un treno nella notte

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Author Topic: un treno nella notte  (Read 3308 times)

nordicosurf77

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on: August 10, 2013, 11:02:41
Ciao a tutti, recentemente a fine luglio ho vissuto un’esperienza particolare durante una battuta di pesca al serra e ve la racconto, chiedendovi un vostro parere al riguardo.
Pescavo in una zona molto isolata (precisamente tra Locri e Sant’Ilario dello Jonio RC) con due potenti canne a fondo e con trancio di spigola su entrambe, con una cannetta da beach mi procuravo il vivo. Su di una avevo innescato contemporaneamente a teleferica un piccolo pagello bastardo vivo.
Il fondale era poco profondo, circa due – tre metri al massimo e tutta sabbia (lo so bene perché il giorno primo mi ero fatto una nuotata con la maschera). La zona tuttavia è caratterizzata da fondali molto profondi, a non troppe centinaia di metri dalla riva si possono raggiungere profondità da capogiro anche di 500-800 metri!
La luna era piena e la marea montante. Soffiava una leggera brezza di ponente. L’acqua era molto calda.
L’attrezzatura utilizzata molto potente sebbene datata. Canna tre pezzi browning tayphoon (è una canna da 4,50 mt parabolica molto elastica che può lanciare tranquillamante piombi da 250 gr) e mulinello browning 525 (un vecchio ma vero e proprio trattore, per chi non lo conoscesse…).
Filo in bobina dello 0,50, trave pari diametro, cavetto in acciaio da 35 lb, girelle di alta qualità da 40 lb e due ami beck robusti in acciaio della Mustad del 1/0.
Verso le tre di mattina ho intravisto un leggero movimento sulla vetta della canna che avevo posizionato lontano dalle altre due, pertanto mi sono avvicinato ma senza troppa fretta. Pensavo che fossero gli ultimi movimenti di un piccolo pesce esca che oramai se ne stava in acqua con due ami in groppa da più di mezz’ora.
Era molto strano, sembrava quasi che stesse mangiando un grufolatore, tipo una mormora. La vetta si muoveva appena, non capivo. Controllai per scrupolo che tutto fosse a posto, la frizione tarata e strinsi al massimo la vite del porta mulinello. Afferrai la canna in mano e misi in tensione il filo. Ho sentito come che qualcosa stesse “assaggiando” l’esca, mi sembrava di vivere la stessa situazione che mi era stata raccontata da un amico che andava a pesca di squali a surf casting in Namibia.
A quel punto tenendo ferma la bobina del mulinello con una mano, ferrai indietreggiando con tutta la mia forza e col peso del mio corpo.
Era un treno: ho sentito un peso enorme, la canna era completamente piegata e il mulinello, con frizione molto stretta, sfrizionava che faceva paura.
Il combattimento è durato una quarantina di minuti circa. La cosa strana è che il pesce mi dava l’impressione di essere incollato al fondo (vi ricordo che il fondale era piuttosto basso), non è mai salito in superficie per qualche scodata né tantomeno è saltato fuori. Non correva all’impazzata da tutte le parti, tirava forte, lento e costante verso il largo, quasi fosse un tiro alla fune che lui sapeva tranquillamente di vincere. Tanto era potente che non riuscivo nemmeno a girare bene la manovella del mulinello, tanti giri facevo, tanto sfrizionava. Credetemi che il mulinello era bollente, scottava! La schiena mi faceva male e le braccia erano messe a dura prova (io fisicamente sono forte, faccio parecchio sport). Dovevo necessariamente tenere la canna con due mani, lo contrastavo anche con il peso del mio corpo ed il mulinello lo toccavo poco. Ho dovuto ad un certo punto sedermi e, appoggiando il calcio della canna a terra ho cominciato quasi a pompare, come se avessi in mano una canna da traina. Poi mi sono rialzato e ho tentato di aprire un po’ la frizione per farlo stancare ma lui se ne prendeva troppo di filo! Allora la ristringevo un po’ ad intervalli e ricominciavo tutto dall’inizio. Se avessi stretto troppo la frizione sicuramente la canna si spezzava.
Ad un certo punto il gioco si è bruscamente interrotto, non sentivo più nulla, l’avevo perso! Ho aspettato una trentina di secondi e poi ho lentamente riavvolto il filo, quasi piangendo!
Ero curioso di vedere cos’era successo. Ad un primo sgurado era tutto a posto, niente di tranciato o di rotto. Mi accorsi invece di avere parecchie vesciche aperte sulle dita, mi bruciava la mano… Poi ho illuminato meglio e mi sono accorto che il robusto amo trainante era stato completamente aperto!!! Si era slamato in qualche modo. Il cavetto d’acciaio invece era perfettamente integro.
Da qui il mio atroce dubbio: che cos’era quella bestia? Un serra da record? Una ricciola, squalo, tonnetto? Oppure un’enorme razza o grongo? Addirittura mi è venuta in mente la tartaruga, visto che qualche estate fa ho assistito alla schiusa delle uova sulla vicina spiaggia di Brancaleone…
Io non ho esperienza di pesci molto grossi, nella mia vita ho preso grossi gronghi e qualche serra ma questo era diverso. Tuttavia se dovessi scommettere, per me era tra i 10 e i 20 kg di peso.
Secondo voi cosa poteva essere?
Pescatori del posto mi hanno riferito che episodi tipo il mio sono già successi e nessuno è riuscito a tirare fuori dall’acqua questi bestioni. Di recente a causa della tropicalizzazione del clima, stanno arrivando in Calabria specie particolari anche di grossi carangidi, tipo  Giant Travelly…


^PEPPINO^

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Reply #1 on: August 10, 2013, 12:23:32
Ciao Marco, la bella esperienza da te vissuta è capitata anche a me.
Hai detto bene: "tiravano come un treno"!!!

Ero talmente curioso di sapere quale "strano pesce" mi spezzava i terminali (proprio nella tua zona) che ci sono andato (anch'io a fine luglio) per ben tre volte di seguito.
Le prime due volte hanno vinto loro ma alla terza, aumentando considerevolmente l'apparato pescante (terminali e ami), son riuscito a svelarmi il segreto.

Dirai tu, come fai a sapere che era proprio quel tipo di pesce?
Ne sono sicuro perchè su tre tirati fuori (una fatica immane), due avevano ancora in bocca i miei ami!

Erano delle grosse pastinache! ma grosse veramente!
Stimate ad occhio (perchè subito rilasciate) oltre i 10 kg  calabria
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E' sicuramente importante essere convinti delle proprie idee,
ma bisogna saper cambiare le proprie certezze perché abbiamo sempre da imparare.

Sentirsi strappare la canna dalle mani non ha prezzo!
Per tutto il resto c'è...
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nordicosurf77

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Reply #2 on: August 10, 2013, 13:51:02
Ciao Peppino!
Pensa te, che storia...intanto approfitto per farti i complimenti, ho visto che razza di pescioni tiri fuori!
Mi fa piacere che sei riuscito a prendere quelle pastinache e così a risolvere il mio dubbio.
Quando il mio pesce si è slamato a dir il vero non ero troppo dispiaciuto per averlo perso, quanto piuttosto per non sapere cos'era.
Alcuni pescatori ipotizzavano una ricciola ma avevo dubbi al riguardo in quanto immagino che un tale pesce allamato corre, compie fughe, scodate a mezz'acqua, tipo il serra o la leccia.
Questo invece era proprio radicato sul fondo, aveva una grossa stazza e non era velocissimo bensì molto potente.
Sicuramente era una pastinaca, come dici tu.
Il prossimo anno, quando tornerò a Locri per le ferie (io purtroppo vivo al nord, dalle mie parti si pesca bene ma non ci sono i pesci della Calabria) mi doterò di una attrezzatura più potente, magari mi porto dietro una ripartita.
In questi giorni volevo comprarmi il mulinello Penn spinfisher ssv 8500 o 9500. Tu per caso lo conosci? Avevo aperto un topic al riguardo ma nessuno mi ha risposto.


^NONNOROBY^

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  • Roberto
Reply #3 on: August 10, 2013, 19:07:29
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La cosa strana è che il pesce mi dava l’impressione di essere incollato al fondo (vi ricordo che il fondale era piuttosto basso), non è mai salito in superficie per qualche scodata né tantomeno è saltato fuori.
Molti anni fa un mio carissimo amico e compagno di pesca ne agganciò una subito dopo pranzo. Inizialmente sembrava una leccia (era il periodo in cui se ne pescavano due o tre al giorno), ma dopo un pò la canna si è piantata come se avesse agganciato un peso morto (sai, quei blocchi di cemento che vengono usati per ormeggiare le barche). Capimmo quasi subito che doveva trattarsi di una pastinaca (o trigone) di dimensioni enormi che opponeva resistenza nel suo modo classico, e cioè insabbiandosi.
Ci alternammo in quattro alla canna ogni mezz'ora, perché quello era il limite massimo che le nostre braccia potevano resistere prima di intorpidirsi completamente, senza contare i dolori lancinanti alla schiena (la canna sempre piegata in due). Riuscimmo a vincere la sua resistenza solo alle 10 di notte, ormai davvero stremati come quella povera bestiola. Non la tirammo manco sulla battigia e recidemmo il bracciolo (uno 0.70) dopo averla accostata ad 1 metro dalla riva. Era talmente stremata che le ci vollero parecchi minuti prima che si riprendesse e si allontanasse lentamente al largo. Un pescatore professionista che aveva assistito alla scena la stimò sui 40 kg, e non doveva sbagliarsi di molto perché trigoni sui 10-15 kg ne avevamo già pescati altri, e quindi avevamo un termine di paragone.
La canna era una Italcanna Marenostrum ed il mulinello era un mulinello francese di cui non ricordo la marca (non era comunque un Mitchell) di taglia 14000, imbobinato con 600 mt di nylon dello 0.50. Quel mio amico detiene anche altri 2 record, una leccia amia da 60 kg ed una ricciola da 50 kg (le lecce amia e le ricciole da 25 kg erano il suo 'pane quotidiano', anche perché faceva solo la pesca col vivo. Chi ha mai più visto bestioline di quella taglia? Sembrano svanite nel nulla... solo qualche leccia sui 10 kg max e di ricciole neanche l'ombra....)
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nordicosurf77

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Reply #4 on: August 12, 2013, 09:50:24
Ciao Roberto,
questi racconti sono avvincenti, il mare e le sue creature non finiscono mai di stupirci.
Quando ero piccolo, i vecchi pescatori professionisti mi raccontavano le loro avventure e io sognavo ad occhi aperti ed imparavo il rispetto per il mare, quel blu profondo che quando si arrabbia ci fa davvero paura.
Hai detto bene, pesci di quel tipo oggi non ci sono più.
E pescatori "romantici" che si dedicano quasi esclusivamente a quei pesci sono pochi.
L'attrezzatura "pesante" di una volta, con la sua meccanica semplice, resistente e duratura non esiste più, è controproducente per il moderno mercato.
La canna e il mulinello da me utilizzati per la battuta di pesca che ho raccontato hanno esattamente 24 anni, è stato un regalo di mio padre quando avevo 12 anni. La mia prima e vera attrezzatura da surf, quella che mi ha sempre regalato emozioni.
Io facevo parte di una società di surfcasting ma ho smesso con le gare, con i pesci da 7 cm e con finali dello 0,12...
E' meglio combattere (e perdere) con grosse prede piuttosto che riempire il secchio di novellame.
Per non parlare degli attuali pescatori professionisti che raschiano tutto, pure i sassi...anche questo contribuisce alla diminuzione di pesci e di conseguenza dei predatori di taglia.
Spero che il mare mi possa regalare ancora emozioni come quella che vi ho raccontato e sono contento che quel pesce si sia guadagnato la libertà.


beka

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Reply #5 on: August 12, 2013, 13:56:30
Ciao pura curiosita ti ha mangiato ad un esca sollevata dal fondo fon floater oppure ad esca appoggiata?
non è la paura a dominarmi ma solo l'irrequietezza


nordicosurf77

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Reply #6 on: August 14, 2013, 09:37:23
Ciao beka,
quella notte pescavo con trancio di spigola con un pezzo di polistirolo all'interno e contemporaneamente sulla stessa canna avevo innescato un pagello a teleferica.
Faccio questo per aumentare le possibilità di cattura, due esche (morto e vivo) per ogni canna.
Il pescione ha mangiato il pagello, tuttavia immagino che il pesce esca era già morto a quel punto.
Il pagello è resistente, come la boga, tuttavia non mi sembra che resista più di 30-40 minuti appuntato con due ami in acciaio. Ed al momento dell'abboccata l'esca era in acqua sicuramente da più di mezz'ora, forse anche un'ora...
La presunta pastinaca si dev'essere mangiata il pagello morto sul fondo con molta calma, per questo la vetta della canna si muoveva appena.


beka

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Reply #7 on: August 14, 2013, 15:30:19
Ok grazie mille. Mi incuriosirebbe sapere se qualcuno ha mai allamato una razza o simili staccato dal fondo... Magari apriro topic apposta 
non è la paura a dominarmi ma solo l'irrequietezza


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