P.A.F. - settori e strategie

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Author Topic: P.A.F. - settori e strategie  (Read 18814 times)

^OLTREMARE^

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on: June 21, 2011, 09:23:31
Tornando a casa dopo una battuta di pesca a fondo con il secchio desolatamente vuoto o pressoché tale, ciascuno di noi si pone la solita domanda: cosa ho sbagliato? A parte la crisi ittica che accomuna i nostri mari, lo scrupolo di non aver fatto tutto per benino ci assale comunque. Personalmente riesco ad andare poco a pesca (sigh!) ma qualche battuta veloce ed in solitaria in questi ultimi mesi sono riuscito a farla ed il risultato è sempre quello: una max due mormore, un’oratella, qualche immancabile pagelletto e stop. In queste poche uscite ho frequentato solo due spot, sia per mancanza di tempo che per difficoltà di accesso alle spiagge causa stagione balneare ma, se non altro, sono riuscito a trovare condizioni meteomarine diverse: dalla piatta totale al mare poco mosso, dal vento forte al calo di pressione, tuttavia senza riscontrare differenze sostanziali. Scambiando qualche chiacchiera con il vicino di turno le considerazioni sono sempre le solite: l’acqua è ancora fredda, la stagione è in ritardo, ormai non c’è più niente ecc. Solo l’ultima affermazione mi trova in parte concorde nel senso che fino ad una decina d’anni fa ti capitavano quelle sere in cui tiravi su diverse ciabattone di mormore portandoti a casa un secchio al limite del consentito di legge. Le altre considerazioni mi fanno semplicemente sorridere. Di indole sono un incallito ottimista e mi piace pensare che le nostre acque non siano divenute ormai un cimitero ma, piuttosto, attribuisco gli scarsi risultati ad una serie di congetture diverse e magari alla concomitanza delle stesse. Vi dico sinceramente che quando arrivo, sacca, secchio e zaino in spalla sulla spiaggia prescelta, in condizioni di mare calmo, vado sempre in crisi. La mancanza di qualunque riferimento mi mette in ansia e finisco per scegliere il posto più comodo e più vicino alla macchina. Immancabilmente rimpiango le battute a surfcasting dove un minimo di ragionamento, giusto o sbagliato che possa poi rivelarsi, lo metti in atto. Ma in condizioni di PAF è possibile effettuare una programmazione ed adottare delle strategie?. Se devo essere sincero propendo per il no eppure, sotto sotto, mi piace pensare che anche per questa tecnica qualche mossa che possa migliorare i risultati ci possa essere. In tanti anni di pesca mi è capitato varie volte, ed è capitato certamente anche a voi, che il nostro compagno di serata abbia continuato a pescare con una frequenza incredibilmente superiore alla nostra. Altre volte siamo stati noi ad essere baciati dalla fortuna ma, andando a verificare le strategie di pesca, non abbiamo rilevato alcuna differenza con il nostro collega: stessi calamenti, stessa esca, stesse distanze. Abbiamo scrutato il bagnasciuga ed il tratto di mare antistante le nostre postazioni, ma nulla: identici come due fratelli siamesi. L’indice viene quindi inesorabilmente puntato sul fattore “C” (leggasi fondoschiena). Ma, se vogliamo proprio attribuire un intervento della sorte dobbiamo farlo in termini oggettivi e non soggettivi. Mi spiego meglio: la mia fortuna è stata quella di essermi inconsciamente posizionato proprio in quel posto non perché la dea bendata abbia indirizzato il branco di mormore davanti alle mie esche a prescindere dalla postazione scelta. Non sto dando i numeri ma semplicemente valutando che se sono qui da due ore a guardare le cime immobili delle canne,  posso decidere di spostarmi 50 metri più in la. In definitiva è il pescatore che deve capitare sul branco di pesci e non è il branco che va a mettersi sotto le canne del pescatore. Valutando aspetti meno empirici, quali fattori possono influenzare la scelta della nostra postazione? Io ci metterei in primis la vicinanza di una foce. Per esperienza diretta ho potuto notare che posizionandosi ai confini di espansione della corrente di acqua dolce proveniente dal fiume potremmo sperare in qualche risultato in più. Gli sparidi non sono insensibili a queste promiscuità d’acqua ma non amano addentrarsi nell’occhio del ciclone come fanno le spigole. Quindi i punti migliori sono quelli estremi che l’acqua dolce va a lambire. In mancanza di sbocchi d’acqua dolce dovremo andare a ricercare altri indizi. Se ci troviamo su fondali bassi potremo avere la fortuna di imbatterci in qualche ricciolo di schiuma che denota la presenza di un cordolo di sabbia o di una secca e questo sarà un punto da prediligere. Su spiagge profonde potremo scoprire dei punti propizi osservando le variazioni cromatiche del fondale oppure individuando dei banchi di posidonia  e lanciando nelle vicinanze. Anche se ci troviamo di fronte ad un mare forza olio, una cosa da non tralasciare è quella di “saggiare il fondo”. Perderemo qualche minuto di tempo ma qualche volta può valerne la pena. Basta lanciare con il solo piombo alla massima distanza raggiungibile, mettere la canna di lato e parallela alla spiaggia e recuperare lentamente con brevi intervalli. Con questa operazione potremo avere diverse risposte. Se sentiamo saltellare il piombo avremo un fondo “ondulato” e chiuso e potremo fare la prova del nove mettendo la canna sul picchetto e cercare di mettere la cima in tensione: ci accorgeremo che il cimino tende ad allentarsi dandoci la sensazione di aver perso il piombo. Questa è una postazione da evitare. I nostri amici pinnuti, mormore in primis, grufolano infilando il muso nella sabbia ma in questo caso si troverebbero davanti ad un fondo compatto che non si presta allo scopo.
Se il piombo viene recuperato uniformemente e con un certo “grip” il fondale è aperto e soffice e può farci ben sperare. Se durante il recupero ci imbattiamo in un “blocco” comunque scavalcabile con un richiamo della canna, è un altro punto da tenere in considerazione perché potrebbe equivalere ad un cordolo di sabbia dove è probabile il deposito di sostanze nutritive.
Se il recupero del piombo, inizialmente fluido, diviene pesante e all’arrivo il nostro calamento è coperto da alghe morte, è segno che siamo passati sopra un tappeto. Ciò non è controproducente se abbiamo l’abilità di posizionare l’esca poco prima dell’accumulo detritico oppure pescare addirittura al suo interno adoperando un bracciolo flotterato ed attaccato piuttosto in alto rispetto al piombo. L’unica accortezza, in queste situazioni, è quella di non far "camminare" il piombo per evitare che l’esca venga nascosta. Quindi dopo il lancio recuperiamo il filo in eccesso limitandoci a mettere la cima in leggerissima tensione.
Quali ultime raccomandazioni ci sono quelle di ricorrere alla “trainetta”  che stimola la curiosità dei grufolatori e, specie se ci troviamo in spiagge profonde, di sondare i primi metri: anche a mare calmo i nostri amici potrebbero essere sotto i piedi.
Se nessuno di questi espedienti dà i suoi frutti allora non ci resta che affidarci al solito fattore “C”   calabria
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Reply #1 on: June 21, 2011, 09:44:13
Concordo in pieno con quest'analisi...ho notato negli anni che per le mormore a mare calmo lanciare sempre nello stesso punto e aspettare quasi tutte le volte corrisponde ad un semicappotto...
serebbe buono conoscere a priori il fondale, le zone con macchie di posidonia, le piccole secche, le zone più profonde...ma quando non è possibile, secondo me è fondamentale fare dei tentativi per individuare il pascolo, canne a diversa distanza ma soprattutto una sempre in mano a trainetta, che spesso è quella che ci risolve la pescata, provare per credere se non si è mai usata
Ho visto Sampei pescare carpe da un quintale con canna fissa ed essere trainato con tutta la barca per centinaia di metri; l'ho visto finire in acqua mentre stringeva con forza la sua canna fissa e faceva perno su tutti e due i piedi...VOGLIO IL FILO DI SAMPEI PER IL MIO MULINELLO!!!


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Reply #2 on: June 21, 2011, 12:58:54
E' fuori di dubbio che la carenza di pesce è diventato il principale fattore negativo dei nostri carnieri vuoti. Non è la solita storiella della volpe e dell'uva, a cui spesso ricorriamo quando non riusciamo a raggiungere certi risultati, perché abbiamo un indicatore infallibile di questa affermazione, e cioè le reti dei professionisti ogni giorno sempre più vuote e i banconi dei pescivendoli sempre più pieni di pesce allevato.
Data l'età ho avuto la fortuna di conoscere i tempi d'oro della pesca amatoriale, nella quale era sufficiente un'attrezzatura approssimativa e grezza per riempire il secchio senza soffermarsi troppo su sofisticati studi sulle condizioni ideali che dovrebbe avere il nostro spot.
Oggi purtroppo non possiamo farne a meno se vogliamo raggiungere qualche risultato (comunque imparagonabile a quelli di qualche anno fa), utilizzando attrezzature ed accorgimenti che non ci facciano tornare a casa con il secchio completamente vuoto.
Una volta questi studi erano riservati al surf casting ed al beach ledgering, oggi dobbiamo estenderli anche alla PAF, da sempre ritenuta una pesca generica che non necessitava di particolari attenzioni (e per questo era ed è la più diffusa tra i pescatori amatoriali con poca voglia di addentrarsi in elucubrazioni "meteo-marine").
Ma oggi è gioco forza trasferire anche sulla PAF gli stessi accorgimenti una volta riservati al surf ed al beach, pena una frustrante giornata a vuoto. La mia personale convinzione è che col passare del tempo i confini tra queste tre discipline (surf, beach e PAF) vadano sempre più affievolendosi e che ogni battuta di pesca, anche la generica PAF, debba essere organizzata e studiata anche nei minimi particolari. Una giornata trascorsa al mare sarà pur rilassante, ma più giornate trascorse con le canne immobili sui picchetti diventano stressanti.
Oltremare ha cominciato a tirar su le fondamenta della nuova 'casa del pescatore', sicuramente appena avrà tempo tirerà su anche le mura ed il tetto, ma nel frattempo noi possiamo contribuire esponendo le nostre esperienze vissute sul campo, grandi, piccole od occasionali che siano. La parola cappotto dovrà diventare sempre più rara, anche se è impossibile che scompaia del tutto.
Questo è il periodo dell'anno (bagnanti a parte...) in cui possiamo maggiormente sfruttare i vantaggi offerti dalla PAF 'leggera', cioè composta da attrezzatura light che, come tutti sappiamo, si rivela come la più catturante. Ovviamente le prede più numerose saranno quelle di piccola taglia, ma se ci armiamo di pazienza per slamare e rilasciare questi pesciolini, le prede di buona taglia non mancheranno, se facciamo una selezione con determinate esche. Trattandosi di attrezzatura light, la buona fattura di canne e mulinelli andrebbe particolarmente curata, finché le nostre finanze ce lo permettono, ma non possiamo assolutamente lesinare sulla qualità superiore di filo, ami e accessori in quanto dovranno anche sopperire all'eventuale qualità un pò scarsina di canna e mulinello. Anche se apparentemente non sembra, anche l'eventuale sostituzione dei classici picchetti con un treppiede contribuisce a dare un assetto light a tutto l'insieme. Finché mare e fondale ce lo consentono, il bracciolo da preferire è sempre il long arm, che è quello che conferisce all'esca movimenti più naturali rispetto a tutti gli altri braccioli. Il mare piatto è il più improduttivo di tutti, specialmente se mancano anche le correnti.
Arrivati in spiaggia, mai farsi prendere dalla frenesia di mettersi nel primo spot che capita: spesso il perdere un quarto d'ora nello studio della situazione (come ben descritto da Oltremare) ci agevola nel successo di una battuta di pesca.
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greybear

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Reply #3 on: June 21, 2011, 13:09:59
mi auguro che questo topic sia il prologo all'atteso 'MANUALE DELLA P.A.F.'
l'orso scende dalla montagna ed esce dal bosco
mangia l'ultima mela dimenticata dal contadino
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sulla riva del fiume, nascosto all'ombra dei cespugli, osserva l'uomo che pesca...
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carlo86

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  • ..é nu morzu,è propio piccolo!!!uahauhau
Reply #4 on: June 21, 2011, 13:43:05
I carnieri vuoti li abbiamo avuti tutti,ma come quets'anno mai........che c'è carenza di pesce non c'è dubbio,però secondo me quest'anno è colpa delle condizioni metereologiche!!
Io al contrario di oltremare,essendo disoccupato riesco ad andare a pesca spesso e volentieri,i risultati ragazzi sono stati pessimi...tanto è vero che ho deciso per un po di non andarci più!!
L'ultima battuta l'ho fatta ieri sera,al tramonto già ero in pesca,con tre canne,mare in scaduta(ancora bello alto)vento assente....ragazzi dopo 4 ore di pesca è uscito solo un saraghetto di 50g!!!la settimana scorsa con mare calmo,in 5 ore non ho visto le canne muoversi una sola volta.....
Sono propio deluso e ammareggiato...
Cambiando spot,orari,esche e condizioni meteo non è cambiato niente solo cappotti cappotti cappotti....
Carlo!!


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Reply #5 on: June 21, 2011, 16:03:19
Nel caso di spiagge ad alta energia e "desolatamente" lunghe e apparentemente senza alcuna palese differenza, secondo voi un fattore discriminante potrebbe essere la presenza di gabbiani che banchettano felici?
Molte volte uso questo fattore esterno per posizionare le mie canne, ma ahimè non ho dati sufficienti per avvalorare questa teoria  ;D...
Cappotti invece ...  a gò gò  calabria
Daniele


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Reply #6 on: June 23, 2011, 09:31:46
Caro Daniele, quella che hai prospettato è la situazione peggiore che purtroppo è anche la più ricorrente nelle battute a PAF. E in questi casi ci si appiglia a tutto, anche ai gabbiani. calabria
A parte gli scherzi, ciò significa che la pesca a fondo non è poi così semplice e semplicistica come può apparire.

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mi auguro che questo topic sia il prologo all'atteso 'MANUALE DELLA P.A.F.'
Non chiamarlo manuale. Io non sono bravo come Roberto a comporre e assemblare.
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Reply #7 on: June 23, 2011, 11:24:13
che nome sarà dato al 'nascituro'?  calabria3
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Reply #8 on: June 23, 2011, 12:41:02
Ma come sei curioso!  calabria
avevo comunque pensato a qualcosa di simile: "P.A.F. - ISTRUZIONI PER L'USO"
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Reply #9 on: June 23, 2011, 15:36:14
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avevo comunque pensato a qualcosa di simile: "P.A.F. - ISTRUZIONI PER L'USO"

Magari si potrebbe unificare al manuale di Beach Ledgering, visto che le due discipline hanno molti punti in comune ...  calabria3

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I carnieri vuoti li abbiamo avuti tutti,ma come quets'anno mai........

Purtroppo non posso che confermare quanto detto da Carlo in quanto anche quì, nel Salento, si sta registrando una mancanza quasi totale di pesce!!!  calabria


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Reply #10 on: June 23, 2011, 16:32:57
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I carnieri vuoti li abbiamo avuti tutti,ma come quets'anno mai........

Purtroppo non posso che confermare quanto detto da Carlo in quanto anche quì, nel Salento, si sta registrando una mancanza quasi totale di pesce!!! 
Scusate l'O.T.:
per quanto mi riguarda, più che di mancanza di pesce sto vivendo una mancanza di pesca che mi sta facendo impazzire... Sono in crisi d'astinenza e pur di mettere le canne in acqua, sarei disposto a pescare anche nelle fontane delle villette comunali...   ;D  ;D
Daniele


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Reply #11 on: June 23, 2011, 19:06:22
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Sono in crisi d'astinenza e pur di mettere le canne in acqua, sarei disposto a pescare anche nelle fontane delle villette comunali... 
Se ci fossero i pesci rossi, non sarebbe una cattiva idea per mantenersi in allenamento ;D.
Abiti distante dal mare? Neanche una pescatina di due orette?
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greybear

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Reply #12 on: June 23, 2011, 19:32:30
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Ma come sei curioso!  
sì, come una scimmia   ;D
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Reply #13 on: June 23, 2011, 23:18:12
Ti capisco Daniele, io ormai mi sono rassegnato ad attendere ancora qualche anno e portare i pargoli con me a pescare. Sperando che gli piaccia pescare ;D
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Reply #14 on: June 24, 2011, 08:38:39
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Sono in crisi d'astinenza e pur di mettere le canne in acqua, sarei disposto a pescare anche nelle fontane delle villette comunali... 
Se ci fossero i pesci rossi, non sarebbe una cattiva idea per mantenersi in allenamento ;D.
Abiti distante dal mare? Neanche una pescatina di due orette?
Ciao Roberto,

non sono tanto distante dal mare; il problema è che durante la settimana lavoro fuori ed il week end, soprattutto adesso che c'è la neonata, diventa difficile organizzarmi...
Daniele


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Reply #15 on: July 27, 2011, 01:36:07
Le osservazioni del caro Oltremare , non possono che trovare conferma anche nelle mie recenti esperienze di P.A.F.
Credo che abbia esaurientemente descritto tutto ciò che si possa fare per "selezionare" il meglio possibile dove collocare le nostre esche.
Se ognuno adottasse con criterio e metodologia ogni azione descritta, e proprio non esce nulla , si può tornare a casa soddisfatti di aver fatto il possibile!
Sono il primo che ultimamente con i frequeti cappotti , ho lo stesso stato d'animo, sono convinto di aver sbagliato qualcosa , o che mi sia sfuggito un particolare ...e il pensiero mi attanaglia fino al giorno dopo ... invece direi che di più non si può!
Se lo spot è conosciuto , si potrebbe cercare di capire magari anche meglio che tipo di "esca naturale" sia maggiormente gradita. Se ci sono granchi , sarebbe opportuno cercare di catturarne qualcuno da innescare, se si ha la fortuna ( a me è capitato un paio di volte ) di dover "aganciare" e recuperare un oloturia , usarla immediatamente ...
Purtroppo , effettivamente , i nostri crescenti cappotti sono in larga scala da attribuire ad una sempre minore quantità di fauna ittica. Non sono sicuro che affinando al massimo le tecniche , le attenzioni , si riesca a pareggiare il conto ahinoi!


greybear

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Reply #16 on: July 30, 2011, 23:59:33
a prescindere dalle abitudini, l'approccio alla PAF é sicuramente diverso dal BL e dal SC, tecniche con forti connotazioni anglosassoni (a cominciare dai nomi): la pesca a fondo 'mediterranea' é la temporale evoluzione della pesca col filaccione (lenza a mano)... praticata sotto casa, senza la ricerca di spot con particolari caratteristiche, con attrezzature abbastanza grezze (per non dire primitive), non faceva distinzioni tra tipologie di fondali o condizioni meteomarine... si praticava (ed ancora si pratica) per il semplice piacere del contatto con il mare, non per una ricerca affannosa della preda, ma per gustare 'lu rusciu di lu mare' (come dicono i salentini) cioè quel fruscìo che scandisce un ritmo calmo e tranquillo, molto diverso da quello martellante e angoscioso della nostra vita di tutti i giorni... da vecchio PAFfarolo mi sento soddisfatto anche delle mie uscite 'a cappottare', se so di aver messo in pratica quello che la mia esperienza mi suggerisce ho la coscienza a posto e per me le alternative sono che quel giorno il mio menù non era di gradimento degli invitati (ho ancora qualcosa da imparare) o che qualche prof mi ha preceduto prelevando il prelevabile...  ;D
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Reply #17 on: July 31, 2011, 00:45:42
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... ma per gustare 'lu rusciu di lu mare' (come dicono i salentini) ...

Scusate l'OT, ma Nicola (greybear) ha solleticato il mio cuore salentino ... calabria

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A mio avviso una delle più belle canzoni salentine.


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Reply #18 on: July 31, 2011, 00:58:47
Poeti sentimentaloni  calabria
Tralasciando la difficoltà (impossibilità) dello studio dello spot, direi che la PAF ha acquisito connotazioni tecniche che viaggiano di pari passo con le due tecniche sorelle facendo sì che la PAF non venga vista come la cenerentola di famiglia
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Reply #19 on: July 31, 2011, 10:45:24
più che sorella sfortunata per me la PAF é la mamma trascurata: da bari per praticare surfcasting devo spostarmi a nord da barletta a manfredonia o a sud da torre canne a quasi tutto il salento adriatico e jonico... km e km macinati con la speranza di trovare
lo spot e le condizioni meteomare giuste... invece a PAF con la mia pesantissima lercona 4,50mt e il ryobi gmn5 mi avventuravo di giorno su scogliere, calette e moli a massimo 20minuti da casa, se pioveva potevo rinunciare alla pescata e rinviarla senza problemi al giorno successivo...

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A mio avviso una delle più belle canzoni salentine.
bellissima esecuzione e strepitoso l'assemblaggio con sottotitoli e foto  ;D
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