Un pò di storia: La costa dei Feaci e la leggenda di Ulisse

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Author Topic: Un pò di storia: La costa dei Feaci e la leggenda di Ulisse  (Read 3391 times)

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  • Come può uno scoglio arginare il mare...
La costa dei Feaci è il toponimo che identifica un tratto della costa tirrenica calabrese, per la precisione, la costa tirrenica lametina. Abbraccia in ordine da nord a sud i comuni di Nocera Terinese, Falerna, Gizzeria, Lamezia Terme e Curinga e si affaccia sul golfo di Sant'Eufemia, da molti definito il golfo d'Italia, per il cambiamento di asse che la penisola italiana ha nel cuore della Calabria.

Definita così per la collocazione in questo territorio del popolo omerico dei feaci, la costa si estende per 40 km, esattamente di fronte alle isole Eolie, che determinano uno scenario unico per il golfo stesso.

La costa dei Feaci è l'estremo occidentale dell'istmo di Catanzaro, la striscia di terra, compresa tra due mari, più stretta d'Europa (circa 30 km) che rappresenta un sito di notevole interesse storico e naturalistico. Su questo tratto di terra calabrese, viene confermata la stretta correlazione paesaggistica tra mare e monti, che è la tipica morfologia territoriale della regione.

Nella sua porzione settentrionale svettano le cime meridionali della Catena Costiera, i monti Sant'Elia, Mancuso e Reventino, mentre a sud le cime più occidentali del monte Covello che fanno da spartiacque tra i comuni del lametino e della provincia di Vibo Valentia. Qui si trova la riserva del lago Angitola, un lago di origine artificiale che rappresenta l'habitat ideale per alcune specie di flora e fauna. Al centro primeggia la piana di Sant'Eufemia, una piana fertile e molto ricca di vegetazione; è sede dell'aeroporto internazionale e di uno snodo ferroviario e autostradale, che rendono questa vasta area facile da raggiungere.

Questo territorio non offre solo natura, ma anche storia, cultura, tradizioni, il tutto magicamente fuso in un unico insieme. Infatti il Tirreno lametino è una riviera che viene nominata nei libri storici, menzionata nell'Odissea di Omero come regno dei feaci. Il naufrago Ulisse venne dapprima gettato su una costa ripida di rocce e scogli, probabilmente la costa intorno a Capo Vaticano (costa degli Dei), poi, volendoli evitare, Ulisse cercò riparo sulle rive pianeggianti. Si salvò sulla foce di un fiume sulla cui riva crescevano canneti, perciò Omero si riferisce ad una pianura, racchiusa da una ripida costa. Troviamo queste caratteristiche sulla costa occidentale dell'istmo di Marcellinara, cioè nella piana di Sant'Eufemia, alle foci del fiume Amato. E sulla foce dell'Amato si trovano i menzionati canneti.

Inoltre, in questo scenario storico-paesaggistico sono armoniosamente collocate le antiche torri di difesa e di avvistamento, conosciute come “torri saracene”, costruite in epoche diverse per contrastare i nemici provenienti dal mare e anche Terina, un'antica città della Magna Grecia i cui scavi archeologici si trovano nel comune di Lamezia Terme, a cinque chilometri dal mare.

La costa dei Feaci è una costa prevalentemente bassa, sabbiosa e con un mare cristallino che può variare dall’essere molto calmo a molto agitato, richiamando gli appassionati di sport acquatici, in quanto qui esistono le condizioni atmosferiche ideali per tutto l’arco dell’anno. Gli sport più gettonati sono: il kitesurf, il windsurf, la vela e i consueti sport estivi sulla sabbia.


Fonte: wikipedia
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Gianni68

  • Guest
Feaci, Fenici, a volte mi confondo.
Vecchi ricordi scolastici.


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