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PESCA CON LA MOSCA / Dedicato ad Angelo Rosorani
« on: February 17, 2011, 23:01:19 »
Dedicato ad Angelo Rosorani


Conosco Angelo Rosorani da molti anni, ma ho dovuto pazientare ed impegnarmi per riuscire a diventare suo amico.
Non perchè sia una persona snob, tutt'altro, piuttosto a causa della sua riservatezza, della sua semplicità e di quel velo di sottile diffidenza che la sua vita gli ha insegnato a considerare uno strumento di tutela interiore.

Angelo è conosciuto principalmente per aver inventato un sistema di avvolgimento delle hackles in asola che consiste nello staccare le fibre di gallo dal calamo centrale che è l'elemento critico della piuma.
Ma egli è anche un grandissimo pescatore a mosca, un abilissimo lanciatore ed un artigiano d'altri tempi.
Costruisce delle canne da mosca che sono opere d'arte; si procura grezzi in grafite di qualità, li seleziona con cura e tutto il resto lo costruisce con le sue mani, dagli anellini in acciaio inox per il portamulinello che tornisce abilmente, ai manichetti in radica d'erica o in ulivo stagionato per decenni.

Le canne di Angelo sono a mio avviso il top del top, ma per averne una bisogna prima conquistare Angelo e poi mettersi pazientemente in lista d'attesa. Io ne possiedo 5 ed ho impiegato dieci anni per averle!!! Sono oggetti viventi, non perchè lancino da sole ma perchè i materiali con cui sono assemblate sono stati forgiati dalle sue mani magiche.
Avere una canna di Angelo è come possedere una Ferrari.

"Stranamente" non è stato ancora scritto un libro su di lui, per questo motivo ho deciso di realizzarlo io a costo di metterci tutta la vita.

Questo libro nasce dall'idea di realizzare tre obiettivi, il primo dei quali è consentire ai suoi migliori amici di potergli esprimere pubblicamente il loro personale affetto e la loro riconoscenza.
Il secondo è raccontare a chi lo conosce solo superficialmente, o non lo conosce affatto, la sua capacità di tramutare un lancio, una mosca o una canna da pesca in opere d'arte.
L'ultimo punto è il più importante dei tre e consiste nel consegnare alla pesca a mosca italiana ed internazionale un personaggio del calibro di Stanislao Kuckiewichz e Roberto Pragliola, uomini che hanno saputo creare qualcosa che non esisteva prima di loro.

Ma Angelo è diverso da chiunque altro, lui ha la magia nelle mani e la bontà nel cuore e se lo osservi mentre è a pesca nel Nera o sul suo Esino, ti accorgi che sa immergersi nell'ambiente proprio come una pietra, un albero o una bollata e che osservarlo e cercare di imparare qualcosa è piacevole come pescare.
Con la canna in mano o seduto al morsetto, appare sempre schietto ed essenziale proprio come la vera arte che non esterna fronzoli ma solo esaltante bellezza.


Mauro

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PESCA CON LA MOSCA / Re: l'Alm - Storie di pesca a mosca -
« on: February 17, 2011, 19:08:12 »
Si Donato, solo se si ha occasione di girare e visitare altri posti e pescarci imparando a scoprire i segreti del fiume che non conosciamo, si potrà riuscire a valutare e apprezzare pienamente i posti di casa nostra.

Tu hai girato parecchio e hai avuto il privilegio di imparare direttamente da Roberto e questo lascia il segno, per sempre.
Roberto è un personaggio e come tale discusso.
Avrà certamente i suoi difetti ed i suoi limiti, ma io lo valuto come pescatore e per la tecnica TLT che ha diffuso e questa tecnica di pesca è straordinaria, unica al mondo.

Se questo modo di pescare si è moltiplicato è grazie a lui, direttamente e soprattutto indirettamente.

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PESCA CON LA MOSCA / Re: l'Alm - Storie di pesca a mosca -
« on: February 17, 2011, 15:19:00 »
Aldo conosco la realtà del Club Val di Sieve, che visitai la prima volta nel 1993 accompagnato da Sauro Bartolozzi che è stato uno dei fondatori assieme a Gianni Diotaiuti, Giacomo Caiani e altri, e confermo la positività e la serenità di cui hai parlato.
Con Sauro, Lorenzo Poggi, Ciaccia e Ivo, siamo stati più volte "a giro" in Italia, Austria e Svezia e ancora oggi ci frequentiamo regolarmente anche se non quanto vorremmo.

Capisco che giù da voi è dura ma considera che in toscana, ed in particolar modo a Firenze e dintorni, sono stati dei privilegiati con Pragliola, Daveri, Lumini, Torrini, Carcasci, Gigli, ecc.
La Mosca, quella vera come la intendiamo noi, è nata a Firenze.
Non disperare e considera che può essere molto utile confrontarsi con realtà diverse e lontane, se si vuole cercare di modificare abitudini e tradizioni ataviche.

Prova ad organizzare una gita di Club al nord, avente come obiettivo l'andare a pescare pesci diversi come il temolo o la trota marmorata e scoprire fiumi diversi, imponenti e sacri alla Patria come il Piave.
In quella terra i padri dei nostri nonni combatterono sotto la stessa bandiera per l'affrancamento dalla dominazione straniera e ogni volta che mi ritrovo a calpestare quelle rive, avverto dentro di me le voci di coloro che fecero la guerra e morirono assieme anche se provenivano da zone diverse dell'Italia e parlavano soltanto il proprio dialetto.

La pesca può divenire anche unione, storia e consapevolezza e viaggiare con la pesca a mosca al seguito è davvero dolcissimo.....

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PESCA CON LA MOSCA / Re: l'Alm - Storie di pesca a mosca -
« on: February 17, 2011, 10:25:09 »
Buongiorno a tutti ragazzi
interessante l'introduzione di Aldo che da spazio all'interpretazione personale.
I Club in passato erano i principali luoghi di diffusione delle informazioni necessarie per iniziare e proseguire nel mondo nuovo e variopinto della Mosca, ed erano importanti soprattutto perchè abituavano le persone a vivere l'associazionismo e a confrontarsi sui vari temi e le varie problematiche.

Il Club si viveva ed era necessario impegnarsi e sottrarre del tempo alle proprie giornate e ai propri affetti, per poter frequentare gli amici ed i compagni con cui si condivdeva la passione.
Nelle città più grandi e caotiche, come Roma e Milano, era ed è impegnativo raggiungere la sede del ritrovo settimanale dopo una giornata di lavoro e il farlo dimostrava di tenerci sul serio.

Il periodo di chiusura dava il via alle attività più intense e si organizzavano corsi di lancio e di costruzione, diretti dai soci più esperti e disponibili che lavoravano per il Club organizzandos in vari gruppi di lavoro.
Per partecipare ai corsi bisognava "pagare" e ciò conferiva valore al lavoro delle persone che non incassavano soldi, ma contribuivano ad incamerare risorse destinate al pagamento dell'affitto del locale, di un televisore, un videoregistratore, un proiettore, abbonamenti a riviste del settore, rimborso spese per ospiti illustri che garantivano serate piene e memorabili, ecc.

E si andava a pescare anche in inverno i cavedani, che permettevano di farsi le ossa e accompagnavano fino all'apertura dela stagione successiva.
Si andava a pescare fuori anche allora, in Friuli, Veneto, Trentino e Piemonte, ma anche in Austria e Yugoslavia, ma lo si faceva per arricchirsi ma senza perdere il senso della misura.
Un pesce oltre i 40 cm si ricordava per un bel pezzo e i pesci gdevano di maggiore considerazione e rispetto.

La prima Scuola credo sia stata la Sim e proponeva un diverso approccio alla pesca, utilizzando la tecnica di Pragliola che consentiva di apprezzare doppiamente le catture perchè costringeva ad imparare a manovrare correttamente canna e coda e a sviluppare un bagaglio di soluzioni tecniche alla varie problematiche di pesca: i lanci.
La pesca non si limitava più alla sola ricerca del pesce da catturare, ma diveniva un percorso che si sceglieva liberamente di seguire per migliorarsi, evolversi e coltivare prima l'abilità e poi l'Arte.

Poi le cose sono cambiate perchè le nuove generazioni di pescatori a mosca hanno saltato a piedi uniti il tirocinio e la gavetta che un tempo erano necessari.
Con internet hanno pensato, e pensano tutt'ora, che non serviva uscire di casa e macinare km di strada e ore in coda per ottenere le informazioni ed avere accesso alla conoscenza; bastava porsi davanti ad un monitor ed il gioco era fatto. E si credono pure furbi.

Non danno importanza ai libri che un tempo era difficile procurarsi e a volte bisognava cambiare città per trovarne. Sono convinti che connettendosi ai vari siti possono trovare le risposte dei numerosi "Fenomeni" che tanto ci tengono ad apparire e a parlamentare, e che siano il massimo che si possa trovare in circolazione.

In realtà l'importanza dei libri nasce dal fatto che ci si impegna a cercarseli in giro per l'Italia e anche fuori, ci si procura a fatica il tempo per leggerli un pò alla volta, magari davanti ad una tazza di tè che viene lentamente vuotata e poi c'è il piacere di stringerli tra le mani e pensare che sono il frutto del lavoro e della passione.
I libri vanno amati, curati e posseduti gelosamente perchè la cultura è la ricchezza più grande ed impoverirsi in questo senso è quanto di più deprimente ci possa accadere.
Rinunciare alla cultura, significa smarrire l'essenza delle proprie origini e qelle dei propri padri; significa perdersi ed infine morire!

E' comodo sedersi al pc in pigiama e pantofole e "girare il mondo" virtualmente.
Ma la pesca insegna a vivere concretamente, non virtualmente.
Una volta per diventare un pescatore a mosca erano necessarie almeno tre stagioni complete, vale a dire tre anni e non ci metto la tecnica di lancio.
Oggi si improvvisano pescatori travestendosi con abbigliamento tecnico ipertecnologico e acquistando canne costose che non sono capaci ad utilizzare e che vengono progettate e costruite apposta per loro.

Oggi i novizi pretendono di catturare subito pesce di taglia ed in buon numero, perchè sono convinti che pagando il dovuto tutto sia fruibile.
Vogliono le riserve private sotto casa, rigorosamente no kill, con permessi da 100 euro al giorno per tenere lontane le masse plebee, e quello che non sanno se lo inventano.
Vogliono fare loro stessi gli esperti e cercano gli agganci giusti per affiancare il guru di turno.
Tutti questi guru poi, generalmente sono fuoriusciti dalla prima Scuola, ne hanno fondate altre e poi si sono messi in proprio dopo aver costituito un gruppo più o meno folto di "apostoli".

Raggiunto un certo livello di conoscenza, molti ritengono di sapere tutto e di non avere bisogno di confronto ed è per questo che si sviluppa la cultura dei "clan" che sostengono a spada tratta le argomentazioni e le iniziative degli affiliati e danno addoso a chi dimostra di avere idee diverse o comunque di agire con la propria testa.

Fortunatamente esistono delle eccezioni che si possono ancora trovare e coltivare, ma bisogna darsi da fare e non restarsene comodi davanti al monitor, pena il lasciarsi propinare le solite pappette artificiali già pronte.
A noi la scelta!

Mauro

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PESCA CON LA MOSCA / Re: l'Alm - Storie di pesca a mosca -
« on: February 16, 2011, 15:37:42 »
x farius

E' molto bello ciò che hai scritto, e anche molto vero.
Tuttavia ognuno di noi conserva tra i propri ricordi, momenti vissuti con pasione ed intensità in riva ad un fiume o torrente.
Può scegliere se tenerseli tutti per sè o donarli anche agli altri.

Ci piace leggere Romanzi e Storie, perchè abbiamo bisogno di conoscere tante vite diverse: la nostra soltanto non ci basta!


x Donato

Parole sante.

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PESCA CON LA MOSCA / Re: l'Alm - Storie di pesca a mosca -
« on: February 16, 2011, 12:21:40 »
Buongiorno Aldo
condivido quanto scrivi e mi rallegro insieme a te che esistono questi "Grandi Umili".
Ho visto la tua bacheca e quelle imitazioni che sembrano vere.

Ho intenzione di continuare ad inserire Racconti e Storie di Pesca, ma vorrei farlo in modo cadenzato per cercare di creare nei lettori quella attesa che spero contribuisca ad elevare ancora le visite al forum.
Ti ricordi quando leggevamo Pescare e già pensavamo all'uscita del fascicolo successivo?

Se riuscirò ad interessare altri lettori, potrò pensare di articolare le pubblicazioni in maniera che abbraccino un pò tutti gli argomenti della Pesca a mosca.
Ma questo lo vedremo a tempo debito.

Un saluto

Mauro

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PESCA CON LA MOSCA / Re: l'Alm - Storie di pesca a mosca -
« on: February 15, 2011, 21:32:31 »
Grazie a tutti ragazzi, sono lieto di farvi sognare....

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PESCA CON LA MOSCA / Re: l'Alm - Storie di pesca a mosca -
« on: February 15, 2011, 19:56:02 »
x Aldo

Grazie Aldo, sono contento che ti sia piaciuto e mi auguro possa piacere anche agli altri vostri amici che saluto.
A proposito dei Guru, posso dirti di aver conosciuto e di frequentare diversi grandi personaggi del mondo della Mosca, e alcuni di questi sono miei cari amici, ma sono pressochè sconosciuti alle masse (tranne forse Angelo Rosorani che è un mio carissimo amico e Maestro) perchè amano la semplicità e stanno lontani dai riflettori.
Tra di loro ci sono dei ragazzi formidabili dall'incredibile bravura, ma dal profilo basso per scelta personale.
Ti cito soltanto Simone, marchigiano, che esegue il tutto coda con ogni attrezzo e con la 7'6 coda 3 fa oltre 31 mt con una mano sola eppure possiede l'umiltà che non sospetteresti.

Non mi piace il divismo e non mi piaccciono i "ciambellani di corte" e in giro ce ne sono a frotte......
La pesca deve essere scambio, così come la costruzione ed il lancio, perchè l'Arte vera non ha padroni ma appartiene a tutti.

Grazie per le belle parole che, ti assicuro , sono ricambiate


x Donato

Ciao Donato, certo che mi piacerebbe scalare i corsi d'acqua silani; ho visto qualche foto e già mi sono emozionato. Vorrei pescarci e poi raccontarli nelle mie storie.
Grazie e a presto

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PESCA CON LA MOSCA / l'Alm - Storie di pesca a mosca -
« on: February 14, 2011, 16:48:16 »
Ciao Aldo, come ti avevo detto provo ad inserire un racconto ma il link che mi avevi segnalato deve contenere un errore per cui lo inserisco qui ed eventualmente lo sposti nel luogo giusto.

L’Alm

Avevamo trascorso due giorni a Gmunden e avevamo visto la Traun, la mitica Traun di cui sentivo parlare prima ancora di diventare un pescatore a mosca.
Non avevamo pescato però a causa dei livelli troppo alti e così ci eravamo spostati nell’Almtal, la valle del fiume Alm, più conosciuta per essere stata abitata dall’etologo Konrad Lorenz che non per la pesca.
Eppure a calcare le sponde dell’Alm in quel mese di settembre del ’92 sembrava di essere in paradiso. Un fiume largo tra i 10 ed i 25 mt di acqua talmente chiara da sembrare bianca, con riflessi verde/azzurro da lasciare estasiati; tutt’intorno colline boscose che terminavano direttamente in acqua e cingevano in un abbraccio senza fine il letto dell’Alm, rallentato di tanto in tanto da tutta una serie di antichi e caratteristici mulini ad acqua ancora funzionanti.
La pendenza non esasperata e l’alternanza di spianate, raschi e piccole rapide, ne facevano un corso d’acqua ideale per la mosca, la massiccia presenza di insetti “pregiati” permetteva di allungare la pesca fino a buio fatto e l’impenetrabile silenzio che lo circondava ci faceva precipitare in una dimensione spazio/tempo a noi sconosciuta.
Arrivammo sull’acqua verso le 17,30 dopo aver attraversato un bosco fitto che solo a tratti ci consentiva di intravedere qualche spicchio del fiume che continuava a fluire ininterrottamente, e subito ci guardammo come a volerci sincerare che non stavamo sognando.
Luigi iniziò a discendere lungo la riva e lo vidi scomparire dietro la prima curva mentre avevo incominciato a passare la coda tra gli anelli della mia Sage di 8’. Ricordo che non sapevo lanciare correttamente ma non me ne curavo perché tutta la mia attenzione era rivolta ai pesci che nuotavano nell’Alm e prima ancora che la mia mosca iniziasse a dragare, venne risucchiata da un pesce considerevole e intenzionato a portarsela con sè in fondo al correntone principale.
Lo portai a riva dopo alcuni minuti ed era un temolo, un gran bel temolo di circa 45 cm scuro come la notte che slamai con cura prima di restituirlo al fiume. Era il mio primo anno di mosca, ma non il mio primo temolo. Il primo lo avevo catturato in primavera sull’Arzino, in Friuli, assieme ad altri ma decisamente più piccoli e molto più chiari.
Ancora tremante ed emozionato asciugai alla meglio la mosca e rilanciai nello stesso posto; l’acqua si increspò di nuovo e la ferrata mi confermò che avevo incocciato un altro pesce, della stessa taglia del precedente. Mentre recuperavo la coda, vedevo il vettino della mia Sage che sembrava diventato epilettico sotto i colpi di coda di quell’animale che lottava tenacemente sul fondo di quella corrente, e dopo un poco vidi emergere dall’acqua la maestosa pinna dorsale su cui erano impressi i colori dell’iride e capii di avere in canna un altro grosso temolo.
Mentre lo liberavo mi guardavo furtivamente attorno, come a voler scongiurare il rischio di scorgere un altro pescatore che con la propria presenza avrebbe potuto spezzare l’incantesimo in cui ero immerso.
Era della stessa taglia del precedente, forse solo un po’ più grande ma la cosa preoccupante era lo stato di conservazione della mosca, ormai totalmente “impappata” dal muco del pesce. Iniziai a ripulirla e a rianimarla come si fa con un paziente che rischia di tirare le cuoia da un momento all’altro e dopo averla nuovamente ingrassata la proiettai nuovamente in acqua con un lancio che definire incerto sarebbe stato un eufemismo.
Non avevo neanche il coraggio di pensare ad un’altra abboccata che mi trovai a ferrare d’istinto il terzo temolo in tre lanci. Anche lui forte, impavido nel combattimento e identico nella livrea e per la taglia.
Lo slamai come avevo fatto con gli altri, mi sciacquai le mani e appoggiai la canna sulla sabbia chiara e fine della riva; quindi mi accovacciai di fronte all’Alm che continuava a scorrere come se nulla fosse accaduto.
Mi lasciai riempire i polmoni dall’aria fresca della sera che era giunta fino a me dopo aver attraversato lo stesso bosco di abeti, ingoiai le inebrianti essenze del primo autunno del Salzkammergut e lasciai scivolare in acqua le piccole e grandi negatività del pensiero in modo che la corrente le potesse dolcemente allontanare da me.
Ero felice, avevo preso tre grossi temoli con tre pessimi lanci e sentivo dentro che forse avrei potuto catturare anche il quarto: ma smisi di pescare, perché anche se era passata neanche mezz’ora non aveva più senso continuare ed era così piacevole rimanere accovacciato sulle rive dell’Alm ad alleggerirsi l’animo.
Stavo quasi per convincermi che era stato tutto un sogno, quando mi accorsi di Luigi che arrancava lungo la stessa riva ed era giunto ad una quindicina di metri da me. Ci ricongiungemmo senza molta voglia di parlare, ma i nostri visi esprimevano tutto ciò che provavamo. Lui ripetè soltanto: “ho dovuto smettere, non avevo più voglia…” ed io annuii in silenzio; poi l’abbracciai forte.
Giungemmo alla macchina che avevamo posteggiato in una piccola radura ai margini del bosco  mentre le prime sedge iniziavano ad invadere l’aria sopra di noi e sembravano annunciare che stava per iniziare il momento della pesca più magico della giornata, ma non per noi.
Quando arrivammo alla nostra pensione, che distava dieci minuti di auto, il sole era già sceso dietro il massiccio ma c’era ancora luce ed io non riuscivo a non pensare a quell’acqua verde/azzurra, a quei temoli che avrei potuto continuare a prendere e a quell’esaltante solitudine in cui avevo vissuto fino a poco prima. Quella notte non mi addormentai per via del rumore dell’acqua che scorreva poco lontano dalla mia finestra e perché la mia mente si era di nuovo riempita di pensieri.

Mauro Nini


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BENVENUTI su CALABRIA PESCA ON LINE / Mi presento - mauronini -
« on: February 14, 2011, 16:22:03 »
Buonasera a tutti
mi presento anche io, sperando di non aver fatto confusione in questo forum per me nuovo, ma piacevole.
Mi chiamo Mauro e sono di Roma, pesco solo a mosca da 20 anni, ma ho la stessa passione dei primi 20 giorni.
Ho visto che ci sono inserite delle belle storie di pesca e vorrei contribuire con qualcosa del genere che penso possa essere gradito.

Un saluto a tutti

Mauro



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