Premetto che normalmente utilizzo shock fatti con spezzoni di nylon dello 0.50 o 0.70 a seconda dell'attrezzatura, che lego alla madre o con il Composite Knot o con il Competition Knot, da qualche giorno al fine di ridurre l'ingombro del nodo e l'attrito nel lancio, con i fissi ho cominciato ad usare il trecciato, ho visto diversi nodi per la congiunzione dei due fili, tutti parecchio complicati, alla fine anche li mi è venuto in aiuto il Composite Knot, non so se è un nodo corretto per unire materiali così diversi, ho anche provato col nodo di sangue ma il trecciato scivolava e si scioglieva alla minima trazione.
Il Competition Knot è il nodo più a rischio che si possa usare a pesca, specialmente in fase di recupero sotto sforzo: se è il Competition di tipo 1, la 'pallina' può staccarsi facilmente, se è il Competition di tipo 2 il 'triangolino' si può appiattire sotto sforzo. Questo nodo, che è quello che presenta il minor volume rispetto a tutti gli altri nodi, è meglio riservarlo alla pedana in cui il recupero avviene andando incontro alla zavorra.
Il nodo si sangue va bene solo in questi casi:
- madre e shock di diametro quasi uguale
- madre e shock di basso diametro
- madre e shock in nylon (p.e. madre in nylon/fluorocarbon e shock in multifibra è ad elevato rischio di scioglimento, come pure madre in multifibra e shock in multifibra).
Per unire fili con grossa differenza di diametro, oppure con lo stesso diametro ma di materiali diversi, vanno molto bene il Composite Knot, il Doppio Uni (o Doppio Composite), l'Albright Special ed il Tony Peña. Il loro maggior volume è compensato da una maggior tenuta alla trazione ed il loro impatto sull'anello apicale non crea alcun danno. Qualche fastidio lo danno nella 'raccolta' dei filamenti di alghe, ma questo fa parte del gioco...