Questo argomento l'ho già trattato in modo spezzettato altre volte e lo riprendo solo per riassumere in un unico post il mio metodo per pescare col vivo le spigole e le lecce amia. E’ un metodo che sa di antico, ma ci sono molto affezionato (e poi funziona…).
Il pesce esca che preferisco è il muggine, sia perché nella mia zona è abbondante e di facile reperibilità, sia perché tra i vari pesci-esca che ho provato si dimostra il più resistente allo stress ed ha la pelle molto coriacea, che agevola tantissimo il suo innesco. Per la pesca alla spigola seleziono muggini di piccola taglia, mentre per la leccia amia non esito ad usare anche muggini di 2 kg, se mi capita di prenderli.
Le canne ed i mulinelli che utilizzo non fanno testo, nel senso che sono ormai fuori produzione da tantissimi anni e quindi non si trovano più sul mercato. Possono essere presi a riferimento solo per farsi un'idea sul tipo di ‘potenza’ che preferisco abbiano gli attrezzi che uso per questa pesca. Devo il loro possesso ad un amico carissimo che ha deciso di ritirarsi completamente dalla pesca e ha deciso di regalare tutta la sua attrezzatura agli amici che ancora la praticano. Conoscendo i miei gusti, mi ha regalato due canne Italcanna Marenostrum da 250 gr e due mulinelli Mitchell 498, che con infinita pazienza (ma con grande passione) ho ‘rinfrescato’ (alle canne ho sostituito gli anelli e le ho riverniciate, i due mulinelli li ho fatti riverniciare dal carrozziere, anche lui appassionato di pesca). I mulinelli hanno entrambi le bobine di ricambio, due le ho riempite con lo 0.35 e due con lo 0.50, entrambi i diametri con nylon Asso di Quadri della DP, di cui posseggo ancora due bobinoni in perfetto stato di conservazione (conservati al buio dentro una doppia busta nera di plastica). Insomma, è stato un emozionante tuffo nel passato. (Per inciso, quelle canne e quei mulinelli li avevo anch'io, che poi ho dovuto rivendere per necessità di quibus...)
I mulinelli con lo 0.35 li uso per la spigola, quelli con lo 0.50 li uso per la leccia. I terminali sono identici, differiscono solo per il diametro del bracciolo e per il peso del piombo scorrevole: diametro 0.30 e piombo 50/70 gr per la spigola, diametro 0.70 e piombo 150 gr per la leccia. Volontariamente non faccio mai la pesca ‘mista’ (o pesco con entrambe le canne alla spigola, o con entrambe alla leccia), anche se in pratica può capitare che al terminale da spigola abbocchi la leccia e viceversa. Come picchetti uso i picchetti angolari in acciaio, che mi danno maggior affidamento di quelli di alluminio (tanto il peso del trasporto se lo ‘becca’ il carrellino da spiaggia…).
Per quanto riguarda la zavorra, preferisco usare piombi scorrevoli direttamente sulla lenza madre. Essendomi capitato nel passato che il foro passante si ostruisse per materiale estraneo (sabbia, alghe…) o si restringesse per caduta del piombo o per sbatacchiamenti durante il trasporto o sullo stesso fondo del mare, ho deciso di fondere da me il piombo da usare con il vivo in modo da dargli queste due caratteristiche: foro passante sufficientemente largo e forma rettangolare che impedisce (o rallenta) il suo rotolamento sul fondo. Scartato l’iniziale allargamento del foro che facevo con la punta del trapano (molto pericoloso e ‘spacca punte’ per l’eccessivo surriscaldamento), scartata l’ipotesi di collegare il piombo con un pezzo di nylon e girella alla madre (per i grovigli dovuti al peregrinare del pesce-esca) e scartato il metodo di pescare con la teleferica (in quanto preferisco per una serie di motivi il metodo tradizionale), mi son preparato uno stampo semplicissimo che mi consente di forgiare piombi dalla forma non tondeggiante e col foro passante largo.
Da uno spezzone di alluminio angolare mi sono ritagliato dei pezzi aventi la stessa lunghezza con cui formare le due valve di uno stampo rettangolare: ne ho ritagliate due per creare piombi che vanno da 50 a 100 gr ed altre due per creare piombi dal peso unico di 150 gr. Lo schema della costruzione è illustrato in figura:
Non sei autorizzato a visualizzare i link.
Registati o effettua
LoginHo poi recuperato uno spezzone di acciaio da 5 mm per creare il foro centrale del piombo, una morsa a pinza, 2 chiodi, una tavoletta di legno ed un paio di metri di tubicino di plastica con lo stesso diametro del pezzo d'acciaio.
Al centro della tavoletta di legno ho praticato un foro dello stesso diametro della verga di acciaio: nel foro infilo la verga che in questo modo rimane in posizione eretta durante la colata del piombo. Dopo aver ingrassato l’interno delle valve e la verga (per facilitare il loro successivo distacco dal piombo, stando attento allo sfrigolio del grasso durante la colata), accosto tra loro le due valve in modo che combacino perfettamente a formare un parallelepipedo rettangolare e le metto sulla tavoletta di legno in modo da racchiudere esattamente al loro centro la verga. Per tenere le valve fisse al loro posto, sul fianco esterno di ciascuna pianto un lungo chiodo sino a quando la testa del chiodo non si ferma sul bordo superiore delle valve, tenendole ben ferme e solidali con la tavoletta. Per le valve più piccole, a volte, anziché piantare i due chiodi uso una morsa a pinza, che mi permette di guadagnare tempo. Però i 2 chiodi danno all’insieme una stabilità maggiore. Per aumentare ancora di più la stabilità, anziché 2 soli chiodi ne uso 4 (uno per ogni lato delle valve). Terminata la colata e rassodatosi il piombo, è sufficiente liberare dai chiodi una sola valva e lasciare l’altra sempre fissa, pronta per un nuovo piombo.
Tolto il piombo dallo stampo, con leggeri colpi di martello faccio fuoriuscire la verga dal piombo e quindi infilo nel foro il tubicino di plastica facendone fuoriuscire 5 mm per parte. Il tubicino di plastica serve per salvaguardare dall’usura la lenza madre che vi scorre all’interno.
Il lavoro si velocizza se si dispone di una bilancina da cucina con cui pre-pesare il piombo grezzo da fondere. Se non si dispone della bilancina, bisogna allora fondere piombi dal peso già noto. Se si dispone di piombo grezzo e non si vogliono usare piombi acquistati nel negozio, sarà sufficiente, per ogni piombo fuso da noi, pre-fondere un piombo dal peso noto, prendere l’altezza a cui arriva ciascun piombo nelle valve, e poi ritagliare ogni coppia di valve all’altezza a cui arriva quel piombo con quel peso noto. Procedendo in questo modo si possono preparare diverse coppie di valve, ogni coppia adatta ad uno specifico peso del piombo (non ne servono tanti, è sufficiente uno stampo da 50 gr, uno da 70, uno da 90 ed uno da 150).
Il piombo preparato in questo modo non è per nulla aerodinamico, ma questo fatto è assolutamente ininfluente vista l’esigua distanza che debbo raggiungere (30 mt). Nei mesi estivi raddoppio questa distanza immergendomi con maschera e pinne e trascinando il muggine. I vantaggi del foro di scorrimento più largo e la forma non tondeggiante del piombo però si fanno sentire. C’è da segnalare che il pesce-esca subisce uno shock dovuto all’impatto con l’acqua a causa del lancio, ma dopo tanti anni che pratico questa pesca posso affermare che questo shock non è poi così determinante, visto che le catture avvengono. Nella mia zona tutti peschiamo da sempre con il sistema del lancio, in quanto nessuno vuole usare la teleferica.
Se ho terminato i piombi rettangolari e non ho voglia o tempo di prepararne altri, ricorro tranquillamente ai piombi commerciali, dando la preferenza a quelli di forma schiacciata.
Per la preparazione del terminale uso questi accessori: come capocorda utilizzo una maglia di catenella di acciaio inox (che diventa un oval split chiuso) e come gommino salvanodo utilizzo un pezzetto di guaina ricavato dai fili elettrici che congiungevano le candele allo spinterogeno nelle vecchie autovetture, facilmente ancora reperibili dal ferrivecchi (il vantaggio di queste guaine è che hanno un diametro ben maggiore rispetto al filo di rame che ricoprono, sono resistentissimi ed offrono una maggior protezione al nodo dal battere del piombo). Naturalmente si possono usare vari tipi di salvanodo:
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L’elastico che utilizzo lo ricavo ritagliando spezzoni tubolari da 2/3 cm da una camera d’aria di bicicletta, che infilo nella canna senza mulinello dalla parte del piede. Faccio risalire l’elastico sino all’altezza in cui verrà a trovarsi l’archetto del mulinello. Ho una scorta di vecchie camere di vari diametri, così posso adeguare il diametro dell’elastico al diametro della canna, in modo che non rimanga troppo lasco. Col tempo gli elastici imputridiscono, per cui li sostituisco di frequente.
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Login Se il muggine è di grossa taglia, potrebbe sfilare la lenza dall’elastico: è sufficiente riposizionare il segnale e rimettere la lenza dentro l’elastico. Nella forca dell’appoggia canna ho incollato una striscia di velcro con cui assicuro la canna al picchetto, in moda che non possa fuoriuscire a causa di un contraccolpo causato da una qualsiasi cosa.
Quando il predatore abbocca, mi preparo per dare l’incocciata: quando ‘sento’ che ha ingoiato l’esca, chiudo l’archetto è do una ferrata decisa. Quindi mi regolo per il recupero in base alla mole del predatore.
Per la pesca al serra, raramente utilizzo pesce-esca, in quanto preferisco tranci di sardina o tranci (più grossi) di muggine. Uso la lenza 0.50, un piombo scorrevole a palla da 150 gr, guaina salvanodo e oval split come visti sopra. Preparo il bracciolo con un cavetto d’acciaio da 30 libbre e come amo utilizzo un Awa-Shima
Seamaster Cutting Blade 4310 del numero 6/0 (per il trancio di sardina), oppure un amo Owner
Gorilla del numero 6/0 (per il più consistente trancio di muggine). Gli Awa_Shima del numero 2/0 li uso per l’orata quando innesco il murice.
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