ATTREZZATURA - la scelta giusta

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Author Topic: ATTREZZATURA - la scelta giusta  (Read 1909 times)

OLTREMARE

  • Guest
on: March 16, 2009, 13:51:27
Ciao ragazzi,
mi capita spesse volte di rispondere, on line e privatamente, ad utenti, per lo più giovanissimi, su questioni relative all’attrezzatura per il surfcasting e noto che le idee e cognizioni in merito sono veramente confuse. Tante volte ci si fa adulare dai rivenditori o attrarre da ciò che si vede e si legge sul web e la stampa di settore. Da parte mia accolgo ed assecondo sempre ben volentieri questi entusiasmi e spesse volte sorvolo, poi a volte pentendomi, dal mettere in guardia circa i rischi verso cui si va incontro. Purtroppo, scambiando opinioni on line, spesso non si ha la percezione di chi sta dall’altra parte del cavo, non si riescono ad intuire le eventuali potenzialità nascoste e se questi impeti sono il frutto di un abbaglio passeggero o qualcosa di sopito che alla lunga può dare i suoi frutti. Naturalmente si parla di rischi legati al fattore costo anche se, devo dire, che le attrezzature specialistiche del surfcasting mantengono una buona valutazione di mercato grazie alla qualità.
Con queste righe volevo dare alcune indicazioni a chi si trova nel vortice delle scelte cercando di dare dei suggerimenti, per quanto mi è possibile, imparziali ed impersonali, atteso che ognuno di noi non sfugge alla tentazione di dare una propria impronta nel consigliare gli altri.
La regola fondamentale è quella di avere chiaro in testa il concetto di surfcasting. Chi ha letto i miei post sa quali sono le mie convinzioni in materia. Bisogna anzitutto capire se con la parola surfcasting che ci ritroviamo spesso a pronunciare inquadriamo la disciplina vera e propria o se è un termine con il quale individuiamo qualunque tipo di pesca con un piombo attaccato. Se non facciamo di tutta l’erba un fascio bisogna che ci poniamo delle altre domande del tipo:  il mare mosso ci fa tornare a casa? Ci spaventa? Ci sentiamo “nudi” senza la scatoletta d’arenicola nel secchio? I terminali sopra lo 0.20 ci sembrano esagerati? Andiamo a pescare solo nelle calde serate estive per fare la secchiata di mormore? Se le risposte a questo campione di domande, puramente esemplificativo, sono positive allora siamo sintonizzati su una frequenza diversa e non è certo il caso di perdere tempo e soldi. Possiamo tranquillamente ripiegare su telescopiche e mulinelli fissi senza per questo essere sminuiti. La parola d’ordine del surfcasting è “passione” senza compromessi. E’ un concetto che racchiude in se la voglia di affrontare le onde e misurarsi con le forze della natura fino al nostro limite massimo. Su questo principio si basano tutte le altre considerazioni, attrezzatura in primis. In quest’ottica l’attrezzatura è una sola: canna a ripartizione in due pezzi e mulinello rotante e son disposto a chiudere un occhio sul mulinello che può anche essere un buon fisso. Si sente dire spesso che le canne ripartite sono difficili, che servono a fare metri e che sono sorde: vero e falso. La ripartita non è certamente facile come la telescopica ma non è nemmeno quell’orco pronto ad intimorirci ed ingoiarci al minimo errore. I metri: è un concetto molto relativo a pesca e soprattutto a surfcasting. Nella maggior parte dei casi ci accorgeremo che l’ambito in cui riusciremo a pescare sarà molto ridotto a causa delle correnti e delle alghe e col tempo scopriremo anche che i pesci veramente degni di nota si catturano sotto i nostri piedi. La rigidità delle canne: esiste certamente qualche modello la cui cima ha bisogno di pescioni per animarsi, ed è ciò che in definitiva cerchiamo, ma vi sono tanti modelli che segnalano anche le tocchette più timide. Il comune denominatore è, comunque, che tutte, chi più chi meno, “tengono il mare” ed è questo che in definitiva chiediamo alla nostra canna da surf.
Ma allora, potrà obiettare qualcuno, se le cose stanno così, non basta una qualunque semplice canna e mulinello? Provare per credere dico io. Proviamo con una telescopica per quanto robusta a tirare 175 e più grammi con l’aggiunta di esca voluminosa e vediamo il risultato. Fin qui tutto bene, entro i 50 metri chiunque è in grado di far lavorare una ripartita, ma questa limitazione mani i suoi problemi quando vogliamo sondare distanze superiori. Le ripartite hanno bisogno di un certo corredo tecnico da parte di chi le usa per arrivare più in là ma, credetemi, questo è alla portata di tutti e qui torniamo nel campo dei sentimentalismi: la passione. Se vogliamo essere noi a gestire la canna e non viceversa occorre dedicare tempo e sacrifici e mettere in conto parecchie delusioni iniziali, ma chi è veramente convinto riuscirà a superare questi ostacoli. Certamente non tutti riusciremo a sfondare il muro dei 200 metri ( ovviamente su prato perché a pesca e con canne da pesca, poi, non se ne parla nemmeno) ma quasi tutti riusciremo ad operare su distanze che non ritenevamo possibili. Questi traguardi potremo raggiungerli acquisendo la corretta esecuzione di lanci tecnici, ground su tutti.
Abbiamo visto che le canne ripartite possono avere comportamenti diversi anche se la struttura di base è comune: la distribuzione “ripartita” della potenza. Starà quindi a noi decidere qual è il modello più adatto alle nostre caratteristiche e preferenze e questo purtroppo lo possiamo fare solo saggiandole sul campo e senza farci influenzare dal look che, peraltro, nelle ripartite è sempre abbastanza sobrio e da altri effetti speciali decantati dalla pubblicità quali la possibilità di raggiungere distanze siderali con il minimo sforzo. Ricordiamoci che non è la canna che fa i metri ma siamo noi con la nostra tecnica.
Analogo discorso va fatto per i mulinelli. Anche per il mondo dei rotanti, vi è chi li addità come un diavoletto pronto ad indispettirci e farci scurire dalla rabbia. Altri che, viceversa, vengono ammaliati da quanto si dice sul loro conto e fanno il salto pur non sapendo nemmeno come vengono montati sulla canna. Sarò onesto: il rotante non è semplicissimo da usare ma anche in questo caso, con un po’ di pazienza e sacrificio, si superano le difficoltà. Gli inizi possono essere demoralizzanti perché vedremo prevalere nettamente il fisso in fatto di distanza ma con la pratica state certi che avverrà il sorpasso. Non sto a ripetermi su quelli che sono, a mio avviso, i pregi del rotante rispetto al fisso perché l’ho già fatto infinite volte e mi limito a dirvi che il fattore distanza è l’aspetto meno rilevante. Esistono naturalmente dei mulinelli fissi validissimi per il surfcasting e se la scelta ricade su questi non commettete l’errore di abbinarli a canne ripartite con anellatura da rotante. Anche in questo caso fate un esame di coscienza per cercare di capire se la voglia di rotante è solo una moda o un capriccio. Tutto quanto detto finora ovviamente non è il Vangelo ma solo mie considerazioni personali e quindi ampiamente soggette ad eccezioni e pareri personali. La soddisfazione dell’”ego” è un aspetto rilevante di noi esseri umani tanto più quando vestiamo i panni del pescatore. Quindi nessuno vieta di utilizzare attrezzature specifiche da surf per la pescatine alle mormore. Abbiamo in questo caso l’accortezza di adoperare attrezzi light quali canne fino a 5 once e mulinellini di classe inferiore, acquistando magari il tutto sul mercato dell’usato. Il divertimento è comunque assicurato.
Alla prossima


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