05/10/2012. Arrivo in spiaggia che è buio pesto; tutti i fari che sino alla scorsa settimana illuminavano a giorno gli stabilimenti balneari, nonché buona parte dell’arenile, sono stati spenti. Finalmente. Sarà una mia fissa, ma mi piace pescare al buio, senza fonti luminose “artificiali” sparate in mare.
Per la serata che mi appresto a trascorrere scelgo di posizionarmi a ridosso di una conca che presenta un gradino di circa 50cm sulla battigia; non è la posizione più comoda qualora mi trovassi nella condizione di dover spiaggiare qualche bel pesciolino, ma sicuramente è una postazione che presenta una buona profondità già dai primi metri. E’ proprio questo il motivo che mi spinge a non forzare troppo il lancio con la mia Black Fury, sulla quale ho innescato bibi e muriddu. Sono circa le 23.00 quando alle mie spalle inizia a far capolino la Luna e l’ascensore posto sulla Black Fury ha un sussulto; decido di aspettare per dare la possibilità al pesce di ingoiare bene l’esca, ma il recupero va a vuoto: a quanto pare il pinnuto è stato più furbo di me poiché è riuscito a ripulirmi l’amo senza ingoiarlo!!!
Passa circa mezz’ora ed il segnalatore posizionato sulla Greys inizia a risalire molto lentamente sinchè una botta poderosa non lo fa cadere per terra; oltre a piegarsi prepotentemente, la canna ha un sobbalzo, e se non fosse stato per il tappo del pedone che si è bloccato sull’imboccatura del picchetto, sarebbe caduta in mare. Il pesce tira come un treno e per qualche secondo lascio sfogare la sua ira, ma quando vedo che non accenna a placarsi ed a dirigersi verso la Black Fury, sono costretto a stringere leggermente la frizione e dare inizio al recupero. Questo pesce ha forza da vendere tant’è che temo per la tenuta dei nodini di giunzione che, fortunatamente, hanno retto lo stress; con prede di questo “peso” ogni minimo errore nella realizzazione del calamento può rappresentare la causa della perdita del pesce. Sono molto concentrato sul recupero, ma allo stesso tempo devo risolvere un problema e cioè, trovare un varco sulla battigia per superare quei 50cm di dislivello e salpare in sicurezza la mia preda. Purtroppo l’unico piano e posto subito dopo la Black Fury, pertanto inutilizzabile; sull’altro lato non riesco a scorgere zone pianeggianti oltre il gradino e quindi devo creare da me un “scivolo” alle mie spalle. Indietreggio cercando di scavare il gradino per ridurre il dislivello, ma il tempo a mia disposizione è terminato ed il pesce è ormai a pochi metri da me che saltella vigorosamente a pelo d’acqua. Sono attimi che durano un’eternità e sono proprio i più critici quando il pesce, anzi il serra, tenta il tutto per tutto per riguadagnare il largo; cerco di avvicinarlo quanto più possibile alla battigia ed afferrarlo per la coda, ma il primo tentativo va a vuoto e quasi rischio di cadere in acqua. Ritento, e questa volta riesco a prenderlo e ad adagiarlo al di là del gradino, questo stupendo pesce serra da 4Kg.