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ISTRUZIONI DETTAGLIATE  PER LA COSTRUZIONE DI BARCHINO DIVERGENTE O SCANNETTO

Cari amici Calabresi e non,
come avevo promesso, mi sono costruito un ottimo BARCHINO DIVERGENTE o SCANNETTO.
Non ostante qualche piccola difficoltà, dovuta al fatto che io non ne avavo mai visto uno nella realtà, ed alla scarsità di informazioni reperibili in Internet, le misure e le proporzioni, in qualche caso me le sono dovute inventare, e sperimentare un paio di volte prima di raggiungere l’ottimale.
Funziona veramente bene anche con onda e mare formato.
È fatto a Catamarano e non a Proa come tanti altri, ovvero ha gli scafi della stessa lunghezza anziché uno più lungo dell'altro, e non ha la necessità di aggiungere un contrappeso per bilanciare lo scafo esterno, perché non ce n’è affatto bisogno, visto che gli scafi hanno la stessa portanza e peso.
Innanzi tutto voglio anticipare una cosa. Io l’ho fatto con queste misure, ma le stesse possono essere variate, l’importante è che si mantenga la proporzione tra una misura e l’altra. Se volessimo costruirne uno più piccolo, anche tutte le altre misure dovranno variare, ma in modo proporzionale.
Ad esempio se volessimo un barchino di 50 cm di lunghezza massima anziché di 70 come quello qui riportato, anche tutto il resto dovrà cambiare, traverse, maniglia ecc. ma in modo proporzionale
Ad esempio... la formula per conoscere la misura proporzionale delle traverse sarà la seguente:
100:70 = 50:x
quindi 70 moltiplicato 50 diviso 100 mi darà 35, e questa sarà la misura delle traverse per un barchino di cm 50 di lunghezza.
E cosi sarà per tutte le altre misure, tranne che per lo spessore delle traverse, che sarà bene non indebolirle troppo per evitare che un onda grossa spezzi il vostro barchino in due, come uno stuzzicadenti.
Il risultato è, che un Barchino più piccolo sarà meno ingombrante e meno pesante per il trasporto, più maneggevole e meno pesante da trainare, ma gli svantaggi saranno quelli di non poter reggere un mare più formato, con maggiori probabilità di scuffiare (rovesciarsi) facilmente con onde frangenti, inoltre avrà meno tensione sul trave.
Le caratteristiche saranno opposte per un barchino più grande.

Capito questo concetto ecco le misure del mio, che sopporta bene anche un mare formato.
Lunghezza degli scafi fuori tutto cm 70, Larghezza cm 50.

Costruzione:
Prendete due tavole del legno che preferite, di cm 70x25x2,5. Naturalmente legni più pregiati avranno più resistenza nel tempo, ma anche maggiore costo e probabilmente più duri da lavorare.
In realtà anche una tavola di abete con una buona resinatura soddisfa pienamente lo scopo senza avere un costo elevato, ed un peso specifico eccessivo.
La cosa più importante è scegliere un legno che sia bello diritto e con pochi nodi, ma se anche dovesse averne qualcuno, basterà dargli una buona stuccata con segatura fine, che otterrete dallo stesso legno, mischiata con un po’ di resina poliestere, o se avrete deciso di pitturarlo con un colore, potreste usare anche dello stucco bi-componente per carrozzeria.

Fatto questo, piantate un chiodino provvisorio a cm 25 da uno dei lati esterni di una tavola e cm 5 dal bordo superiore della stessa, come da foto N.2 .
Prendete un cordino sul quale farete due occhielli. Fissate il cordino, al chiodino da un lato, e ad una matita dall’altro. Ora segnate una curva mantenendo il cordino sempre in tensione.
Poi accorciate il cordino di circa cm 2.5/3 e disegnate una linea curva parallela alla prima, ma più interna, che vi servirà successivamente come riferimento per la smussatura delle prue.
Ripetete l’operazione quattro volte alle due estremità di ciascuna tavola.
Tagliate le 4 prue seguendo la prima linea, poi sgrossatele tenendo come riferimento la seconda linea, con pialla e lima e rifinitela con carta vetrata. Meglio usare una macchina levigatrice a disco, e dischi di grana diversa, cominciate con il disco a grana più grossa, poi con quello a grana fine, sino ad avere una finitura liscia ed uniforme.
Attenzione arrotondate solo le prue, lasciando le chiglie piatte. in quanto smussare le chiglie non è assolutamente necessario, anzi controproducente perché diminuirebbe la tensione sul trave e aumenterebbe lo scarroccio verso l'operatore. Oltretutto non rastremandole, le chiglie saranno più solide, sopratutto su spiagge ghiaiose.
Ora procediamo con le traverse, ovvero i legni che uniscono gli scafi.
Dovete ricavarne due di cm 50x4x2,5.
Per unire gli scafi potrete scegliere di fare un taglio ad ala di farfalla come quello che ho fatto io, che è un po’ più complicato da fare, ma anche più sicuro, oppure di di unirli semplicemente facendo un taglio dritto della stessa dimensione della traversa, sul bordo superiore dello scafo.
È importante non lasciare molto gioco, bensì dovete cercare di fare in modo che le traverse entrino leggermente forzate, ma non troppo, diversamente potreste scheggiare o rompere il legno.
Un altro modo molto efficace e più rapido da realizzare è quello di utilizzare due angolari di alluminio,  con un semplice taglio sulla verticale dello scafo, dove infilerete un lato dell’angolare, ed una vite che passando in un buco che avrete praticato nella parte superiore dello stesso angolare, lo terrà fissato allo scafo.
Ed il gioco è fatto, avendo oltretutto ottenuto una resistenza superiore e minor gioco tra i due scafi. Vedi foto 17 - 18
Attenzione:  per l’assemblaggio degli scafi con le traverse,accertatevi che le smussature delle prue siano ambedue rivolte dallo stesso lato. Vedi   foto 4 -5– 10 - 11  -14 - 15 - 16.
Preparate i fori per la maniglia come da foto 10 - 11 – 14 - 15.
Attenzione:  I fori per la maniglia devono essere fatti sullo scafo che presenta la smussatura verso di noi e non .Vedi foto 10 – 11 – 13 – 14 – 15 - 16.
Le traverse vanno fissate allo scafo con una vite da legno meglio se di acciaio inox 316 aisi  di almeno cm 5/6, preparando un buco prima con un trapano, ed una punta di 1mm più piccola della vite che andremo ad usare. Vedi foto  7
Ora, dopo aver smontato il tutto potete passare alla  verniciatura. Io l’ho fatta con una mano piuttosto abbondante di resina poliuretanica, e finito il problema. Impermeabilizzazione eccellente e duratura.
Ma a vostra discrezione potete farlo anche con un impregnante prima e poi tre o quattro mani di vernice marina, avendo cura di lasciar asciugare bene la vernice  è dare una passatina leggera con carta vetrata fine tra una mano è l’altra. Vi ci vorranno almeno 4 giorni se non fa freddo è non piove. Con la resina se è una buona giornata di sole avrete finito in 24 ore.

Per la maniglia visto che procurarsi dell’acciaio inox 316 potrebbe non essere un impresa facile, ho usato una barra di ottone per saldare ad ossigeno di 7 mm. Poco costosa, facile da trovare in qualunque ferramenta, e non arrugginisce. Perché complicarsi la vita ? Lunghezza cm 50 piegata a cm 4,5/5 su ambo i lati.
La piegatura va fatta con l’aiuto di una buona morsa ed un buon martello.
Piegare ad angolo 90 gradi, assicurandosi che la parte centrale dove scorrerà il moschettone sia all’incirca di cm 40.
I buchi per la maniglia li ho fatti inclinati di 45 gradi  rispetto allo scafo in modo da creare una leva e rendere più improbabile la possibilità che si possa sfilare. La distanza dal bordo superiore deve essere di cm.5, e la maniglia deve essere ben parallela, e centrata orizzontalmente, rispetto allo scafo, lasciando la stessa misura a destra e a sinistra.
Allo scopo si deve usare un trapano elettrico ed una punta di circa mm1 più stretta rispetto alla maniglia in modo che la barra entri forzata, poi basta martellarla dentro.

IL TRAVE
Ma la vera innovazione, che credo di essere il primo ad apportare a questa tecnica di pesca, stà nel trave e nell’avvolgitore su cui viene riposto.
Incominciamo dal trave... non c’è nulla di più irritante di un filo di nylon quando, dopo due o tre volte che lo si riavvolge, incomincia a ritorcersi su se stesso e all’improvviso ti ritrovi con una massa di spaghetti inestricabile. Li finisce il piacere della pesca...
Oppure quando sempre dopo quelle famose due o tre volte allo svolgerlo si scopre che ha preso la piegatura sugli angoli dell’avvolgitore.
E poi quando incominciate a tirare per farlo entrare in acqua?
Se non c’è qualcun altro che lo ve lo spinge sino al bordo d’acqua, avrete il filo di Nylon che si allunga, si allunga, si allunga, e rischia di spezzarsi lì per lì, e di nuovo addio piacere della pesca.
Tutto questo non succede se usiamo qualche linea da Kite-surf trovatevi un amico che pratica questo sport, potrebbe passarvi quelle linee che lui ha dismesso, o potrete facilmente trovarle chiedendo a qualche scuola di Kite-surfing, se dalle parti vostre ce n’è una. Nella peggiore delle ipotesi le comperate in internet da qualche negozio specializzato.
Dovete sapere che chi pratica questo sport, ed oggi sono parecchi, deve cambiare le linee che lo tengono attaccato al Kite (aquilone) prima che queste si rompano per usura, diversamente si può rischiare grosso. Ebbene queste linee presentano molti vantaggi che vi descriverò di seguito
1)   Quando le avvolgiamo o svolgiamo, non si ritorcono, e questa è una gran bella cosa.
2)   La resistenza è infinitamente superiore al filo di nylon per quanto grosso sia. Figuratevi che per    rompere una linea da kite ci vogliono parecchie centinaia di Kg
3)   Non è elastico, perciò non si allunga quando tirate il barchino verso l’acqua dopo aver disteso il trave.
4)   Non essendo elastico e molto più rigido del nylon quando è in tensione, si sentono molto meglio le vibrazioni dei pesci quando toccano le vostre esche o quando hanno abboccato.
5)   Per attaccare i finali basta fare un semplice nodo ad occhiello e non c’è bisogno di sofisticati metodi di montaggio con perline e rivetti perché il terminale non scappi a destra o a sinistra. Vedi foto N.12
Le linee da kite possono essere di 15- 18-20-metri e anche più. Io ne ho prese di varie lunghezze ed in totale ne ho avvolte m.93. Si possono unire facilmente infilandone una nell’occhiello dell’altra o annodandole tra di loro.

L’AVVOLGITORE
Anche qui, credo di essere il primo a portare questa innovazione, che come idea nasce ancora dal Kite-surf.
Ma non vi siete mai stancati il braccio avvolgendo 70/80 metri di nylon su un avvolgitore che avvolge  cm 10 o 15 per volta? Bisogna muovere le braccia sù è giù in modo alternato da 600 a 800 volte, sia quando si svolge che quando si riavvolge, minimo sono 1600 volte ogni volta che si va a pescare.
Ci vuole tanto tempo, forza e tenacia, ma si risparmia l'iscrizione al Gym.
Senza poi contare, e qui mi ripeto, i problemi di ritorsione del nylon.
Chi fa Kite-surf ha la necessita di avvolgere e svolgere quattro linee insieme in modo rapido e senza fare quelle che io chiamo spaghettate in spiaggia.
Io ho preso un boma da Kite-surf, e l’ho spogliato sino ad avere un semplice tubo di alluminio lungo cm 53, con un diametro di mm 30 rivestito di gomma morbida (In cui ci fisso gli ami degli artificiali quando riavvolgo).
Poi ho usato quatto curve a 90 gradi di PVC per tubazioni idrauliche e due tubi da cm 10, ho incollato il tutto con colla per PVC e adattato con una lima il diametro della curva perché potesse entrare forzata dentro le estremità del tubo.
Ed ecco pronto il mio avvolgitore, rapido per svolgere e riavvolgere  il trave. Infatti mi bastano un centinaio di passaggi per avvolgere 70 metri di trave, non ottocento.
È anche molto più comodo da trainare essendo l’impugnatura rotonda, e rivestita di gomma morbida, anziché quello spigoloso quadrato di multistrato, che mi ero costruito in un primo tempo dove a malapena riuscivo a metterci le dita, o quel plasticone stampato che ho comperato in un negozio di pesca e che ti taglia la mano dopo un po che tiri.

Ebbene a questo punto credo non ci sia altro da dire. Le misure le avete, le foto anche, per cui non mi rimane che augurarvi buon lavoro e buon divertimento.
Antonio alias Sharkbait.

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ISTRUZIONI DETTAGLIATE  PER LA COSTRUZIONE DI BARCHINO DIVERGENTE O SCANNETTO

Cari amici Calabresi e non,
come avevo promesso, mi sono costruito un ottimo BARCHINO DIVERGENTE o SCANNETTO.
Non ostante qualche piccola difficoltà, dovuta al fatto che io non ne avavo mai visto uno nella realtà, ed alla scarsità di informazioni reperibili in Internet, le misure e le proporzioni, in qualche caso me le sono dovute inventare, e sperimentare un paio di volte prima di raggiungere l’ottimale.
Funziona veramente bene anche con onda e mare formato.
È fatto a Catamarano e non a Proa come tanti altri, ovvero ha gli scafi della stessa lunghezza anziché uno più lungo dell'altro, e non ha la necessità di aggiungere un contrappeso per bilanciare lo scafo esterno, perché non ce n’è affatto bisogno, visto che gli scafi hanno la stessa portanza e peso.
Innanzi tutto voglio anticipare una cosa. Io l’ho fatto con queste misure, ma le stesse possono essere variate, l’importante è che si mantenga la proporzione tra una misura e l’altra. Se volessimo costruirne uno più piccolo, anche tutte le altre misure dovranno variare, ma in modo proporzionale.
Ad esempio se volessimo un barchino di 50 cm di lunghezza massima anziché di 70 come quello qui riportato, anche tutto il resto dovrà cambiare, traverse, maniglia ecc. ma in modo proporzionale
Ad esempio... la formula per conoscere la misura proporzionale delle traverse sarà la seguente:
100:70 = 50:x
quindi 70 moltiplicato 50 diviso 100 mi darà 35, e questa sarà la misura delle traverse per un barchino di cm 50 di lunghezza.
E cosi sarà per tutte le altre misure, tranne che per lo spessore delle traverse, che sarà bene non indebolirle troppo per evitare che un onda grossa spezzi il vostro barchino in due, come uno stuzzicadenti.
Il risultato è, che un Barchino più piccolo sarà meno ingombrante e meno pesante per il trasporto, più maneggevole e meno pesante da trainare, ma gli svantaggi saranno quelli di non poter reggere un mare più formato, con maggiori probabilità di scuffiare (rovesciarsi) facilmente con onde frangenti, inoltre avrà meno tensione sul trave.
Le caratteristiche saranno opposte per un barchino più grande.

Capito questo concetto ecco le misure del mio, che sopporta bene anche un mare formato.
Lunghezza degli scafi fuori tutto cm 70, Larghezza cm 50.

Costruzione:
Prendete due tavole del legno che preferite, di cm 70x25x2,5. Naturalmente legni più pregiati avranno più resistenza nel tempo, ma anche maggiore costo e probabilmente più duri da lavorare.
In realtà anche una tavola di abete con una buona resinatura soddisfa pienamente lo scopo senza avere un costo elevato, ed un peso specifico eccessivo.
La cosa più importante è scegliere un legno che sia bello diritto e con pochi nodi, ma se anche dovesse averne qualcuno, basterà dargli una buona stuccata con segatura fine, che otterrete dallo stesso legno, mischiata con un po’ di resina poliestere, o se avrete deciso di pitturarlo con un colore, potreste usare anche dello stucco bi-componente per carrozzeria.

Fatto questo, piantate un chiodino provvisorio a cm 25 da uno dei lati esterni di una tavola e cm 5 dal bordo superiore della stessa, come da foto N.2 .
Prendete un cordino sul quale farete due occhielli. Fissate il cordino, al chiodino da un lato, e ad una matita dall’altro. Ora segnate una curva mantenendo il cordino sempre in tensione.
Poi accorciate il cordino di circa cm 2.5/3 e disegnate una linea curva parallela alla prima, ma più interna, che vi servirà successivamente come riferimento per la smussatura delle prue.
Ripetete l’operazione quattro volte alle due estremità di ciascuna tavola.
Tagliate le 4 prue seguendo la prima linea, poi sgrossatele tenendo come riferimento la seconda linea, con pialla e lima e rifinitela con carta vetrata. Meglio usare una macchina levigatrice a disco, e dischi di grana diversa, cominciate con il disco a grana più grossa, poi con quello a grana fine, sino ad avere una finitura liscia ed uniforme.
Attenzione arrotondate solo le prue, lasciando le chiglie piatte. in quanto smussare le chiglie non è assolutamente necessario, anzi controproducente perché diminuirebbe la tensione sul trave e aumenterebbe lo scarroccio verso l'operatore. Oltretutto non rastremandole, le chiglie saranno più solide, sopratutto su spiagge ghiaiose.
Ora procediamo con le traverse, ovvero i legni che uniscono gli scafi.
Dovete ricavarne due di cm 50x4x2,5.
Per unire gli scafi potrete scegliere di fare un taglio ad ala di farfalla come quello che ho fatto io, che è un po’ più complicato da fare, ma anche più sicuro, oppure di di unirli semplicemente facendo un taglio dritto della stessa dimensione della traversa, sul bordo superiore dello scafo.  
È importante non lasciare molto gioco, bensì dovete cercare di fare in modo che le traverse entrino leggermente forzate, ma non troppo, diversamente potreste scheggiare o rompere il legno.
Un altro modo molto efficace e più rapido da realizzare è quello di utilizzare due angolari di alluminio,  con un semplice taglio sulla verticale dello scafo, dove infilerete un lato dell’angolare, ed una vite che passando in un buco che avrete praticato nella parte superiore dello stesso angolare, lo terrà fissato allo scafo.
Ed il gioco è fatto, avendo oltretutto ottenuto una resistenza superiore e minor gioco tra i due scafi. Vedi foto 17 - 18
Attenzione:  per l’assemblaggio degli scafi con le traverse,accertatevi che le smussature delle prue siano ambedue rivolte dallo stesso lato. Vedi   foto 4 -5– 10 - 11  -14 - 15 - 16.
Preparate i fori per la maniglia come da foto 10 - 11 – 14 - 15.
Attenzione:  I fori per la maniglia devono essere fatti sullo scafo che presenta la smussatura verso di noi e non .Vedi foto 10 – 11 – 13 – 14 – 15 - 16.
Le traverse vanno fissate allo scafo con una vite da legno meglio se di acciaio inox 316 aisi  di almeno cm 5/6, preparando un buco prima con un trapano, ed una punta di 1mm più piccola della vite che andremo ad usare. Vedi foto  7
Ora, dopo aver smontato il tutto potete passare alla  verniciatura. Io l’ho fatta con una mano piuttosto abbondante di resina poliuretanica, e finito il problema. Impermeabilizzazione eccellente e duratura.
Ma a vostra discrezione potete farlo anche con un impregnante prima e poi tre o quattro mani di vernice marina, avendo cura di lasciar asciugare bene la vernice  è dare una passatina leggera con carta vetrata fine tra una mano è l’altra. Vi ci vorranno almeno 4 giorni se non fa freddo è non piove. Con la resina se è una buona giornata di sole avrete finito in 24 ore.

Per la maniglia visto che procurarsi dell’acciaio inox 316 potrebbe non essere un impresa facile, ho usato una barra di ottone per saldare ad ossigeno di 7 mm. Poco costosa, facile da trovare in qualunque ferramenta, e non arrugginisce. Perché complicarsi la vita ? Lunghezza cm 50 piegata a cm 4,5/5 su ambo i lati.
La piegatura va fatta con l’aiuto di una buona morsa ed un buon martello.
Piegare ad angolo 90 gradi, assicurandosi che la parte centrale dove scorrerà il moschettone sia all’incirca di cm 40.
I buchi per la maniglia li ho fatti inclinati di 45 gradi  rispetto allo scafo in modo da creare una leva e rendere più improbabile la possibilità che si possa sfilare. La distanza dal bordo superiore deve essere di cm.5, e la maniglia deve essere ben parallela, e centrata orizzontalmente, rispetto allo scafo, lasciando la stessa misura a destra e a sinistra.
Allo scopo si deve usare un trapano elettrico ed una punta di circa mm1 più stretta rispetto alla maniglia in modo che la barra entri forzata, poi basta martellarla dentro.

IL TRAVE
Ma la vera innovazione, che credo di essere il primo ad apportare a questa tecnica di pesca, stà nel trave e nell’avvolgitore su cui viene riposto.
Incominciamo dal trave... non c’è nulla di più irritante di un filo di nylon quando, dopo due o tre volte che lo si riavvolge, incomincia a ritorcersi su se stesso e all’improvviso ti ritrovi con una massa di spaghetti inestricabile. Li finisce il piacere della pesca...
Oppure quando sempre dopo quelle famose due o tre volte allo svolgerlo si scopre che ha preso la piegatura sugli angoli dell’avvolgitore.
E poi quando incominciate a tirare per farlo entrare in acqua?
Se non c’è qualcun altro che lo ve lo spinge sino al bordo d’acqua, avrete il filo di Nylon che si allunga, si allunga, si allunga, e rischia di spezzarsi lì per lì, e di nuovo addio piacere della pesca.
Tutto questo non succede se usiamo qualche linea da Kite-surf trovatevi un amico che pratica questo sport, potrebbe passarvi quelle linee che lui ha dismesso, o potrete facilmente trovarle chiedendo a qualche scuola di Kite-surfing, se dalle parti vostre ce n’è una. Nella peggiore delle ipotesi le comperate in internet da qualche negozio specializzato.
Dovete sapere che chi pratica questo sport, ed oggi sono parecchi, deve cambiare le linee che lo tengono attaccato al Kite (aquilone) prima che queste si rompano per usura, diversamente si può rischiare grosso. Ebbene queste linee presentano molti vantaggi che vi descriverò di seguito
1)   Quando le avvolgiamo o svolgiamo, non si ritorcono, e questa è una gran bella cosa.
2)   La resistenza è infinitamente superiore al filo di nylon per quanto grosso sia. Figuratevi che per    rompere una linea da kite ci vogliono parecchie centinaia di Kg
3)   Non è elastico, perciò non si allunga quando tirate il barchino verso l’acqua dopo aver disteso il trave.
4)   Non essendo elastico e molto più rigido del nylon quando è in tensione, si sentono molto meglio le vibrazioni dei pesci quando toccano le vostre esche o quando hanno abboccato.
5)   Per attaccare i finali basta fare un semplice nodo ad occhiello e non c’è bisogno di sofisticati metodi di montaggio con perline e rivetti perché il terminale non scappi a destra o a sinistra. Vedi foto N.12
Le linee da kite possono essere di 15- 18-20-metri e anche più. Io ne ho prese di varie lunghezze ed in totale ne ho avvolte m.93. Si possono unire facilmente infilandone una nell’occhiello dell’altra o annodandole tra di loro.

L’AVVOLGITORE
Anche qui, credo di essere il primo a portare questa innovazione, che come idea nasce ancora dal Kite-surf.
Ma non vi siete mai stancati il braccio avvolgendo 70/80 metri di nylon su un avvolgitore che avvolge  cm 10 o 15 per volta? Bisogna muovere le braccia sù è giù in modo alternato da 600 a 800 volte, sia quando si svolge che quando si riavvolge, minimo sono 1600 volte ogni volta che si va a pescare.
Ci vuole tanto tempo, forza e tenacia, ma si risparmia l'iscrizione al Gym.
Senza poi contare, e qui mi ripeto, i problemi di ritorsione del nylon.
Chi fa Kite-surf ha la necessita di avvolgere e svolgere quattro linee insieme in modo rapido e senza fare quelle che io chiamo spaghettate in spiaggia.
Io ho preso un boma da Kite-surf, e l’ho spogliato sino ad avere un semplice tubo di alluminio lungo cm 53, con un diametro di mm 30 rivestito di gomma morbida (In cui ci fisso gli ami degli artificiali quando riavvolgo).
Poi ho usato quatto curve a 90 gradi di PVC per tubazioni idrauliche e due tubi da cm 10, ho incollato il tutto con colla per PVC e adattato con una lima il diametro della curva perché potesse entrare forzata dentro le estremità del tubo.
Ed ecco pronto il mio avvolgitore, rapido per svolgere e riavvolgere  il trave. Infatti mi bastano un centinaio di passaggi per avvolgere 70 metri di trave, non ottocento.
È anche molto più comodo da trainare essendo l’impugnatura rotonda, e rivestita di gomma morbida, anziché quello spigoloso quadrato di multistrato, che mi ero costruito in un primo tempo dove a malapena riuscivo a metterci le dita, o quel plasticone stampato che ho comperato in un negozio di pesca e che ti taglia la mano dopo un po che tiri.

Ebbene a questo punto credo non ci sia altro da dire. Le misure le avete, le foto anche, per cui non mi rimane che augurarvi buon lavoro e buon divertimento.

Antonio alias Sharkbait.




























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PESCA & FAI DA TE AUTOCOSTRUZIONE / Re: Barchino divergente
« on: October 16, 2010, 01:04:55 »
Ahhh, dimenticavo di dirvi... Altro argomento molto dibattuto e discusso, é la verniciatura. Io ho risolto con una sola mano, ma bella spessa di resina poliuretanica, meglio ancora sarebbe stata l'epossidica, ma non l'avevo a disposizione, Ma vi garantisco che una bella mano data a pennello di resina ti da lo spessore di 10 mani di vernice marina, ed una protezione a vita.
Un altro giorno vi postero e foto del barchino verniciato e del boma con il trave ed i i finali montati.
Buona notte a tutti !!!
 ;D  ùùooiuuy

4
PESCA & FAI DA TE AUTOCOSTRUZIONE / Re: Barchino divergente
« on: October 16, 2010, 00:54:41 »
Se qualcuno mi spiega come si postano le foto Pleaze... Vi  faccio vedere quelle del primo pescione e anche quelle del mio nuovo barchino. Ma la vera novità sta nel trave. Invece del filo di Nylon del #1 l'ho cambiato con una linea da Kitesurfing. Sapete quel nuovo sport ke fanno con un grande aquilone e si fanno tirare su di una tavoletta ? Ecco... loro usano delle linee che vanno dai 15 ai 20 mt. e di tanto in tanto devono cambiarle per una questione di sicurezza. Infatti se capitasse di rompere una linea quando si e al largo si potrebbe rischiare grosso, anche la vita. Per cui se conoscete qualcuno ke fa Kitesurfing sicuramente ne avra qualcuna da passarvi. Oppure andate ad una scuola di Kiesurfing e chiedete a loro. Io vivo nel paradiso del Kitesurfing, e ci sono tantissime scuole, quindi non e stato un problema.
Io ne ho attaccate insieme 5 da 15 mt. e vi dirò che c'è una gran bella differenza, anzi molteplici vantaggi che vi descrivo a continuazione:
1) nessuna elasticità. Per tanto il cavo non si allunga e si accorcia come con il Nylon.
2) Resistenza più che decuplicata. Ora non conosco i dati esatti del punto di rottura di una di queste linee,
    ma vi garantisco che ci si può appendere il peso di un uomo e non si rompe.   
3)  Il filo, essendo tessuto, non si ritorce su se stesso come avviene con il Nylon, e il problema nodi 
    é risolto.
4) Quando un pesce tocca o abbocca, essendo il cavo non elastico, la vibrazione del pesce si sente molto
    di più.
5) Nessuna necessita di mettere sofisticati nottoline per speedy lock, ma nemmeno perline  o piombi rotondi
    per evitare lo scorrimento del finale sul trave. Un buon, semplice, sicuro nodo ad asola risolve il problema.

    Se poi userete anche un boma da Kitesurfing, che altro non é che un tubo di alluminio di 60 cm. rivestito
    di un materiale gommoso, su cui potrete anche attaccarci gli artificiali, con due viti alle due estremità su
    cui avvolgerete il trave, potrete spiaggiare il barchino in pochissimo tempo e senza problemi di ritorsione
    del Nylon.
    Ma qualunque bastone va anche bene, anche un manico da scopa con due viti lunghe o anche chiodi, in
    materiale inossidabile, che siano un po' divergenti alle due estremità. In questo modo é anche molto più
    comodo da tirare credetemi, rispetto ai vari maniglini di legno o plastica, che ho visto in giro.

Allora qualche giorno fa stavo provando il mio nuovo trave, e all'improvviso uno strattone. Ebbene quando ho recuperato il barchino, uno dei tre finali che avevo montato di fluorocarbon dello 0.40 era letteralmente spezzato a meta. Cosicche ho cambiato tutti i finali con un Nylon #1 e tra l'amo e il Nylon nel raglou ci ho messo un filino di acciaio che esce per circa 3 o 4 cm dall'artificiale.
Il giorno dopo altra prova e ad un certo momento sento il filo vibrare con forza. Spiaggio il barchino e con mia grande sorpresa c'era un bel pescione, che i locali chiamavano palometa.
Assomigliava ad un Sugarello, un po' meno allungato, decisamente piu rotondeggiante, di 51 cm e un peso approssimativo tra 1.5 e 2 kg. Che felicità ......
Ora vi dico del barchino, che funziona benissimo, del quale vorrei postare le foto ma non so come.
Ha un ottimo tiro divergente e mi sono bastate poche prove per trovare le misure perfette. Se qualcuno e interessato si faccia avanti.
Anche qui, la necessità ha aguzzato l'ingegno e visto che l'acciaio inox 316 aisi qui non c'è neanche a peso d'oro, ho usato qualcosa di altrettanto valido,molto più facile da reperire, e da lavorare, una barra che qui si trova in ogni ferramenta di circa 5 mm di diametro in ottone di quelle che si usano per saldare con l'ossigeno.  E perfetta allo scopo...
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Se qualcuno ha domande scrivete pure...

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PESCA & FAI DA TE AUTOCOSTRUZIONE / Re: Barchino divergente
« on: October 15, 2010, 22:55:46 »
Ce l'abbiamo fatta... ma non solo ho gia accalappiato un pescione da 1k e 1/2...Poi viracconto appena ho un po di tempo. Comunque il barchino funziona alla perfezione... Ma ho fatto alcun scoperte che possono servire a tutti coloro che lo usano. Se riesco a postare questo poi vi spiego cosa ho scoperto...
Ciao a tutti.

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PESCA & FAI DA TE AUTOCOSTRUZIONE / Re: Barchino divergente
« on: October 14, 2010, 17:52:07 »
Hey il mio barchino funziona e questa e stata la prima preda di ieri...

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PESCA & FAI DA TE AUTOCOSTRUZIONE / Re: Barchino divergente
« on: September 20, 2010, 01:31:11 »
Ringrazio tutti coloro che hanno partecipato o che vorranno partecipare al mio progetto...

Ora sto costruendo due barchini allo stesso tempo, uno di cm.70 e uno di cm.80, e dovrò trovare la giusta proporzione tra le diverse parti...
1) Scafo grande e piccolo o scafi uguali ?
2) Inclinazione della smussatura sulle prore più o meno accentuata?Oppure smussatura simmetrica sui due lati?
3) Prore arrotondate o dritte ? Cio cambia la lunghezza al galleggiamento !!!
4) Lunghezza della maniglia rispetto allo scafo interno ?

Ringrazio Nonnoroby per le dritte riguardo al palamito a vela, anche se, per dare ordine a ciò che faccio, dovrò finire prima quel che ho iniziato prima.
Hey... geniale la figurina dell'omino sulla sdraio con la cassa di birra e il porceddu che cuoce sulle braci... Complimenti. Cosi dovrebbe essere la vita... tutti i giorni cosi...
Ciao a tutti...

8
PESCA & FAI DA TE AUTOCOSTRUZIONE / Re: Barchino divergente
« on: September 17, 2010, 20:23:26 »
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Ciao Nicovenezia,
Un'ultima domanda: Ho dedotto che la distanza delle traverse tra di loro e di cm.38 ?
quindi cm 10 da dx e cm 10 da sx corretto ?
Ed anche i punti di fissaggio dove va la barretta metallica con lo scorrevole per invertire la direzione, mi sembra di poter dedurre dalle foto che si trova in corrispondenza delle traverse, vero ?
Grazie ancora...
;D

9
PESCA & FAI DA TE AUTOCOSTRUZIONE / Re: Barchino divergente
« on: September 17, 2010, 20:20:18 »
Ciao Nicovenezia,
Un'ultima domanda: Ho dedotto che la distanza delle traverse tra di loro e di cm.38 ?
quindi cm 10 da dx e cm 10 da sx corretto ?
Ed anche i punti di fissaggio dove va la barretta metallica con lo scorrevole per invertire la direzione, mi sembra di poter dedurre dalle foto che si trova in corrispondenza delle traverse, vero ?
Grazie ancora...

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PESCA & FAI DA TE AUTOCOSTRUZIONE / Re: Barchino divergente
« on: September 15, 2010, 19:19:10 »
Ciao Nico, grazie per la puntualizzazione...
Per quanto riguarda il palamito ed il problema della direzione del vento, stavo pensando (vista la mia esperienza passata in costruzione di vari catamarani e trimarani, fino a mt.6.00) che per ovviare al problema della direzione del vento, si potrebbe costruire anche un catamarano o trimarano a vela, come uno di quelli veri, ma ridotto, con timoni e derive, e che quindi può andare in tutte le direzioni, anche di bolina , stringendo il vento sino ad un certo angolo. Se poi si volesse entrare nel sofisticato basterebbe mettere un telecomando che a distanza regoli vele e timone e cambiare direzione a seconda di dove va il vento.
Ma per ora stiamo sul semplice e soprattutto una cosa per volta, senza perdere di vista l'obbiettivo principale per me, che e quello di dare a questa gente, uno strumento per avere qualcosa in più da mettere a tavola.

Potrebbe essere un'idea per chi avesse un po di esperienza di pesca e di modellismo telecomandato...
Per ora provo il barchino poi magari il palamito a vela, se trovo una spiaggia da cui il vento soffi da terra, al limite metterò una vela di tipo Marconi anziché una vela quadra e con deriva fissa e timone regolabile si potrebbe anche cambiare l'angolo di uscita rispetto alla spiaggia... cosa te ne pare ?

11
PESCA & FAI DA TE AUTOCOSTRUZIONE / Re: Barchino divergente
« on: September 15, 2010, 18:19:32 »
Sicuramente mi interessa...
Voglio spiegarti meglio il concetto di ciò che ritengo possibile fare...
Qui ci sono chilometri di spiagge disabitate, ma quasi nessuno ha una barca. Quindi io credo che ci sia il potenziale per usare tutti quei metodi di poco costo e di conseguenza non eccessivamente sofisticati, ma che in qualche modo suppliscono a questa mancanza.
Quindi ben vengano i tuoi schemi sul come costruirsi un palamito a vela.
Ciao

12
PESCA & FAI DA TE AUTOCOSTRUZIONE / Re: Barchino divergente
« on: September 15, 2010, 17:03:56 »
Ciao Nonnoroby,
giusta osservazione la tua. La lenza a mano viene già utilizzata, ma credo che per motivo del limite di campo di azione di una lenza comune, i risultati sono scarsi.
Penso, e spero di non sbagliarmi, sul fatto che un barchino non dovrebbe essere cosi difficile da manovrare, e potendo avere un oggetto che traina al largo, su un'area più estesa, le possibilità potrebbero aumentare di molto, oltre alla la dimensione delle prede.
Comunque io non sono un esperto, e di tutti consigli vogliate darmi ne faccio tesoro, applicandoli e modificandoli naturalmente alla realtà locale. 
Grazie ancora...

13
PESCA & FAI DA TE AUTOCOSTRUZIONE / Re: Barchino divergente
« on: September 15, 2010, 16:49:17 »
Ciao Nicovenezia,
ti ringrazio tantissimo per il tuo aiuto, anche per le fotografie e i dettagli che sono molto chiari. Oggi non posso, ma domani al più tardi mi metto all'opera.
Dimmi solo una cosa che noto in questo barchino rispetto a tutti gli altri: I due scafi sono uguali per lunghezza ed altezza vero ?
Ancora tante grazie... a presto
Sharkbait

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PESCA & FAI DA TE AUTOCOSTRUZIONE / Barchino divergente
« on: September 15, 2010, 04:00:41 »
Ciao a tutti,
sono nuovissimo su questo site, e avrei bisogno di un aiuto da qualcuno di voi.
Il mese scorso mi trovavo a Torvaianica per una breve vacanza, e qualcuno mi ha parlato del barchino divergente. Immediatamente incuriosito da questo meraviglioso prodotto dell'ingegno umano mi sono recato in un negozio di pesca dove mi e stato detto che l'avrei potuto vedere.
Purtroppo ne erano sprovvisti.
Già mi immaginavo di poter portare questa novità in Repubblica Dominicana dove vivo da circa 17 anni.
Ho pensato che sopratutto per la gente del luogo potrebbe diventare un'ottima opportunità per imparare qualcosa di nuovo, che potrebbe portare sulle tavole qualcosa che  nel mare abbonda, ma che loro non hanno i mezzi e nemmeno la conoscenza di come approfittare di questa risorsa che la natura offre gratuitamente.
Ma le mie vacanze a Torvaianica sarebbero terminate il giorno dopo e non c'era tempo per andare a cercare in altri negozi.
Cosicché a scatola chiusa e senza averne la benché minima idea di cosa fosse, ho comperato con  suggerimenti del venditore tutto il resto, ovvero 200 mt di filo #1,00 per il trave, altro rotolo dello 0.35 per i finali, e poi girelle, piombi e artificiali. Ho pensato che il barchino me lo sarei potuto costruire. In internet avevo già visto qualche disegno.
Ora sono arrivato in Repubblica Dominicana, il Multistrato fenolico é qualcosa di introvabile qui, perciò  ho cominciato a costruire qualcosa con ciò che ho trovato.
Due assicelle di abete di 35mm di spessore, larghezza della grande cm 58x18 e la piccola cm 48x15. Possono servire ?
Poi ho cercato su questo sito per trovare le misure ideali, ma mi e sembrato di capire che chi le conosce non vuole condividerle, e le poche che ho trovato differiscono molto le une dalle altre.
Ho seguito con interesse tutti i post di Hannover 81 sperando di vedere pubblicate le promesse foto e misure, ma tutto si e fermato al 15 Maggio.
Interessante il progetto di Luca67 ma non parla delle smussature e l'angolo delle stesse. Dalle foto sembra che le prore siano simmetriche.
Interessante anche il progetto di Vincearchery, che differisce molto dagli altri per angolatura dell'opera viva e l'angolo di divergenza molto accentuato, le dimensioni sembrano simili a quelle di  Luca 67 ma é completamente diverso da quello commercializzato da Davide.
Kondalord ha fatto un capolavoro ma purtroppo non ci da nemmeno una misura.

Per favore qualcuno potrebbe darmi dei consigli ? Preferirei non dover spendere troppo tempo nella ricerca, ma passare subito a costruirne uno che funzioni, con mare forte come c'è qua sulla costa Nord Atlantica.

Devo capire se anche con i pesci locali funziona.
Successivamente insegnare alla gente del posto, compresi i vari Haitiani che sono sfollati qua, e che continuano a vivere in condizioni di miseria assoluta, a costruire costruirsi questo strumento che potrebbe essere loro di grande aiuto.
Calcolate che la vita qui costa quasi quanto in Europa, uno stipendio medio e di 180.00 - 200.00 EUR al mese lavorando 6 gg. la settimana, e visto il grande calo di turismo la disoccupazione sta aumentando a livelli preoccupanti.
Di certo tutti ve ne saranno  grati, ed io credo personalmente che il modo più corretto per aiutare non sia quello di portare cibo, ma di insegnare loro a procurarselo.
Da pare mia vi terrò informati di come funziona il progetto e vi manderò fotografie delle catture.
Chiedo anche all'amministratore del sito se posso pubblicare un indirizzo privato, nel caso qualcuno, per qualche motivo, preferisse comunicare attraverso questo canale.
Grazie a tutti
Sharkbait


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