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DIPORTO NAUTICO / PATENTI NAUTICHE 2019
« il: Luglio 12, 2019, 23:54:44 »
Modulistica e documentazione da allegare aggiornata al 2019
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-Ammissione agli esami
-Candidati agli esami già in possesso dell’abilitazione a motore che intendono conseguire anche quella a vela con m.a. ovvero l’abilitazione per limiti di navigazione superiori.
-Conseguimento di patente nautica -senza esame -da parte del personale militare ed equiparato.
-Conseguimento di patenti nautiche -senza esame -da parte di coloro che sono in possesso di un titolo professionale marittimo.
-Convalida della patente
-Sostituzione patente nautica deteriorata o illeggibile
-Duplicato della patente per smarrimento o distruzione della patente nautica
-Cambio di residenza
-Vecchie patenti da sostituire (in occasione della convalida )
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-Ammissione agli esami
-Candidati agli esami già in possesso dell’abilitazione a motore che intendono conseguire anche quella a vela con m.a. ovvero l’abilitazione per limiti di navigazione superiori.
-Conseguimento di patente nautica -senza esame -da parte del personale militare ed equiparato.
-Conseguimento di patenti nautiche -senza esame -da parte di coloro che sono in possesso di un titolo professionale marittimo.
-Convalida della patente
-Sostituzione patente nautica deteriorata o illeggibile
-Duplicato della patente per smarrimento o distruzione della patente nautica
-Cambio di residenza
-Vecchie patenti da sostituire (in occasione della convalida )
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NORME E LEGGI SULLA PESCA / SPECCHIO ACQUEO "LA SEGGIOLA" PIZZO - DISCIPLINA TRANSITO PER UNITA' DA DIPORTO
« il: Luglio 12, 2019, 22:59:12 »3
PESCA IN APNEA / Catalogo MARES 2015 ITA
« il: Gennaio 10, 2015, 18:46:46 »
[issu]0/10876874[/issu]
Pinne, mute e accessori in neoprene, fucili pneumatici e ad elastico, tubi respiratori e strumentazione per la pesca subacquea.
Catalogo MARES 2015 in lingua italiana
Pinne, mute e accessori in neoprene, fucili pneumatici e ad elastico, tubi respiratori e strumentazione per la pesca subacquea.
Catalogo MARES 2015 in lingua italiana
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PESCA FORUM BAR / Tanti Auguri Aldo !!!
« il: Gennaio 10, 2015, 15:26:11 »
Tanti auguri di Buon Onomastico al nostro Aldo FLY.
5
PESCA IN APNEA / Catalogo OMER 2015 ITA
« il: Dicembre 02, 2014, 08:43:19 »
[issu]0/10353036[/issu]
Mute, fucili, accessori in neoprene, maschere areatori e pinne, accessori per fucili, torce coltelli e accessori
Catalogo OMER 2015 in lingua italiana
Mute, fucili, accessori in neoprene, maschere areatori e pinne, accessori per fucili, torce coltelli e accessori
Catalogo OMER 2015 in lingua italiana
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NOTIZIE AGONISMO MANIFESTAZIONI TROFEI / CATALOGHI ATTREZZATURA PESCA 2015
« il: Novembre 25, 2014, 21:09:12 »
[issu]0/9123648[/issu]
Mulinelli, canne e accessori per tutte le tecniche in acqua dolce e mare.
Catalogo Shimano 2015 in lingua italiana
Mulinelli, canne e accessori per tutte le tecniche in acqua dolce e mare.
Catalogo Shimano 2015 in lingua italiana
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DIPORTO NAUTICO / Porto di Cirò Marina - Informazioni e servizi per unità da diporto
« il: Maggio 30, 2014, 06:30:18 »
Il porto di Cirò Marina è stato ultimato ed è destinato alla pesca e al diporto. E' composto da due darsene e da un bacino di espansione, da un molo foraneo principale, da un molo di sottoflutto, una banchina nord ed una banchina sud. Nella darsena n. 2 sono stati installati due pontili galleggianti per le imbarcazioni da diporto.
Coordinate:
CIRO' MARINA 39°22' 75" N 17°08' 48" E
Pericoli: circa 70 m della banchina Est è crollata a seguito delle mareggiate invernali (molo foraneo principale).
Orario di accesso: continuo
Accesso: scogli affioranti entrando sulla sinistra (molo foraneo).
Fari e fanali: 3424 (E 2128) - faro a lampi bianchi, grp. 2, periodo 10 sec., portata 16 M, su Punta Alice; 3422 - fanale a lampi rossi, periodo 3 sec., portata 5 M sulla testata del molo foraneo; 3422.3 - fanale a lampi verdi, periodo 3 sec., portata 3 M sulla testata del molo di sottoflutto.
Fondo marino: sabbioso
Fondali: in banchina da 3 a 5 m.
Posti barca: previsti 342 per imbarcazioni da diporto.
Lunghezza massima: 15 m.
Venti: N - NE, SE.
Traversia: levante.
Rade sicure più vicine: Crotone
Servizi per unità da diporto:
Distributore di gasolio sulla banchina Sud - fontanella - scivolo - scalo d'alaggio – gru mobile – rimessaggio all'aperto/coperto - riparazione motori - riparazioni elettriche ed elettroniche – riparazione scafi in legno e vtr - ormeggiatori - servizi antincendio - ritiro rifiuti - servizio meteo - servizi igienici e docce - parcheggio auto - cabina telefonica.
Autorità marittima:
Guardia costiera, ufficio locale marittimo: Piazza della Cittadinanza Attiva tel./fax 0962.36328
Indirizzo del Porto:
Via Capo Alice, snc. 88811 Ciro' Marina (KR)
tel.: 0962 31611 / 31766 fax 0962 379007
Coordinate:
CIRO' MARINA 39°22' 75" N 17°08' 48" E
Pericoli: circa 70 m della banchina Est è crollata a seguito delle mareggiate invernali (molo foraneo principale).
Orario di accesso: continuo
Accesso: scogli affioranti entrando sulla sinistra (molo foraneo).
Fari e fanali: 3424 (E 2128) - faro a lampi bianchi, grp. 2, periodo 10 sec., portata 16 M, su Punta Alice; 3422 - fanale a lampi rossi, periodo 3 sec., portata 5 M sulla testata del molo foraneo; 3422.3 - fanale a lampi verdi, periodo 3 sec., portata 3 M sulla testata del molo di sottoflutto.
Fondo marino: sabbioso
Fondali: in banchina da 3 a 5 m.
Posti barca: previsti 342 per imbarcazioni da diporto.
Lunghezza massima: 15 m.
Venti: N - NE, SE.
Traversia: levante.
Rade sicure più vicine: Crotone
Servizi per unità da diporto:
Distributore di gasolio sulla banchina Sud - fontanella - scivolo - scalo d'alaggio – gru mobile – rimessaggio all'aperto/coperto - riparazione motori - riparazioni elettriche ed elettroniche – riparazione scafi in legno e vtr - ormeggiatori - servizi antincendio - ritiro rifiuti - servizio meteo - servizi igienici e docce - parcheggio auto - cabina telefonica.
Autorità marittima:
Guardia costiera, ufficio locale marittimo: Piazza della Cittadinanza Attiva tel./fax 0962.36328
Indirizzo del Porto:
Via Capo Alice, snc. 88811 Ciro' Marina (KR)
tel.: 0962 31611 / 31766 fax 0962 379007
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DIPORTO NAUTICO / Marina di Porto Bolaro - Servizi per unità da diporto
« il: Maggio 30, 2014, 02:00:54 »
L'approdo Marina di porto Bolaro si trova a sud di Reggio Calabria in località San Leo. L'area attrezzata di circa 5000 metri per la Nautica da diporto e pontili galleggianti è composta da 15 pontili galleggianti di lunghezza 12 metri con la capacità di 68 posti barche.
L'approdo è situato a pochi minuti dall'Aeroporto dello Stretto e a soli 5 minuti dal centro di Reggio Calabria e si trova all'interno della Baia di Porto Bolaro, antico approdo utilizzato dai Greci e dai Romani. Immersa nel verde mediterraneo ha un'area attrezzata con pontili galleggianti forniti di acqua, luce e con tutti i servizi a terra (zona relax, reception, docce, bagni, punto bar).
Accesso: prima di entrare nell'approdo è necessario avvisare il personale e mantenere una velocità adeguata.
Fari e fanali: luci gialle intermittenti alle estremità dei pontili
Fondo marino: sabbia
Fondali: da 1 a 10 m.
Radio: vhf canale 09
Posti barca: 68
Lunghezza massima: 35 m
Divieti: è vietato ormeggiarsi senza parabordi; divieto di pesca e balneazione dell'approdo.
Venti: I e II quadrante
Rade sicure più vicine: porto di Reggio Calabria
Servizi e attrezzature per unità da diporto
Prese acqua ed energia elettrica – scivolo – rimessaggio all'aperto – riparazione motori – riparazioni elettriche ed elettroniche – guardianaggio – ormeggiatori – sommozzatori – ritiro rifiuti – servizio meteo – servizi igienici e docce – rifornimento alimentare – parcheggio auto.
Autorità marittima:
Capitaneria di Porto Centralino P.le Porto, 2 - 89121 Reggio Calabria tel. 0965.656111 fax 0965.656333
Centro Secondario Soccorso Marittimo tel. 0965.650090
Direzione Marittima Calabria tel. 0965.43832/46037.
Informazioni:
Marina di Porto Bolaro strada statale 106, loc. San Leo – 89134 Reggio Calabria tel. 0965.358172
L'approdo è situato a pochi minuti dall'Aeroporto dello Stretto e a soli 5 minuti dal centro di Reggio Calabria e si trova all'interno della Baia di Porto Bolaro, antico approdo utilizzato dai Greci e dai Romani. Immersa nel verde mediterraneo ha un'area attrezzata con pontili galleggianti forniti di acqua, luce e con tutti i servizi a terra (zona relax, reception, docce, bagni, punto bar).
Accesso: prima di entrare nell'approdo è necessario avvisare il personale e mantenere una velocità adeguata.
Fari e fanali: luci gialle intermittenti alle estremità dei pontili
Fondo marino: sabbia
Fondali: da 1 a 10 m.
Radio: vhf canale 09
Posti barca: 68
Lunghezza massima: 35 m
Divieti: è vietato ormeggiarsi senza parabordi; divieto di pesca e balneazione dell'approdo.
Venti: I e II quadrante
Rade sicure più vicine: porto di Reggio Calabria
Servizi e attrezzature per unità da diporto
Prese acqua ed energia elettrica – scivolo – rimessaggio all'aperto – riparazione motori – riparazioni elettriche ed elettroniche – guardianaggio – ormeggiatori – sommozzatori – ritiro rifiuti – servizio meteo – servizi igienici e docce – rifornimento alimentare – parcheggio auto.
Autorità marittima:
Capitaneria di Porto Centralino P.le Porto, 2 - 89121 Reggio Calabria tel. 0965.656111 fax 0965.656333
Centro Secondario Soccorso Marittimo tel. 0965.650090
Direzione Marittima Calabria tel. 0965.43832/46037.
Informazioni:
Marina di Porto Bolaro strada statale 106, loc. San Leo – 89134 Reggio Calabria tel. 0965.358172
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DIPORTO NAUTICO / Porto Marina di Camerota - Servizi per unità da diporto
« il: Maggio 27, 2014, 12:23:45 »
Tra i porti più attrezzati e rilevanti della Provincia di Salerno, il Porto di Marina di Camerota è costituito da un molo di sopraflutto a tre bracci da circa 450 m di lunghezza e da un molo di sottoflutto di 150 m. I due moli racchiudono uno specchio d'acqua di circa 50000 mq e permettono il passaggio di imbarcazioni con pescaggio entro i 4,5 m.
L'interno del porto è strutturato in modo da garantire un uso razionale dello spazio e permettere a imbarcazioni di varie dimensioni di destreggiarsi con agilità nelle manovre di ormeggio.
Sono presenti 3 pontili mobili dalla lunghezza di 104, 116 e 80 metri, separati da altrettante banchine. Pontili e banchine sono dotati di servizi primari (acqua, luce) erogati su base ricaricabile tramite apposite colonnine e gestiti da personale qualificato e competente che fornisce supporto attivo anche durante le operazioni di ormeggio e disormeggio.
Il servizio è attivo anche in orario notturno e coadiuvato da un'intensa attività di guardiania.
Coordinate:MARINA DI CAMEROTA 39°59' 85 N 15°22' 88 E
Pericoli: insabbiamento canale di accesso. In entrata le imbarcazioni dovranno mantenersi ad una distanza non inferiore a metri 5 dalla testata del molo di sottoflutto: tale limite è segnalato da un gavitello di colore rosso (Ord. n° 19/97 di Circomare Palinuro).
Orario di accesso: continuo.
Accesso: mantenersi centrali a causa di un banco di sabbia sulla dritta; ingresso a velocità molto contenuta, elevato transito in ambo i sensi; spiaggia contigua alla diga di sottoflutto.
Fari e fanali: 2670 (E 1741) - fanale a lampi rossi, periodo 4 sec., portata 3 M, sul molo di sopraflutto; 2671 (E 1741.2) - fanale a lampi verdi, periodo 4 sec., portata 3 M, sul molo di sottoflutto.
Fondo marino: sabbioso.
Fondali: in banchina da 1 a 2,5 m; in porto da 1 a 4,5 m.
Radio: vhf canale 9
Posti barca: 300.
Lunghezza massima: 35 m.
Divieti: di ormeggio alle imbarcazioni da diporto nella banchina posizionata frontalmente all'ingresso (zona riservata ai pescherecci).
Venti: dominanti scirocco, libeccio e levante.
Traversia: mezzogiorno.
Ridosso: da ovest.
Rade sicure più vicine: Porto Infreschi (porto naturale).
Servizi per unità da diporto:
Distributore di benzina e gasolio in banchina (h. 07,00/20,00) - illuminazione banchine – prese acqua ed energia elettrica - scivolo - scalo di alaggio - gru mobile – travel lift fino a 200 t - rimessaggio all'aperto/coperto - riparazione motori - riparazioni elettriche - riparazione scafi in legno e vtr – guardianaggio (h. 24) – pilotaggio – ormeggiatori (h. 24) - sommozzatori – servizio antincendio - ritiro rifiuti - servizio meteo - servizi igienici e docce - rifornimento alimentare - parcheggio auto - cabina telefonica.
Autorità marittima
Ufficio Locale Marittimo v. Lungomare Trieste tel./fax 0974.932644.
L'interno del porto è strutturato in modo da garantire un uso razionale dello spazio e permettere a imbarcazioni di varie dimensioni di destreggiarsi con agilità nelle manovre di ormeggio.
Sono presenti 3 pontili mobili dalla lunghezza di 104, 116 e 80 metri, separati da altrettante banchine. Pontili e banchine sono dotati di servizi primari (acqua, luce) erogati su base ricaricabile tramite apposite colonnine e gestiti da personale qualificato e competente che fornisce supporto attivo anche durante le operazioni di ormeggio e disormeggio.
Il servizio è attivo anche in orario notturno e coadiuvato da un'intensa attività di guardiania.
Coordinate:MARINA DI CAMEROTA 39°59' 85 N 15°22' 88 E
Pericoli: insabbiamento canale di accesso. In entrata le imbarcazioni dovranno mantenersi ad una distanza non inferiore a metri 5 dalla testata del molo di sottoflutto: tale limite è segnalato da un gavitello di colore rosso (Ord. n° 19/97 di Circomare Palinuro).
Orario di accesso: continuo.
Accesso: mantenersi centrali a causa di un banco di sabbia sulla dritta; ingresso a velocità molto contenuta, elevato transito in ambo i sensi; spiaggia contigua alla diga di sottoflutto.
Fari e fanali: 2670 (E 1741) - fanale a lampi rossi, periodo 4 sec., portata 3 M, sul molo di sopraflutto; 2671 (E 1741.2) - fanale a lampi verdi, periodo 4 sec., portata 3 M, sul molo di sottoflutto.
Fondo marino: sabbioso.
Fondali: in banchina da 1 a 2,5 m; in porto da 1 a 4,5 m.
Radio: vhf canale 9
Posti barca: 300.
Lunghezza massima: 35 m.
Divieti: di ormeggio alle imbarcazioni da diporto nella banchina posizionata frontalmente all'ingresso (zona riservata ai pescherecci).
Venti: dominanti scirocco, libeccio e levante.
Traversia: mezzogiorno.
Ridosso: da ovest.
Rade sicure più vicine: Porto Infreschi (porto naturale).
Servizi per unità da diporto:
Distributore di benzina e gasolio in banchina (h. 07,00/20,00) - illuminazione banchine – prese acqua ed energia elettrica - scivolo - scalo di alaggio - gru mobile – travel lift fino a 200 t - rimessaggio all'aperto/coperto - riparazione motori - riparazioni elettriche - riparazione scafi in legno e vtr – guardianaggio (h. 24) – pilotaggio – ormeggiatori (h. 24) - sommozzatori – servizio antincendio - ritiro rifiuti - servizio meteo - servizi igienici e docce - rifornimento alimentare - parcheggio auto - cabina telefonica.
Autorità marittima
Ufficio Locale Marittimo v. Lungomare Trieste tel./fax 0974.932644.
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NORME E LEGGI SULLA PESCA / Ordinanze di sicurezza balneare 2014
« il: Maggio 15, 2014, 04:43:09 »
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DIPORTO NAUTICO / Il Centro Internazionale Radiomedico CIRM
« il: Maggio 14, 2014, 02:11:38 »
Il Centro Internazionale Radiomedico è sorto nel 1935, allo scopo di fornire assistenza radiomedica ai marittimi, imbarcati su navi senza medico a bordo, di qualsiasi nazionalità, in navigazione su tutti i mari.
Il CIRM ha la sua sede in Roma ed i suoi servizi medici, sono gratuiti. Essi includono l'interessamento per un eventuale trasbordo del paziente su nave fornita di servizi medici o, se la distanza lo permette, il prelievo del malato con mezzi navali o aerei per una rapida ospedalizzazione.
L'assistenza Radio Medica del CIRM è assicurata da medici in servizio continuativo di guardia (H. 24).
I comandi delle navi in navigazione con malati o infortunati a bordo possono contattarci attraverso
le seguenti vie:
Centro Internazionale Radio Medico (C.I.R.M.)
Via dell'Architettura, 41 - 00144 - Roma
Telefono: [+39] - 06.59290263
Fax: [+39 ] - 06.5923333
Cellulare: [+39] - 348 - 3984229
TELESOCCORSO
INDICAZIONI DA FORNIRE IN UNA RICHIESTA DI ASSISTENZA MEDICA INDIRIZZATA AL CIRM
Nome della nave e nominativo radio.
Posizione della nave, porto di partenza e di destinazione, tempo stimato di arrivo, rotta e velocità.
Età del paziente, nazionalità, qualifica.
Respirazione, polso, temperatura e, se possibile, pressione arteriosa.
Sintomatologia, localizzazione e tipo dei dolori, nonchè tutte le opportune notizie relative alla malattia.
In caso di infortunio, oltre alla sintomatologia , è opportuno indicare il luogo e modalità dell'incidente.
Precedenti clinici del paziente.
Medicinali disponibili a bordo.
Prodotti medicinali eventualmente già somministrati.
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Il CIRM ha la sua sede in Roma ed i suoi servizi medici, sono gratuiti. Essi includono l'interessamento per un eventuale trasbordo del paziente su nave fornita di servizi medici o, se la distanza lo permette, il prelievo del malato con mezzi navali o aerei per una rapida ospedalizzazione.
L'assistenza Radio Medica del CIRM è assicurata da medici in servizio continuativo di guardia (H. 24).
I comandi delle navi in navigazione con malati o infortunati a bordo possono contattarci attraverso
le seguenti vie:
Centro Internazionale Radio Medico (C.I.R.M.)
Via dell'Architettura, 41 - 00144 - Roma
Telefono: [+39] - 06.59290263
Fax: [+39 ] - 06.5923333
Cellulare: [+39] - 348 - 3984229
TELESOCCORSO
INDICAZIONI DA FORNIRE IN UNA RICHIESTA DI ASSISTENZA MEDICA INDIRIZZATA AL CIRM
Nome della nave e nominativo radio.
Posizione della nave, porto di partenza e di destinazione, tempo stimato di arrivo, rotta e velocità.
Età del paziente, nazionalità, qualifica.
Respirazione, polso, temperatura e, se possibile, pressione arteriosa.
Sintomatologia, localizzazione e tipo dei dolori, nonchè tutte le opportune notizie relative alla malattia.
In caso di infortunio, oltre alla sintomatologia , è opportuno indicare il luogo e modalità dell'incidente.
Precedenti clinici del paziente.
Medicinali disponibili a bordo.
Prodotti medicinali eventualmente già somministrati.
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PESCA FORUM BAR / Buon Compleanno Carlo86
« il: Maggio 13, 2014, 00:33:18 »
Oggi è il compleanno del nostro amico Carlo
Auguroni
Auguroni
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NOTIZIE E SEGNALAZIONI / Sudafrica, lo squalo bianco ancora vittima della pesca illegale
« il: Maggio 11, 2014, 01:40:09 »
In Sudafrica le norme che regolano la pesca sono severe ma non hanno fermato del tutto il bracconaggio, che compromette la sostenibilità ambientale e la ricchezza, anche turistica, del patrimonio naturalistico locale.
Lo squalo trovato morto a Mossel Bay, fotografia per gentile concessione Oceans
Uno squalo bianco di tre metri è stato trovato morto la scorsa settimana sulla spiaggia di Diaz, nota località balneare di Mossel Bay in Sudafrica. Presentava un'ampia asportazione di parte del fianco con esposizione degli organi interni e secondo Enrico Gennari, direttore scientifico di Oceans, si tratta della vittima di pescatori senza scrupoli.
Esaminando lo squalo, Gennari ha avuto modo di rilevare la colorazione troppo chiara delle branchie, tipica della morte per asfissia in quanto è il segno di scarso afflusso di sangue alle branchie. L'animale è stato vittima di una tipologia di pesca illegale che sfrutta ami, tecniche e lenze particolari quanto fuorilegge, e al momento del ritrovamento aveva un cavo d'acciaio e un grosso amo da squali ancora attorcigliati addosso. "Cavi come quello", precisa Gennari, "sono estremamente resistenti e per un animale di queste dimensioni possono, come purtroppo è accaduto, portare alla morte per asfissia”. Molto probabilmente la lenza era attaccata alla linea dell'ancora di un'imbarcazione, per non permettere all'animale di fuggire e portandolo, lentamente,
alla morte. Gli squali hanno infatti bisogno di nuotare continuamente per far fluire l'acqua alle branchie: contrariamente alla quasi totalità degli altri pesci senza quel nuoto perpetuo affonderebbero, in quanto privi di vescica natatoria.
Gli esperti hanno in seguito cercato di identificare l'animale, cercandone tratti distintivi. “Abbiamo una grande banca dati dedicata agli squali nel nostro progetto Great White Shark", spiega Gennari, " si tratta di immagini di pinne dorsali e altri segni particolari, che quotidianamente raccogliamo per le nostre ricerche. La misura del corpo, così come la conformazione della pinna dorsale, rappresenta una vera e propria impronta digitale dello squalo bianco. Si tratta di una fonte di conoscenza che, studiata e comparata, potrà dare risultati sempre più precisi sulla popolazione di squali bianchi della zona, e non solo". La carcassa ritrovata a Mossel Bay è stata ora trasferita a Città del Capo, per ulteriori ricerche da parte degli esperti.
Dell'imbarcazione usata per adescare lo squalo al momento non c'è traccia, il che non giunge inaspettato in quanto il tipo di pesca utilizzata è assolutamente vietata. Le norme che regolano la pesca in Sudafrica sono molto severe, e si riferiscono soprattutto alle aree note in tutto il mondo per la presenza degli squali bianchi. Mossel Bay è una di queste, ed è conosciuta in quanto questi animali la pattugliano per tutto l'anno spingendosi fino alla piccola isola delle foche, che dista poche centinaia di metri dalla costa.
La popolazione locale, seppur consapevole della loro presenza a pochi metri dalle spiagge, non se ne cura più di tanto, e durante la stagione estiva i surfisti e i bagnanti si immergono tranquillamente. Gli incidenti che hanno coinvolto uomo e squalo sono rarissimi, nonostante la popolazione dei grandi squali bianchi sia piuttosto numerosa. “Il metodo criminale di pesca usato", conclude Gennari, "è la prova che siamo di fronte a persone senza scrupoli che non si preoccupano minimamente della sostenibilità ambientale, né della ricchezza che rappresentano gli squali anche dal punto di vista turistico, quindi economico. Per non parlare dell'aspetto naturalistico e della conservazione delle specie. Gli squali sono essenziali per la vita stessa degli oceani.”
di Remo Sabatini per nationalgeographic.it
Lo squalo trovato morto a Mossel Bay, fotografia per gentile concessione Oceans
Uno squalo bianco di tre metri è stato trovato morto la scorsa settimana sulla spiaggia di Diaz, nota località balneare di Mossel Bay in Sudafrica. Presentava un'ampia asportazione di parte del fianco con esposizione degli organi interni e secondo Enrico Gennari, direttore scientifico di Oceans, si tratta della vittima di pescatori senza scrupoli.
Esaminando lo squalo, Gennari ha avuto modo di rilevare la colorazione troppo chiara delle branchie, tipica della morte per asfissia in quanto è il segno di scarso afflusso di sangue alle branchie. L'animale è stato vittima di una tipologia di pesca illegale che sfrutta ami, tecniche e lenze particolari quanto fuorilegge, e al momento del ritrovamento aveva un cavo d'acciaio e un grosso amo da squali ancora attorcigliati addosso. "Cavi come quello", precisa Gennari, "sono estremamente resistenti e per un animale di queste dimensioni possono, come purtroppo è accaduto, portare alla morte per asfissia”. Molto probabilmente la lenza era attaccata alla linea dell'ancora di un'imbarcazione, per non permettere all'animale di fuggire e portandolo, lentamente,
alla morte. Gli squali hanno infatti bisogno di nuotare continuamente per far fluire l'acqua alle branchie: contrariamente alla quasi totalità degli altri pesci senza quel nuoto perpetuo affonderebbero, in quanto privi di vescica natatoria.
Gli esperti hanno in seguito cercato di identificare l'animale, cercandone tratti distintivi. “Abbiamo una grande banca dati dedicata agli squali nel nostro progetto Great White Shark", spiega Gennari, " si tratta di immagini di pinne dorsali e altri segni particolari, che quotidianamente raccogliamo per le nostre ricerche. La misura del corpo, così come la conformazione della pinna dorsale, rappresenta una vera e propria impronta digitale dello squalo bianco. Si tratta di una fonte di conoscenza che, studiata e comparata, potrà dare risultati sempre più precisi sulla popolazione di squali bianchi della zona, e non solo". La carcassa ritrovata a Mossel Bay è stata ora trasferita a Città del Capo, per ulteriori ricerche da parte degli esperti.
Dell'imbarcazione usata per adescare lo squalo al momento non c'è traccia, il che non giunge inaspettato in quanto il tipo di pesca utilizzata è assolutamente vietata. Le norme che regolano la pesca in Sudafrica sono molto severe, e si riferiscono soprattutto alle aree note in tutto il mondo per la presenza degli squali bianchi. Mossel Bay è una di queste, ed è conosciuta in quanto questi animali la pattugliano per tutto l'anno spingendosi fino alla piccola isola delle foche, che dista poche centinaia di metri dalla costa.
La popolazione locale, seppur consapevole della loro presenza a pochi metri dalle spiagge, non se ne cura più di tanto, e durante la stagione estiva i surfisti e i bagnanti si immergono tranquillamente. Gli incidenti che hanno coinvolto uomo e squalo sono rarissimi, nonostante la popolazione dei grandi squali bianchi sia piuttosto numerosa. “Il metodo criminale di pesca usato", conclude Gennari, "è la prova che siamo di fronte a persone senza scrupoli che non si preoccupano minimamente della sostenibilità ambientale, né della ricchezza che rappresentano gli squali anche dal punto di vista turistico, quindi economico. Per non parlare dell'aspetto naturalistico e della conservazione delle specie. Gli squali sono essenziali per la vita stessa degli oceani.”
di Remo Sabatini per nationalgeographic.it
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VIBO VALENTIA / Vincolo archeologico e divieto di pesca Loc. Trainiti (VV)
« il: Marzo 29, 2014, 22:15:34 »
Con decorrenza immediata nello specchio acqueo le cui coordinate (WGS84) sono di seguito riportate, ricadente nell'area di confine tra i Comuni di Vibo Valentia e Briatico, la Soprintendenza per i beni Archeologici della Calabria ha posto un vincolo archeologico ai sensi dell'art. 4 del D.Lgs.42/04.
1) Località "Trainiti":
a) 38°43' 13.50" N 16°04' 05.10" E
b) 38°43' 09.16" N 16°04' 24.03" E
c) 38°43' 29.90" N 16°04' 21.53" E
d) 38°43' 28.13" N 16°04' 07.42" E
Nei tratti di mare in sopra meglio individuate, è vietato:
- ancorare e sostare con qualunque unità sia da diporto che ad uso professionale;
- effettuare attività di immersione con qualunque tecnica;
- svolgere attività di pesca professionale e/o sportiva di quatunque natura;
- qualsiasi ulteriore attività che possa alterare lo stato dei luoghi.
Non sei autorizzato a visualizzare i link. Registati o effettua Login
1) Località "Trainiti":
a) 38°43' 13.50" N 16°04' 05.10" E
b) 38°43' 09.16" N 16°04' 24.03" E
c) 38°43' 29.90" N 16°04' 21.53" E
d) 38°43' 28.13" N 16°04' 07.42" E
Nei tratti di mare in sopra meglio individuate, è vietato:
- ancorare e sostare con qualunque unità sia da diporto che ad uso professionale;
- effettuare attività di immersione con qualunque tecnica;
- svolgere attività di pesca professionale e/o sportiva di quatunque natura;
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NOTIZIE E SEGNALAZIONI / Acqua, oro blu? Un italiano su tre scarica i liquami direttamente in mare
« il: Marzo 21, 2014, 21:08:26 »
Oro blu, equilibrio mondiale con i Paesi in via di sviluppo, acquedotti colabrodo e rispetto per Sorella Acqua. In occasione della Giornata Mondiale dell’acqua sono quasi sempre questi i temi ricordati. In Italia sarebbe bene concentrarsi, sulle nostre vere emergenze: un cittadino su quattro non è collegato alle fognature e un cittadino su tre scarica direttamente i liquami a mare, senza passare per la depurazione. Riconoscere valore all’acqua, significa prendersene cura con i fatti.
La mia provocazione è per spiegare che ogni Paese, in relazione all’acqua, ha una necessità differente. Da noi c’è un’urgenza sulla depurazione per il cronico ritardo che abbiamo verso l’UE. Una ritardo che ci costerà 700 milioni l’anno di sanzioni dalla Corte UE, se non ci sbrighiamo a costruire depuratori.
Nei Paesi OCSE più evoluti del nostro, dove per ciascun abitante si investono 80 euro l’anno dedicati al servizio idrico, con punte di 160 euro/anno in Danimarca - contro i nostri 30 euro l’anno – le necessità sono meno ingenti, le reti idriche perdono di meno e gli standard ambientali sono rispettati. Nei Paesi in via di sviluppo ci si deve concentrare sull’approvvigionamento e molte aziende italiane potrebbero contribuire alla realizzazione di acquedotti e di infrastrutture se venisse riconosciuto – come chiediamo da tempo – l’accantonamento dell’1% delle bollette a favore delle iniziative di cooperazione internazionale. Non beneficienza, progetti industriali.
L’acqua è un valore ma spesso le nostre istituzioni, la politica e le associazioni, si limitano ad affermarlo più a parole che nei fatti. Riconoscere valore all’acqua significa prendersene cura, realizzando 3 miliardi all’anno di investimenti per i prossimi 20 anni, concentrandosi sulla depurazione delle acque che scarichiamo per non lasciare ai nostri figli un mostruoso debito ambientale.
di Mauro D’Ascenzi, vicepresidente di Federutility
Fonte: greenreport.it
La mia provocazione è per spiegare che ogni Paese, in relazione all’acqua, ha una necessità differente. Da noi c’è un’urgenza sulla depurazione per il cronico ritardo che abbiamo verso l’UE. Una ritardo che ci costerà 700 milioni l’anno di sanzioni dalla Corte UE, se non ci sbrighiamo a costruire depuratori.
Nei Paesi OCSE più evoluti del nostro, dove per ciascun abitante si investono 80 euro l’anno dedicati al servizio idrico, con punte di 160 euro/anno in Danimarca - contro i nostri 30 euro l’anno – le necessità sono meno ingenti, le reti idriche perdono di meno e gli standard ambientali sono rispettati. Nei Paesi in via di sviluppo ci si deve concentrare sull’approvvigionamento e molte aziende italiane potrebbero contribuire alla realizzazione di acquedotti e di infrastrutture se venisse riconosciuto – come chiediamo da tempo – l’accantonamento dell’1% delle bollette a favore delle iniziative di cooperazione internazionale. Non beneficienza, progetti industriali.
L’acqua è un valore ma spesso le nostre istituzioni, la politica e le associazioni, si limitano ad affermarlo più a parole che nei fatti. Riconoscere valore all’acqua significa prendersene cura, realizzando 3 miliardi all’anno di investimenti per i prossimi 20 anni, concentrandosi sulla depurazione delle acque che scarichiamo per non lasciare ai nostri figli un mostruoso debito ambientale.
di Mauro D’Ascenzi, vicepresidente di Federutility
Fonte: greenreport.it
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ARTIFICIALI DA SPINNING / [Artificiali 2014] APIA H-BAIT 140mm x 14 gr
« il: Febbraio 27, 2014, 22:11:49 »
H-Bait rappresenta una delle novità, per il 2014, dell'azienda APIA. Si tratta di un artificiale, di 140mm x 14 grammi, slow floating, che imita un piccolo pesce foraggio in azione poco sotto la superficie (dai 20 ai 40 cm). In fase di recupero sviluppa un nuoto lineare con un leggero rolling. Dotato di una buona lanciabilità, è ottimo nella fase di ricerca in acque basse.
[Total length] 140mm
[Weight] 14g
[Type] slow floating
[Action] delicate slow pitch roll
[Range] 20 ~ 40cm
[Weight] 14g
[Type] slow floating
[Action] delicate slow pitch roll
[Range] 20 ~ 40cm
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NOTIZIE E SEGNALAZIONI / Il mistero del mostro dell’Artico che attacca i sottomarini russi
« il: Febbraio 27, 2014, 18:34:30 »
La cosa sembrerebbe presa da “Ventimila leghe sotto i mari” di Jules Verne o una riedizione del mito norreno del Kraken, ma ad annunciare il 16 febbraio che un sottomarino senza pilota russo era stato attaccato da un mostro, una gigantesca creatura, è stato il serissimo direttore dell’Istituto di studi delle tecnologie marittime dell’Accademia delle scienze della Russia, Leonid Naumov.
La notizia, ripresa da diversi media russi, potrebbe avere una spiegazione scientifica.
Il sottomarino Klavessine sarebbe stato attaccato a 1.600 di profondità da un “mostro” che avrebbe cominciato a scuoterlo e quando l’Istituto di studi delle tecnologie marittime ha recuperato il natante lo ha trovato ricoperto di ammaccature e graffi.
Sergei Petukhov scrive su Ria Novosti: «Anche se i biologi marini non sono riusciti a dire di quale creatura si tratti visionando le registrazioni video del Klavessine, secondo loro lo stesso fenomeno è stato osservato in alcune foto prese in acque profonde nel 2007, ma nessuna ricerca è stata condotta su questa creatura sconosciuta alla scienza».
I russi si metteranno alla ricerca del mostro che attacca i loro sottomarini che scandagliano i fondali dell’Artico in cerca di risorse, oppure si accontenteranno di spiegazioni molto meno “fantasiose”?
Secondo diversi ricercatori russi il sottomarino avrebbe potuto subire quei danni andando a sbattere su un altro tipo di ricercatore subacqueo automatico che lavora in profondità. Quindi il piccolo sottomarino Klavessine-1R, o una delle sue versioni che lavorano in profondità fino a 6 km in regime autonomo e con un programma precedentemente stabilito, sarebbe stato agganciato da un macchinario più grosso che lo avrebbe sbatacchiato in giro, creando una nube di fango che nei video apparirebbe come un “mostro” gigantesco. Questo spiegherebbe anche le ammaccature ed i graffi sullo spesso guscio di acciaio. Ma c’è un problema, la presenza di un altro dispositivo subacqueo al lavoro sul fondale e che preleva rocce dovrebbe essere ben nota all’Istituto di studi delle tecnologie marittime.
L’altra spiegazione sembra apparentemente più semplice: il Klavessine-1R è un grosso siluro lungo 5,8 metri, l’iperodonte boreale (Hyperoodon ampullatus), uno zifio in grado di immergersi fino a 1.500 metri, è approssimativamente della stessa taglia. Siccome i capodogli, nemici giurati dei calamari giganti, non vivono nell’Artico perché per loro fa troppo freddo, i maggiori predatori dei calamari sono gli iperodonti. Quindi non ci sarebbe nulla di strano che un calamaro gigante abbia scambiato il sottomarino Klavessine per un iperodonte e lo abbia attaccato.
Petukhov scrive: «A giudicare dalle foto pubblicate sul sito dell’Istituto di studi delle tecnologie, la gamma di colori della maggior arte dei componenti è grigio-giallastro, colore tipico dei cetacei. Non è una coincidenza. La prima regola dell’osservatore è non spaventare gli abitanti del mare con la sua originalità». I profondi graffi e le ammaccature sul sommergibile potrebbero essere stati causati dal potente becco di un calamaro gigante o dagli urti sul fondale al momento dell’attacco.
Si ipotizza che invece di un calamaro possa essere stata un’enorme piovra ad attaccare il Klavessine, infatti alcune specie di piovre, prima ritenute animali termofili, nel gli anni ’60 sono state scoperte prima nelle acque antartiche e poi anche nell’Artico. Ma fino ad oggi il più grande Octopodidae conosciuto, Haliphron atlanticus, raggiunge i 3,6 metri di lunghezza e viveva al di fuori del Circolo polare Artico, anche se diversi esemplari sono stati trovati oltre quella “barriera”, e gli scienziati dicono che questi cefalopodi stanno estendendo molto a nord il loro areale, favoriti dal global warming.
Non mancano naturalmente le ipotesi più strampalate e fantasiose, come quella dell’attacco di un ittiosauro preistorico sopravvissuto, non si sa come, tra i ghiacci artici. Ma quello su cui punta di più la stampa russa è un misterioso e gigantesco “mostro” marino che sopravanzerebbe per dimensioni le creature, già a volte molto grandi, che vivono nelle profondità degli oceani.
Il problema come una creatura artica di questo tipo, risalente probabilmente alla notte dei tempi, sia riuscita a rimanere invisibile fino ad oggi. «Prima di tutto – evidenzia Petukhov riportando l’opinione di diversi scienziati russi - questi mostri dovrebbero aver mantenuto la loro popolazione al livello per poter moltiplicarsi durante milioni di anni. In altri termini, dovrebbero essercene centinaia sul fondo dell’oceano, forse migliaia. Come sono passati inosservati fino ad oggi? Se questi mostri fossero reali sarebbero stati studiati da molto tempo».
Ma gli scienziati dicevano più o meno la stessa cosa sulla probabilità che esistessero ancora pesci ossei dei Crossopterygii , i celacanti, contemporanei dei dinosauri, che poi sono spuntati nel 1938 vivi e vegeti nei mari dell’Africa Orientale e meridionale. Ed è solo 15 anni fa che si è scoperta un’altra specie di celacanto che viveva tranquillamente in Indonesia.
Prima o poi gli scienziati sveleranno il mistero del “mostro” artico, ma intanto questa vicenda è servita a far conoscere un’altra cosa poco nota: i russi hanno numerose apparecchiature sottomarine che setacciano metodicamente i fondali dell’Artico da molti anni e, come conclude Petukhov, con malcelato orgoglio nazionalista, «Il periodo di circa 20 anni delle spedizioni sporadiche nell’Artico sembra appartenere definitivamente del passato. I ricercatori russi hanno nuove occasioni di studiare l’Artico in maniera sistematica e minuziosa al livello tecnologico più moderno. E si vi si trovano dinosauri viventi li scopriranno per forza, così come tutti gli altri segreti delle profondità della regione».
[27 febbraio 2014] greenreport.it
La notizia, ripresa da diversi media russi, potrebbe avere una spiegazione scientifica.
Il sottomarino Klavessine sarebbe stato attaccato a 1.600 di profondità da un “mostro” che avrebbe cominciato a scuoterlo e quando l’Istituto di studi delle tecnologie marittime ha recuperato il natante lo ha trovato ricoperto di ammaccature e graffi.
Sergei Petukhov scrive su Ria Novosti: «Anche se i biologi marini non sono riusciti a dire di quale creatura si tratti visionando le registrazioni video del Klavessine, secondo loro lo stesso fenomeno è stato osservato in alcune foto prese in acque profonde nel 2007, ma nessuna ricerca è stata condotta su questa creatura sconosciuta alla scienza».
I russi si metteranno alla ricerca del mostro che attacca i loro sottomarini che scandagliano i fondali dell’Artico in cerca di risorse, oppure si accontenteranno di spiegazioni molto meno “fantasiose”?
Secondo diversi ricercatori russi il sottomarino avrebbe potuto subire quei danni andando a sbattere su un altro tipo di ricercatore subacqueo automatico che lavora in profondità. Quindi il piccolo sottomarino Klavessine-1R, o una delle sue versioni che lavorano in profondità fino a 6 km in regime autonomo e con un programma precedentemente stabilito, sarebbe stato agganciato da un macchinario più grosso che lo avrebbe sbatacchiato in giro, creando una nube di fango che nei video apparirebbe come un “mostro” gigantesco. Questo spiegherebbe anche le ammaccature ed i graffi sullo spesso guscio di acciaio. Ma c’è un problema, la presenza di un altro dispositivo subacqueo al lavoro sul fondale e che preleva rocce dovrebbe essere ben nota all’Istituto di studi delle tecnologie marittime.
L’altra spiegazione sembra apparentemente più semplice: il Klavessine-1R è un grosso siluro lungo 5,8 metri, l’iperodonte boreale (Hyperoodon ampullatus), uno zifio in grado di immergersi fino a 1.500 metri, è approssimativamente della stessa taglia. Siccome i capodogli, nemici giurati dei calamari giganti, non vivono nell’Artico perché per loro fa troppo freddo, i maggiori predatori dei calamari sono gli iperodonti. Quindi non ci sarebbe nulla di strano che un calamaro gigante abbia scambiato il sottomarino Klavessine per un iperodonte e lo abbia attaccato.
Petukhov scrive: «A giudicare dalle foto pubblicate sul sito dell’Istituto di studi delle tecnologie, la gamma di colori della maggior arte dei componenti è grigio-giallastro, colore tipico dei cetacei. Non è una coincidenza. La prima regola dell’osservatore è non spaventare gli abitanti del mare con la sua originalità». I profondi graffi e le ammaccature sul sommergibile potrebbero essere stati causati dal potente becco di un calamaro gigante o dagli urti sul fondale al momento dell’attacco.
Si ipotizza che invece di un calamaro possa essere stata un’enorme piovra ad attaccare il Klavessine, infatti alcune specie di piovre, prima ritenute animali termofili, nel gli anni ’60 sono state scoperte prima nelle acque antartiche e poi anche nell’Artico. Ma fino ad oggi il più grande Octopodidae conosciuto, Haliphron atlanticus, raggiunge i 3,6 metri di lunghezza e viveva al di fuori del Circolo polare Artico, anche se diversi esemplari sono stati trovati oltre quella “barriera”, e gli scienziati dicono che questi cefalopodi stanno estendendo molto a nord il loro areale, favoriti dal global warming.
Non mancano naturalmente le ipotesi più strampalate e fantasiose, come quella dell’attacco di un ittiosauro preistorico sopravvissuto, non si sa come, tra i ghiacci artici. Ma quello su cui punta di più la stampa russa è un misterioso e gigantesco “mostro” marino che sopravanzerebbe per dimensioni le creature, già a volte molto grandi, che vivono nelle profondità degli oceani.
Il problema come una creatura artica di questo tipo, risalente probabilmente alla notte dei tempi, sia riuscita a rimanere invisibile fino ad oggi. «Prima di tutto – evidenzia Petukhov riportando l’opinione di diversi scienziati russi - questi mostri dovrebbero aver mantenuto la loro popolazione al livello per poter moltiplicarsi durante milioni di anni. In altri termini, dovrebbero essercene centinaia sul fondo dell’oceano, forse migliaia. Come sono passati inosservati fino ad oggi? Se questi mostri fossero reali sarebbero stati studiati da molto tempo».
Ma gli scienziati dicevano più o meno la stessa cosa sulla probabilità che esistessero ancora pesci ossei dei Crossopterygii , i celacanti, contemporanei dei dinosauri, che poi sono spuntati nel 1938 vivi e vegeti nei mari dell’Africa Orientale e meridionale. Ed è solo 15 anni fa che si è scoperta un’altra specie di celacanto che viveva tranquillamente in Indonesia.
Prima o poi gli scienziati sveleranno il mistero del “mostro” artico, ma intanto questa vicenda è servita a far conoscere un’altra cosa poco nota: i russi hanno numerose apparecchiature sottomarine che setacciano metodicamente i fondali dell’Artico da molti anni e, come conclude Petukhov, con malcelato orgoglio nazionalista, «Il periodo di circa 20 anni delle spedizioni sporadiche nell’Artico sembra appartenere definitivamente del passato. I ricercatori russi hanno nuove occasioni di studiare l’Artico in maniera sistematica e minuziosa al livello tecnologico più moderno. E si vi si trovano dinosauri viventi li scopriranno per forza, così come tutti gli altri segreti delle profondità della regione».
[27 febbraio 2014] greenreport.it
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ARTIFICIALI DA SPINNING / [Artificiali Spinning 2014] Maria Japan Fla-Pen 85mm x 15gr
« il: Febbraio 26, 2014, 02:27:49 »Questo innovativo artificiale è concepito per produrre un particolare moto di turbolenza dell’acqua lungo la scia di recupero. Il flusso di scia è infatti tagliato ritmicamente dal flap posto in coda che durante il recupero oscilla sul piano orizzontale e ruota contemporaneamente lungo l’asse longitudinale dell’artificiale. Il flap di coda, inoltre, può essere ripiegato prima del lancio per non interferire negativamente con la penetrazione nell’aria dell’esca, ribaltandosi poi solo nella fase attiva di recupero. A queste caratteristiche si aggiungono le colorazioni keimura e le striature glow di alcune delle 12 livree disponibili.
Maria Japan Fla-Pen 85mm x 15gr, disponibile da Aprile 2014
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NORME E LEGGI SULLA PESCA / [SARDEGNA] Proposta (vergognosa) per la regolamentazione della pesca ricreativa
« il: Febbraio 25, 2014, 21:51:11 »
Proposta di Legge Regionale atta ad introdurre un ampio sistema, di licenze di pesca divise per categoria, che autorizza la cattura di una o più specie ittiche, nel mare territoriale della Sardegna, da parte di un pescatore sportivo, ricreativo e/o turistico con uno o più attrezzi, sistemi e tecniche di pesca.
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Contiene la regolamentazione nelle varie discipline (apnea, pesca da riva, pesca dalla barca), del pescato (divisa per giorno, mese e anno), limitazioni di cattura da annotare sul libretto (obbligatorio), strumenti di pesca consentiti (ampiamente ridotti per tipologia e misure rispetto alla normativa nazionale) e vietati, pesce spada e tonno rosso, raccolta dei ricci, pesca dell'anguilla, ecc.... nelle acque territoriali della Sardegna.
------------------------------------
Dietro le nobili parole pronunciate nelle finalità, di questa proposta di Legge (tutela e salvaguardia della fauna e delle risorse acquatiche marine), c'è un'oscura manovra studiata appositamente per portare "aria fresca" alle casse della Regione...prendendo a piene mani, senza dare nulla in cambio. Nessun programma (a breve, medio e lungo termine) per combattere la pesca illegale. Saltano subito all'occhio le competenze dell’Assessore Regionale all’Agricoltura e riforma agro-pastorale, che stabilisce le modalità per il rilascio della licenza di pesca e gli oneri a carico dei richiedenti. Non mi convince per niente ...il sistema delle licenze, per un massimo di tre a persona, suddivise per disciplina (apnea, pesca da riva, dalla barca, ecc). E' un modo come un altro per dire "più peschi, più paghi". In tre parole, speculazione a mille. Fuori luogo la restrizione del barchino divergente da riva (vietato espressamente) e la limitazione degli attrezzi e di cattura ..sia per i residenti, sia per i turisti. Inoltre, mi preoccupa il fatto che a livello regionale e nazionale ..questa proposta ha suscitato parecchie polemiche e indignazione ..da parte dei pescatori e delle associazioni. Sarà solo una Proposta di Legge o c'è qualcosa di grosso che bolle in pentola, anche a livello nazionale?
Perchè il permesso di pesca gratuito scadrà, per tutti, il 31 dicembre 2014?
Cosa ne pensate?
A voi la palla....
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Contiene la regolamentazione nelle varie discipline (apnea, pesca da riva, pesca dalla barca), del pescato (divisa per giorno, mese e anno), limitazioni di cattura da annotare sul libretto (obbligatorio), strumenti di pesca consentiti (ampiamente ridotti per tipologia e misure rispetto alla normativa nazionale) e vietati, pesce spada e tonno rosso, raccolta dei ricci, pesca dell'anguilla, ecc.... nelle acque territoriali della Sardegna.
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Dietro le nobili parole pronunciate nelle finalità, di questa proposta di Legge (tutela e salvaguardia della fauna e delle risorse acquatiche marine), c'è un'oscura manovra studiata appositamente per portare "aria fresca" alle casse della Regione...prendendo a piene mani, senza dare nulla in cambio. Nessun programma (a breve, medio e lungo termine) per combattere la pesca illegale. Saltano subito all'occhio le competenze dell’Assessore Regionale all’Agricoltura e riforma agro-pastorale, che stabilisce le modalità per il rilascio della licenza di pesca e gli oneri a carico dei richiedenti. Non mi convince per niente ...il sistema delle licenze, per un massimo di tre a persona, suddivise per disciplina (apnea, pesca da riva, dalla barca, ecc). E' un modo come un altro per dire "più peschi, più paghi". In tre parole, speculazione a mille. Fuori luogo la restrizione del barchino divergente da riva (vietato espressamente) e la limitazione degli attrezzi e di cattura ..sia per i residenti, sia per i turisti. Inoltre, mi preoccupa il fatto che a livello regionale e nazionale ..questa proposta ha suscitato parecchie polemiche e indignazione ..da parte dei pescatori e delle associazioni. Sarà solo una Proposta di Legge o c'è qualcosa di grosso che bolle in pentola, anche a livello nazionale?
Perchè il permesso di pesca gratuito scadrà, per tutti, il 31 dicembre 2014?
Cosa ne pensate?
A voi la palla....
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PESCA FORUM BAR / Buon Compleanno Luigi
« il: Febbraio 22, 2014, 01:32:24 »
Oggi in nostro caro amico Luigi ^FLEA^ festeggia il 31° compleanno
Augurissimi
Augurissimi