Terminale semplice per pescare col vivo

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Author Topic: Terminale semplice per pescare col vivo  (Read 14907 times)

^NONNOROBY^

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  • Roberto
on: January 22, 2012, 11:11:10
Questo argomento l'ho già trattato in modo spezzettato altre volte e lo riprendo solo per riassumere in un unico post il mio metodo per pescare col vivo le spigole e le lecce amia. E’ un metodo che sa di antico, ma ci sono molto affezionato (e poi funziona…).

Il pesce esca che preferisco è il muggine, sia perché nella mia zona è abbondante e di facile reperibilità, sia perché tra i vari pesci-esca che ho provato si dimostra il più resistente allo stress ed ha la pelle molto coriacea, che agevola tantissimo il suo innesco. Per la pesca alla spigola seleziono muggini di piccola taglia, mentre per la leccia amia non esito ad usare anche muggini di 2 kg, se mi capita di prenderli.

Le canne ed i mulinelli che utilizzo non fanno testo, nel senso che sono ormai fuori produzione da tantissimi anni e quindi non si trovano più sul mercato. Possono essere presi a riferimento solo per farsi un'idea sul tipo di ‘potenza’ che preferisco abbiano gli attrezzi che uso per questa pesca. Devo il loro possesso ad un amico carissimo che ha deciso di ritirarsi completamente dalla pesca e ha deciso di regalare tutta la sua attrezzatura agli  amici che ancora la praticano. Conoscendo i miei gusti, mi ha regalato due canne Italcanna Marenostrum da 250 gr e due mulinelli Mitchell 498, che con infinita pazienza (ma con grande passione) ho ‘rinfrescato’ (alle canne ho sostituito gli anelli e le ho riverniciate, i due mulinelli li ho fatti riverniciare dal carrozziere, anche lui appassionato di pesca). I mulinelli hanno entrambi le bobine di ricambio, due le ho riempite con lo 0.35 e due con lo 0.50, entrambi i diametri con nylon Asso di Quadri della DP, di cui posseggo ancora due bobinoni in perfetto stato di conservazione (conservati al buio dentro una doppia busta nera di plastica). Insomma, è stato un emozionante tuffo nel passato. (Per inciso, quelle canne e quei mulinelli li avevo anch'io, che poi ho dovuto rivendere per necessità di quibus...)

I mulinelli con lo 0.35 li uso per la spigola, quelli con lo 0.50 li uso per la leccia. I terminali sono identici, differiscono solo per il diametro del bracciolo e per il peso del piombo scorrevole: diametro 0.30 e piombo 50/70 gr per la spigola, diametro 0.70 e piombo 150 gr per la leccia. Volontariamente non faccio mai la pesca ‘mista’ (o pesco con entrambe le canne alla spigola, o con entrambe alla leccia), anche se in pratica può capitare che al terminale da spigola abbocchi la leccia e viceversa. Come picchetti uso i picchetti angolari in acciaio, che mi danno maggior affidamento di quelli di alluminio (tanto il peso del trasporto se lo ‘becca’ il carrellino da spiaggia…).

Per quanto riguarda la zavorra, preferisco usare piombi scorrevoli direttamente sulla lenza madre. Essendomi capitato nel passato che il foro passante si ostruisse per materiale estraneo (sabbia, alghe…) o si restringesse per caduta del piombo o per sbatacchiamenti durante il trasporto o sullo stesso fondo del mare, ho deciso di fondere da me il piombo da usare con il vivo in modo da dargli queste due caratteristiche: foro passante sufficientemente largo e forma rettangolare che impedisce (o rallenta) il suo rotolamento sul fondo. Scartato l’iniziale allargamento del foro che facevo con la punta del trapano (molto pericoloso e ‘spacca punte’ per l’eccessivo surriscaldamento), scartata l’ipotesi di collegare il piombo con un pezzo di nylon e girella alla madre (per i grovigli dovuti al peregrinare del pesce-esca) e scartato il metodo di pescare con la teleferica (in quanto preferisco per una serie di motivi il metodo tradizionale), mi son preparato uno stampo semplicissimo che mi consente di forgiare piombi dalla forma non tondeggiante e col foro passante largo.
 
Da uno spezzone di alluminio angolare mi sono ritagliato dei pezzi aventi la stessa lunghezza con cui formare le due valve di uno stampo rettangolare: ne ho ritagliate due per creare piombi che vanno da 50 a 100 gr ed altre due per creare piombi dal peso unico di 150 gr. Lo schema della costruzione è illustrato in figura:

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Ho poi recuperato uno spezzone di acciaio da 5 mm per creare il foro centrale del piombo, una morsa a pinza, 2 chiodi, una tavoletta di legno ed un paio di metri di tubicino di plastica con lo stesso diametro del pezzo d'acciaio.
Al centro della tavoletta di legno ho praticato un foro dello stesso diametro della verga di acciaio: nel foro infilo la verga che in questo modo rimane in posizione eretta durante la colata del piombo. Dopo aver ingrassato l’interno delle valve e la verga (per facilitare il loro successivo distacco dal piombo, stando attento allo sfrigolio del grasso durante la colata), accosto tra loro le due valve in modo che combacino perfettamente a formare un parallelepipedo rettangolare e le metto sulla tavoletta di legno in modo da racchiudere esattamente al loro centro la verga. Per tenere le valve fisse al loro posto, sul fianco esterno di ciascuna pianto un lungo chiodo sino a quando la testa del chiodo non si ferma sul bordo superiore delle valve, tenendole ben ferme e solidali con la tavoletta. Per le valve più piccole, a volte, anziché piantare i due chiodi uso una morsa a pinza, che mi permette di guadagnare tempo. Però i 2 chiodi danno all’insieme una stabilità maggiore. Per aumentare ancora di più la stabilità, anziché 2 soli chiodi ne uso 4 (uno per ogni lato delle valve). Terminata la colata e rassodatosi il piombo, è sufficiente liberare dai chiodi una sola valva e lasciare l’altra sempre fissa, pronta per un nuovo piombo.
Tolto il piombo dallo stampo, con leggeri colpi di martello faccio fuoriuscire la verga dal piombo e quindi infilo nel foro il tubicino di plastica facendone fuoriuscire 5 mm per parte. Il tubicino di plastica serve per salvaguardare dall’usura la lenza madre che vi scorre all’interno.

Il lavoro si velocizza se si dispone di una bilancina da cucina con cui pre-pesare il piombo grezzo da fondere. Se non si dispone della bilancina, bisogna allora fondere piombi dal peso già noto. Se si dispone di piombo grezzo e non si vogliono usare piombi acquistati nel negozio, sarà sufficiente, per ogni piombo fuso da noi, pre-fondere un piombo dal peso noto, prendere l’altezza a cui arriva ciascun piombo nelle valve, e poi ritagliare ogni coppia di valve all’altezza a cui arriva quel piombo con quel peso noto. Procedendo in questo modo si possono preparare diverse coppie di valve, ogni coppia adatta ad uno specifico peso del piombo (non ne servono tanti, è sufficiente uno stampo da 50 gr, uno da 70, uno da 90 ed uno da 150).
 
Il piombo preparato in questo modo non è per nulla aerodinamico, ma questo fatto è assolutamente ininfluente vista l’esigua distanza che debbo raggiungere (30 mt). Nei mesi estivi raddoppio questa distanza immergendomi con maschera e pinne e trascinando il muggine. I vantaggi del foro di scorrimento più largo e la forma non tondeggiante del piombo però si fanno sentire. C’è da segnalare che il pesce-esca subisce uno shock dovuto all’impatto con l’acqua a causa del lancio, ma dopo tanti anni che pratico questa pesca posso affermare che questo shock non è poi così determinante, visto che le catture avvengono. Nella mia zona tutti peschiamo da sempre con il sistema del lancio, in quanto nessuno vuole usare la teleferica.
Se ho terminato i piombi rettangolari e non ho voglia o tempo di prepararne altri, ricorro tranquillamente ai piombi commerciali, dando la preferenza a quelli di forma schiacciata.

Per la preparazione del terminale uso questi accessori: come capocorda utilizzo una maglia di catenella di acciaio inox (che diventa un oval split chiuso) e come gommino salvanodo utilizzo un pezzetto di guaina ricavato dai fili elettrici che congiungevano le candele allo spinterogeno nelle vecchie autovetture, facilmente ancora reperibili dal ferrivecchi (il vantaggio di queste guaine è che hanno un diametro ben maggiore rispetto al filo di rame che ricoprono, sono resistentissimi ed offrono una maggior protezione al nodo dal battere del piombo). Naturalmente si possono usare vari tipi di salvanodo:

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Per innescare il muggine vivo, l’amo che preferisco è l’amo da palamito della Mustad, sia per la forma aperta della gola molto ampia che per la giusta lunghezza del gambo. Adeguo la grandezza dell’amo alla taglia del muggine. Con una pietra abrasiva acumino la punta in modo che trapassi più facilmente la pelle del muggine. Lo infilo più o meno all’altezza della pinna superiore caudale, cercando di prendere un segmento di pelle il più ampio possibile e faccio scorrere la lenza sotto pelle. Poi rinfilo l’amo vicino alla testa (senza andarci troppo vicino) e lo distendo a punta in su. La durezza della pelle del muggine contribuisce a mantenere l’amo in sede:

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Dopo aver effettuato il lancio, filo un po’ di lenza per lasciarla leggermente in bando, metto il segnale di polistirolo vicino all’anello apicale e poggio la canna nel picchetto, lasciando l’archetto aperto. Fermo la lenza infilandola nell’apposito elastico che ho messo nella canna all’altezza dell’archetto del mulinello. Stringo la frizione regolandola sul carico di rottura della lenza madre e mi metto in attesa.
L’elastico che utilizzo lo ricavo ritagliando spezzoni tubolari da 2/3 cm da una camera d’aria di bicicletta, che infilo nella canna senza mulinello dalla parte del piede. Faccio risalire l’elastico sino all’altezza in cui verrà a trovarsi l’archetto del mulinello. Ho una scorta di vecchie camere di vari diametri, così posso adeguare il diametro dell’elastico al diametro della canna, in modo che non rimanga troppo lasco. Col tempo gli elastici imputridiscono, per cui li sostituisco di frequente.
  
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Se il muggine è di grossa taglia, potrebbe sfilare la lenza dall’elastico: è sufficiente riposizionare il segnale e rimettere la lenza dentro l’elastico. Nella forca dell’appoggia canna ho incollato una striscia di velcro con cui assicuro la canna al picchetto, in moda che non possa fuoriuscire a causa di un contraccolpo causato da una qualsiasi cosa.
Quando il predatore abbocca, mi preparo per dare l’incocciata: quando ‘sento’ che ha ingoiato l’esca, chiudo l’archetto è do una ferrata decisa. Quindi mi regolo per il recupero in base alla mole del predatore.

Per la pesca al serra, raramente utilizzo pesce-esca, in quanto preferisco tranci di sardina o tranci (più grossi) di muggine.  Uso la lenza 0.50, un piombo scorrevole a palla da 150 gr, guaina salvanodo e oval split come visti sopra. Preparo il bracciolo con un cavetto d’acciaio da 30 libbre e come amo utilizzo un Awa-Shima Seamaster Cutting Blade 4310 del numero 6/0 (per il trancio di sardina), oppure un amo Owner Gorilla del numero 6/0 (per il più consistente trancio di muggine). Gli Awa_Shima del numero 2/0 li uso per l’orata quando innesco il murice.

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Questo è tutto.

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beka

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Reply #1 on: January 22, 2012, 11:38:51
Bellissimo post.  Quando hai detto mare nostrum e 498 ho avuto le lacrime. Unica domanda non preferiresti un piombo scorrevole non passante ma magari con girella? Giusto perché scorre un po' meglio
non è la paura a dominarmi ma solo l'irrequietezza


^NONNOROBY^

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Reply #2 on: January 22, 2012, 20:16:49
Grazie Beka. Quando 'scoppiò' il boom delle ripartite e dei rotanti, preso da un irrefrenabile entusiasmo per la tecnica del momento, riposi Marenostrum e 498 in rastrelliera per sostituirle con Daiwa HPB e WKT e con mulinelli Abu 6500 CT e Daiwa 7HT. Divennero una vera e propria 'malattia', al momento sembrava che non esistessero antidoti. Poi arrivò il 'maledetto' giorno in cui chiusero la fabbrica in cui lavoravo, rimasi oltre 1 anno senza riuscire a trovare lavoro, le riserve si esaurirono e fui costretto a vendermi tutto ciò che possedevo per poter tirare avanti. Non ti sarà difficile immaginare le lacrime quando fui costretto a liberarmi dell'attrezzatura, le stesse lacrime che versai (ma stavolta di gioia) quando del tutto inaspettatamente rientrai in possesso delle adorate marenostrum e dei 498. A quelle canne sono legati non solo la mia gioventù ma anche un mondo fantastico che purtroppo non si è più ripetuto, anche perché tutto, ormai. è stravolto.
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Eugenio68

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Reply #3 on: January 23, 2012, 19:07:28
Che bella tecnica, io non vedo l'ora di metterla in pratica, il fatto è che mentre che riesco a procurarmi il muggine vivo,,,,, è già tardi e devo andare via. Devo trovare qualche rimedio.
Uomo libero, amerai sempre il mare! Il mare è il tuo specchio: contempli la tua anima nel volgersi infinito dell’onda che rotola e il tuo spirito è un abisso altrettanto amaro.
Charles Baudelaire


up1268

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Reply #4 on: January 23, 2012, 21:36:16
Ciao,

complimenti e grazie per averci regalato la tua esperienza, per capire meglio come utilizzarlo ti chiedo:


 in quale tipo di spiaggia preferisci usarlo, bassa o profonda, mista o di sola sabbia?

 quale è il massimo del moto ondoso che questo sistema sopporta, ad esempio possiamo regolarci lanciando il solo piombo (di forma non tondeggiante con peso di 100 gr.) e verificare che non venga trascinato o in queste condizioni siamo già in acque troppo agitate?

 il migliori risultati in termini di numero di catture li ottieni di giorno o di notte?

attendo con curiosità

ti ringrazio e ti saluto.



^NONNOROBY^

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Reply #5 on: January 24, 2012, 01:19:21
Ciao Up,
i migliori risultati li ho sempre ottenuti di giorno (a volte all'alba, a volte a metà giornata e a volte al tramonto: le spigole per lo più all'alba e al tramonto, le lecce per lo più sulla tarda mattinata), con mare calmo o appena mosso, con fondale sabbioso (meglio se con presenza di posidonie per la spigola), sia su spiagge con fondali bassi che alti, in quanto spigole e lecce non disdegnano di inseguire le prede sino alla battigia. Su fondali misti mi sono sempre trovato in difficoltà per il peregrinare del muggine tra le rocce, con conseguenti appigli della lenza. Lo stesso con mare mosso: quando recuperavo il pesce-esca, lo trovavo quasi sempre tramortito dallo sbattacchiare delle onde o delle forti correnti (evidentemente il muggine, costretto a trascinarsi sulla groppa la lenza, non riesce a contrastare efficacemente onde e correnti).
Gli spot che mi hanno dato i migliori risultati in assoluto sono quelli all'imboccatura del porto e della foce.

Per Eugenio:
procurarsi l'esca viva è uno dei maggiori problemi per chi abita lontano dalle foci dei fiumi e dai porti (o porticcioli). Io li ho tutti e tre a tiro di schioppo, al quale devo aggiungere anche il canale di scolmo per le eccessive piogge dello stagno. Negli ultimi anni le cose si sono rese difficili anche per me, in quanto è stata interdetta la pesca all'interno del porto e del porticciolo, il fiume è stato dato in concessione ad una cooperativa ed il canale scolmatore è stato trasformato abusivamente in un ormeggio per centinai di chiattini dei pescatori professionisti.
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Eugenio68

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Reply #6 on: January 24, 2012, 13:00:24
Capisco, NonnoRoby, ma tanto prima o poi lo becco un bel muggine di primo mattino; io i cefali riesco a prenderli ma a metà mattinata. Di primo mattino, all'alba prendo di solito con il verme. Comunque occorre insistere. La tecnica e la spiegazione c'è, ora tocca all'azione.

Come ottieni il piombo poi denota la vera passione e la vera esperienza.

A proposito del piombo: io uso un cacciavite per allargare il foro del piombo scorrevole, certo non è la stessa cosa del tuo suggerimento, ma funziona.

Secondo me quello del piombo scorrevole è un argomento davvero importante, perchè i piombi che vendono non scorrono affatto, e la maggior parte delle volte me li ritrovo pieni di sabbia, nei buchi, che non riesco manco ad infilarci la lenza.
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Reply #7 on: January 24, 2012, 16:39:58
Ciao Nonno, ECCEZIONALE ;D, come sempre, quando mi imbatto in una qualsiasi delle tue spiegazioni, la leggo tutta d'un fiato, di qualsiasi cosa si parli, sempre dettagliatissime con disegni chiarissimi, per un appassionato di fai da me quale io sono, ogni volta mi viene voglia di lasciar perdere quello che sto facendo per provare a costruire quello di cui hai appena parlato, veramente grande e senza quasi mai ricorrere ad orpelli preconfezionati. ;D
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^NONNOROBY^

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Reply #8 on: January 25, 2012, 08:08:26
A chi ha il tempo contato per andare a pesca e per prepararsi le parature, posso suggerire di non tagliare il terminale e di non staccare i mulinelli a fine battuta: chiusa la canna, richiamare il piombo sino all'anello apicale, far passare il bracciolo dietro il piede del mulinello ed appuntare l'amo sull'anello apicale. In questo modo la canna è sempre pronta all'uso. Ovviamente, dopo ogni cattura impegnativa, controllare l'usura del bracciolo. Tornati a casa, un bel lavaggio in acqua corrente e la canna è subito pronta per la successiva battuta.
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Eugenio68

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Reply #9 on: January 25, 2012, 09:25:14
Nonnoroby, un consiglio; a proposito del fatto di trovare la canna sempre pronta all'uso... A me capita, ad esempio, su alcuni mulinelli che salti completamente la linguetta di plastica posta sul mulinello e che serve per agganciare la lenza quando non si è in pesca, quel piccolo triangolino di plastica che sta sulla bobina del mulinello, a volte si rompe! Come fare? Io ho provato a sostituirlo, ma di solito la plastica rimane nel piccolo foro della bobina e non si può sostituire. Ti è mai capitato? Sai se c'è un rimedio?
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Reply #10 on: January 25, 2012, 10:59:59
salve rifacendomi all domanda di Eugenio68, volevo sapere se anche a voi succede che la linguetta bloccafilo del mulinello crei dei danni al filo se questi ha un diametro già dallo 0,30 a salire, grazie
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Reply #11 on: January 25, 2012, 11:00:41
L'unico rimedio è procurarsi una linguetta nuova (magari con gli Shimano è anche possibile). Queste linguette, nella parte interna, hanno un apposito peduncolo che, forzato nel piccolo foro, le mantiene in loco (quando è intera, la linguetta forma una specie di Z: l'asta superiore della Z è quella all'esterno dove blocca il filo, l'asta inferiore è quella che forma il peduncolo da forzare nel piccolo foro).
Con un pò di pazienza ed uno spillo il foro si può anche liberare, ma resta sempre il problema di procurarsi il pezzo di ricambio.
Alcuni modelli (sempre che si trovi il pezzo di ricambio...) hanno un sistema più intelligente: dall'interno della bobina fuoriesce un'astina in metallo fusa con la bobina, e la linguetta in plastica è a forma di L: l'asta corta della L è quella all'esterno dove blocca il filo, mentre l'asta lunga della L ha un foro all'estremità che si infila nell'astina. La linguetta viene quindi bloccata sull'astina della bobina mediante una rondellina il cui foro è frastagliato come una stella a 5 punte. La rondella viene forzata sull'astina sino in fondo, bloccando l'asta lunga della L in quanto le punte della stella (forzate nell'astina) impediscono alla rondellina di spostarsi anche di un solo mm.
Altri modelli ancora, i più intelligenti di tutti, utilizzano sempre una linguetta a forma di L, ma al posto dell'astina fusa nella bobina hanno un piccolo foro filettato in cui avvitare una piccola vite a testa larga. Però resta sempre il problema di procurarsi la linguetta di ricambio.

Volendo, la linguetta a forma di L potrebbe essere ricostruita con una strisciolina di metallo flessibile, o anche con una strisciolina di alluminio, avendo l'accortezza di ricoprire la parte a contatto col nylon con una guaina termorestringente (oppure immergendola in un piccolo contenitore in cui abbiamo squagliato dei pezzetti di plastica). Meglio ancora se abbiamo la fortuna di rintracciare una strisciolina di plastica a forma di L.
Nel caso del primo tipo di mulinello, il foro nella bobina può essere allargato con la punta di un trapano (p.e. 3 mm) e quindi usare una corta vite autofilettante inox (se non è inox, basta colarci sopra della plastica fusa per preservarla dalla ruggine)
Nel secondo tipo di mulinello, basta recuperare la rondella col foro a stella, nel terzo tipo basta svitare e riavvitare la vite in dotazione.
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Reply #12 on: January 25, 2012, 11:09:27
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salve rifacendomi all domanda di Eugenio68, volevo sapere se anche a voi succede che la linguetta bloccafilo del mulinello crei dei danni al filo se questi ha un diametro già dallo 0,30 a salire, grazie
Che mi rovini il filo non mi è mai capitato, ma che mi sia 'rotto' di cercare di infilarvi il filo praticamente sempre calabria
Allora ho adottato questo sistema (che va bene anche nel caso di Eugenio e che mi era sfuggito di suggerirgli): nella cassetta da pesca, non mi manca mai un rotolo di carta gommata: un giro di carta intorno alla bobina ed il filo è bello che bloccato.
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Eugenio68

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Reply #13 on: January 25, 2012, 14:37:38
Grazie Nonnoroby, sei una garanzia.  ;D
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Reply #14 on: January 25, 2012, 16:31:48
alla fine per bloccare il filo in bobina velocemente mi sono fatto degli anelli con l'elastico largo, quello dei mutandoni per intenderci, i quali vengono cuciti lasciando uno dei due capi un pò più lungo per afferralo meglio  ;D ;D
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Reply #15 on: January 25, 2012, 16:34:55
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alla fine per bloccare il filo in bobina velocemente mi sono fatto degli anelli con l'elastico largo, quello dei mutandoni per intenderci, i quali vengono cuciti lasciando uno dei due capi un pò più lungo per afferralo meglio  ;D ;D

?
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Reply #16 on: January 25, 2012, 17:53:44
un pò ot ma mi riferivo a come bloccare il filo nel mulinello invece di usare la linguetta di plastica che spesso salta via ed in alcuni casi mi rovina il filo x;D
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Reply #17 on: February 07, 2012, 19:27:54
Nonnoroby riapro questo bellissimo post, così ti faccio fare due risate: domenica sono andato a pesca, dopo una ventina di giorni di digiuno, ed ho provato il tuo sistema. L'unica cosa che penso non avevo compreso bene era che il tuo sistema dell'archetto aperto con l'elastico ecc ecc va provato quando il mare è calmo o poco poco mosso; io, invece, l'ho provato con il mare un poco arrabbiato. Il risultato è stato catastrofico, quando me ne sono accorto la lenza si era quasi tutta sbobbinata. Ho pensato: pizzica che bestia che ho preso, mi ha portato via tutto il mulinello! ahahahah, ed invece si era imparruccato tutto il filo!!!!
Ahahahaah.
Comunque avevo altre canne, ed un bel sarago l'ho portato a casa alla fine.
L'esperienza è fondamentale in certi casi, perchè penso che il problema sia stato proprio il mare mosso con forte corrente a sbobbinarmi il mulinello. Oppure è stato un altro fattore?
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Reply #18 on: February 08, 2012, 01:33:04
Indubbiamente il mare grosso ha contribuito alla fuoriuscita dall'elastico, ma il problema non è tanto questo quanto il fatto che ti sei distratto e ti sei accorto della fuoriuscita quando ormai era troppo tardi  calabria
Spero che sia riuscito a sbrogliare la lenza...
Ciao
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Eugenio68

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Reply #19 on: February 08, 2012, 11:30:31
La lenza l'ho tagliata! Non c'era altra soluzione.
Tu usi questo sistema anche con il mare mosso?
Uomo libero, amerai sempre il mare! Il mare è il tuo specchio: contempli la tua anima nel volgersi infinito dell’onda che rotola e il tuo spirito è un abisso altrettanto amaro.
Charles Baudelaire


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