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PESCA FORUM BAR / Re: CURIOSITA'.
« on: October 31, 2006, 23:43:45 »
L'esercito dei mostri marini
Storie di avvistamenti incredibili
di Antonio Biancospino



 
Vite affioranti dagli abissi marini, enigmatiche carcasse che spiaggiano dalla Florida alle Bahamas, scienziati che indagano per scoprire se c?? qualcosa di minaccioso sotto il mare? sembra lo spot di Surface, serie tv appena sbarcata sugli schermi italiani, ed invece si tratta di storie antiche e moderne, fantasie e leggende di tempeste e luci notturne, di miracolose retate di sirene e di favolosi squali giganti, al confine tra burla e mistero, che da sempre popolano gli incubi di marinai e pescatori che, dagli albori della nautica, si avventurano per mare.
La natura degli avvistamenti non ? sempre alcoolica, ed anche se la stanchezza e i giochi di luce giocano brutti scherzi, per queste cose gli scienziati parlano di criptidi acquatici o globster.
Ne parlava gi? Plinio il Vecchio, nella sua ?Storia naturale?, raccontando di un enorme polipo che, a Carteja, penetr? nel cortile di un pescivendolo, seminando panico tra uomini e cani che, dimostrandosi poco ospitali, trafissero la bestia di denti e tridenti, ributtandola tra le braccia di Nettuno.
Nel 1100 d.c. gli abitanti costieri del mare di Gerundo - antico e vastissimo bacino acquitrinoso tra Bergamo e Cremona, formato dalle esondazioni dei fiumi Adda, Oglio, Serio, Lambro e Silero - eressero mura alte 3 metri e lunghe 15 chilometri, per proteggersi dalle sortite di un drago marino. Un animale serpentiforme dall?alito pestifero. Era pi? di una leggenda visto che, ancora oggi, irriverenti reperti ossei fanno mostra di s? in diverse chiese. Un solo esempio: l?abside della chiesa di Almenno S. Salvatore, dove pende la gigantesca costola, lunga 260 cm, di una creatura che si vuole catturata nei ?c?era una volta nel fiume Brembo??.
Ai nostri giorni, Heuvelmans, nella sua ?Histoire Naturelle des animaux cach?s?, riporta 25 presunte specie di animali marini giganti ancora sconosciuti. Affermazioni che riportano a ritrovamenti di misteriose carcasse di criptidi marini non facilmente identificabili come appartenenti a specie note.
Qualche esempio: il 1? novembre 1922 gli abitanti di Margate (Sud Africa) trovarono, sulla spiaggia, un mostro marino lungo una decina di metri. La testa dell?animale era situata all?estremit? di quella che sembrava una specie di proboscide lunga almeno un metro e mezzo.
Nel 1925 un altro globster fu ritrovato sugli scogli di Santa Cruz, California (Vedi foto). Si parl? di un rarissimo esemplare di balena ?berardio boreale?. Tuttavia, nessuna delle ossa era abbastanza grande da appartenere ad una balena ed anche la coda era troppo piccola (poco meno di un metro) per potere essere quella di un essere vivente d?alto mare.
Nel 1969, sulla spiaggia messicana di Tecoluta, si spiaggi? un mostro marino del peso stimato in 35 tonnellate, ricoperto di placche corazzate ed un unico dente, che si protendeva dall?estremit? della testa. Studiato dagli zoologi, il reperto rimane tuttora un mistero.
Nell?aprile del 1977 il peschereccio nipponico Zuiyo-Maru port? in superficie quello che sembrava? un plesiosauro di almeno dieci metri. La puzza era tale che, dopo avere scattato foto a ritmo giapponese, il cadavere venne gettato in mare. Si trattava di un grosso squalo o di un plesiosauro? Guardate le foto e lasciatevi rapire dal mistero di antichi segni che riaffiorano dal mare. Altrimenti, che razza di naviganti sareste?

 
 

Tratto da (La rivista del mare it)

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PESCA A FONDO / I pesci sono  in grado di udire ?
« on: October 23, 2006, 14:43:26 »
I pesci sono  in grado di udire sebbene non abbiano l'orecchio esterno: gli organi dell'udito si trovano nella parte posteriore del cranio. Essi percepiscono i suoni che hanno una frequenza compresa tra i 16 e i 7.000 hertz. Comunque non tutti i pesci odono l'intera gamma di questi suoni. Il loro orecchio  non è complesso come quello umano, non avendo né l'orecchio esterno né il medio. Le onde sonore si spostano meglio nell'acqua( più densa dell'aria) nella quale ogni minima vibrazione viene facilmente avvertita. Emettendo suoni  i pesci si odono fra di loro, facendo oscillare le pinne l'una contro l'altra, o con movimenti delle branchie, o ancora sfregando fra di loro ossa interne o parti cartilaginee,questi possono essere amplificati usando la vescica natatoria come cassa di risonanza. In diversi pesci, la vescica natatoria è connessa all'orecchio mediante i cosiddetti ossicini di Weber, che permettono l'orecchio di udire, attraverso la pelle, i minimi cambiamenti di pressione nell'ambiente acqueo. I pesci hanno poi un sesto senso, ovvero il sistema della linea laterale. Essa è formata da una serie di piccoli tubuli che passano a fior di pelle, lungo entrambi i fianchi, aperti verso l'esterno; all'interno i tubuli hanno dei bottoni sensitivi connessi a nervi collegati a nervi principali. Per evitare che i pesci siano assordati dalla turbolenza dell'acqua creata dalle loro stesse pinne pettorali sono aiutati dall’ incurvatura del disegno della linea laterale evidente nelle diverse specie., Un pesce può variare il suo allineamento secondo la corrente d'acqua per equilibrare la pressione che sente su entrambi i fianchi del corpo prevalente; analogamente, quando nuota, un'onda d'urto curva viene proiettata in avanti contro i suoi fianchi, esso avverte i cambiamenti della pressione acquea causata da qualche ostacolo.

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PESCA A FONDO / I sensi dei pesci.
« on: October 22, 2006, 21:39:10 »
I sensi dei pesci.
L'udito dei pesci, viene percepito mediante la vescica natatoria, la quale trasferisce le vibrazioni all'apparato di Weber, connesso con il cervello. Il gusto viene normalmente percepito ed elaborato nella bocca e nel cavo faringeo e serve principalmente a distinguere i cibi ed evitare sostanza dannose. Molto spesso i pesci immettono nella bocca qualsiasi cosa capiti davanti a loro: trattengono questa sostanza giusto il tempo per capire se è digeribile e, in caso contrario, la sputano. La stessa cosa succede negli squali, i quali prima addentano per assaggiare e in base al sapore decidono se quel che hanno morsicato è una preda oppure no (a ciò si devono fortunatamente i numerosi sopravvissuti agli attacchi degli squali: non siamo di loro gradimento!). In molte specie gli organi gustativi sono posizionati anche all'esterno della testa e nei barbigli sulle labbra. Gli osfronemidi addirittura presentano recettori del gusto sulle pinne ventrali, trasformate in sottili appendici mobili che il pesce usa tastando quel che ha intorno.
I pesci presentano inoltre le narici, che non hanno funzione respiratoria (tranne che nei pesci con apparato boccale a ventosa) ma prettamente olfattiva: esse sono delle rientranze tubolari ricoperte di rosette olfattive che percepiscono le particelle odorose (sangue, putrefazione, muco di altri pesci, piante). L'acqua è convogliata all'interno e poi estromessa.
La vista è un senso che i pesci hanno sviluppato in maniera differente, in base al loro stile di vita. La maggior parte di essi presenta gli occhi ciascun su un lato: ciò consente loro un campo visivo di quasi 360°. I pesci anno un campo visivo fino ad una decina di metri,essi sono  ipermetropi.
Praticamente vedono meglio da lontano che da vicino.
Infatti i pesci hanno due tipi di visioni: una monoculare ed un'altra binoculare. La visione binoculare orizzontale è certamente più nitida ma ha un cono molto ristretto, non più di trenta gradi, e nei primi centimetri davanti al muso non vedono affatto per la posizione laterale degli occhi . Si girano di fianco per vedere un oggetto negli ultimi centimetri e lo inquadrarlo con un solo occhio.
La visione data da un solo occhio (monoculare),(ognuno dei due occhi mette a fuoco indipendentemente dall'altro) e grandangolare, non ad alta definizione ma permette di controllare l'eventuale avvicinarsi di un pericolo.
è poco nitida, essa ha un  ampio angolo,fino a 150 gradi La migliore visione i pesci ce l'hanno se un'esca gli passa sopra. La visione verticale è binoculare, più nitida, e di ampio angolo fino a 100 gradi a forma di cono rovesciato.
I predatori e i pesci sdraiati su un fianco presentano invece occhi ravvicinati e visione binoculare, con un campo visivo ad alta definizione davanti alla loro testa, adatto ad avvicinarsi alle prede.
Tuttavia moltissime specie di pesci abitano in grotte o negli abissi marini, dove filtra pochissima luce oppure regnano le tenebre eterne. Alcuni pesci (ad esempio, gli Opisthoproctus) hanno sviluppato occhi telescopici e fortemente ingrandenti, adatti a sfruttare la flebile luce che proviene dall'alto. Altre specie (Astyanax) hanno addirittura atrofizzato i loro occhi fino a farli sparire, poichè nel loro habitat sono inutili.

In base a tutto questo io penso che di notte i pesci non vedano, o perlomeno non a sufficenza per vedere il filo.

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PESCI E TECNICHE DI PESCA / FASI LUNARI & MAREE
« on: October 20, 2006, 22:23:37 »
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Le maree non sono altro il ritmico innalzamento del livello dell'acqua marina dovuto all' influenza della luna sulla superfice terrestre.

Poichè questi movimenti non avvengono nello stesso momento in ogni punto della terra, è stato necessario realizzare delle tabelle che indicano l'ora in cui si ha il massimo livello d'innalzamento e di abbassamento dell'acqua , che si chiamano, appunto, massimi e minimi di marea.

Per avere dei riferimenti precisi, sono stati presi come indicativi i principali porti italiani.

La durata di un ciclo di marea è di circa 12 ore, durante le quali l'acqua cresce per circa sei ore e decresce per un periodo uguale.

In totale, nelle 24 ore della giornata, avremo due massime e due minime di marea.

L' INFLUENZA DELLA MAREA SUI PESCI

E' innegabile che la marea gioca un ruolo fondamentale sull'attività dei pesci, è provato, sono più facili da catturare nelle sei ore che portano al culmine di marea, mentre la loro attività decresce o cessa del tutto durante la discesa, cioè in bassa marea.

Tale fenomeno coinvolge anche le zone presso le foci e tutto il tratto di fiume che risente degli innalzamenti ed abbassamenti d'acqua .

Sono soprattutto le specie marine a risentirne, mentre quelle d'acqua dolce, anche se vivono in zone dove la marea si fa sentire risultano molto meno sensibili .

Ci sono specie come la Spigola, che sono quasi impossibili da catturare durante le ore di bassa marea.

Ecco perchè le maree sono un punto importate da consultare, per ottenere un buon risultato, prima di partire per una bella battuta di pesca .

Un altro topik interessante lo trovate qui Non sei autorizzato a visualizzare i link. Registati o effettua Login

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PESCA FORUM BAR / Re: CURIOSITA'.
« on: October 20, 2006, 21:54:22 »
La vera utilit? del viagra:

La vera sorpresa emersa dalla ricerca del Dr W. von Hippel (Univ. of South Wales Sidney) ? che un effetto collaterale del Viagra sarebbe la salvezza di migliaia di specie marine a rischio. Animali come le foche possono ringraziare il Viagra per aver spostato l'attenzione internazionale sul famoso farmaco. Queste specie venivano infatti cacciate da secoli per il loro potere di rinvigorire la potenza sessuale. Sotto la coperta della legalit? nel 1996 40 mila peni di foca sono stati venduti dal Canada e Groenlandia alla Cina; ma dal 1998, anno in cui ? scoppiato il boom Viagra, le richieste di foche sono diminuite a 20 mila con un parallelo crollo del prezzo. A festeggiare il progresso scientifico sono, oltre le foche, animali come la tartaruga verde, il cavalluccio marino e il pesce ago che possono finalmente tirare un sospiro di sollievo sperando che la medicina tradizionale cinese non decida di tornare sui suoi passi.



Poco ossigeno per i pesci:

La carenza di ossigeno nelle acque marine pu? danneggiare i pesci non solo provocandone il soffocamento. Potrebbe anche impedire la loro capacit? di riprodursi, mettendo a serio rischio la sopravvivenza di molte specie. Uno studio suggerisce che l'ipossia, la scarsit? di ossigeno, provoca un danno endocrino, in particolare per ci? che riguarda la produzione interna di ormoni regolanti la riproduzione. La scoperta aggiunge un nuovo elemento alla lista degli agenti che potrebbero avere un effetto negativo sugli ormoni. Di gi? pesticidi, diversi tipi di steroidi e di metalli, e persino la luce ultravioletta sono inclusi in tale elenco. Nutrienti come l'azoto e il fosforo sono essenziali per la salute degli ambienti marini, ma un loro eccesso pu? innescare una crescita eccessiva di alghe. Queste, morendo, sono digerite dai batteri decompositori che per tale attivit? consumano una gran quantit? di ossigeno. L'eccesso di elementi nutritivi pu? essere dovuto ad attivit? umane come lo scarico di fertilizzanti o acque fognarie.



Un pesce molto costoso:

Il 28 Ottobre 2002 ? stato pescato in Mar Caspio un esemplare di storione contenente 51 Kg di uova di alta qualit?.
Di solito gli ovari delle femmine di storione contengono oltre 2 milioni di uova adesive di colore nerastro.
Il caviale ? un alimento costituito da uova di storione salate e chiuse in barili di legno, ? ricco di proteine e di fosforo.
In genere la qualit? di caviale pi? pregiata ? data da uova di grandezza di 2-4 mm.


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PESCA FORUM BAR / Re: CURIOSITA'.
« on: October 20, 2006, 21:46:51 »
Nel mare esistono animali marini che per dimensioni e anni di vita raggiungono dimenzioni veramente eccezionali. Di recente si sono scoperti conficcati sul dorso di una balena boreale dei vecchi arpioni, che fanno supporre che questa balena abbia almeno 200 anni di vita. La balena boreale (Eubalena glacialis) ? una specie di cetaceo molto rara, protetta fin dal 1935, della quale esistono solo poche centinaia di esemplari in tutto il mondo. Questa balena a causa della sua lentezza e mitezza che la rendeva facile preda dei balenieri dei secoli scorsi.
Anche lo squalo balena (Rhincodon typus) possiede caratteristiche da primato; intanto ? il pi? grande tra i ?Selaci?, classe a cui appartengono gli squali, e inoltre ? anche il pesce pi? lungo del mondo con i suoi 18 metri di lunghezza per un peso di 34 tonnellate. Lo squalo balena ha un altro primato, quello di essere uno tra gli animali pi? longevi della terra dato che alcuni esemplari vivono fino a 150 anni.






Balene cacciate
? ?
Il WWF condanna la volont? giapponese di incrementare la cattura della balenottera minore da 100 a 150 esemplari e, per la prima volta, di catturare 50 esemplari di balena boreale, una specie classificata dall'IUCN come a rischio. L'ultima stima della popolazione di balena boreale nel nord pacifico ? di circa 9000 esemplari.
La commissione internazionale per le balene (IWC) ne viet? ogni cattura nel 1978. Per continuare la caccia alla balena, il Giappone trov? una scappatoia alla moratoria dell'IWC, che ? in vigore dal 1986, giustificando le catture a scopi scientifici.

Nel frattempo, la Norvegia, ha annunciato di portare il numero delle balene minori del nord catturate quest'anno al numero di 674 esemplari, dai 549 dello scorso anno, con la speranza di ottenere lauti profitti dalla riapertura delle esportazioni verso il Giappone.

"E' vitale che l'IWC non crolli di fronte alla baleniera commerciale sottilmente travestita da ricerca scientifica.E' arrivato il tempo anche per il Giappone di smettere di sforzarsi di minare l'IWC e, invece, di iniziare a lavorare al fianco della comunit? internazionale per assicurare un futuro sicuro per il mondo delle balene," accusa Susan Liebermann, direttore del programma per la specie del WWF internazionale.

 

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PESCA FORUM BAR / CURIOSITA'
« on: October 20, 2006, 21:26:35 »
Lo sapevate che la stella marina in realtà è un voracissimo predatore? Infatti, possiede 5 braccia mobili cosparse di ventose, la bocca si trova al centro del corpo. E' molto ghiotta di molluschi, infatti, con le sue braccia mobili, una volta catturata la preda, in genere molluschi, riesce ad aprire le valve ed a cibarsi del malcapitato.
Una particolarità di alcune stelle marine: hanno la capacità di rigenerare sia parti mancanti del loro corpo, che braccia.





 

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NOTIZIE E SEGNALAZIONI / Allarme Tonno Rosso!!!!!!!!
« on: October 14, 2006, 22:09:44 »
Allarme per il tonno rosso.

La Commissione Pesca del Parlamento Ue ha organizzato nei giorni scorsi un?audizione a Bruxelles alla quale hanno partecipato esperti scientifici, rappresentanti delle organizzazioni ambientaliste e del settore pesca dei paesi Ue.
E? sempre pi? grande la preoccupazione per le popolazioni di tonno rosso del Mediterraneo tanto che alcuni esperti parlano di vero e proprio rischio biologico.Tra i motivi discussi c?? da considerare il fenomeno della pesca illegale che fa superare ampiamente la quota annuale di pescato consentita raggiungendo in Mediterraneo un quantitativo di catture che supera le 50.000 tonnellate. Tra le cause che hanno cos? drasticamente ridotto gli stock di tonno rosso nel Mediterraneo c?? anche innanzitutto la forte richiesta di prodotto del Giappone che predilige il ?nostro? tonno per la qualit? delle carni e la giusta dose di grasso.

Il riscontro e stato che per alcuni sarebbe meglio aumentare di molto la taglia minima per le catture, a questo proposito si ricorda che attualmente questi limiti di taglia sono diversi fra Mediterraneo ed Atlantico, per altri sarebbe meglio ridurre il periodo consentito per la pesca. Per il rappresentante della Commissione Ue invece si tratta di ridimensionare la flotta avviando un processo di ristrutturazione.
Il problema del tonno rosso verr? affrontato dal 17 al 26 novembre 2006 a Dubrovnik in Croazia durante la riunione della Iccat la Commissione Internazionale per la conservazione del tonno e in quella occasione verr? stabilito il numero delle catture per il 2007 ed eventuali nuove misure per il recupero dello stock.



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NOTIZIE E SEGNALAZIONI / ACIDITA' DEL MARE.
« on: October 14, 2006, 22:05:24 »
Acidit? del mare


La sopravvivenza di molti organismi marini, soprattutto plancton e coralli, ? seriamente in pericolo.
 L?acidit? degli oceani ? in continuo aumento e questo perch? l?acqua marina assorbe biossido di carbonio presente in grandi quantit? nell?atmosfera. La domanda ? se gli organismi marini siano in grado di adattarsi alle nuove condizioni di acidit?.
Ricercatori hanno preso in esame le alghe coccolitofori, microalghe unicellulari rivestite da piccoli strati calcarei presenti nel fitoplancton ed esemplari fossili delle stesse.
Negli esperimenti condotti dall?Alfred Wegener Institute for Polar and Marine Research (AWI) in laboratorio queste microalghe hanno manito un evidente disadattamento ai cambiamenti di acidit? dell?ambiente acquatico sviluppando uno scheletro di carbonato di calcio visibilmente deforme.
Gli esemplari fossili risalenti a periodi diversi che vivevano in condizioni di acidit? molto variabili non presentavano per? gli stessi segni di disadattamento a prova che in tempi molto lunghi questi organismi marini sono in grado di sviluppare meccanismi di adattamento.
Fonte Le Scienze.it




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LE RICETTE DEL FORUM / Tonno sott'olio
« on: October 09, 2006, 21:16:34 »
Tonno sott'olio

Il miglior modo di consumare il Tonno e'sott'olio, il procedimento e'molto semplice,alla portata di tutti.L'unico punto veramente delicato e' di osservare la massima pulizia.
Si ottiene un prodotto squisito molto superiore a quello industriale che,normalmente,non e'proprio Tonno,ma Palamiti (con il nome Bonito) o Albacore (Alalunga),infatti il Tonno rosso viene venduto in Asia a prezzi esorbitanti che ne rendono anti economico l'impiego conserviero.
Il procedimento e' il seguente :
Pulite i Tonni eliminando testa e coda,tagliateli in 2 o 3 parti e lavateli accuratamente per eliminare il sangue.
Bollite in acqua che avrete precedentemente misurato,aggiungendo 100 gr di sale ogni litro impiegato. La bollitura dovra' durare 120 minuti.
Al termine della bollitura pulite il Tonno togliendo pelle,lische e parti di colore scuro (contengono molto sangue e producono un sapore eccessivamente forte).
Disponete i pezzi su un panno,copritelo,sempre con un panno e fate asciugare per un minimo di 12 ore. (Aumentando il tempo di asciugatura si ottiene un prodotto piu' consistente,quidi regolatevi secondo le vostre preferenze).

Dopo l'asciugatura il Tonno e' pronto per essere messo nei vasetti che dovranno essere del tipo conserviero (resistenti alla bollitura) ed accuratamente puliti.
Prima di metterlo nei vasetti procedete ad una seconda pulitura per eliminare i residui di sangue e tagliatelo a pezzi non troppo grandi.
Mettendo i pezzi nei vasetti non riempiteli troppo,ma arrivate sotto al collo del vasetto.
Riempite di olio (oliva o meta'oliva e meta'semi),facendo attenzione che l'olio penetri in tutte le parti,senza lasciare bolle d'aria.Il livello dell'olio deve essere sufficente a coprire completamente il Tonno senza pero' arrivare al tappo,lasciate quindi circa 1/1,5 cm tra livello dell'olio e tappo.
Se vi piace inserite alcuni grani di pepe nero.

Dopo aver chiuso accuratamente il tappo (che dovra' essere rigorosamente nuovo,non riutilizzati i tappi) incartate i vasetti in fogli di giornale per evitare che gli urti,nella successiva bollitura,possano romperli e bolliteli per 30 minuti.
A freddo estreteli e conservateli,meglio se in luogo fresco e buio.Il prodotto assume le migliori caratteristiche dopo alcune settimane e si mantiene inalterato per oltre un anno.



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TRAINA / Re: Traina tonnetti
« on: October 09, 2006, 21:07:48 »
I Tonni


     
                   Il tonno Alalunga si riconosce per i grandi occhi e per la lunghezza della pinna pettorale


Tonno rosso è il piu' ricercato e quello che raggiunge le maggiori dimensioni


Il tonno Alletterato si riconosce per forma dlla pinnna dorsale e dalla colorazione del ventre

Nel seguito viene indicato con il termine "Tonno" indifferentemente una delle tre speci presenti nel Tirreno,elencate nella tabella sottostante,mentre con il termine "Tonnetto" e'indicato un esemplare nello stadio giovanile.
Non sono incluse le Palamiti (chiamte anche i Palamiti o tonnetti o Bonito) in quanto hanno abitudini diverse e accostano alcuni mesi prima dei Tonni.
Analogamente non sono considerati i Tombarelli che,oltre ad appartenere ad altra specie,non hanno alcun pregio alimentare o sportivo.
I Tonni adulti vivono in continuo movimento nell'Atlantico.
Nel periodo riproduttivo (Maggio/Giugno) entrano nel Mediterraneo ed accostano per la riproduzione in : Adriatico,Sicilia,medio-alto Tirreno e limitatamente Sardegna.
Prima dell'accoppiamento non si nutrono,quindi non possono essere pescati senza l'uso delle reti.
Terminato l'accoppiamento sono letteralmente affamati e diventano ottime prede per la pesca sportiva.
In questa fase i grandi Tonni iniziano il viaggio di ritorno che li riportera' in Atlantico attraverso lo stretto di Gibilterra e prendono il nome di "tonni di corsa".
Per i motivi visti la pesca sportiva ai Tonni giganti, principalmente a Drifting puo' essere svolta solo nei mesi di Luglio e Agosto,cioe' dopo l'accoppiamento e prima della ripartenza.
Si tratta comunque di una pesca osteggiata che produce risultati sempre piu' scarsi.
Al contrario per i Tonni nello stadio giovanile si puo' praticare con notevole soddisfazione la traina d'altura, pur rimanendo nelle regole e cioe' rispettando misure minime e quantita di pescato.
I Tonni alla nascita misurano appena 3 cm, dopo alcuni mesi raggiungono e superano i 50 cm, quindi dopo pochi mesi possono essere pescati.
Questi Tonni restano nella zona di nascita per 2/3 anni, raggiungendo un peso di 30/40 Kg.
Verso i 3 anni si accodano ai piu' grandi e migrano in Atlantico.
Durante il loro soggiorno nei nostri mari si spostano alla continua ricerca di cibo, costituito in massima parte da Sarde ed Alici.
Quando trovano un banco di tale pesce entrano in "mangianza" attaccano i piccoli pesci da sotto e li sospingono in superfice, dove quasi sempre li aspettano i Gabbiani.
In queste condizioni è facile fare ottimi carnieri in quanto i Tonnetti sono presi da una vera e propria frenesia alimentare che li spinge ad attaccare con voracità le esche e a mangiare in corsa allamandosi da soli.
Inoltre il primo che abboccata spinge gli altri Tonnetti ad attaccare l'esca, consentendo diverse catture in breve tempo.
Questa felice situazione dura pochi minuti quindi è necessaria la massima rapidità nel recupero per poter rimettere la lenza in mare nel piu' breve tempo possibile.
Generalmente dopo alcune catture in rapida successione i Tonnetti perdono interesse per le esche e si immergono.
In questi casi occorre riportarli in superfice, a portata delle lenze.
Allo scopo si utilizza una pasturazione a base di Sarde tagliate in due o tre parti oppure, in mancanza di Sarde, si compiono stretti giri con l'imbarcazione in modo da creare in superice una zona di mare con molto movimento che, vista da sotto, cioè dalla posizione dei Tonnetti, simula un branchetto di Sarde in fuga, è pero' una manovra che richiede di salpare tutte le lenze in mare, quindi molto laboriosa, e che nella pesca a Traina non produce gli ottimi risultati delle Sarde.
In alcune zone si usa anche battere l'acqua con un legno o un sasso per produrre un rumore simile a quello di un pesce che salta fuori dall'acqua.
In ogni caso conviene sempre tenere un sacco di rete pieno di Sarde parzialmente immerso in acqua che crea una scia continua molto attirante.


La pesca dei Tonnetti
Come accennato la pesca sportiva dei Tonni si pratica ,per gli esemplari adulti (sessualmente maturi) da Giugno/Luglio (dopo l'accoppiamento) fino a tutto Agosto, mentre per gli esemplari nello stadio giovanile da Settembre a inizio/meta' Dicembre e se il clima e'particolarminte mite anche per tutto il mese(vedi nota 2).
E' interessante notare che i Tonni si muovono in branchi omogenei,in particolare i piu' piccoli non si trovano fino a che non sono partiti i piu' grandi.
Gli adulti possono essere pescati,con qualche possibilita' di successo,solo in Drifting in quanto,forse perche' piu' scaltri,attaccano gli artificiali molto raramente.
Per i giovani la tecnica che fornisce i risultati migliori e' la traina.
L'assetto e' con due canne,montate lateralmente, ed una filosa a poppa.
Una delle canne deve essere affondata (20/30 mt) ed armata con artificiale da 12/20 cm (orientativamente piombo da 200/300 gr ( per maggiori dettagli vedi La Traina).
L'altra,con piombatura limitata (50/70 gr) o assente,armata con cucchiaino provvisto di penna (il colore bianco e' quello che fornisce i risultati migliori) deve essere calata vicino all'imbarcazione (10/15 mt) in modo che sia nella scia dell'elica ( vediLe esche da Traina).
I Tonni,generalmente,stazionano tra i -20 e i -40 mt, su fondali da -60 a -100/120, e sono attratti dal rimescolamento in superfice creato dall'elica,che scambiano per una mangianza.
Trainando una delle esche in vicinanza della poppa,nella scia dell'elica,si insidiano i Tonnetti che,attratti dal movimento,assommano.
Mentre l'altra canna, piombata, porta l'esca in profondità, principalmente allo scopo di farli assommare ( i Tonnetti mangiano piu' volentieri in superfice).
La filosa e' principalmente per le Lampughe,senza piombatura e relativamente distante dall'imbarcazione (30/40 mt dalla poppa).
La filosa per i Tonnetti svolge l'importante funzione di "teaser", cioè di esca destinata a richiamare il pesce, anche se il teaser correttamente impiegato non è armato in quanto non ha il compito di catturare il pesce ma solo di attirarlo a portata delle canne, ma utilizzandola armata spesso si hanno ottime catture ( vedi Una giornata a Traina ).
L' uso della filosa nel modo descritto è da praticarsi fino ad Ottobre inoltrato, in quanto dopo il mese di Ottobre le Lampughe non sono piu presenti, mentre i Tonnetti si possono trovare anche fino a Dicembre.
Pertanto dopo la meta' di Ottobre conviene tenere la filosa piu' a corto (5/10 mt dalla poppa), dedicandola esclusivamente ai Tonnetti.
La diminuzione della distanza dalla barca deriva dal fatto che i Tonnetti mangiano piu' vicini all'imbarcazione e per sfruttare l'effetto di richiamo della turbolenza dell'elica.
Le canne piu' adatte sono da non oltre 30 lb (canne piu' potenti toglierebbero gran parte del divertimento),con lenze da 0,40/0,50.
I cucchiaini ed i polipetti sono montati direttamente con moschettone munito di girella (se non presente sull'artificiale), senza terminale di diametro inferiore, per i pescetti se si è sicuri della perfetta navigazione ( verificata con semplici prove) è meglio non utilizzare la girella.


Schema di filosa per Tonnetti e Lampughe
Sul trave sono realizzate alcune asole in modo da poter collegare gli artificiali
( polpetti e cucchiaini) con un moschettone.
Con questa soluzione l'attrezzo puo' essere trasportato con facilità in quanto
le esche vengono montate solo durante la cala inoltre la loro sostitutione è immediata. 

Tra i Rapala (vedi foto a lato) i piu' adatti alla Traina per Tonnetti sono i modelli : RH (il noto "Testarossa") e quelli che somigliano al pesce azzurro quali i tipi : FT,SM,GM.
Tra i cucchiaini il piu' utilizzato e' il tipo munito di penna di colore bianco ed armato con amo singolo, e' comunque opportuno avere diversi modelli di diverse grandezze in modo da poter effettuare piu' prove.
L'unico difetto di questo tipo di cucchiaino (amo singolo) e' una certa tendenza a provocare la slamatura durante il recupero,quando si deve togliere il piombo.
In questa fase il filo puo'andare in inbando e l'amo singolo puo' fuoriuscire in quanto il foro nella bocca del pesce,deformato durante il combattimento, non offre piu'una presa sicura all'ardiglione ( vedi Traina costiera. L'inconveniente si verifica in modo particolare se avete effettuato il recupero con il "pompaggio", metodo che fa risparmiare fatica ma produce di frequente la slamatura).

Tale difetto non si verifica sugli artificiali muniti di ancorotto,come quello mostrato nella figura a lato.
Per evitare l'inconveniente, principalmente dovuto alla pausa durante il recupero necessaria per togliere il piombo, e per avere un affondamento noto si puo' utilizzare un affondatore al posto dei piombi a tortiglione o a sgancio rapido. L'affondatore,data la scarsa profondita' che si deve ottenere,non e' necessario che sia a "palla di cannone"ne' provvisto di raccogli cavo e contametri.
E'sufficente un peso da 1/2 Kg con un cavetto di 30/40 mt e una pinza di sgancio del tipo da montare su cavetto (le pinze di sgancio esistono in due tipi,una costruita per essere collegata all'affondatore che quindi deve avere l'apposita asola,l'altro adatta ad essere montata su cavo,che e' il tipo da utilizzare per un affondatore cosi'casereccio).
Per prima cosa occorre tarare la pinza in modo che sganci con peso di circa 1Kg,poi si mette in mare la lenza facendone scorrere 10/20 mt,quindi la si inserisce nella pinza,montata a 30/40 cm dal peso, e si mette in mare il tutto dando,contemporaneamente filo, per maggiori dettagli vedi L' affondamento delle esche.                             
Se si usano pescetti artificiali, ad esempio i Rapala, occorre ricordare che affondano loro stessi di 3/5 mt ( vediLe misure dei Rapala) quindi e' sufficente calare 15/20 braccia di cavetto,che sara' poi assicurato ad una bitta.
Se tenga comunque presente che a causa della velocità di Traina ( circa 4 nodi) l' affondamento è sempre molto limitato.
In alternativa si puo'utilizzare un affondatore idrodinamico che affonda la lenza per effetto della spinta dell'acqua durante il moto, che pero' ha il difetto dello scarso affondamento a bassa velocità e della facilità con cui crea grovigli in fase di recupero con pesce allamato.
Come ultima attrezzatura e'utile avere una lenza di 10/15 mt dello 0,60 armata con un amo medio (lunghezza totale circa 2cm, inutile dare la numerazione in quanto ogni produttore ha la sua) a punta incurvata.

La Tecnica

Anche se per la traina si utilizzano quasi esclusivamente gli artificiali (vedi nota 3) portatevi sempre delle Sarde,meglio se fresche ( il loro impiego è per pastura e come esca nei casi "disperati", come descritto piu' oltre).
Se quelle fresche non sono reperibili (cosa che accade spesso a Settembre) si possono utilizzare quelle congelate con un rendimento di poco inferiore.
Per questo tipo di pesca non sono necessarie le solite alzatacce,infatti i Tonni mangiano di preferenza con il sole alto,quindi si puo'entrare in pesca verso le 8/9.
Le mangianze possono avvenire in qualsiasi momento della giornata,senza nessuna influenza delle fasi di marea.
Circa la zona da esplorare non si possono fare previsioni in quanto si tratta di un pesce sempre in movimento,molto veloce che puo'spostarsi di grandi distanze in un solo giorno.
Per fortuna nei nostri mari i Tonnetti sono numerosi e incontrarli e'molto facile,naturalmente esistono anche i giorni NO nei quali non si vede segno di vita.
Normalmente si inizia la traina su batimetrica di -60/-70 mt e si procede esplorando le varie profondita' fino alla batimetrica -100/-110 mt. L'assetto delle canne e' quello precedentemente descritto.
La velocita' di traina intorno a 4/5 nodi,provando a tratti a 6 nodi (assicuratevi,con delle prove,che gli artificiali utilizzati funzionino a questa velocita) e staccando momentaneamente il motore per far compiere all'esca una discesa e successiva risalita.
Per maggiori dettagli vedi : La Traina e Esche da Traina.
Mentre si traina occorre sempre controllare lo scandaglio per verificare eventuali segnalazioni di presenza del pesce e regolare, per quanto possibile, la profondita' dell'esca affondata in base al dato fornito dallo strumento.
Per affondare molto l'esca è sufficente staccare momentaneamente il motore e ripartire lentamente.
Naturalmente non si puo' essere sicuri che gli echi siano dovuti ai Tonni (possono essere Meduse,sporcizia,minutaglia ecc.) ma molto spesso funziona.
Contrariamente alla canna che pesca in superfice, per quella affondata se si ha una abboccata occorre recuperare molto lentamente per indurre gli altri Tonnetti a seguire quello allamato, portando cosi' il branchetto in superfice, dove i Tonnetti sono piu' propensi ad attaccare l'esca, alla portata della seconda canna e della filosa.
Questo sistema spesso genera una rapida serie di catture.
Molti esperti della Traina ai Tonnetti non slamano la prima cattura, ma la assicurano ad una bitta e la portano a rimorchio molto vicino all'imbarcazione; in questo modo diventa una sorta di richiamo per gli altri.
Durante la traina gettate a mare Sarde,con la testa schiacciata per farle affondare e osservate attentanente i Gabbiani che sono le piu'efficenti segnalazioni.
Se incontrate una mangianza,segnalata dai Gabbiani che volteggiano e si tuffano,avvicinatevi e trainate intorno,senza entrare nella zona di mangianza che altrimenti cesserebbe.
Anche in assenza di mangianza i Gabbiani segnalano la presenza del pesce,quindi trainate nelle zone in cui sono presenti posati sull'acqua o in volo basso perchè questo comportamento significa che hanno visto i predatori e stanno aspettando che entrino in mangianza; naturalmente se l'incontro avviene a largo e lontano dalle paranze, in vicinanza di un peschereccio il pesce che i Gabbiani aspettano è quello gettato dalle paranze.
In assenza di attacchi cambiate gli artificiali e la profondita'.
Se i Tonni non si decidono ad attaccare l'esca,ma assommano solo per le Sarde (cosa molto frequente) potete utilizzare la lenza a mano descritta in precedenza,innescando una Sarda (l'amo deve essere infilato dietro l'occhio nella zona dura prima delle branchie,senza preoccuparsi di mimetizzarlo),gettate la lenza nel senso del moto verso prua,il piu'delle volte prima che arrivi a poppa avrete l'abboccata.
Non e'certo un metodo sportivo,ma puo'risolvere una giornata NO.
Non fatevi prendere la mano dalla facilita' con cui si pesca utilizzando questo metodo,il limite massimo di catture e' 5 Kg per imbarcazione,che corrisponde al massimo a 2/3 Tonnetti.
Il metodo descritto è molto catturante ma il recupero, fatto a mani nude, è parimenti difficile.
Se si incontra un Tonnetto di peso superiore alla media non lo si puo' recuperare in quanto la mancanza del mulinello impedisce il combattimento.
Per ovviare a questo inconveniente si usa collegare il terminale della lenza a mano ad una canna da traina montata dove non sia di intralcio ai movimenti.
Se durante il recupero a mano si avverte una eccessiva resistenza si molla tutto il filo e si prosegue utilizzando la canna, naturalmente la lenza a mano deve essere raccolta in un contenitore per impedire che eventuali grovigli impediscano la filatura in mare.
Un ultimo suggerimento.Se non avete problemi ad alzarvi presto,provate a trainare con artificiale affondato con 100/200 gr sopra zone rocciose,iniziando al sorgere del sole.
Nei mesi di Settembre e Ottobre si trovano i Pesci Pilota, di dimensioni non grandi (300/600 gr) ma ottimi in cucina.


I luoghi migliori

I Tonnetti hanno una estrema mobilità, nell'arco di poche ore possono sparire e in brevissimo tempo essere nuovamente presenti.
La pesca dei Tonnetti non ha ore migliori, anche se, per la visibilità delle esche, è mediamente meglio il pieno sole.
Una giornata iniziata senza incontri puo' diventare improvvisamente molto pescosa senza cause apparenti, infatti mentre i grandi Tonni si spostano seguendo la rotta che li porterà verso Gibilterra e sono quindi prevedibili, i piccoli, stanziali, sono molto erratici e compiono spostamenti, anche rilevanti, le cui cause non sono note e non sempre collegate agli spostamenti della mangianza.
Se non si hannno punti di riferimento determinati con la propria esperienza conviene iniziare a cercarli lungo le rotte di migrazione, orientativamente su profondità tra -60 e -100 mt ( alcune rotte relativa al Tirreno sono riportate negli Itinerari di pesca ), in generale le zone piu' frequentate sono quelle in prossimità di scogliere sommerse con profondità di -70/-80 mt.
L'uscita a Traina ai Tonnetti è simile ad una caccia, la preda deve essere stanata, ciè trovata compiendo ampi tragitti in mare aperto su diverse batimetriche.
In questa fase di ricerca se si incontra una paranza in pesca è bene accodarsi, a debita distanza, in quanto molto spesso i Tonnetti la seguono per cibarsi dei pesci che cadono dalla rete.


Nota 2


I mesi migliori sono Settembre e Ottobre,ma nel mese di Settembre e'molto frequente allamare Tonni sotto misura,mentre a partire dalla meta' di Ottobre fino a meta' Dicembre quasi tutte le catture sono della taglia consentita.
Verso meta'/fine Dicembre (in relazione al clima)i Tonni non sono piu' accostati,anche se restano in zona (quelli fino a 2/3 anni).La loro pesca puo' essere nuovamente tentata a primavera,insieme ai Palamiti, (Maggio/Giugno),prima che arrivino i grossi Tonni,certo con risultati molto meno interessanti.


Nota 3


Nei mesi di Luglio e Agosto conviene provare anche con seppie naturali montate con due ami,uno ,ferrante,tra i tentacoli,l'altro trainante sul cappello.
Tale esca e' buona per i Tonni di taglia ed e' ottima per gli Spadini.
Fate attenzione al divieto di pesca degli Spadini,anche se di misura,a partire da Settembre.


Il pompaggio


Con questo termine si intende il movimento della canna verso il pesce,effettuato nella fase di recupero,per riavvolgere del filo senza compiere sforzo.
Il recupero della lenza avviene mentre si inclina la canna,che,successivamente viene rialzata,trascinando il pesce senza avvolgere filo.
In questo modo il recupero e' molto meno faticoso,ma presenta il rischio di slamatura.
 









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BARRACUDA / Re: Il barracuda
« on: October 04, 2006, 13:19:49 »
Anche nel laghetto dell'hotel FIORELLA ci sono .
Mentre facevo spinning me passato fra i piedi, era lungo almeno 50 cm.



273
DA TARANTO A REGGIO CALABRIA
COSTA JONICA STATALE 106





La Strada Statale 106 Jonica (SS 106) è una strada statale che percorre 481 km da Taranto a Reggio Calabria, percorrendo tutta la costa jonica di Puglia, Basilicata e, soprattutto, Calabria.

Si tratta di un'arteria fondamentale per i trasporti calabresi, mezzo di comunicazione privilegiato per collegare la parte della regione che si affaccia sullo Ionio, sprovvista di autostrada, con l'A14 adriatica per dirigersi verso il nord della Penisola, oltre che per il trasporto interno fra l'area della Sibaritide, il Crotonese, lo Ionio Catanzarese, la Locride e il versante sud-orientale dell'Aspromonte.

Negli ultimi anni, tuttavia, è stata catalogata come una delle strade più pericolose d'Italia, addirittura spesso nominata come "strada della morte", data l'elevata quantità di incidenti e scontri provocati dalle non ottime condizioni viarie, per la maggior parte senza spartitraffico e dotata di due semplici corsie di marcia.


Tratto Pugliese (39 km)

Il tratto pugliese si presenta agevole da percorrere, a due carreggiate con due corsie per senso di marcia e spartitraffico centrale.

La SS 106 si imbocca a Taranto sulla strada principale di Via Metaponto, all'interno dell'area urbana della città, oppure provenendo dalla Via Appia (SS 7) dirigendosi verso la zona industriale della città. La SS 106, litoranea, prosegue a ridosso del porto di Taranto e del Lido Azzurro e attraversa le località di Marina di Ferrara e Chiatona (comune di Massafra), Palagiano, Castellaneta Marina e Marina di Ginosa.

Tratto lucano (37 km)

Il tratto lucano, compreso nella provincia di Matera, è di uguale lunghezza rispetto a quello pugliese. Sostanzialmente diritto, è interessato da notevoli lavori di riammodernamento con l'obiettivo di rendere tutto il tratto a due carreggiate separate, risolvendo il problema dell'attraversamento di alcuni centri urbani nati e sviluppatisi a ridosso della statale.

Entrando in Basilicata, si attraversano dapprima il comune di Bernalda e il centro urbano di Metaponto (dove la SS 106 si incrocia con la SS 175 della Valle del Bradano e la SS 407 Basentana). Qui, nelle vicinanze, è possibile vedere il tempio dorico di Hera, detto delle Tavole Palatine.

La strada prosegue nei pressi di Pisticci, oltrepassa il fiume Cavone ed entra all'interno del centro abitato di Scanzano Jonico dove le corsie sono state, in parte, interrate sotto la città attraverso gallerie. Oltre l'incrocio con la SS 598 di Fondo Valle d'Agri, la SS 106 attraversa Policoro e la sua zona artigianale, si incontra con la SS 653 della Valle del Sinni ed entra in territorio di Rotondella e Marina di Nova Siri.

Tratto calabrese (405 km)


Il tratto calabrese, ad eccezione della parte iniziale, è caratterizzato dalla presenza di una sola carreggiata con due corsie di marcia, presenta un tragitto meno omogeneo dei precedenti, data la conformazione rocciosa della costa calabrese e l'attraversamento di numerosi centri abitati sviluppatisi attorno alla Statale: qui gli insediamenti sono decisamente numerosi e si rende necessaria, nei progetti di ammodernamento, la costruzione di una "statale parallela" per separare il traffico locale da quello a lunga percorrenza o interregionale. Il tratto più pericoloso è riconosciuto in quello in quello situato tra Pellaro e Bova marina. L'alta concentrazione di centri abitati e la quasi totale assenza di svincoli adeguati alle condizioni stradali rendono questo tratto della statale altamente rischioso. Abitazioni costruite sul ciglio della strada, assenza di corsie di ingresso ed uscita per molti svincoli, strade sterrate che si immettono improvvisamente nella carreggiata. la genrale assenza di controlli e i lughi rettilinei complicano le condizioni di marcia con una velocita teorica di 90 km/h nei tratti liberi e di 50 in quelli abitati che mai vengono ripettati.

Il volume "Localizzazione degli Incidenti Stradali 2006" realizzato dall'Automobile Club d'Italia in collaborazione con l'Istat riporta dei dati relativi alla pericolosità di due tratte calabresi della SS 106 Jonica: il tratto SS 106 ter in provincia di Reggio Calabria e quello SS 106 radd in provincia di Cosenza. Vengono riportati il numero di incidenti, il numero di morti, ed un indice di pericolosità espresso in morti/km. Tale indice per il tratto SS 106 ter è pari a 0,500, e per il tratto SS 106 radd è pari a 0,433. Il volume non riporta i dati aggregati relativi all'intera strada statale.


Tratto Cosenza (113 km)

Il primo di questi centri, situato nell'estesa provincia di Cosenza, è la marina di Rocca Imperiale, il più settentrionale tra i paesi della Calabria, con la località di Santa Venere. A seguire ci sono Montegiordano e Roseto Capo Spulico, dove si può ammirare un tratto suggestivo della linea costiera jonica con un antico castello collocato su uno sperone roccioso e perfettamente visibile dalla Statale.

Nella località Colfari di Amendolara c'è una congiunzione con la SS 481 della Valle del Ferro, per poi attraversare il centro urbano di Trebisacce e scavalcare la foce del fiume Saraceno. Tra le località successive ci sono la marina e lo scalo di Villapiana, per giungere dunque a Sibari, nel territorio di Cassano allo Ionio, importante snodo stradale della Calabria settentrionale.

In questo punto la SS 106 si biforca: un raccordo situato nei pressi della stazione ferroviaria di Sibari, consente di imboccare la SS 534 per raggiungere l'Autostrada A3 in direzione di Spezzano Albanese, mentre il tragitto della 106 prosegue verso la stazione ferroviaria di Corigliano Calabro e successivamente verso quella di Rossano, mentre il suo raccordo parallelo che è chiamato 106raccordo passa nei comuni di Corigliano Calabro (zona marina di Schiavonea) e Rossano, ed è il tratto a scorrimento veloce, creato per evitare che il traffico rallentasse addentrandosi nei centri dei due comuni. Dopo la stazione di Rossano il biforcamento si ricongiunge.

Dunque, è la volta dei paesi del Basso Ionio cosentino: Mirto Crosia, Calopezzati, Pietrapaola, Marina di Mandatoriccio e il centro balneare di Cariati Marina.

Tratto Crotone (84 km)


Con l'attraversamento del fiume Nicà, si entra nella provincia di Crotone: in questo tratto si attraversa Crucoli Torretta e la zona del Cirotano dove è possibile scorgere i vitigni da cui viene prodotto il vino doc di Cirò e Melissa.

La SS 106, dopo essere passata nei pressi del popoloso centro di Cirò Marina, attraversa Torre Melissa e la marina di Strongoli, dunque giunge a Crotone attraversando i quartieri Bucchi, Gabella e Margherita. Qui si ripropone un tratto a doppia carreggiata, lungo appena 5 km, che termina in località Passovecchio, dov'è possibile collegarsi con la SS 107 Silana Crotonese per raggiungere Cosenza.

La 106 attraversa l'area industriale di Crotone dove insistono le ex industrie chimiche che hanno scritto la storia economica della città, la sua zona commerciale e il quartiere sud di Poggio Pudano per giungere nei pressi di Cutro: la strada che conduce e che attraversa Cutro è denominata SS 106 vs, in quanto rappresenta il tragitto originario della 106, successivamente modificato.

Il percorso prosegue nella località Sant'Anna, che conduce verso l'Aeroporto di Crotone, Isola di Capo Rizzuto e la nota località turistica di Le Castella, per poi attraversare la marina di Cutro e la sua frazione Steccato.

Tratto catanzaro (76 km)



Oltre il fiume Tacina inizia il territorio della provincia di Catanzaro: dopo un breve tratto occupato dalla marina di Belcastro, la SS 106 si immette all'interno di due centri abitati, Botricello e Cropani Marina, che attraversa per intero; dunque la località Borda di Sersale, parte dell'abitato di Sellia Marina e le località Roccani e Marindi di Simeri Crichi.

Quindi si presenta il bivio per raggiungere Catanzaro centro, situata verso l'entroterra a circa 12 km, mentre la SS 106 prosegue attraversando per intero Catanzaro Lido. Al termine del centro abitato balneare del capoluogo calabrese, attraverso una rotatoria, è possibile congiungersi con la ex SS 19 che conduce verso il centro e la SP 48 per il quartiere Germaneto, tratta in fase di ammodernamento a seguito della costruzione in itinere della cittadella istituzionale della Regione Calabria, del campus universitario, della nuova stazione ferroviaria centrale.

La 106 continua, invece, il suo tragitto verso Roccelletta di Borgia da dove si ammira il parco archeologico di Scolacium, dunque si entra in Squillace Lido e nella località balneare di Copanello, si attraversa Santa Maria del Mare Torrazzo di Stalettì, la Costa degli Aranci di Montauro, Montepaone Lido, per giungere quindi a Soverato, snodo della Calabria centro-meridionale. Qui, dalla 106, si può imboccare la SS 182 delle Serre Calabre per raggiungere Vibo Valentia.

I rimanenti centri del Basso Ionio catanzarese attraversati sono i lidi di Davoli, San Sostene, Sant'Andrea Apostolo dello Ionio, Isca sullo Ionio, Badolato, Santa Caterina dello Ionio e Guardavalle.

Tratto Reggio Calabria (132 km)


A questo punto si entra nella provincia di Reggio Calabria: la SS 106 passa all'interno di Monasterace Marina, della località Torre Ellera di Camini, di Riace Marina, attraversa il territorio di Stignano, oltrepassa la marina di Caulonia e si dirige verso due importanti località costiere, Roccella Ionica e Marina di Gioiosa Ionica, da dove nasce lo sbocco della trasversale, dalla zona Jonica a quella Tirrenica con la Strada Grande Comunicazione Jonio-Tirreno (Gioiosa-Rosarno) SS 682, per raggiungere l'Autostrada A3 SA-RC in direzione di Rosarno.

Proseguendo all'interno della Locride, si attraversa prima Siderno e poi la stessa Locri, per poi passare ai centri limitrofi di Sant'Ilario dello Ionio, Ardore e Bovalino, da dove la SS 112 offre un raccordo con l'A3 verso Bagnara Calabra. Da qui inizia la zona limitrofa alle montagne dell'Aspromonte: la SS 106 attraversa Bianco, Africo, la località Canalello di Ferruzzano, Brancaleone, Palizzi.

Giunta all'estrema punta della Calabria e dell'intero Stivale italiano, la SS 106 passa per Bova Marina, Condofuri Marina, Marina di San Lorenzo, il centro di Melito di Porto Salvo, le Saline Ioniche di Montebello Ionico, Motta San Giovanni per giungere infine all'interno del centro urbano di Reggio Calabria.

Qui attraversa la zona sud della città, nel quartiere Pellaro, passando nei pressi dell'Aeroporto di Reggio Calabria e giungendo a Ravagnese dove si congiunge con l'Autostrada A3.

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PESCE SERRA / Re: Pesca del Serra da riva
« on: October 04, 2006, 10:20:59 »
La seppia va bene sia fresca che congelata.
Se vuoi innescarla ti cosiglio di usare un galleggiante in base alla grandezza della seppia, l'innesco fallo iserendo il cavetto nel suo interno inserendo un amo immezzo agli occhi e l'altro nel capuccio e per aumentarne la visibilita' nell'acqua di notte nel suo interno mettici pure uno strar ligth usando il tubicino apposito innestandolo sul filo dopo aver iserito il cavetto.
Lostesso sistema si puo' adoperare dalla barcca sia per la traina (sotto costa e a largo) che per il bolentino.


Pesce Rocco.

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PESCI & CATTURE / Re: esche
« on: October 04, 2006, 09:01:48 »
Caro NANDONE io lo adopero ormai da parecchio tempo e devo dire che mi piace pesca a 360g
e come dice beltasor le mormore catturate sono di dimenzioni indiscutibili per quanto mi riguarda.



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ITINERARI HOT SPOT DI PESCA / Re: Geografia CALABRIA.
« on: October 03, 2006, 23:18:00 »
Caro FRANCESCO di bei posti ce ne stanno tanti nel COSENTINO !
Tipo le spiagge di CARIATI, CALOPEZZATI e PIETRAPAOLA ,MIRTO CROSIA e naturalmente i posti menzionati da NANDONE .
Comunque se ti capita qualche volta vieni a pescare sui nostri litorali ti garantisco che ti divertirai e soprattutto faccelo sapere cosi' organizziamo una bella serata in compagnia.



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LE RICETTE DEL FORUM / LA MORMORA DEL PESCATORE.
« on: October 03, 2006, 22:05:54 »
LA MORMORA DEL PESCATORE.



Dosi per 4 persone: 1 mormora di 1 Kg - 1 litro di vino bianco secco - 3 cipolla di media grossezza - mezzo kg di pomodorini pachino - 1 foglia di alloro - 6 grani di pepe nero - 2 spicchi d'aglio - olio extra vergine d'oliva - sale e pepe macinato al momento.





Tagliate alla mormora le pinne dorsali, ventrali e branchiali. Squamatela, incidetela sul ventre con le forbici partendo dalla cavità anale fino alla testa: estraete branchie e interiora.
Lavate rapidamente il pesce sotto acqua corrente e asciugatelo. Mettete sul fuoco la pesciera con il vino, salate, unite, cipolla e pomodorini tagliati a fettine o a pezzetti, l'alloro e i grani di pepe.
Fatto un fondo con questi ingredienti adagiateci la mormora; alla ripresa del bollore abbassate la fiamma e cuocete il pesce per circa 20 minuti a recipiente scoperto.
Sollevate la mormora dal liquido di cottura e sfilettatela subito togliendo la pelle.
Deponete i quattro filetti in un piatto da portata caldo, nappateli con il sughetto e servite in tavola: buon appetito

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LE RICETTE DEL FORUM / VINO ROSSO ANTICANCRO?
« on: October 03, 2006, 21:44:01 »
VINO ROSSO ANTICANCRO?
Visto che siamo in tema di vendemmia lode a un buon bicchiere di vino rosso che puo' aiutare anche a ridurre il rischio di uno dei tumori piu' diffusi tra gli uomini, quello della prostata. Questo ? quanto e' emerso dallo studio pubblicato sull'International Journal of Cancer e condotto negli Stati Uniti, nel Fred Hutchinson Cancer Research Center di Seattle. Dalla ricerca, condotta da Janet Stanford, risulta che ogni bicchiere di vino rosso bevuto a settimana, puo' ridurre il rischio di cancro alla prostata fino al 6%.

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LE RICETTE DEL FORUM / PENNE CON ZUCCHINE E COZZE.
« on: October 03, 2006, 21:37:53 »
PENNE CON ZUCCHINE E COZZE

Ingredienti
5 zucchine piccole
1 d?oliva
300 confezione di cozze surgelate
aglio e prezzemolo
olio
350 gr penne
sale e pepe

Preparazione
Puliamo le zucchine tagliamo a rondelle, in una padella mettiamo dell?olio, aglio e facciamo rosolare con le zucchine, scongeliamo le cozze uniamole alle zucche e cuociamo per 10 minuti. Cuociamo le penne versiamo nella padella del sugo mescoliamo con cura agg il prezzemolo tritato.
Possiamo sostituire le cozze con i gamberi

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LE RICETTE DEL FORUM / Filetto di Branzino (Spigola) ai Porcini Crudi
« on: October 03, 2006, 21:37:25 »
Filetto di Branzino ai Porcini Crudi

Ingredienti:
Per 4 persone: Un branzino di circa un kg., 250g. di funghi (porcini piccoli), 4 foglie di basilico, 4 cucchiai di olio d'oliva, mezza cipolla piccola, una carota piccola, una foglia di alloro, sale e 2 grani di pepe.

Preparazione:
Mondare il branzino, eliminando la testa, la coda, la lisca centrale e la pelle. Ricavarne quindi dei filetti con un coltello ben affilato. Con la carcassa e la testa preparare un litro di fumetto di pesce, unendovi la cipolla, la carota, l'alloro, pepe e sale. Dopodich? scottate i filetti nel fumetto e disporli su un piatto caldo. Pulire i funghi e passarli con un panno umido. Tagliarli a lamelle sottili, quindi condirli con oli, sale e basilico tagliato a listarelle fini. Disporre su un piatto tiepido una parte dei funghi, mettervi sopra i filetti di branzino e aggiungere i restanti funghi. Servire con una guarnizione verde, a piacere.
 
Tempo di cottura: 20'

 

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