosa o siliconica che sia in grado di sostenere l’antenna del galleggiante (o la starlight) da 3 mm anche quando frustiamo con decisione durante il lancio, oltre a consentirci la loro sostituzione con facilità.
 
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Le misure dello spezzone sono indicate in figura (personalmente l'ho ricavato da un vecchio cavetto che i chitarristi usano per collegare la chitarra elettrica all'amplificatore)
                           
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Micro girella – Stik di colla termica – Candela – Spiedino di legno – Torpilla

     • Micro girella: serve per collegare il galleggiante alla lenza. Usate la misura del 18 a “barilotto” e di qualità dozzinale, in quanto non dovendo sostenere alcuno sforzo è inutile acquistare quelle più care.     
     • Stick di colla termica: è il classico bastoncino di silicone che si usa con la pistola termica per incollare materiali vari. Dato l’uso discontinuo, è molto più pratico usare la candela anziché la pistola per scaldare lo stick, il quale, oltre che incollare, crea volume ed ottura i fori per impedire l’ingresso dell’acqua nel galleggiante.
     • Candela: serve per riscaldare gli stick di colla termica
     • Spiedino di legno: oltre che a contribuire ad otturare i fori, crea un’anima solida per la guaina porta-antenna, impedendone lo schiacciamento durante l’inserimento della starlight.
     • Torpilla: serve per tarare il galleggiante con precisione. Siccome possiamo costruire galleggianti con grammature diverse (da 0.5 a 3 gr), ne serve una per ciascuna di queste grammature: 0.5 – 1.0 – 1.5 – 2.0 – 2.5 – 3.0.
 
Filo da ricamo
 
Serve per fissare la micro-girella al galleggiante.

Strumenti di lavoro
 
•   Piccolo seghetto da ferro
•   Piccola morsa da banco
•   Pinze
•   Forbici
•   Taglierina

COSTRUZIONE

Ritaglio dei braccetti dal micro raccordo
                                     
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Per il galleggiante utilizzeremo solo i due braccetti del micro-raccordo. Sono di plastica dura, pertanto non possiamo usare le tronchesine per separarli dal corpo centrale, in quanto si spaccherebbero, e per lo stesso motivo non possiamo usare neanche la taglierina. Dobbiamo usare il seghetto e la morsa, senza la quale il taglio risulta molto problematico, se non impossibile. Tenendo fermo con le dita il beccuccio svasato di uno di questi due braccetti, posizioniamo la lama del seghetto il più attaccata possibile al corpo, in modo che il braccetto, una volta tagliato, risulti il più lungo possibile. Procediamo al taglio e mettiamo il braccetto in un contenitore. Adesso tagliamo anche il secondo braccetto. Una volta segati entrambi i braccetti, il corpo centrale non serve per il galleggiante, ma conserviamolo comunque nel caso ci venga in mente  qualche altra "diavoleria" con cui sfruttarlo. Già che ci siamo, tagliamo una decina di braccetti:

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Adesso, solo per toglierci lo sfizio di un’anteprima dell’abbozzo, infiliamo un braccetto in una cannuccia: il beccuccio svasato farà da fermo corsa, conferendo anche una certa estetica alla punta del galleggiante. Dentro il beccuccio infiliamo una girella per metà della sua lunghezza: questo sarà l'aspetto finale che assumerà la punta del galleggiante

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Ritaglio dei segmenti di guaina e di spiedino

Ritagliamo alcuni spezzoni di guaina della lunghezza di 15 mm e riponiamoli sempre nel contenitore insieme ai braccetti. Per impedire l’ingresso dell’acqua ed anche lo schiacciamento della guaina (quando con le dita terremmo il galleggiante per infilarci l’antenna o la starlight), dobbiamo inserire dentro lo spezzone di guaina un pezzo di spiedino di legno:
 
     • dapprima infiliamo  un’antenna o una starlight da 3 mm, infilandola per non più di 5 mm
     • ritagliamo con la taglierina la punta acuminata dello spiedino (che butteremo via)
     • stendiamo un po’ di colla siliconica sullo spiedino (riscaldando lo stick con la candela), poi infiliamolo pian piano dentro la guaina con moto rotatorio sino ad arrivare alla starlight
     • dopo pochi secondi la colla è già asciutta, tagliamo la parte eccedente dello spiedino, lasciandone un peduncolo di 3 – 4 mm,  e delicatamente con le dita e le unghie togliamo la colla in eccesso

Questi spezzoni di guaina così preparati andranno successivamente infilati nella cannuccia nel lato opposto al beccuccio. Per il momento montiamo un buon numero di spezzoni e riponiamoli nel contenitore.

                     
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Assemblaggio delle testine del galleggiante

     • ritagliamo 40 cm di filo da ricamo, doppiamolo ed infiliamolo in un anello della girella. Ripieghiamo ad U il filo facendo in modo che la girella venga a trovarsi al centro
     • infiliamo i due capi dentro il braccetto dalla parte del beccuccio fino a farli fuoriuscire dall'altra parte
     • tiriamo con delicatezza i due capi per far penetrare metà della girella dentro il beccuccio: se abbiamo tirato troppo, usiamo un paio di pinze per riportarlo fuori
     • adesso ripieghiamo in direzione della girella il capo 1 del filo distendendolo sul braccetto
     • avvolgiamo, con spire ravvicinate, il capo 2 intorno al capo 1
     • avvolgiamo sino ad arrivare alla svasatura del beccuccio, dove bloccheremo il capo 2 con un semplicissimo nodo
     • tagliamo a filo le bave eccedenti e proviamo la tenuta della girella tirandola verso l'esterno del beccuccio: se la legatura è stata fatta bene, la girella non si sposterà di un millimetro

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Adesso bisogna otturare bene il foro del braccetto per impedire l'entrata dell'acqua:

     • impregniamo di colla stick lo spiedino e infiliamolo con moto rotatorio all'interno del braccetto, favorendo l'ingresso di quanta più colla possibile
     • con questa operazione abbiamo ottenuto due scopi: impedire l'ingresso dell'acqua e rafforzare la tenuta dei due capi di filo mediante la pressione dello spiedino
     • dopo pochi secondi la colla è già asciutta e togliamone delicatamente con le dita e le unghie l'eccesso
     • tagliamo lo spiedino lasciando un peduncolo di 3 – 4 mm.
 
Prepariamo in questo modo un buon numero di testine. 
               
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Incollaggio della testina alla cannuccia

Ad un certo numero di cannucce tagliamo la parte corta a partire dalla zigrinatura (quella che serve per piegare la cannuccia) in quanto inutilizzabile. Tanto per avere dei numeri, facciamo questo lavoro su 10 cannucce

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Adesso dobbiamo infilare ed incollare la testina così preparata dentro ogni cannuccia. Riscaldato lo stick, spalmiamo di colla il braccetto della testina ed infiliamolo con lentezza e con moto rotatorio all'interno della cannuccia, fino a quando non viene fermato dalla sua svasatura. Anche se il braccetto è leggermente più sottile della cannuccia, l’abbondante colla siliconica formerà il volume necessario a colmare la differenza. Dopo pochi secondi la colla è già asciutta e con delicatezza togliamo con le dita e le unghie quella eccedente.

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Nota: i primi assemblaggi forse non verranno ottimali in quanto bisogna sperimentare sia la temperatura della colla che il suo quantitativo, per cui siate un po’ pazienti…

Assembliamo in questo tutti gli atri 9 galleggianti, trascurando però  per il momento l’assemblaggio del segmento porta starlight che vedremo nel paragrafo subito successivo.

Taratura del galleggiante e preparazione delle matrici

Adesso viene la parte più impegnativa del lavoro: la taratura del galleggiante. Ovviamente conviene preparare una matrice per ogni grammatura. Come abbiamo detto all’inizio, possiamo preparare galleggianti che possono reggere 0.5 – 1.0 – 1.5 – 2.0 – 2.5 – 3.0 gr (i più pignoli possono preparare anche tutte le tarature intermedie, tenendo però presente che occorrono anche tutte le torpille di peso intermedio…..).

Oppure possiamo preparare galleggianti anche mono-grammatura, se le nostre abitudini di pesca sono quelle di utilizzare solo una determinata grammatura (p.e. galleggianti da 2 gr). Il mio suggerimento è di prepararvi le matrici per più grammature, in quanto così sono già pronte se un domani cambiamo idea, ed evitiamo di ripetere l’operazione di taratura più volte nel futuro.
Una cannuccia standard dovrebbe avere queste misure originali: lunghezza mm 240, diametro mm 5 (ho detto dovrebbe in quanto dipende dalla marca: per evitare di trovarvi tra le mani cannucce di dimensioni varie, vi suggerisco di farvi una buona scorta di cannucce monomarca, costano davvero una stupidaggine).

La lunghezza massima utilizzabile (dopo aver eliminato il pezzo eccedente della zigrinatura) è di 182 mm (cioè sino alla base della zigrinatura). Questa lunghezza massima (per una cannuccia con un diametro di 5 mm) è in grado di reggere sino a 3 grammi.
 
Per poter preparare le matrici, prendiamo uno dei galleggianti che abbiamo allestito in precedenza, che ha la lunghezza della cannuccia di 182 cm, ed infiliamo nella parte libera della cannuccia una delle guaine porta starlight che avevamo preparato agli inizi, ma senza usare la colla per fissarvela.  Infiliamo la guaina (comprensiva di starlight o di antenna) sino a lasciarne fuori 5 mm

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Riempiamo d’acqua una bottiglia di plastica sino all’orlo, infiliamo un pezzo di nylon dentro la torpilla da 3 gr e leghiamo la torpilla all'anello della girella (lo spezzone di giunzione dovrà essere corto, altrimenti la torpilla rischia di toccare il fondo della bottiglia).  Immergiamo il galleggiante con la torpilla: la taratura sarà perfetta solo quando dal pelo dell'acqua fuoriescono i 5 mm della guaina. Se la guaina sporge di più, sfiliamola dalla cannuccia e ritocchiamo la cannuccia con le forbici di pochi millimetri alla volta sino ad ottenere questa taratura perfetta.
 
Nota: lasciamo immersa la cannuccia il meno possibile per evitare infiltrazioni d’acqua (ricordiamoci che la guaina porta starlight non è incollata).

Una volta ottenuta la taratura perfetta, togliamo dall’acqua il galleggiante, sfiliamo dalla confezione del nostro lotto di cannucce una cannuccia ancora vergine e ritagliamola alla stessa precisa identica lunghezza del galleggiante appena tarato e scriviamoci sopra "3 GR"  col pennarello a punta fine che si usa per i CD.
 
Conserviamo con cura questa cannuccia perché sarà la matrice di tutti i nostri futuri galleggianti da 3 gr: per ottenere una nuova cannuccia in grado di sostenere i 3 gr, sarà sufficiente farla della stessa precisa identica lunghezza di questa matrice.

Nel galleggiante appena tarato sostituiamo adesso la torpilla da 3 gr con quella da 2.5 gr e procediamo alla nuova taratura ritoccando con le forbici, a piccolissimi pezzi, la lunghezza del galleggiante sino ad ottenerne la perfetta taratura per i 2.5 gr.
Una volta ottenuta la taratura perfetta per i 2,5 gr, togliamo dall’acqua il galleggiante, sfiliamo dalla confezione del nostro lotto di cannucce una cannuccia ancora vergine e ritagliamola alla stessa precisa identica lunghezza del galleggiante appena tarato e scriviamoci sopra "2,5 GR".
Conserviamo con cura questa cannuccia perché sarà la matrice di tutti i nostri futuri galleggianti da 2,5 gr.

 Proseguiamo in questo modo con il resto delle torpille sino a ricavare tutte le matrici a grammature differenti che ci interessano. In pratica, usando un unico galleggiante semi-assemblato, abbiamo ricavato tutte le matrici che ci interessano. E’ importante, come detto nella nota poco sopra, che queste operazioni siano un po’ veloci per evitare infiltrazioni d’acqua che falserebbero la taratura. 
                               
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Assemblaggio definitivo del galleggiante per l’utilizzo

Servendoci delle matrici che abbiamo creato, ritagliamo le cannucce della confezione alle varie lunghezze per assemblare vari galleggianti con varie grammature. Man mano che ritagliamo una cannuccia, scriviamoci sopra col pennarello a che grammatura si riferisce. Quando abbiamo una buona scorta di cannucce di varie grammature, procediamo all’assemblaggio dei galleggianti, che consiste semplicemente nell’impregnare di colla siliconica le varie testine e le varie guaine già preparate in precedenza e di inserirle nelle cannucce. Appena la colla si asciuga, con delicatezza togliamo con le dita e le unghie quella eccedente.

I galleggianti sono pronti per l’uso.

Recupero dei pezzi da un galleggiante danneggiato

Come detto all’inizio, il corpo di questi galleggianti non è troppo resistente alla pressione, per cui a lungo andare si danneggiano. Le testine ed i segmenti porta starlight sono invece molto resistenti, pertanto, prima di buttare il vecchio galleggiante, recuperiamole in quanto possiamo riutilizzarle numerosissime volte.
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enzo.

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Reply #1 on: October 19, 2009, 11:52:49
Ottimo tutorial Roberto!  ;D ;D
Io,senza aprire un altro post uguale,rendo e in tre minuti esatti,in caso di necessita' e sul posto,i galleggianti da bolognese o da fissa,scorrevoli,inserendoci alla base,un silicone lungo con all'interno una microgirella incollata,facendone fuoriuscire solo la meta',e io gioco e'fatto.
L'ho provato un giorno in un porto,ingegnandomi poiche'la situazione richiedeva la pesca sul fondo e non avevo con me gli scorrevoli,ma in un attimo,ho trasformato il galleggiante da 8 gr della mia bolognese.
Comunque complimenti,d'ora in poi con il tuo tutorial,requisiro'tutte le cannucce usate da mia figlia!  ;D ;D

 
enzo
TUTTO CIO'CHE LASCIAMO A RIVA,LA NATURA PRIMA O POI CE LO RESTITUISCE E NON PENSO CHE VORREMO PER I NOSTRI FIGLI UN FUTURO DI SPAZZATURA!!!
RIPARIAMO I DANNI FINCHE'SIAMO IN TEMPO.


^NONNOROBY^

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Reply #2 on: October 19, 2009, 12:35:50
Grazie, Enzo,
ovvio che si tratta di uno "sfizio" legato alla passione del fai da te e alla grande soddisfazione che si prova ad utilizzare oggetti autocostruiti. Però spesso al dilettevole si unisce anche l'utile, quando te la cavi con pochi euro.... calabria 
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donato

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Reply #3 on: October 19, 2009, 23:02:18
veramente molto ingegnoso!

un paio di amici inglesomani ti ringrazieranno
sincerità e onestà sono sinonimi di antipatia e temporanee incomprensioni, ma il tempo è  galantuomo. Cit: mio PADRE


^NONNOROBY^

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Reply #4 on: October 20, 2009, 12:57:35
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veramente molto ingegnoso!

un paio di amici inglesomani ti ringrazieranno
Ti dirò...
io raramente pesco all'inglese, e questi galleggianti si sono rivelati praticissimi anche usati scorrevoli. Siccome preferisco pescare con la canna corta (4 mt), non uso pallini spaccati ma la torpilla. Se dovesse interessarti, questo è lo schema che ormai uso da anni:
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Reply #5 on: October 20, 2009, 19:54:58
ottimo grazie ancora
sincerità e onestà sono sinonimi di antipatia e temporanee incomprensioni, ma il tempo è  galantuomo. Cit: mio PADRE


ivo

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Reply #6 on: October 21, 2009, 14:27:33
Ciao a tutti ragazzi, ueeeh Roby grande come sempre ottimo tutorial, molto ben dettagliato, come sempre. Io pressapoco li creo nello stesso modo, e per ovviare al problema della resistenza uso le cannucce che si attaccano ai palloncini (quelli che si vendono alle feste per i bambini, per intenderci), queste ultime sono quel tantino più spesse e rigide che risultano più robuste e resistenti.
A parte questo complimenti ancora
ciao Ivano 


^NONNOROBY^

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Reply #7 on: October 21, 2009, 19:58:36
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Ciao a tutti ragazzi, ueeeh Roby grande come sempre ottimo tutorial, molto ben dettagliato, come sempre. Io pressapoco li creo nello stesso modo, e per ovviare al problema della resistenza uso le cannucce che si attaccano ai palloncini (quelli che si vendono alle feste per i bambini, per intenderci), queste ultime sono quel tantino più spesse e rigide che risultano più robuste e resistenti.
A parte questo complimenti ancora
ciao Ivano 
Ivo, mannaggia, sapessi quanto le sto cercando! Si reperiscono nei negozi di giocattoli? Domani me li giro tutti.
L'importante è che abbiano più o meno lo stesso diametro, altrimenti addio scorta di micro-raccordi.... ;D
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ivo

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Reply #8 on: October 22, 2009, 11:02:22
Ciao Roby, la mia fortuna è quella di abitare in una zona dove trovo tutto quello che cerco (o quasi), grazie alla fittissima presenza di grandi magazzini di tutti i generi.Infatti vicino a me c'è un magazzino che vende all'ingrosso tutti articoli per feste e addobbi di vario genere, ed è li che reperisco le cannucce. se invece ho fretta proprio sotto casa ho il magazzino del fai da te "blu e giallo" (scrivo i colori perchè non so se posso menzionarlo, comunque ci siamo capiti), e qui vendono cannucce in plastica lunghe un mt del diametro e spessore che vuoi, bianche o trasparenti.
Ciao a presto


catfish

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Reply #9 on: May 31, 2010, 20:11:20
Carissimo nonnoroby
ho letto che i complimenti ti imbarazzano, tuttavia non posso esimermi dal lodare la meticolosità e l'ingegnosità con cui realizzi i tuoi artifici piscatori. Anche io mi diletto col fai da te, applicato in questo caso alla pesca, tuttavia sono estremamente "raffazzonato" e miro al sodo, ovvero al risultato utile, a scapito dei particolari, cui invece tu tieni tantissimo e che io - credimi - ammiro e un pò anche invidio.
Inutile dire che mi sono cimentato anch'io con i galleggianti, per esempio come trasformare un galleggiante da bolo in un bodied, cosa oltremodo facile grazie alla bicomponente che tutto amalgama e unisce, permettendoti di fare a meno di snodi e attacchi vari.
Sono rimasto anche io attratto dalla possibilità di sfruttare le cannucce da bibita per autocostruire degli insert, cosa che faccio normalmente, ma che mi guardo bene dal postare in quanto, esteticamente, sono delle autentiche schifezze.
Leggendo i tuoi post ricordo che lamentavi tre inconvenienti:
a) la non rigidezza della cannuccia;
b) la lunghezza limitata della cannuccia medesima;
c) l'impossibilità di realizzare insert con "cappelletto" (perdonami il termine ma quello corretto proprio non mi viene) da 4,5 mm.
Adesso, credimi, sono in difficoltà perchè proponendoti la soluzione di questi tre handicapp, vado un pò a sminuire le tue opere che - ripeto - ammiro e mi sono anche da sprone per miglioramenti vari ai miei pastrocchi, tuttavia penso che sia più importante mettere a disposizione degli utenti di questo forum le nostre conoscenze, anche perchè se 2 euro per un insert non sono certo scandalosi, vuoi mettere la soddisfazione di pescare con un galle autocostruito!
Allora: punto a) La mancata rigidezza della cannuccia viene bypassata semplicemente raddoppiandola. Si fa così: si pone una cannuccia su un cartoncino robusto (altrimenti se righiamo il tavolo o la scrivania son...dolori) e con un cutter la si incide per il lungo. Bastano due passate: una per il solco e l'altra per l'incisione vera e propria. Così non ci si fa male e si va diritti a mano libera. Effettuato il taglio trasversale, prendiamo la cannuccia sezionata e la inseriamo all'interno di quella integra. Con un minimo di manualità il passaggio avviene facilmente. Ora disponiamo di una cannuccia decisamente più rigida, però non flettiamola troppo perchè resta pur sempre una cannuccia da bibita.
b) lunghezza limitata. Se prendiamo la guaina in silicone che correda lo star-light da 4,5 mm. (non dobbiamo acquistarla apposta, basta recuperarla dalle bustine che qualche sporcaccione lascia invariabilmente sul posto. Già che ci siamo, recuperiamo pure la bustina e gettiamola in un contenitore per rifiuti) vediamo che entra a filo nella cannuccia, forzando leggermente. Due puntini di ciano-acrilica sul pezzetto di guaina e poi lo inseriamo all'interno della cannuccia da bibita, fino a metà corsa. (A proposito: non dobbiamo spendere necessariamente un piccolo patrimonio per acquistare la ciano-acrilica: basta andare al mercatino rionale o nei negozi dei cinesi e acquistare ottima ciano-acrilica a 1 euro)
Ora abbiamo un mini spigot pronto per ricevere un altro spezzone di cannuccia, della lunghezza desiderata, che ci dia la possibilità di andare oltre un canonico 2+1.
c) Come avrete già intuito, se la guaina porta star-light si incastra a perfezione nella cannuccia, ecco come il nostro novello insert possa ospitare uno star-light da 4,5 mm. Certo, bisogna fare a meno delle diavolerie di nonnoroby ma se vi accontentate....


Hannover81

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Reply #10 on: May 31, 2010, 22:53:13
Ciao Roberto,come sempre per me è un piacere leggere un tuo post,complimentoni il tuo tutorial è super,ben fatto e facilissimo da capire e mettere in pratica anche per i novizi.
Volevo solo dirti che io le cannucce da te menzionate,quelle dei palloncini,le trovo nei negozi di carta,che vendono addobbi per le feste dei bambini e perchè no anche degli adulti,e i bamboccioni.Prova lì sicuramente le trovi.Ciao Alfonso.
Uomo libero, amerai sempre il mare! Il mare è il tuo specchio: contempli la tua anima nel volgersi infinito dell’onda che rotola e il tuo spirito è un abisso altrettanto amaro.

Charles Baudelaire


donatot

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Reply #11 on: May 31, 2010, 23:13:01
Ciao Roby, che dire sei ingegnoso... , bravo
>(((((((((°><°)))))))))<
Molto meglio la riva silenziosa di un fiume in una calda giornata di primavera con gli insetti che ti schiudono tutto intorno e accompagnati solo da qualcuno che è capace di assaporare questa magica atmosfera.


^NONNOROBY^

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Reply #12 on: June 01, 2010, 13:14:44
@ donatot
Tutto si riduce a due sole parole: passione e soddisfazione. La passione per l'autocostruizione è in me in continuo conflitto con la passione per la pesca, nel senso che quando sono a pesca non vedo l'ora di rientrare per dedicarmi al fai da te, e quando ho terminato un oggetto non vedo l'ora di andare a pesca per sperimentarlo. La soddisfazione è poi la molla che ti sostiene: l'utilizzare un oggetto autocostruito (anche se sul mercato è facilmente reperibile a due soldi ed esteticamente migliore) ti riempie di orgoglio.

@ Hannover81
Grazie del suggerimento, Hannover. Per la verità, dietro il precedente suggerimento di Ivo, avevo già reperito cannucce più robuste e sto ora passando alla graduale sostituzione di quelle da bibita (cavoli, non avevo fatto caso a quante ne avevo già assemblato...)

@ catfish
In quasi tutti i post delle mie autocostruzioni ho sempre preposto (o posposto) una frase il cui significato  suona più o meno così: <<Chi è particolarmente dotato nell'autocostruzione, chi possiede un laboratorio attrezzato e chi può usufruire di materiali migliori o più idonei, può migliorare anche tantissimo (sia dal punto di vista funzionale che estetico) l'oggetto da me proposto>>.
In pratica, quella che io propongo è l'dea, che è suscettibile di modifiche e miglioramenti anche stravolgenti, e ti rassicuro che questo fatto non mi fa provare alcun risentimento "perché la mia opera viene sminuita", anzi mi riempie di orgoglio perché è stata presa in considerazione e mi da un ulteriore stimolo per migliorarmi (o per mettere in pratica le migliori soluzioni che altri hanno trovato).
Per cui non solo non 'metti in ombra' la mia idea, ma anzi la metti in risalto proponendo le tue modifiche e miglioramenti, di cui possono usufruire tutti quanti ed io in particolare, che quindi non posso fare altro che ringraziarti.
Detto questo, come prima cosa permettimi di darti un suggerimento: non devi farti condizionare, nel postare le tue realizzazioni, dal fatto "che miri al sodo" e che ritieni il loro aspetto estetico inadeguato. Posta comunque l'idea, poi chi la realizzerà potrà optare se lasciarla tal quale o migliorarla: intanto tutti veniamo a conoscenza di un qualcosa che si può autocostruire e se poi la migliora (e naturalmente ha la correttezza di postarla per metterla a disposizione) non possiamo che usufruirne tutti quanti, che è poi la filosofia di base che contribuisce a fare di CPOL uno dei più grandi forum dal punto di vista 'umano', oltre che tecnico.
Per quanto riguarda i tuoi suggerimenti, non avevo assolutamente pensato al sistema di rinforzo della cannuccia col sistema che hai proposto: semplice ma geniale. Lo terrò ben presente nella prossima sfornata di galleggianti che farò (al momento sto sfruttando le cannucce più rigide suggerite da Ivan e Hannover81).
Per quanto riguarda il reggi-starlight da 4,5 l'ho risolto da tempo, però non l'ho mai postato perché ho utilizzato dei pezzi di plastica reperiti per caso che hanno lo stesso diametro della cannuccia (e quindi fungono anche da rinforzo durante la manipolazione) il cui foro centrale ho portato a 4.5 mm con la punta di un trapano. Non conoscendo la provenienza di quei pezzi di plastica, non li ho postati in quanto non sapevo cosa suggerire come reperibilità. Non ho neanche sviluppato l'utilizzo del tubicino di silicone in dotazione alle starlight perché non mi sono dedicato alla ricerca di 'qualcosa' facilmente reperibile e leggero da infilare all'apice della cannuccia in modo che faccia da rinforzo durante l'azione di infilare e sfilare la starlight esaurita (ho provato con cilindretti di legno, ma appesantiscono la 'testa' del galleggiante).
Per quanto riguarda la lunghezza della cannuccia (che nella sua massima estensione sfruttabile regge sino a 3 gr), non mi sono dedicato a studiarne il metodo per allungarle in quanto, per la loro struttura delicata, ho ritenuto che questi galleggianti vadano usati solo per reggere 'parature' leggere, con le quali si sono dimostrati eccezionali. Ovviamente proverò il metodo di allungamento da te suggerito per saggiarne la resistenza.
Concludo parlando del lato estetico delle autocostruzioni: anche se non indispensabile ai fini pratici, un piccolo sforzo in tal senso dovremmo sempre cercare di farlo (molto dipende anche dal laboratorio di cui disponiamo, ovviamente, oltre ad una gran dose di passione). In fondo, anche l'occhio vuole la sua parte... calabria  
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donatot

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Reply #13 on: June 01, 2010, 14:31:17
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@ donatot
Tutto si riduce a due sole parole: passione e soddisfazione. La passione per l'autocostruizione è in me in continuo conflitto con la passione per la pesca, nel senso che quando sono a pesca non vedo l'ora di rientrare per dedicarmi al fai da te, e quando ho terminato un oggetto non vedo l'ora di andare a pesca per sperimentarlo. La soddisfazione è poi la molla che ti sostiene: l'utilizzare un oggetto autocostruito (anche se sul mercato è facilmente reperibile a due soldi ed esteticamente migliore) ti riempie di orgoglio.


Ciao Roby, ti risposto solo per complimentarmi di com'esponi le cose, con tanta passione e poi questo tuo hobby di cercare con poco spese per trarne il meglio. Susciti in me una delle tante cose che ho fatto in passato.
Sono sempre un appassionato della pesca in mare, tra porto, scogli e spiaggia, con tecniche sia all'inglese sia a ledgering.
Posso dirti, quando posso ci vado, quando sono sul posto in feria con la famiglia e che non si può praticare la pesca con la mosca, la pesca la faccio solo al mare.

ciao Donato
>(((((((((°><°)))))))))<
Molto meglio la riva silenziosa di un fiume in una calda giornata di primavera con gli insetti che ti schiudono tutto intorno e accompagnati solo da qualcuno che è capace di assaporare questa magica atmosfera.


ondulandes

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Reply #14 on: June 01, 2010, 16:39:00
complimenti veramente ingegnoso bravo  calabria
SONO RESPONSABILE DI CIO CHE SCRIVO,MA NON DI QUELLO CHE VOI VOLETE CAPIRE


Apollo

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Reply #15 on: June 01, 2010, 17:43:34
nonnoroby sei meglio di un enciclopedia della pesca
hai mai pensato di impiantare una fabbrichetta di galleggianti in quel di OR??
passerei a rifornirmi direttamente da te ....


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  • Roberto
Reply #16 on: June 01, 2010, 18:28:08
Anche se vado leggermente OT, vorrei approfittare di questo topic che è stato rispolverato dopo vari mesi per dare un suggerimento a chi intende cominciare a dedicarsi al fai da te (chi già lo pratica, queste cose le conosce bene): abituarsi già da subito a recuperare quanto più possibile da un oggetto da rottamare, di qualsiasi cosa si tratti, anche se al momento del recupero non abbiamo ancora la minima idea di come utilizzare i pezzi, perché quando meno ce l'aspettiamo si accenderà la lampadina.
Dobbiamo naturalmente disporre di uno sgabuzzino tutto nostro (il laboratorio), sulla cui porta deve spiccare in bella mostra il cartello <<Vietato l'ingresso a mogli, figli, fratelli, fidanzate, genitori e simili>>, in quanto sarebbero tentati di mettere in ordine tutto quel caos in cui invece noi ci ritroviamo a meraviglia (dopo qualche tempo, chissà per quale arcana magia, sappiamo dove ricercare quello che ci serve nei vari mucchi, mucchietti, scatole e scatolette sparse per il laboratorio).
Ci serve poi un certo numero di utensili indispensabili (di cui mi limito a citarne solo alcuni, in quanto più ne abbiamo e meglio è): tavolo da lavoro con adeguata lampada sovrapposta con braccetti estensibili, trapano, punte da ferro e da legno, pinze, tenaglie, tronchesine, martelli, cacciaviti, chiavi, saldatori a stagno e ad arco (costano poco), morsa grande e piccola, colle varie, seghe e seghetti, ecc. ecc.
Un ampio pannello da attaccare al muro dotato di ganci, gancetti, appigli vari per riporre gli utensili (beh, questi vanno invece sempre riposti con ordine quasi ossessivo sul pannello, pena il non ritrovarli al momento opportuno).
Almeno uno scaffale metallico a più ripiani in cui riporre scatole e scatolette. Per la minuteria, recuperare vasetti di vetro o di plastica trasparente in cui riporre viti, dadi, bulloni, chiodi e quant'altro.
Insomma, solo le dimensioni del laboratorio potrebbero mettere dei limiti all'utensileria.
Tra gli oggetti da smantellare prima della rottamazione (anche qui gli unici limiti sono posti dallo spazio di cui si può disporre, anche al di fuori del laboratorio), mi limito a segnalarne due che, per il loro ingombro, sono i primi dei quali una famiglia tende a liberarsi: la vecchia lavatrice ed il vecchio frigorifero. La vecchia lavatrice è una miniera di cavi elettrici, il suo motore è sfruttabilissimo in molte occasioni, il suo cestello inox è facilmente trasformabile in un comodo barbecue, la pompa dell'acqua è utilissima per travasare liquidi, e così via.
Il vecchio frigo smette di funzionare (nel 90% delle volte) perché la corrosione ha causato qualche piccolo foro da cui fuoriesce il gas che viene compresso per produrre il freddo: la riparazione del foro e la ricarica del gas non costa molto, ed in questo modo ci siamo procurati con poca spesa un frigo perfettamente adatto alla conservazione delle esche (in modo particolare dei bigattini) e, nel reparto del ghiaccio, possiamo congelare sardine, bibi, gamberetti o altro che ci è avanzato da una battuta di pesca andata male.
P.S.: dall'autovettura, prima di rottamarla, recuperate tutti i motorini elettrici (spazzole tergicristallo, alzavetri), la pompa per spruzzare l'acqua, le lampade e, se in condizioni accettabili, la batteria: quest'ultima, tra le altre cose, la utilizzo per illuminarmi la postazione di lavoro a pesca, se posso parcheggiare la macchina non troppo distante. Lasciando la batteria nel bagagliaio, stendo qualche metro di cavo collegato a due piccole pinze da batteria ed ad una lampadina dei freni, oppure abbagliante/anabagliante se mi serve più luce. Anche il ricarica batteria non costa molto.
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Hannover81

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Reply #17 on: June 27, 2010, 19:50:17
Ciao Roberto,sulla tua ultima risposta ti posso solo dire,che mannaggia a me manca lo spazio altrimenti ti farei concorrenza.Hai delle idee come le mie.Comunque non è x questo che avevo scritto.Tornando a coppe.Nell'armadio mio che ti trovo una 30na di cannucce per palloncini regalatomi da un amico,che conosce il mio pallino per l'autocostruzione.Cribbio non ci volevo credere così mi sono messo subito all'opera,seguendo i tuoi consigli ho costruito un galleggiante pre piombato,di 4 gr,l'ho fatto di 4 per lanciarlo lontano,uniche modifiche apportate,al lato superiore,dopo aver inserito il peso all'interno ho messo un tappo fatto con legno di balsa e una goccia di cianoacrilico,a ca 2cm da dove finisce la cannuccia,x mia fortuna la starleight ci và a pennello dentro non ho bisogno di fare modifiche.Altra modifica fatta da me,sono le punte,sì perchè oltre alla starleight,ho fatto 4/5 punte con il legno di balsa colorate con righe,striscie bianche/rosse che mi evidenziano anche la minima abboccata,che sono di varie lunghezze e forme.Appena avrò un pò di tempo inserisco una foto.Buon tutorial che ci fà fare un buon lavoro.Ciao Alfonso
Uomo libero, amerai sempre il mare! Il mare è il tuo specchio: contempli la tua anima nel volgersi infinito dell’onda che rotola e il tuo spirito è un abisso altrettanto amaro.

Charles Baudelaire


Sampey 95

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Reply #18 on: June 27, 2010, 22:11:24
complimenti bel topic   ;D
la mia passione...immensa e profonda come te


pinolalavadora

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Reply #19 on: July 06, 2010, 21:54:17
Complimenti
complimenti per la scelta dei materiali,e della spiegazione chiara per la costruzione.Pure io ho la passione di costruirmi i galleggianti all'inglese sia per il mare che per acqua dolce.


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