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PESCI E TECNICHE DI PESCA / FASI LUNARI
« on: June 14, 2008, 09:11:57 »
Mi sono sempre posto dei quesiti ai quali non sono mai riuscito a darmi una risposta soddisfacente.
E' risaputo che le fasi lunari hanno un'influenza sull'attività e di conseguenza sulla cattura dei nostri amici pinnuti. Ma in che modo si mani tale influsso e perchè?
Vorrei anche sapere se per la pesca notturna o diurna è migliore il periodo di luna calante (ultimo quarto) oppure quello di luna crescente (primo quarto)

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TECNICA DI PESCA ALLA PASSATA

Il concetto della pesca alla passata è quello di posare in acqua una lenza sostenuta dal galleggiante e lasciarla scendere per un certo tratto lungo la corrente, facendole compiere ,appunto, una <<passata>>.
E’, quindi, un tipo di pesca che può essere esercitato sia con canna fissa sia con quella a mulinello, che in questo caso viene chiamata canna <<bolognese>>, anche se vi sono alcune differenze.
La bolognese , infatti, consente di lasciar scendere la lenza per un tratto più lungo di corrente, anche fin quando sia possibile vedere il galleggiante. La fissa, invece, ha un raggio d’azione più limitato, che consente, però, una passata più precisa e un migliore controllo sulla lenza.
Naturalmente, le differenze non sono così nette, ed è possibile ottenere buoni risultati con l’una e con l’altra tecnica, adattandole al luogo ed al pesce insidiato. E’, quindi, soprattutto una questione di preferenza e soprattutto di <<mano>>.
Una differenza basilare è quella che riguarda la lunghezza degli attrezzi: la canna fissa, avendo un raggio d’azione necessariamente più limitato (lunghezza della canna più lunghezza del filo profondità), dovrà essere più lunga rispetto alla bolognese. Nelle nostre acque, infatti, considerando una ipotetica media, ci si renderebbe conto che per la fissa la misura più utilizzata è di circa 8 metri contro i 5 – 6 metri della bolognese.
Con la fissa, poi, si tende a pescare proprio sotto il vettino, operando la tecnica della <<trattenuta>>, è questo un altro motivo che consiglia canne più lunghe.
La bolognese, invece, permette di lanciare la lenza a largo, anche se la passata risulterà necessariamente meno precisa e la trattenuta determinerà il progressivo avvicinamento della lenza verso riva; è questa la ragione per cui non si utilizzano canne più corte anche dove il fondale non è eccessivo. Per chi si avvicina a questa tecnica consigliamo di evitare di pescare più a largo se poi non si è in grado di ferrare tempestivamente o, comunque, non si ha la completa padronanza dell’attrezzo.
Di fondamentale importanza per questa tecnica è la pasturazione, questa va effettuata con lanci frequenti di di bigattini verso monte se si pesca a pesci come il cavedano, oppure con palle di pastura e le apposite reticelle metalliche, per pesci di fondo.



montatura di lenza per la passata

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PESCA ACQUE INTERNE / ESCA MICIDIALE PER LA TROTA
« on: April 12, 2008, 16:25:46 »
LARVA DI FRIGANEA
(portasassi o portalegna)


E’ la migliore esca naturale per le trote  dei torrenti dell’Appennino in periodo primaverile ed estivo. E’ lo stadio larvale acquatico di una farfallina dell’ordine dei Tricotteri  presente nei corsi montani in genere da fine marzo , ma in alcune zone anche prima, fino a tutto giugno ed oltre talvolta in quantità  tale da rappresentare, da sola in questi mesi, l’alimentazione base della trota.
Caratteristico l’astuccio protettivo realizzato con detriti tenuti insieme da fili di seta secreti dalle ghiandole labiali.
Ogni specie di friganea impiega materiali diversi. Ottime esche per la trota sono quelle che utilizzano detriti sassosi e quelle che invece preferiscono detriti vegetali, ovvero i cosiddetti portasassi e portalegna.
Il corpo è di colore giallastro, grasso e molle, lungo circa 2 cm. ; la testa scura e sclerificata ed in prossimità di questa le zampette atte ad afferrare il cibo e portarlo alla bocca dotata di apparato masticatore. Queste larve difatti dono onnivore  ed alcune specie prettamente zoofaghe, ovvero si nutrono di altri piccoli animaletti. I portasassi  sono soliti ancorare i loro astucci sotto i sassi presenti nel letto del torrente e dato che spesso si riuniscono in colonie, talvolta con un po’ di fortuna, trovato il punto buono è possibile procurarsene in quantità sufficiente per una battuta di pesca, in pochi minuti. I portalegna invece si raccolgono ai bordi del corso d’acqua dove la corrente è meno forte o nei rigiri di corrente. Per il trasporto basta alloggiare le larve in un contenitore dove è stato sistemato del muschio umido. Si innescano su ami bruniti a filo tondo e fine del N° 5 se si innescano più due larve altrimenti del N° 8. Si innesca la prima larva, naturalmente sgusciata, a coprire il gambo dell’amo facendo scorrere la testa appena dopo la paletta sul filo, quindi le altre sotto la testa e con il corpo parzialmente libero dall’amo ed infine l’ultima  a coprire la punta  ed in parte la curvatura del medesimo. La trota, se la nostra azione di pesca è stata corretta,attacca con decisione la friganea; ferrate alle prime tocche.


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PESCA ACQUE INTERNE / LA SANGUISUGA esca antica
« on: April 10, 2008, 11:45:37 »
LA SANGUISUGA
Un’esca antica per cavedani difficili


La Sanguisuga, un tempo usata per salassi, se saputa usare con dovizia, può regalare grandi soddisfazioni soprattutto con il cavedano abituale consumatore di questi anellini. Il ciprinide infatti, terribilmente diffidente, impazzisce di fronte a questo boccone a lui evidentemente oltremodo prelibato.
Può essere reperita direttamente con facilità sul luogo di pesca (presente i quasi tutti i nostri corsi d’acqua) cercandola sotto i piccoli ciottoli in prossimità del bagnasciuga nei punti in cui la corrente si fa più lenta.
Per un’intera giornata di pesca possono bastarne anche una quindicina dato che è un’esca che si presta benissimo per più catture consecutive, essendo assai resistente. Si possono conservare in un barattolo di plastica al cui interno verranno posti alcuni ciottoli inumiditi e un po’ di borraccina.
Vanno innescate nel tratto mediano del dorso appena sottopelle. L’azione di pesca avviene con canna fissa, la montatura dovrà essere costituita da un monofilo di diametro ridotto ma non inferiore allo 0,08, un amo brunito del N° 16 a gambo corto e di un galleggiante adeguato alla velocità della corrente. La piombatura deve essere a scalare a partire da 30 – 40 cm dall’amo.
Appena toccata l’acqua la sanguisuga inizierà a nuotare distendendosi con naturalezza; bisogna farla lavorare ad un palmo dal fondo per evitare che vi trovi un rifugio.
E’ molto frequente che il cavedano vi si avventi non appena verrà posata sull’acqua. Se il pesce si presenta quantomai diffidente, si pratica la tecnica della trattenuta, magari esercitandola a fine passata. Al deciso inabissamento del galleggiante, la ferrata dovrà essere impressa con tempestività ed in modo abbastanza deciso.

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PESCA ACQUE INTERNE / ARTIFICIALI in acque dolci
« on: February 12, 2008, 14:44:57 »
Ho notato che questo forum è, giustamente visto la conformazione morfologica della regione, un po' sbilanciato verso le tecniche di pesca in mare.
In qualità di pescatore a "tutto campo" ho ritenuto di riequilibrare un po' le cose.

ARTIFICIALI IN ACQUE DOLCI

Il Rattlin Rogue

Costruito dall'americana "Smihtwick" è un artificiale che si addice benissimo alle nostre acque, anche le più piccole.
Lungo 11,43 centimetri , è leggerissimo, infatti pesa 9,43 grammi. E' costruito in materiale plastico ed è vuoto all'interno, ci sono delle piccole sferette che ne aumentano il potere adescante, durante la fase di recupero.
La casa  consiglia il modello "Shallow" per le acque poco profonde; infatti la pesca è indirizzata ai luoghi dove le acque sono basse: piccoli laghi, ghiareti, piane dei fiumi ecc.
Questo artificiale si addice a varie tecniche e a vari predatori, il suo comportamento in acqua è vivace e guizzante e non si avvertono difficoltà di pesca sia in acqua ferma che nelle correnti veloci. Il top lo raggiunge con tecniche a sorpresa dove è determinante il primo lancio ai fini della cattura ed è adatto per pesci come il black-bass, la trota dei fiumi e il cavedano invernale.
Con il Rattlin Rogue  si possono usare canne da lancio leggero e medio-pesante, principale richiesta va alla sensibilità che l'attrezzo deve avere in punta per consentire un recupero controllato.
La potenza della canna può variare a seconda dell'ambiente in cui dobbiamo pescare, infatti si può lanciare altrettanto bene con canne da 10-30 grammi adatte per i bass e canne più leggere 5-20 grammi adatte per trote e cavedani. Non tutti i monofili si adattano a questo leggero artificiale, un buon 0,20 è comunque il compromesso migliore fra sensibilità di recupero e resistenza in caso di grosse prede.
La pesca in acque ferme"
Il Rattlin Rogue è indicato per la caccia al persico trota.
La tecnica: se abbiamo avvistato il black immobile con la schiena a pelo d'acqua indirizziamo il lancio qualche metro più avanti e di lato rispetto alla posizione del pesce, questo perché il monofilo cadendo sull'acqua può mettere in allarme il nostro obbiettivo.
Con tecniche di sorpresa non occorrono recuperi particolari, a volte basta richiamare il minnow recuperando semplicemente, se il black è in caccia bastano pochi giri di manovella e l'attacco avverrà subito. Altre volte inseguono e attaccano sotto i nostri piedi. Una cosa è certa, il Rattlin Rogue è adescante appena cade in acqua e il movimento è vivacissimo anche in acque ferme. Lo si può usare anche al luccio, nei canali dove l'acqua è bassa e l'ambiente è ristretto.
" e in acque veloci
Se vogliamo pescare con un artificiale di buone dimensioni per insidiare grosse trote e cavedani dei fiumi il Rattlin Rogue è sicuramente fra i migliori in assoluto specialmente per le piane piatte e le correnti moderate. Le stagioni migliori per il suo utilizzo sono l'inverno e la primavera quando le acque sono fredde e medio-alte. Come per il black anche le trote e i cavedani sono attratti dalla estrema vivacità che ha il minnow in fase di recupero.
Nei periodi più freddi dell'anno il recupero dell?esca dovrà essere molto lento alternando a brevi soste anche piccoli strappetti. Per i grossi cavedani delle piane piatte con lenta corrente è molto redditizia questa tecnica: si fa scendere l'artificiale a barchetta, verso valle lasciando aperto l'archetto del mulinello sbobinando filo fino a quando il minnow ha raggiunto la zona ( può essere 20-30 metri a valle della nostra postazione o in una zona dove abbiamo notato delle bollate o comunque del movimento in acqua causato dai cavedani), in quel momento si chiude l'archetto del mulinello ed inizia un lento recupero intervallato da brevi soste. L'attacco avverrà sicuramente se l'acqua è in scaduta dopo una piena, con livelli ancora alti e di colore verde. Quando i livelli sono bassi e l'acqua è chiara qualche attacco ci sarà ma non con la frequenza di prima.
Con le trote bisogna attaccare la postazione con lanci a raggiera scegliendo zone di acqua veloce con grossi massi sul fondo, che sono da sempre un buon rifugio per il salmonide  e la zona circostante un ideale luogo di pesca. 


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NOTIZIE E SEGNALAZIONI / BUON SENSO ED EDUCAZIONE
« on: February 10, 2008, 16:46:00 »
Volevo fare alcune considerazioni personali sul comportamento di certi "pescatori" che frequentano torrenti, laghi e mare. Non sono sicuro di inserirle nella sezione giusta, ma visto che questa recita <Quattro chiacchiere fra amici> mi è sembrata idonea.

L'ambiente che frequentiamo,il vivere civile, ci induce ad una naturale educazione, derivante dalla saggezza, dalla pazienza, che ogni pescatore dovrebbe avere nel suo intimo.
Il vero pescatore, desidera misurarsi col proprio antagonista, cioè il pesce, da pari a pari, escogitando modi e maniere per ottenere quel risultato, di soddisfazione naturale del parametro Uomo-Pesce.
Non esiste la dimostrazione (vantata da alcuni) della bravura, ma esiste la consapevolezza di una cattura ottenuta con intelligenza. Purtroppo oggigiorno molti pescatori si recano nei luoghi di pesca come se andassero ad una sagra, incuranti di ogni principio di educazione e di rispetto per chi già si trova sul posto e più delle volte per evitare eventuali discussioni,chi desidera veramente pescare, è costretto a lasciare il luogo che occupava. Questo "entusiasmo" chiamiamolo così, può essere nella natura di queste persone , ma è anche superficialità e ignoranza in merito a quei principi elementari che riguardano l'attività piscatoria.
Probabilmente queste persone sono convinte che è sufficiente avere una licenza in tasca, mettersi in mostra con abbigliamento di grido, esibendo attrezzature costosissime, per farsi considerare dei pescatori, non rendendosi conto i <<tapini>> che la sola immagine che creano di se stessi è quella di rendersi ridicoli, ma soprattutto dimostrare la poca maturità civile che c'è in loro.
Non parliamo poi di coloro che vagano lungo le rive come fantasmi errabondi in cerca di chissà cosa, disturbando il prossimo e magari mettendosi davanti impedendo così lo svolgere dell'attività dell'altro, fregandosene di tutto.
Io credo che la regola delle distanze (stabilita dal regolamento della pesca) dovrebbe consigliare un comportamento ben diverso ma probabilmente queste persone certe regole non le sanno, e pensare che il buon senso ( che è fondamentale) ci insegna, che tutto ciò non è solo deleterio ai fini della pesca, ma contrasta anche con le più elementari regole di rispetto dei diritti degli altri.
A questo punto chiamerei in causa le varie Associazioni, i vari Club e anche certi Forum esistenti, che promuovono certe iniziative, corsi, ecc.....(badando solo esclusivamente a determinati interessi) che sarà bene prima di ogni cosa, promuovere l'insegnamento dell'educazione e del comportamento, che sono la base del vivere civile e della formazione dei veri pescatori. Queste secondo la mia modesta opinione, sono le funzioni che devono svolgere questi enti, rendendosi conto di quanta diseducazione siamo circondati.
Sono convinto che se si attuasse questa politica la situazione potrebbe migliorare , perchè credo ancora nel buon senso della gente, certo che se queste cose non si fanno, avremo sempre una situazione destinata a peggiorare e ci troveremo un giorno a giocare a tressette col morto. Forse esagero, ma mi auguro e auguro alle future generazioni, che non si arrivi veramente a tanto. Certo che il tempo in cui ci si recava al fiume o al mare per goderne le bellezze, assaporare e godere quei momenti di silenzio e di pace che l'ambiente ti offriva dimenticando anche solo per breve tempo i problemi della vita quotidiana, penso proprio che siano svaniti, lasciando in chi quei tempi li ha vissuti, molta nostalgia.
Desidero precisare che non intento insegnare niente a nessuno in quanto chi nasce educato si comporta secondo le regole, gli altri ne traggano le loro debite conclusioni.
Chiudendo invio un caloroso saluto a tutti i pescatori e in particolar modo ai più umili, nella speranza che questo appello al buonsenso e all'educazione sia recepito.

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